venerdì 4 maggio 2012
SIMENON. QUELLO CHE NON HO... DEI MAIGRET
In evidenza un bel commento breve di un nostro "attaché" al Bureau Simenon Simenon, Andrea Franco. Se volete editare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com
Roma dall'attaché Andrea Franco - All'Adelphi dovrebbero pubblicare ancora i 28 racconti della serie dei Maigret, tra cui tre inediti in Italia. Si tratta di Menaces de mort ('42?), Ceux du grand café (1938) e L'improbable Monsieur Owen (1938), questi scritti a La Rochelle. A mio avviso, soprattutto il primo, meriterebbe di essere pubblicato per la soddisfazione di tutti i simenoniani d'Italia. (Copertina di "Menace de mort" versione graphic-novel di Loustal)
giovedì 3 maggio 2012
SIMENON... L'ULTIMO MAIGRET ?
E' in uscita prossimamente l'ultima inchiesta del commissario Maigret scritta da Simenon nel 1972, Maigret e il signor Charles. L'editore forse potrebbe pubblicare il volume con tanto di fascetta rossa con su scritto "L'ultimo Maigret". E, se i nostri calcoli non sono sbagliati, dovrebbe essere probabilmente l'ultimo Maigret che resta da pubblicare all'Adelphi.
Su carta, perché la pubblicazione degli ebook è appena iniziata e andrà avanti per un bel po'.
Questa inchiesta ha la sua importanza anche perchè è l'ultimo libro scritto e pubblicato da Simenon. Infatti Maigret et Monsieur Charles fu terminato nel febbraio del '72, mentre la stesura dell'opera precendente, il romanzo Les Innocents, era stata conclusa, sempre ad Epalinges, l'anno prima (ottobre '71) e poi pubblicato a febbraio del 1972, mentre Maigret et Monsieur Charles uscì successivamente, a fine luglio '72.
Il seguente doveva essere un romanzo, intitolato Victor, di cui l'autore non riuscì però a scrivere nemmeno una riga. E non fu una transitoria crisi della pagina bianca, come si dice spesso per gli scrittori. Fu una vera e propria resa alla letteratura (ne abbiamo parlato in Simenon. L'ultimo romanzo fu un Maigret). Era l'11 febbraio '72 quando ad Epalinges il romanziere decise di smettere. Non riusciva più a entrare ed uscire dal famoso état de roman? Ormai a 69 anni si era sentito improvvisamente stanco? E vista la sua produzione, non avrebbe nemmeno avuto torto. Forse fu come se la stanchezza accumalata in cinquant'anni di scrittura forsennata, con oltre 400 titoli all'attivo, fosse piombata tutta insieme sulle spalle del romaziere, schiantandolo fisicamente, psichicamente e anche da un punto di vista creativo. Forse... Fatto sta che Simenon non stette lì a traccheggiare, decise subito che non avrebbe più scritto romanzi. Fece togliere dalla dicitura "professione" della sua carta d'identità la parola "romanziere". Continuarono ad uscire dei suoi libri, ma erano riflessioni, ricordi e considerazioni varie, dettate a registratore e poi trascritte e pubblicate. Ci fu anche l'eccezione dell'imponente Mémoires intimes nel 1981, ma si trattava di autobiografia e non certo di un romanzo.
Ma torniamo all'ultimo protagonista della penna di Simenon: Charles, chi era costui? E' fin troppo ovvio che si tratta del protagonista dell'inchiesta, ma quello che è particolare che non si chiama davvero così. Il suo vero nome è Gérard. Gérard Sabin-Levesque cui il matrimonio non aveva cambiato le sue abitudini di scapolo impenitente e di donnaiolo imperterrito. Diventava il signor Charles quando frequentava locali notturni, cabaret, prostitute o belle donne disponibili con cui ogni tanto spariva per qualche giorno, come raccontava una rassegnata(?) moglie, denunciando la scomparsa del marito al 36 Quai des Orfévres.
Ci viene in mente una coincidenza. Simenon ha iniziato a scrivere nel '22 utilizzando una ventina di pseudonimi e nel '72, dopo mezzo secolo, il suo ultimo libro parla proprio di un uomo che non usava il proprio nome. Questo non significa nulla, anche perchè nel febbraio del '72 Simenon non immaginava certo che stava redigendo il suo ultimo Maigret e che non avrebbe più scritto romanzi.
Ma torniamo al nostro signor Gérard, alias Charles, che si eclissava con l'amante di turno per un po'. Ma, come si dice, un bel giorno sparì non per un po', ma per parecchio, finchè il suo cadavere non fu ripescato bello gonfio, una volta venuto a galla dal fondo della Senna.
Dove porterà il cammino dell'inchiesta che per Maigret inizia proprio dal matrimonio dei coniugi Sabin-Levesque? E' un percorso psicologico tutto da leggere che come di consueto scandaglia rapporti, tradimenti, vendette che Simenon conosceva bene e descriveva meglio.
Su carta, perché la pubblicazione degli ebook è appena iniziata e andrà avanti per un bel po'.
Questa inchiesta ha la sua importanza anche perchè è l'ultimo libro scritto e pubblicato da Simenon. Infatti Maigret et Monsieur Charles fu terminato nel febbraio del '72, mentre la stesura dell'opera precendente, il romanzo Les Innocents, era stata conclusa, sempre ad Epalinges, l'anno prima (ottobre '71) e poi pubblicato a febbraio del 1972, mentre Maigret et Monsieur Charles uscì successivamente, a fine luglio '72.
