mercoledì 4 giugno 2014
SIMENON SIMENON. HISTOIRE DE MADAME D. OVVERO DA M.LLE DENISE OUIMET A M.ME DENYSE SIMENON / 1
Da Denise a Denyse. Quella "y" fà la differenza. O perlomeno la fece per quella giovane canadese che vide cambiato il suo nome per gelosia. Già l'incontro fulminante con Georges Simenon accese così la passione dello scrittore che fece nascere in lui un sentimento fino ad allora sconosciuto: la gelosia. E, irragionevole come la gelosia sa rendere, pretese che la sua nuova fiamma, Denise Ouimet, cambiasse così il suo nome. Perchè? Perché in quel modo non l'aveva chiamata nessun altro amante prima di lui. Il possesso totale... anche retroattivo? Beh, Simenon quel 4 novembre 1945, a New York aveva preso una bella sberla... sentimentale. Si innammorò di quella magra e nervosa canadese come mai gli era successo nella vita, spiegò lui stesso più volte, scrivendolo anche a chiare lettere su Mémoires intimes.
Borghese, cattolica, francofona, