mercoledì 19 settembre 2018

SIMENON SIMENON. QUANDO LO SCRITTORE DIVENTA L'UOMO NUDO?

Situazioni e vicende che ci presentano il romanziere senza maschere e senza difese...

SIMENON SIMENON. QUAND L'ECRIVAIN DEVIENT-IL L'HOMME NU ?
Situations et événements qui nous présentent le romancier sans masque et sans défense…
SIMENON SIMENON. WHEN DOES THE NOVELIST BECOME A NAKED MAN?
Situations and events that present us with the novelist unmasked and defenseless…



Quante volte, riferendoci agli elementi della letteratura di Simenon, in special modo ai romans durs, abbiamo parlato della "ricerca dell'uomo nudo", quell'uomo che spogliato da tutte le sovrastrutture imposte dalla società, che smesso di interpretare il ruolo che il suo "milieu" gli aveva assegnato, si presenta così com'è naturalmente, senza difese e senza maschere, solo con quegli attributi che lo rendono uguale ad ogni altro essere umano, con sensi, reazioni e passioni comuni a tutti i mortali.
Oggi vogliamo farci una domanda, ma l'uomo nudo Simenon dove lo possiamo trovare?
Sappiamo che nel meccanismo ad orologeria delle storie del romanziere, all'origine c'era un "declic" anche trascurabile, di per sè anche senza valenza, ma che rovesciava la situazione e insieme anche le abitudini, la rispettabilità sociale, il consolidato "status" del protagonista portandolo poi a superare quelle linea, in un ambito in cui il destino l'avrebbe portato fino alle più estreme conseguenze, spesso molto tragiche.
Allora ci domandiamo, nella vita dello scrittore questo "declic" si è mai verificato? Se riflettiamo con attenzione un vero e proprio scherzo del destino che abbia innescato una sorta di effetto domino no, non ci pare proprio di ravvisarlo. Ma... forse possiamo trovare qualche momento in cui lo scrittore si è sentito soverchiato dagli elementi, degli avvenimenti troppo forti per lui, che hanno messo in crisi la sua abituale immagine, alcune sicurezze e certi suoi capisaldi (la scrittura, la popolarità, la sua bulimia sessuale....).
Qui vogliamo citare tre momenti che magari non misero proprio "a nudo" Simenon, ma che sicuramente lo spogliarono di molte delle sue sovrastrutture e lo resero diverso da come lo abbiamo sempre immaginato...
Autunno 1940. Simenon è a letto per una supposta angina pectoris a Mervant, nella cui foresta si è rifugiato allo scoppio della seconda guerra mondiale. L'ha diagnosticata un medico locale, aggiungendo alla diagnosi la previsione che non avrebbe avuto più di due o tre anni di vita. Le cose, si saprà in seguito non erano affatto in quel modo, ma Simenon passò, come si dice, il suo brutto quarto d'ora... ovviamente si diede da fare per consultare altri medici, andò anche a Parigi, ma la cosa che più ci rivela il suo stato d'animo è lo stimolo a scrivere un libro autobiografico Je me souviens (che sarà poi la base per "Pedigree") che doveva, nelle intenzioni dello scrittore, raccontare al figlioletto Marc (allora di appena un anno e mezzo) qualcosa di sè, della propria storia, della propria famiglia... insomma dei ricordi, nero su bianco, per quando lui non ci sarebbe stato più... La diagnosi si dimostrò sbagliata, più medici confermarono che non c'era nessun pericolo di vita e Simenon aveva evitato per un soffio il passaggio di quella temuta linea.
Un secondo momento critico è quando fu accusato, a fine guerra, di collaborazionismo con i nazisti. Il tutto nasceva dalla vendita dei diritti di alcuni suoi romanzi alla casa di produzione cinematografica Continental che faceva capo, al di là delle apparenze, a Goebbels in persona. E non era messa sotto accusa solo questa attività lucrosa con i tedeschi, ma anche il lasciapassare che aveva avuto in cambio e che gli consentiva di muoversi liberamente tra la Francia occupata e quella ancora libera. Tra il ' 44 e il '45 la tensione arrivò alle stelle, quando sembrava che le prove  a carico fossero decisive e si intravedeva già il processo con chissà con quale condanna. Altre volte le voci si diradavano, spuntava fuori qualcuno che asseriva che nel "Dossier Simenon" in realtà c'era ben poco e di scarsa rilevanza... Insomma un anno sulle montagne russe, con la paura di finire veramente male e la speranza di poter prima o poi scappare dalla Francia. Non scordiamo che allora i collaborazionisti erano passati per le armi e questo era una paura che faceva sparire tutto il resto e probabilmente metteva a nudo lo scrittore, che rimaneva davvero un uomo con tutte le sue paure e senza nessuna difesa. Poi, un po' le accuse non presero vigore e soprattutto Georges, Tigy e Marc, riuscirono a riparare in Gran Bretagna, dove attesero non poco prima di potersi imbarcare per l'America,... così anche quella volta Simenon, per il rotto della cuffia, riuscì a non superare quella famosa linea... 
Il terzo esempio riguarda il dolore forse più intenso che Simenon dovette provare nella propria vita. Stiamo parlando del suicidio della sua amata figlia Marie-Jo che avvenne il 19 maggio 1978, e che colpì Simenon quando viveva a Losanna insieme alla sua ultima compagna, Teresa. Marie-Jo aveva già dato segnali di instabilità psicologica e addirittura aveva già tentato di suicidarsi. Viveva a Parigi, lontano dal padre, con cui però intratteneva una fitta corrispondenza e al quale si telefonava spesso. Ma la notizia fu per Simenon ugualmente devastante, all'epoca un anziano che aveva smesso di scrivere, che non godeva proprio di ottima salute e che ormai viveva ritirato nella sua casa.La botta fu molto forte tanto da far affermare al figlio Marc: "... il suicidio di Marie-Jo fu insostenibile e, se non fosse stato per il sostegno di Teresa, anche lui si sarebbe suicidato...".
E quale uomo è più nudo e indifeso davanti alla morte che lui stesso ha deciso di infliggersi. Anche qui Simenon, grazie alla mano tesa e all'amore di Teresa, riuscì pure stavolta a non oltrepassare la linea.  Sarebbe sopravvissuto a quella tragedia altri undici anni, ma portandosi addosso una ferità che non sarebbe mai guarita, anche quando, scrivendo nell' 81 la sua ultima opera, l'autobiografico Mémoires intimes, volle che fosse pubblicato alla fine Il Libro di Marie-Jo, raccolta di scritti, poesie e testi della figlia che dovevano vivere per sempre insieme al suo ultimo e voluminoso libro dove, nelle intenzioni, metteva in piazza tutta la sua vita. (m.t.) 

