venerdì 19 aprile 2019

SIMENON SIMENON. BUONA PASQUA -JOYEUSES PÂQUES - HAPPY EASTER


Auguri a tutti! Simenon-Simenon va in vacanza per qualche giorno. Appuntamento su questo blog  per il prossimo 23 aprile

Nos bons vœux à tous! Simenon-Simenon part en vacances pour quelques jours. Rendez-vous sur ce blog au  23 avril

Best wishes to all!  Simenon-Simenon goes on vacation for a few days. See you on this blog on April 23rd

giovedì 18 aprile 2019

SIMENON SIMENON. WHEN SIMENON TOLD ABOUT HIMSELF THANKS TO MAIGRET...

Some thoughts about "Maigret's Memoirs" 

SIMENON SIMENONQUANDO SIMENON RACCONTÒ DI SÉ GRAZIE A MAIGRET... 
Alcuni riflessioni su "Le memorie di Maigret" 
SIMENON SIMENON. QUAND SIMENON SE RACONTAIT GRACE À MAIGRET… 
Quelques réflexions à propos de "Les Mémoires de Maigret"

Memory. A topic that occurred most often in Simenon's works, as well as in the interviews he gave. There are also, besides the "romans durs" and the Maigret novels, various autobiographical texts: Intimate Memoirs, Les Trois crimes de mes amis, Je me souviens, When I was Old, Letter to my mother and all the Dictées. 
Yet today we want to speak about Maigret's Memoirs, that is to say the memories that the Chief Inspector would have written, in the literary fiction, once he was in retirement, talking about his profession, his life and above all about the good and less good relations with his creator.  
In this novel, Simenon does ventriloquist, we could say, he gives his voice to Maigret, who is a character he created, and makes him speak as if he was a third party who would express a judgment about the writer. In fact a kind of game that is operating because during so many years of writing Maigret has taken the consistency of an almost real character, and not only in the collective imagination of the readers, but maybe also in Simenon's mind.  
The novel begins with an encounter between the novelist and the Chief Inspector at the Quai des Orfèvres. "Young Sim" explains to Maigret that he his more interested in the atmosphere and the ambiance in the Police judiciaire than in the methods used by the policemen. Then the novelist begins to follow the Chief Inspector in his daily activities. The visit lasts for days, Simenon and Maigret also begin to exchange non-professional, more personal information, as if a kind of confidence had been established between the two men. 
In fact it's a game of mirrors, in which it's interesting to see how Simenon tells about himself through Maigret's filter. It's a biography in which Maigret speaks about Simenon, yet in reality it's Simenon who makes him tell about himself… a kind of game in which Simenon describes himself. It's very interesting because under the surface of the narration, another narration is flowing that tells us about the way Simenon believes or wishes that people would talk about himself.  
And we must say that he is rather indulgent. If Maigret's testimony sometimes seems critical and resentful about the way the novelist described him, deep down there is a kind of comprehension that ends by justifying or at least approving the novelist's choices.  
It is a game of mirrors in which the risk is often run to be disorientated, above all if you want to follow at the same time what Maigret tells and what Simenon implies in this collection of memories. A reference to memories that the Chief Inspector is writing and the novelist is dictating, as if Maigret were a medium for the novelist to look at himself, analyse himself, through a ricochet system like for example the topic about truth. 
Simenon makes Maigret protest because sometimes the truth of his investigations is misrepresented. And Simenon replies that, in order that truth can be perceived as such by the readers, it must be transformed and become so really true, truer than truth would have been if told such and simply as it were.  
Thus these memories of Maigret tell in reality much about Simenon himself. Or rather about Simenon as he wanted to appear. 

by Simenon-Simenon 

mercoledì 17 aprile 2019

SIMENON SIMENON. QUALE MAIGRET ESCE DALLA MATITA?

Pinter, Loustal, Bruna, tre grandi matite per sognare il commissario di Simenon

SIMENON SIMENON. QUEL MAIGRET NAIT SOUS LE CRAYON ?
Pinter, Loustal, Bruna, trois grands illustrateurs pour imaginer le commissaire de Simenon
SIMENON SIMENON. WHAT MAIGRET SHOWS UP UNDER THE PENCIL?
Pinter, Loustal, Bruna, three great illustrators to dream up Simenon’s Chief Inspector