Il seguente doveva essere un romanzo, intitolato Victor, di cui l'autore non riuscì però a scrivere nemmeno una riga. E non fu una transitoria crisi della pagina bianca, come si dice spesso per gli scrittori. Fu una vera e propria resa alla letteratura (ne abbiamo parlato in Simenon. L'ultimo romanzo fu un Maigret). Era l'11 febbraio '72 quando ad Epalinges il romanziere decise di smettere. Non riusciva più a entrare ed uscire dal famoso état de roman? Ormai a 69 anni si era sentito improvvisamente stanco? E vista la sua produzione, non avrebbe nemmeno avuto torto. Forse fu come se la stanchezza accumalata in cinquant'anni di scrittura forsennata, con oltre 400 titoli all'attivo, fosse piombata tutta insieme sulle spalle del romaziere, schiantandolo fisicamente, psichicamente e anche da un punto di vista creativo. Forse... Fatto sta che Simenon non stette lì a traccheggiare, decise subito che non avrebbe più scritto romanzi. Fece togliere dalla dicitura "professione" della sua carta d'identità la parola "romanziere". Continuarono ad uscire dei suoi libri, ma erano riflessioni, ricordi e considerazioni varie, dettate a registratore e poi trascritte e pubblicate. Ci fu anche l'eccezione dell'imponente Mémoires intimes nel 1981, ma si trattava di autobiografia e non certo di un romanzo.
Ma torniamo all'ultimo protagonista della penna di Simenon: Charles, chi era costui? E' fin troppo ovvio che si tratta del protagonista dell'inchiesta, ma quello che è particolare che non si chiama davvero così. Il suo vero nome è Gérard. Gérard Sabin-Levesque cui il matrimonio non aveva cambiato le sue abitudini di scapolo impenitente e di donnaiolo imperterrito. Diventava il signor Charles quando frequentava locali notturni, cabaret, prostitute o belle donne disponibili con cui ogni tanto spariva per qualche giorno, come raccontava una rassegnata(?) moglie, denunciando la scomparsa del marito al 36 Quai des Orfévres.
Ci viene in mente una coincidenza. Simenon ha iniziato a scrivere nel '22 utilizzando una ventina di pseudonimi e nel '72, dopo mezzo secolo, il suo ultimo libro parla proprio di un uomo che non usava il proprio nome. Questo non significa nulla, anche perchè nel febbraio del '72 Simenon non immaginava certo che stava redigendo il suo ultimo Maigret e che non avrebbe più scritto romanzi.
Ma torniamo al nostro signor Gérard, alias Charles, che si eclissava con l'amante di turno per un po'. Ma, come si dice, un bel giorno sparì non per un po', ma per parecchio, finchè il suo cadavere non fu ripescato bello gonfio, una volta venuto a galla dal fondo della Senna.
Dove porterà il cammino dell'inchiesta che per Maigret inizia proprio dal matrimonio dei coniugi Sabin-Levesque? E' un percorso psicologico tutto da leggere che come di consueto scandaglia rapporti, tradimenti, vendette che Simenon conosceva bene e descriveva meglio.
mercoledì 2 maggio 2012
SIMENON. TUTTO O QUASI SU MAIGRET, IN ONDA SU ARTE'
L'ormai famoso canale televisivo franco-tedesco di Strasburgo, Arte, che come dice efficacemente iL suo nome si occupa prevalentemente di arte e di cultura più in generale, lunedì scorso ha mandato in onda un documentario di oltre 50 minuti intitolato Tout o presque Maigret. Nel programma si ripercorre la nascita del personaggio e del suo lancio, si scava sulla convinzione di Simenon che dovesse trattarsi di una serie da esaurire in una ventina di inchieste, mentre invece il commissario lo seguirà per tutta la vita, diventando una sorta di suo alias. E poi il documentario prende in esame i motivi del successo, non solo letterario ma anche cinematografico e poi televisivo del personaggio. Insomma un ritratto interessante e di grande appeal per tutti i ...maigret-dipendenti.
La trasmissione sarà replicata sempre su Arte il prossimo 18 maggio, alle 13.40 circa.
Oggi ve lo proponiamo grazie all'archivio del I.N.A. (Institut national de l'audiovisuel francese).
Il documentario è del 2009, realizzato da Alain Ferrari, prodotto da Arte France , Les films du Cabestan , Institut national de l'audiovisuel , Sombrero & Co, produttore esecutivo Valérie Abita. il documentario è commentato in francese da Bernard Pierre Donnadieu e Anne Marie Philipe.
La trasmissione sarà replicata sempre su Arte il prossimo 18 maggio, alle 13.40 circa.
Oggi ve lo proponiamo grazie all'archivio del I.N.A. (Institut national de l'audiovisuel francese).