martedì 18 settembre 2018

SIMENON SIMENSON. MAIGRET ET LES BRAVES GENS, UN ROMAN A CLEF ?

Un parallèle à tirer entre ce roman et la biographie de Simenon au moment de sa rédaction 

SIMENON SIMENON. MAIGRET E LE PERSONE PERBENE, UN ROMANZO A CHIAVE? 
Un parallelo da trarre tra questo romanzo e la biografia di Simenon al momento della sua scrittura 
SIMENON SIMENON. MAIGRET AND THE GOOD PEOPLE OF MONTPARNASSE, A ROMAN A CLEF? 
Drawing a parallel between this novel and Simenon's biography at the time of its writing 


Ecrit du 5 au 11 septembre 1961, Maigret et les braves gens fait partie de ces quelques textes dont Simenon évoque la rédaction dans ses cahiers Quand j'étais vieux. Nous ne voulons pas forcer le trait et rechercher à tout prix des correspondances entre ce que le romancier écrivait à un moment donné de sa vie, et les événements qu'il traversait au même moment. Mais on ne peut s'empêcher parfois de trouver des coïncidences troublantes, d'autant plus lorsqu'on trouve des échos entre ce que le romancier écrit dans un roman et ce qu'il en dit par ailleurs, comme c'est le cas pour ce roman-ci. 
L'intérêt dMaigret et les braves gens ne réside pas tellement dans l'intrigue policière (c'est d'ailleurs une constante de ces romans tardifs de la période des Presses de la Cité), mais plutôt dans la peinture de caractères, et le diable pourrait bien se cacher dans des détails apparemment anodins. Sans aller jusqu'à dire que ce roman est un roman à clef, on peut tout de même, en laissant de côté l'enquête policière menée par Maigret, se concentrer sur les "à-côtés" de cette enquête, et en particulier sur les sentiments du commissaire et ses réflexions liées au temps qui passe et à la perspective de la retraite. 
C'est sur ce point, nous semble-t-il, que l'on peut établir un pont intéressant avec la biographie du romancier. Comme nous l'avons dit plus haut, lorsque Simenon écrit Maigret et les braves gens, ainsi que les romans de la même période, il tient une sorte de "journal intime", notant dans des cahiers ses préoccupations du moment, entre autres ses réflexions par rapport à son métier. Le titre général qui sera donné au recueil de ces cahiers, Quand j'étais vieux, reflète bien la sorte de "crise" que traverse le romancier, et nous pouvons donc mettre en parallèle ce qu'il écrit dans ces cahiers et certaines phrases du roman qu'il rédige au même moment.  
Le 2 septembre 1961, soit trois jours avant le début de la rédaction du roman, Simenon écrit dans son cahier: "Fin des vacances. […] Je retrouve mon bureau […] Je me demande si je vais à nouveau être capable d'écrire. Depuis des semaines, j'ai des remords. L'impression de jouer, au lieu de faire mon métier. […] Pourtant, si j'étais fonctionnaire, si j'étais Maigret, je serais à la retraite. J'ai hâte, maintenant, de me rassurer, de me prouver que je peux encore écrire." 
Comment ne pas faire le rapprochement avec le roman qui nous occupe, qui s'ouvre alors que le commissaire et son épouse viennent de rentrer d'un séjour de trois semaines à Meung. Maigret a beaucoup de peine à "reprendre pied dans la vie quotidienne", "la PJ, le bureau [lui] paraissaient un peu irréels" et le commissaire en est à se demander "ce qu'il y faisait, comme si la vie véritable était là-bas, au bord de la Loire."  
D'un côté, un commissaire qui se met à aspirer de plus en plus souvent au repos dans ces romans de la dernière partie de la saga; de l'autre, un romancier qui commence à douter de son métier. Certes, aussi bien l'un que l'autre ont encore une bonne dizaine d'années à vivre en écriture, mais ce parallèle entre la retraite professionnelle de Maigret et sa retraite en littérature, qui correspond en même temps à la retraite de Simenon en tant que romancier (on admettra que la rédaction des textes autobiographiques correspond à une autre étape littéraire), ne trouve-t-il pas son origine dans ces romans des années 1960, où le romancier, jeune sexagénaire, commence à se poser des questions sur sa production littéraire, tandis qu'il donne à son héros ses premières aspirations à une retraite dont la perspective est de moins en moins effrayante, alors que le commissaire voit le monde tant changer autour de lui… 

Murielle Wenger 

lunedì 17 settembre 2018

SIMENON SIMENON. COULD THE WRITER HAVE EVEN IMAGINED AN AUDIOBOOK?

On this dynamic modern medium and how Simenon is riding the wave 

SIMENON SIMENON. L’ECRIVAIN AURAIT-IL PU MEME IMAGINER UN LIVRE AUDIO ?  
A propos de ce dynamique moyen moderne et comment Simenon surfe sur la vague 
SIMENON SIMENON. LO SCRITTORE AVREBBE MAI POTUTO PENSARE A UN "AUDIO BOOK?
In merito alle dinamiche di questi moderni media e di come i Simenon calvalchino l'onda.



Thinking I had to hold a book in my hand to enjoy reading it, I avoided e-books for a long time. However, the ability to quickly and thoroughly search e-books made them an attractive option. That resulting positive experience suggests avoiding audiobooks might also be a mistake. I’ve never listened to one, primarily because I fear the distraction of listening while driving, apparently a favorite way to enjoy them. 
A look at the status of audiobooks in the USA is revealingthey are the fastest growing segment in the digital publishing industry with 2017 being another year of double-digit growth for both title output and sales. The most recent figures (from the first eight months of 2017) show a 20% increase in salesIn contrast, print books rose just 1.5% and e-books actually dropped 5.4%. 
The USA happens to be the biggest market worldwideIt seems 44% of Americans have listened to an audiobook at least one time and 26% of the US population has listened to an audiobook in the last 12 months. Yet, one analysis found that the American audience is not expanding, indicating that the number of audiobooks each enthusiast listens to is what is going up. Strikingly, not only are 48% of all listeners under the age of 35, but also this group has listened to an average of 15 books in the past year. Do not despair; they are also consistent readers in all formats. A more threatening observation is that Audiobooks are becoming so popular that publishers are skipping the book entirely and initiating straight to audio production. In terms of genre, mysteries/thrillers/suspense are among the most popular audiobooks—undoubtedly helping to enlarge the Simenon fandom. His simple prose lends itself to speech. Oddly, our ‘keep quiet’ libraries are major drivers for ‘listen to’ books. 
An important goal of this presentation is to inform about the available spoken English audiobooks of Simenon works. A few years ago, Penguin undertook an ambitious program of publishing Simenon newly translated into English. It is fulfilling its objective impressively, and proof of this is apparent in the listing of what the world’s largest audiobook store (Audible.com, an arm of Amazon.com) currently offers: 
Of the 58 Penguin ‘modern’ print versions of the Maigret novels so far published, there are 52 audiobooks available right now. The translators vary; the narrator is always Gareth Armstrong. The productions run in the 3 and ½ hour range. 
There are five Maigret dramatizations by the BBC, all released in 2011. They offer four stories each, lasting three hours in total. Two feature the voice of Nicholas Le Prevost as Maigret, and three, Maurice Denham. 
There is one lengthy (3 hour 39 minute) collection of five Maigret cases from BBC Radio in 1976, but reassuringly it is a 2017 release. 
Of the countless romans durs, Penguin has so far published 10 ‘modern’ print versions, and six audio versions of them are available. 
From Simenon’s numerous dictées, the autobiographical When I Was Old is available. It is a challenging 12 hours and 27 minutes long. 
Listen and enjoy! 

David P Simmons