Copertine, fumetti, manifesti, sono le occasioni in cui le descrizioni fatte da Simenon del proprio commissario  prendono una forma... e a volta una non forma, dando comunque nel caso di Maigret origine a delle espressioni figurative, che si avvalgono alcune volte di una tecnica quasi pittorica, altre volte utilizzano le tecniche tipiche delle strip in sequenze narrative, come invece non mancano le espressioni simboliche dove una parte o un particolare vale per il tutto. E in queste tre modalità s esprimono tre tra i più famosi disegnatori del commissario simenoniano.
Iniziamo da Ferenc Pintér, l'italo-ungherese, che lavorò molto per Mondadori, ma che iniziò in Italia con la pubblicità. La sua è una tecnica inconfondibile, un tratto essenziale. Ha illustrato moltissime copertine dei Maigret dell'editore milanese, partendo da un elemento ineliminabile nell'immaginario collettivo degli italiani, il Maigret televisivo interpretato da Gino Cervi. Soprattutto dal 1961 al 1969 illustrò le inchieste del commissario con uno schema abbastanza ripetitivo. In primo piano un Maigret molto somigliante a Cervi, con in secondo piano una figura più piccola che si raccordava con il tema dell'inchiesta. Dal 1969 iniziò un periodo di maggiore libertà, con gli Oscar dove il legame con la figura dell'attore italiano è ancora presente, ma la composizione della copertina è molto più libera, dando sfogo alle angolazioni, ai particolari, ai colori svelando un notevole livello di creatività e di sintesi, che danno un'originalità alcune volte davvero particolare alle copertine di questo periodo che durò sino al 1982. Soprattutto negli ultimi anni alcune volte è protagonista il tratto, altre i colori e la faccia di Cervi è solo un lontano ricordo.  
Se parliamo della tecnica fumettistica, allora dobbiamo citare Jacques de Loustal
francese contemporaneo (nato a Neuilly -sur-Seine nel 1956), autore di ben otto opere illustrate tratte sia dai Maigret e che dai romans durs:
1998 - Touriste de bananes , 
2000 - Le client le plus obstiné du monde 
2000 - On ne tue pas les pauvres types 
2001 - Ceux du grand café 
2001 - Menaces de mort 
2002 - Maigret et l'inspecteur Malgracieux 
2002 - Le témoignage de l'enfant de chœur
2004 - Les frères Rico de Georges Simenon 
La sua creatività illustrativa trova nelle forme morbide e nei colori caldi le sue cifre distintive, ma a noi piacciono molto anche il modo di inquadrare l'azione e la capacità di creare delle atmosfere che sono una sapiente interpretazione di quelle simenoniane. I suoi personaggi non sono mai duri o spigolosi, ma riflettono quella certa bonarietà di cui il personaggio letterario di Maigret è molto ben fornito. Molto belle anche le scene notturne che Loustal sa rendere suggestive, sia senza tradire il suo stile che ci verrebbe da definire rilassato e tranquillo.
E concludiamo questa nostra brevissima carrellata con Dick Bruna, disegnatore olandese nato a Utrecht nel 1927 e scomparso un paio d'anni fa' a quasi 90 anni. Proveniente da una famiglia di editori, Bruna trovò la sua strada più congeniale nell'illustrazione per l'infanzia. I suoi disegni, semplici, molto colorati, con tratti figurativi molto fantasiosi non si prestarono però solo per le illustrazioni di libri per bambini. Infatti si cimentò con le copertine dei Maigret. E l'approccio fu estremamente personale. Infatti non si trova mai il volto di Maigret. Ma solo particolari: la pipa, il cappello, le paline della metro parigina, bottiglie di liquore (calvados?), ma anche scorci di paesaggi o scenari, ma sempre molto stilizzati. Spesso gli elementi citati vengono incrociati, mischiati, anche talvolta fuori proporzione, ma sempre con una logica astratta in cui rientrano sia le forme che i colori. Una originalissima tecnica che a volte lascia incantati, che non disdegna di utilizzare anche elementi realistici, talvolta inseriti come in un patchwork, riuscendo però ogni volta a formare un tutto coerente e affascinante che ha davvero lasciato il segno. (m.t.)

martedì 16 aprile 2019

SIMENON SIMENON LE DÉSASTRE DE NOTRE-DAME - IL DISASTRO DI NOTRE-DAME - NOTRE-DAME DISASTER


Omaggio per la catastrofe di Notre-Dame in un disegno di Giancarlo Malaguti pubblicato tempo fa

Hommage à la catastrophe de Notre-Dame dans un dessin de Giancarlo Malaguti publié il y a quelque temps

Tribute for the catastrophe of Notre-Dame in a drawing by Giancarlo Malaguti published some time ago

SIMENON SIMENON. LES DEUX CHARNIERES DE L'ŒUVRE

A propos de Pedigree et Les Mémoires de Maigret 

SIMENON SIMENON. I DUE CARDINI DELL'OPERA 
Su Pedigree Le memorie di Maigret 
SIMENON SIMENON. THE TWO HINGES IN THE WORKS 
About Pedigree and Maigret's Memoirs


«Entre 1940 et 1945, Simenon écrit Je me souviens et Pedigree, deux livres en un, le premier étant en quelque sorte le brouillon du second. Un jour, on le considérera comme la «matrice de l'oeuvre». Conçu à mi-vie, il permet de comprendre autrement ses écrits tant en amont qu'en aval de cette période.» Ainsi Pierre Assouline définit-il, dans sa biographie du romancier, ce qu'est Pedigree, cet ouvrage qui est comme la charnière de l'œuvre simenonienne. En effet, c'est dans cette autobiographie romancée qu'on trouve l'origine de nombreux thèmes qui traversent l'oeuvre, tels que les relations des héros avec leur famille mais aussi les souvenirs d'enfance du romancier à Liège, que Simenon réutilisera sous d'autres formes dans nombre de ses romans.  
Pedigree est aussi une charnière dans le sens où Simenon y fait une sorte de bilan, de retour sur sa vie passée, sur son enfance, comme pour mesurer le chemin parcouru alors qu'il vient d'être père. Car, s'il a écrit cet ouvrage, c'est «pour faire mémoire», puisqu'il croyait, à ce moment-là, qu'il n'en avait plus que pour quelques années à vivre (même si, et Assouline le souligne bien dans sa biographie, il entre une part de légende dans cette histoire du diagnostic erroné fait par un médecin sur la santé de Simenon… On le sait, le romancier n'a jamais été avare en fait de légendes…), et qu'il voulait faire une sorte de testament pour son tout jeune fils, Marc, né en 1939. Légende ou pas, il n'en demeure pas moins que cette paternité a dû jouer son rôle dans la volonté de Simenon de se retourner sur son passé. Pedigree est donc une charnière dans l'œuvre, parce qu'avec certains de ses souvenirs d'enfance, les thèmes qu'il a traités dans ses romans précédents s'éclairent, et en même temps, d'être revenu sur ses souvenirs va lui permettre d'aborder d'autres thèmes par la suite, qui ont été réveillés par leur évocation dans le texte autobiographique.  
On peut dire que Pedigree est un texte charnière pour toute l'œuvre simenonienne, aussi bien les romans Maigret que les romans durs. S'il y a dans les romans Maigret des thèmes semblables à ceux des romans durs, il en est d'autres qui sont plus spécifiques, parce qu'ils sont, par définition, tributaires du personnage du héros et de ses enquêtes: la biographie du commissaire, son enfance (quoique liée, par bien des points, aux souvenirs du romancier lui-même…), et tout ce qui a trait à son métier de policier. Et donc, pour ce qui est de la saga de Maigret, il y a un autre roman qu'on peut considérer comme une charnière, c'est Les Mémoires de Maigret 
Ce roman a été écrit en 1950, soit au milieu de la chronologie rédactionnelle de la sagaqui a duré de 1929 à 1972. A l'époque où il fait rédiger à son commissaire ses Mémoires, Simenon a déjà écrit, depuis qu'il est installé en Amérique, huit romans consacrés à Maigret, avec qui il s'est «réconcilié» définitivement, et à qui il a confié certains de ses souvenirs nostalgiques du Paris qu'il a connus autrefois. Juste avant Les Mémoires, Simenon avait écrit Un Noël de Maigret, qui montrait son héros sous un jour plus intime. Un peu auparavant, il avait raconté ses débuts dans la police et sa Première Enquête. Faire raconter ses mémoires à son personnage, c'était établir une sorte de bilan, sur le personnage, sur la relation entre le créateur et sa créature. Une fois que Maigret fut revenu sur son passé, son enfance, sa vocation, et qu'il eut mené une réflexion sur son métier, les comptes étaient réglés entre lui et Simenon.  
Après cette mise au point sur certains détails de la saga, et sur Maigret lui-même, Simenon pouvait retrouver un nouvel élan et continuer à parler de son personnage, en l'approfondissant, en lui confiant ses propres interrogations. Les Mémoires de Maigret était le 35e roman de la saga. Il en viendrait encore 40 autres par la suite. Simenon s'était-il douté, en 1950, qu'il n'en était qu'à la moitié de l'édification de cette saga ?... 

Murielle Wenger