Il documentario è del 2009, realizzato da Alain Ferrari, prodotto da Arte France , Les films du Cabestan , Institut national de l'audiovisuel , Sombrero & Co, produttore esecutivo Valérie Abita. il documentario è commentato in francese da Bernard Pierre Donnadieu e Anne Marie Philipe.
martedì 1 maggio 2012
SIMENON. LIBRERIA RIZZOLI, UNA PAGINA DA NON PERDERE
In una delle nostre scorribande sul web siamo incappati in una pagina della Libreria Rizzoli che è completamente dedicata all'edizione in ebook di tutte le inchieste del commissario Maigret (ne abbiamo già parlato in un post del 22 gennaio Da domani Maigret indaga anche dagli ebook). In questa pagina abbiamo trovato una vera miniera di notizie (!) che a quel momento però non erano ancora disponibli al pubbico. E invece qui abbiamo trovato il calendario delle uscite, i titoli, i prezzi, le promozioni, addirittura fino a fine marzo 2013. E poi pubblicità sull'iniziativa, tutte le indicazioni e i sistemi per acquistarli on-line... insomma una mole di informazioni sulle edizioni e sulle promozioni come nemmeno sul sito dell'Adelphi si possono trovare. La pagina in questione la potete trovare qui.
Forse vi chiederete perchè Rizzoli sì e Adelphi no? Intanto forse non tutti sanno che da oltre sei anni la Rizzoli (o più precisamente la RCS Media Group) possiede quasi il 60% delle azioni dell'Adelphi ed è quindi naturale che prenda iniziative promozionali per una delle sue sigle editoriali e soprattutto per uno dei "must" della suddetta casa editrice, vale a dire Simenon.
E poi l'Adelphi è stata sempre un mondo a sé stante, un editore che ha sempre fatto scelte elitarie. Non a caso Roberto Calasso (allora non ancora presidente, ma direttore editoriale) nel 1985 riuscì a strappare i diritti di Simenon alla Mondadori, convincendo lo scrittore, magari anche con un'offerta vantaggiosa, ma soprattutto con l'idea che l'Adelphi fosse la punta di diamante dell'editoria italiana, la più sofisticata, la più elitaria e la più esclusiva, mentre Mondadori era ormai diventato un'editore popolare, che pubblicava di tutto e non più adatto ai suoi romanzi.
E così, dicevamo, l'Adelphi aveva sempre l'immagine di una casa editrice che con le altre aveva poco a che fare (e in parte a ragione, visto il livello degli autori che è riuscita a pubblicare), quasi quasi fosse disinterassata all'aspetto commerciale e più concentrata sulla qualità culturale di quello che pubblicava (non sappiamo se questa sia stata la realtà, ma il fatto che alla fine sia stata comprata dalla RCS, nel mondo dell'editoria vuol dire una sola cosa: Adelphi non riusciva a star in piedi da sola, andando avanti con le proprie forze).
Direte voi, e questo cosa c'entra con Simenon? Beh... ricordiamo che Simenon nel '45 non esitò a lasciare la grande e prestigiosa Gallimard, gotha delle letteratura francese e non solo, per entrare nell'allora piccola e sconosciuta Presses de La Cité (di cui divenne anche azionista). Non deve stupire quindi che per l'Italia il romanziere lasciasse un grande editore internazionale per una piccola e rampante casa editrice.
Insomma Rizzoli inzia a muoversi per promuovere Simenon, chissà che non arrivi a posare l'occhio anche su Simenon-Simenon? (Adelphi, ad esempio, non ci ha mai inviato nemmeno un comunicato stampa...).
Forse vi chiederete perchè Rizzoli sì e Adelphi no? Intanto forse non tutti sanno che da oltre sei anni la Rizzoli (o più precisamente la RCS Media Group) possiede quasi il 60% delle azioni dell'Adelphi ed è quindi naturale che prenda iniziative promozionali per una delle sue sigle editoriali e soprattutto per uno dei "must" della suddetta casa editrice, vale a dire Simenon.
E poi l'Adelphi è stata sempre un mondo a sé stante, un editore che ha sempre fatto scelte elitarie. Non a caso Roberto Calasso (allora non ancora presidente, ma direttore editoriale) nel 1985 riuscì a strappare i diritti di Simenon alla Mondadori, convincendo lo scrittore, magari anche con un'offerta vantaggiosa, ma soprattutto con l'idea che l'Adelphi fosse la punta di diamante dell'editoria italiana, la più sofisticata, la più elitaria e la più esclusiva, mentre Mondadori era ormai diventato un'editore popolare, che pubblicava di tutto e non più adatto ai suoi romanzi.
E così, dicevamo, l'Adelphi aveva sempre l'immagine di una casa editrice che con le altre aveva poco a che fare (e in parte a ragione, visto il livello degli autori che è riuscita a pubblicare), quasi quasi fosse disinterassata all'aspetto commerciale e più concentrata sulla qualità culturale di quello che pubblicava (non sappiamo se questa sia stata la realtà, ma il fatto che alla fine sia stata comprata dalla RCS, nel mondo dell'editoria vuol dire una sola cosa: Adelphi non riusciva a star in piedi da sola, andando avanti con le proprie forze).
Direte voi, e questo cosa c'entra con Simenon? Beh... ricordiamo che Simenon nel '45 non esitò a lasciare la grande e prestigiosa Gallimard, gotha delle letteratura francese e non solo, per entrare nell'allora piccola e sconosciuta Presses de La Cité (di cui divenne anche azionista). Non deve stupire quindi che per l'Italia il romanziere lasciasse un grande editore internazionale per una piccola e rampante casa editrice.
Insomma Rizzoli inzia a muoversi per promuovere Simenon, chissà che non arrivi a posare l'occhio anche su Simenon-Simenon? (Adelphi, ad esempio, non ci ha mai inviato nemmeno un comunicato stampa...).
lunedì 30 aprile 2012
SIMENON. IL LUNEDI' DELLE CLASSIFICHE
Eccoci qui pronti come ogni settiana a registrare le variazioni di classifica degli ultimi "simenon" usciti. Iniziamo con le rilevazioni delle Nielsen Bookscan che vede scendere Maigret e l'informatore. Su TuttoLibri de La Stampa di sabato lo colloca al 5° posto nella sezione "Tascabili" e invece su La Lettura del Corriere della Sera di ieri lo dava all'8a posizione (in discesa dalla 4a) nella "Narrativa straniera". Su R2 Cult de La Repubblica, Eurisko lo piazzava invece al 4° posto della categoria "Tascabili".
Sul web sempre la stessa inchiesta di Maigret la ritroviamo nella classifica IBS (libri venduti tramite internet) nella 23esima posizione. Per gli ebook troviamo sempre Maigret ma in posti bassi della classifica. Al 37° posto l'inchiesta di Maigret All'insegna dei Terranova, ancora Maigret al 45° con Il crocevia delle tre vedove, come pure al 50° con La chiusa n.1.
Sul web sempre la stessa inchiesta di Maigret la ritroviamo nella classifica IBS (libri venduti tramite internet) nella 23esima posizione. Per gli ebook troviamo sempre Maigret ma in posti bassi della classifica. Al 37° posto l'inchiesta di Maigret All'insegna dei Terranova, ancora Maigret al 45° con Il crocevia delle tre vedove, come pure al 50° con La chiusa n.1.
domenica 29 aprile 2012
SIMENON SCRIVE E IL MONDO GIRA INTORNO A LUI
Simenon attraversa il secolo scorso quasi nella sua interezza. Nasce nel 1903 quando inizia, come si suol dire, la moderna era industriale. In quell'anno ad esempio i fratelli Wright per la prima volta riescono a far volare un aeromobile per un'ora e soprattutto a farlo atterrare. Un certo Henry Ford fonda un'industria che produrrà un marchingegno chiamato automobile. E in quegli anni inizia anche la diffusione internazionale di quell'altro apparecchio destinato a cambiare il mondo: il telefono.
Nel 1989, quando lo scrittore si spegne a Losanna, vanno registrati in Europa lo storico "crollo del Muro di Berlino" e in Cina l'altrattanto storica rivolta studendesca di piazza Tieanmen contro il regime comunista. D'altro canto l'uomo era intanto arrivato sulla luna (e ci era tornato più volte), erano nati il computer, internet, la posta elettronica... Insomma uno come Simenon ha dovuto assimilare cambiamenti epocali nel corso della sua vita che hanno rivoluzionato il modo di vivere e di pensare degli uomini.
Sull'onda di questa considerazione, abbiamo voulto ripercorrere le tappe più importanti della vita del romanziere abbinandole a fatti e avventimenti storici culturali e scientifici che hanno scandito il secolo scorso. Una galoppata tra fatti più o meno rilevanti che considerati tutti insieme ci danno un sommario quadro dell'evoluzione e del percorso storico del '900. Insomma vediamo come il mondo ha girato intorno a Simenon...>>>
Nel 1989, quando lo scrittore si spegne a Losanna, vanno registrati in Europa lo storico "crollo del Muro di Berlino" e in Cina l'altrattanto storica rivolta studendesca di piazza Tieanmen contro il regime comunista. D'altro canto l'uomo era intanto arrivato sulla luna (e ci era tornato più volte), erano nati il computer, internet, la posta elettronica... Insomma uno come Simenon ha dovuto assimilare cambiamenti epocali nel corso della sua vita che hanno rivoluzionato il modo di vivere e di pensare degli uomini.
Sull'onda di questa considerazione, abbiamo voulto ripercorrere le tappe più importanti della vita del romanziere abbinandole a fatti e avventimenti storici culturali e scientifici che hanno scandito il secolo scorso. Una galoppata tra fatti più o meno rilevanti che considerati tutti insieme ci danno un sommario quadro dell'evoluzione e del percorso storico del '900. Insomma vediamo come il mondo ha girato intorno a Simenon...>>>
sabato 28 aprile 2012
SIMENON. CACCIA ALL'AUTORE DELLE COPERTINE
Oggi l'intervento di un nostro "attaché" al Bureau Simenon Simenon, Giorgio Muvi. Se volete partecipare, editare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com
Roma dal nostro attaché Giorgio Muvi - Mi hanno molto interessato i commenti al post di lunedì scorso, Simenon: Classifiche "saliscendi" come montagne russe, e in particolare quelli dedicate alle copertine di Dick Bruna che illustrano i Maigret olandesi. Grazie al link indicato, le ho potute vedere sul sito di Murielle Wenger e le ho trovate molto belle, molto essenziali, quasi gemetriche. Ero quindi convinto che Bruna fosse anche l'autore di una serie di copertine di certi Simenon che Fayard, ristampò nel '58 e di cui comprai una copia a Parigi qualche anno fa'. La copertina di questa versione di Le relais d'Alsace raffigura una macchina da scrivere stilizzata (sembrerebbe una mitica Olivetti Lettera 22), una pipa altrettanto essenziale nel tratto e un foglio di carta bianca su cui appare il titolo del libro.
E invece quando ho ripreso in mano il libro, cercando la firma dell'illustratore, ne ho trovate due! La sigla é sulla quarta di copertina e si tratta di Gouju et Amalric, due disegnatori che firmarono diverse copertine per quella serie, ma tutte uguali, tutte con la stessa macchina da scrivere, la stessa pipa e lo stesso foglio, cambiavano solo i colori e, ovviamente, i titoli. Ho fatto una piccola ricerca e ho trovato altre copertine di quella serie (ne vedete alcune sopra e sotto). Ma mi piacerebbe saperne di più di questi Gouju e Alaric... nomi veri o pseudonimi? Non mi stupirei, visto quello che fino a qualche anno prima aveva fatto Simenon con i suoi nom de plume!
Roma dal nostro attaché Giorgio Muvi - Mi hanno molto interessato i commenti al post di lunedì scorso, Simenon: Classifiche "saliscendi" come montagne russe, e in particolare quelli dedicate alle copertine di Dick Bruna che illustrano i Maigret olandesi. Grazie al link indicato, le ho potute vedere sul sito di Murielle Wenger e le ho trovate molto belle, molto essenziali, quasi gemetriche. Ero quindi convinto che Bruna fosse anche l'autore di una serie di copertine di certi Simenon che Fayard, ristampò nel '58 e di cui comprai una copia a Parigi qualche anno fa'. La copertina di questa versione di Le relais d'Alsace raffigura una macchina da scrivere stilizzata (sembrerebbe una mitica Olivetti Lettera 22), una pipa altrettanto essenziale nel tratto e un foglio di carta bianca su cui appare il titolo del libro.
E invece quando ho ripreso in mano il libro, cercando la firma dell'illustratore, ne ho trovate due! La sigla é sulla quarta di copertina e si tratta di Gouju et Amalric, due disegnatori che firmarono diverse copertine per quella serie, ma tutte uguali, tutte con la stessa macchina da scrivere, la stessa pipa e lo stesso foglio, cambiavano solo i colori e, ovviamente, i titoli. Ho fatto una piccola ricerca e ho trovato altre copertine di quella serie (ne vedete alcune sopra e sotto). Ma mi piacerebbe saperne di più di questi Gouju e Alaric... nomi veri o pseudonimi? Non mi stupirei, visto quello che fino a qualche anno prima aveva fatto Simenon con i suoi nom de plume!
venerdì 27 aprile 2012
SIMENON FUNZIONA PER I QUOTIDIANI ANCHE IN ROMANIA
L'abbinamento quotidiano libro (in regalo o a prezzo speciale che sia) è una formula di promozioni che gli editori utilizzano da non poco tempo. E Simenon, ma ancor di più Maigret, è stato utilizzato e riutilizzato più volte in questa veste.
Possiamo citare ad esempio l'operazione del Corriere della Sera che dal giugno 2009 portò in edicola ogni settimana un titolo delle inchieste del commissario per ben 60 settimane.
Quest'anno è stata la volta del Sole 24 Ore, serio quotidiano economico della Confindustria, ma molto attento anche alla cultura. Anche questa volta il commissario Maigret viene presentato n una selelzioni di 40 titoli, abbinati al quotidiano dall'11 gennaio di quest'anno.
Tutto ciò ha avuto dei precedenti, anche con le videocassette degli storici Maigret della Rai (con L'Unità anni '80) con Gino Cervi, o con la pubblicazione di romanzi a puntate (vedi tra gli altri ne L'Europeo La vedova Couderc '49, oppure su Epoca con l'inedito Il natale di Maigret nel '53, e ancora in Panorama nel '66 con Maigret e l'informatore anch'esso inedito).
Ma anche all'estero ci sono state promozioni di questo tipo. Ricordiamo la più recente in Francia quella messa in cantiere l'anno scorso da Le Monde di cui vi abbiamo parlato (vedi Le Monde de Simenon) con ben sessanta titoli raccolti in venti volumi con romanzi e Maigret.
Stavolta vogliamo segnalarvi un'operazione analoga ma promossa da un quotidiano rumeno. Si tratta del Ziarul de Iasi, del quotidiano di Iasi, capoluogo della Moladavia, seconda città rumena dopo la capitale Bucarest. Il piccolo quotidiano ha da tempo lanciato una promozione abbinando libri al giornale. Non era un'operazione centrata sui Maigret, ma nel tempo i titoli del commissario (evidentemente funzionano di più) hanno preso il sopravvento e costituiscono la spina dorsale dell'iniziativa. A tutt'oggi su trentuno titoli pubblicati ben undici sono inchieste del commissario Maigret. L'utima Maigret e il fantasma, la prima, manco a dirlo, è stata Pietr il Lettòne.
Possiamo citare ad esempio l'operazione del Corriere della Sera che dal giugno 2009 portò in edicola ogni settimana un titolo delle inchieste del commissario per ben 60 settimane.

Tutto ciò ha avuto dei precedenti, anche con le videocassette degli storici Maigret della Rai (con L'Unità anni '80) con Gino Cervi, o con la pubblicazione di romanzi a puntate (vedi tra gli altri ne L'Europeo La vedova Couderc '49, oppure su Epoca con l'inedito Il natale di Maigret nel '53, e ancora in Panorama nel '66 con Maigret e l'informatore anch'esso inedito).
Ma anche all'estero ci sono state promozioni di questo tipo. Ricordiamo la più recente in Francia quella messa in cantiere l'anno scorso da Le Monde di cui vi abbiamo parlato (vedi Le Monde de Simenon) con ben sessanta titoli raccolti in venti volumi con romanzi e Maigret.

giovedì 26 aprile 2012
SIMENON. LE FUGHE DI MONSIEUR GEORGES
Quando nel dicembre de '22 il giovanissimo Georges aveva deciso di lasciare la propria città natale, la casa materna, il suo ben avviato lavoro di giornalista a La Gazette de Liège e non ultima la sua fidanzata, nonchè promessa sposa Régine Rénchon, molti si chiesero il motivo di quella improvvisa decisione. Sembrava quasi una fuga. Certo vanno considerate la giovane età, la chimera di una carriera letteraria, l'attrazione per la fascinosa Parigi che in quegli anni attirava intellettuali come il miele le mosche. Insomma c'erano abbastanza motivi per spiegarla.
Altra fuga fu quella del '27 da Parigi. A quell'epoca era l'amante della più famosa, desiderata e trasgressiva vedette della capitale: il ciclone Josephine Baker. E Simenon ne era stato travolto, al punto di trascurare la sua produzione letteraria che allora consisteva in romanzi e racconti popolari e che iniziava ad ingranare. Ma i ritmi di vita che l'entourage della Baker gli imponeva lo condizionavano troppo e per altro si iniziava a parlare di lui come fosse il segretario della star. La loro relazione almeno ufficialmente era segreta, tanto che sembra che nemmeno sua moglie ne fosse al corrente. Ad un certo punto Simenon parve come destarsi da un lungo sonno (o sogno?) e capì che quella vita non era quella che voleva e che la popolarità di Josephine lo avrebbe fatto diventare null'altro che un "monsieur Baker".
Così dalla sera alla mattina, senza avvertire nessuno, lui e sua moglie fuggirono letteralmente, destinazione l'Ile de Aix, vicino a La Rochelle in Vandea, una regione in cui avrebbero poi abitato per una decina d'anni circa.
Quella più plateale e famosa fu la sua fuga dalla Francia alla fine della seconda guerra mondiale. Motivi? Politici. Durante l'occupazione tedesca, aveva fatto affari, vendendole diritti di suoi romanzi, con la produzione cinematografica Continental che faceva capo nientemeno che ai gerarchi nazisti dell'entourge di Hitler. E in una presunta (non si sa ancora se vera o no) lista del Fronte di Liberazione francese sembra comparisse il nome di Simenon, accanto a quello di altri collaborazionisti. Il solo dubbio di un arresto, un processo e poi chissà cosa, fece fare carte false allo scrittore per riuscire ad imbarcarsi per l'America, passando mesi di attesa a Londra.
In America Simenon trascorse praticamente dieci anni spostandosi dal Canada fino a Cuba, viaggiando da est ad ovest. Poi sembrò trovare pace, nel Conneticut, a Shadow Rock Farm, una bella fattoria vicino Lakeville. Lì rimase stabile per quasi cinque anni. In America aveva continuato a scrivere, era stato ben accolto, aveva trovato, la sua seconda moglie, una canadese che gli aveva dato altri due figli. Insomma tutto faceva presagire che quella fosse una sistemazione definitiva. E invece nel marzo del 1955 lascia alla chetichella anche gli Stati Uniti. Parte come per uno dei diversi viaggi che aveva fatto in quei dieci anni, ma fu invece una traversata di sola andata, il ritorno definitivo nel vecchio continente.
Lo ritroviamo in Svizzera nel 1963, sistemato in una grande villa ad Epalinges, vicino Losanna, l'unica casa che Simenon si fosse fatto costruire appositamente. Tutto secondo le sue esigenze e quelle della sua famiglia e tutto in grande, un'abitazione per stupire gli ospiti, come disse qualcuno. Una casa che però vede il disfacimento della famiglia. La moglie Denyse che al culmine del suo stato di squilibrio psichico lascia definitivamente Simenon ed Epalinges. I figli che crescono e che uno ad uno crescono e se ne vanno per la loro strada e lui rimane in quella casa lussuosa, piena di quadri di famosi pittori, con un garage con automobili molto costose. Sono ormai solo lui e Teresa Sburelinl, sua femme de chambre da quando Boule se ne era andata. Ad un tratto si sentì estraneo a tutto quello sfarzo che pure lui stesso aveva creato.
Anche qui un'altra fuga. E, a quasi settant'anni, da quella principesca sistemazione si trasferì in un appartamentino in un palazzone di Losanna. Senza portar via nulla. Lui, Teresa che nel frattempo era diventata la sua compagna, e il minimo indispensabile per una vita modesta, senza pretese, quanto più possibile lontana dai fasti e dall'elevato standard che aveva mantenuto per lunghi anni.
L'ultima fuga fu quella del 4 settembre del 1989, quando nella sua ennesima abitazione, un piccola casa antica con un altrettanto piccolo giardino, stringendo la mano di Teresa se ne andò via da questo mondo, probabilmente per raggiungere quello dei suoi romanzi.
Altra fuga fu quella del '27 da Parigi. A quell'epoca era l'amante della più famosa, desiderata e trasgressiva vedette della capitale: il ciclone Josephine Baker. E Simenon ne era stato travolto, al punto di trascurare la sua produzione letteraria che allora consisteva in romanzi e racconti popolari e che iniziava ad ingranare. Ma i ritmi di vita che l'entourage della Baker gli imponeva lo condizionavano troppo e per altro si iniziava a parlare di lui come fosse il segretario della star. La loro relazione almeno ufficialmente era segreta, tanto che sembra che nemmeno sua moglie ne fosse al corrente. Ad un certo punto Simenon parve come destarsi da un lungo sonno (o sogno?) e capì che quella vita non era quella che voleva e che la popolarità di Josephine lo avrebbe fatto diventare null'altro che un "monsieur Baker".
Così dalla sera alla mattina, senza avvertire nessuno, lui e sua moglie fuggirono letteralmente, destinazione l'Ile de Aix, vicino a La Rochelle in Vandea, una regione in cui avrebbero poi abitato per una decina d'anni circa.
Quella più plateale e famosa fu la sua fuga dalla Francia alla fine della seconda guerra mondiale. Motivi? Politici. Durante l'occupazione tedesca, aveva fatto affari, vendendole diritti di suoi romanzi, con la produzione cinematografica Continental che faceva capo nientemeno che ai gerarchi nazisti dell'entourge di Hitler. E in una presunta (non si sa ancora se vera o no) lista del Fronte di Liberazione francese sembra comparisse il nome di Simenon, accanto a quello di altri collaborazionisti. Il solo dubbio di un arresto, un processo e poi chissà cosa, fece fare carte false allo scrittore per riuscire ad imbarcarsi per l'America, passando mesi di attesa a Londra.
In America Simenon trascorse praticamente dieci anni spostandosi dal Canada fino a Cuba, viaggiando da est ad ovest. Poi sembrò trovare pace, nel Conneticut, a Shadow Rock Farm, una bella fattoria vicino Lakeville. Lì rimase stabile per quasi cinque anni. In America aveva continuato a scrivere, era stato ben accolto, aveva trovato, la sua seconda moglie, una canadese che gli aveva dato altri due figli. Insomma tutto faceva presagire che quella fosse una sistemazione definitiva. E invece nel marzo del 1955 lascia alla chetichella anche gli Stati Uniti. Parte come per uno dei diversi viaggi che aveva fatto in quei dieci anni, ma fu invece una traversata di sola andata, il ritorno definitivo nel vecchio continente.
Lo ritroviamo in Svizzera nel 1963, sistemato in una grande villa ad Epalinges, vicino Losanna, l'unica casa che Simenon si fosse fatto costruire appositamente. Tutto secondo le sue esigenze e quelle della sua famiglia e tutto in grande, un'abitazione per stupire gli ospiti, come disse qualcuno. Una casa che però vede il disfacimento della famiglia. La moglie Denyse che al culmine del suo stato di squilibrio psichico lascia definitivamente Simenon ed Epalinges. I figli che crescono e che uno ad uno crescono e se ne vanno per la loro strada e lui rimane in quella casa lussuosa, piena di quadri di famosi pittori, con un garage con automobili molto costose. Sono ormai solo lui e Teresa Sburelinl, sua femme de chambre da quando Boule se ne era andata. Ad un tratto si sentì estraneo a tutto quello sfarzo che pure lui stesso aveva creato.
Anche qui un'altra fuga. E, a quasi settant'anni, da quella principesca sistemazione si trasferì in un appartamentino in un palazzone di Losanna. Senza portar via nulla. Lui, Teresa che nel frattempo era diventata la sua compagna, e il minimo indispensabile per una vita modesta, senza pretese, quanto più possibile lontana dai fasti e dall'elevato standard che aveva mantenuto per lunghi anni.
L'ultima fuga fu quella del 4 settembre del 1989, quando nella sua ennesima abitazione, un piccola casa antica con un altrettanto piccolo giardino, stringendo la mano di Teresa se ne andò via da questo mondo, probabilmente per raggiungere quello dei suoi romanzi.
mercoledì 25 aprile 2012
SIMENON: "E BASTA CON QUESTA ATMOSFERA!"
L'atmosfera alla Simenon. Quante volte questa allocuzione è stata usata per spiegare, dare l'idea del tipo di ambiente, di contorno, di mentalità che creano lo sfondo di una vicenda, descritta da uno scrittore. Potremo affermare, senza timore di essere smentiti, che se ne è abusato. E ne è stato fatto un uso eccessivo anche per descrivere una delle qualità di Simenon stesso.
E su questo sono caduti un po' tutti, (anche noi vi abbiamo fatto disinvoltamente ricorso). Sappiamo che al romanziere non piaceva che si parlasse di questo argomento, forse perchè era una discussione che rischiava di offuscare altri elementi della sua scrrittura e della sua letteratura?
Vediamo cosa dice in proposito in un'intervista del 1955 alla radio francese, rispondendo alla domanda di André Perinaud "Sarebbe interessante avere da voi una definizione della cosiddetta 'atmosfera Simenon'...".
"Non sono io, sono gli altri che hanno utilizzato quel termine. Non cè nulla che mi irrita di più della parola 'atmosfera'. Il romanziere d'atmosfera! Ma, Cristo, se non ci fosse atmosfera il romanzo sarebbe un fallimento. E' un po' come se parlandomi di un uomo, mi diceste: 'sapete, respira'. Certo che respira, altrimenti sarebbe morto, no? Un romanzo senza atmosfera è nato morto".
Parinaud non demorde, rimane sul tema e approfondisce chiedendo lumi sul rapporto tra quest'atmosfera e l'espressionismo in pittura, anche perchè era proprio Simenon che aveva avuto modo di affermare che quello che gli altri chiamavano atmosfera per lui poteva dirsi più propriamente un "clima poetico", mentre la critica quando parlava di atmosfera aveva appunto in mente qualcosa di molto vicino all'impressionismo nella pittura.
"... nel romanzo classico come nella tragedia cassica, i personaggi si sviluppano in un certo abito intellettuale, senza che si sappia chi sono, da dove vengono, che cosa vogliono, se fà caldo se sono nel sud oppure nel nord, se è estate o inverno. Sono elementi di nessuna importanza perché i personaggi sono un'entità, puri spiriti - e poi Simenon passa a spiegare cosa succedeva nei suoi anni in quello stesso ambito - Oggi tendiamo a credere che l'uomo reagisca in modo diverso a seconda che abiti nel Gabon, a Parig o a Mudon. L'ho constato di persona. Nell'Ubangui, uno dei luoghi più umidi e torridi del mondo, ho visto alcuni coloniali avere reazioni che non avrebbero mai avuto a Bécon-les-Bruyéres o a Frejus...".
Insomma si tratterebbe anche di contestualizzazione, di influenza delle condizioni esterne, di dislocazione geografica... tutto questo è atmosfera? Rincarando la sua "critica ai critici": ... mi fanno imbestialire questi critici con 'l'atmosfera Simenon', ma se non ci fosse l'atmosfera, cosa respireremmo?...", ci scherza anche sopra.
Ma aldilà delle battute Simenon è molto netto: "... l'uomo non è sospeso nello spazio, non è neanche un puro spirito. E' un tutto con un corpo al centro di un universo che cambia colore, peso, odori. L'uomo cambia, le sue reazioni sono diverse a seconda dello stato di questo universo...".
Ipse dixit Simenon.
E su questo sono caduti un po' tutti, (anche noi vi abbiamo fatto disinvoltamente ricorso). Sappiamo che al romanziere non piaceva che si parlasse di questo argomento, forse perchè era una discussione che rischiava di offuscare altri elementi della sua scrrittura e della sua letteratura?
Vediamo cosa dice in proposito in un'intervista del 1955 alla radio francese, rispondendo alla domanda di André Perinaud "Sarebbe interessante avere da voi una definizione della cosiddetta 'atmosfera Simenon'...".
"Non sono io, sono gli altri che hanno utilizzato quel termine. Non cè nulla che mi irrita di più della parola 'atmosfera'. Il romanziere d'atmosfera! Ma, Cristo, se non ci fosse atmosfera il romanzo sarebbe un fallimento. E' un po' come se parlandomi di un uomo, mi diceste: 'sapete, respira'. Certo che respira, altrimenti sarebbe morto, no? Un romanzo senza atmosfera è nato morto".
Parinaud non demorde, rimane sul tema e approfondisce chiedendo lumi sul rapporto tra quest'atmosfera e l'espressionismo in pittura, anche perchè era proprio Simenon che aveva avuto modo di affermare che quello che gli altri chiamavano atmosfera per lui poteva dirsi più propriamente un "clima poetico", mentre la critica quando parlava di atmosfera aveva appunto in mente qualcosa di molto vicino all'impressionismo nella pittura.
"... nel romanzo classico come nella tragedia cassica, i personaggi si sviluppano in un certo abito intellettuale, senza che si sappia chi sono, da dove vengono, che cosa vogliono, se fà caldo se sono nel sud oppure nel nord, se è estate o inverno. Sono elementi di nessuna importanza perché i personaggi sono un'entità, puri spiriti - e poi Simenon passa a spiegare cosa succedeva nei suoi anni in quello stesso ambito - Oggi tendiamo a credere che l'uomo reagisca in modo diverso a seconda che abiti nel Gabon, a Parig o a Mudon. L'ho constato di persona. Nell'Ubangui, uno dei luoghi più umidi e torridi del mondo, ho visto alcuni coloniali avere reazioni che non avrebbero mai avuto a Bécon-les-Bruyéres o a Frejus...".
Insomma si tratterebbe anche di contestualizzazione, di influenza delle condizioni esterne, di dislocazione geografica... tutto questo è atmosfera? Rincarando la sua "critica ai critici": ... mi fanno imbestialire questi critici con 'l'atmosfera Simenon', ma se non ci fosse l'atmosfera, cosa respireremmo?...", ci scherza anche sopra.
Ma aldilà delle battute Simenon è molto netto: "... l'uomo non è sospeso nello spazio, non è neanche un puro spirito. E' un tutto con un corpo al centro di un universo che cambia colore, peso, odori. L'uomo cambia, le sue reazioni sono diverse a seconda dello stato di questo universo...".
Ipse dixit Simenon.
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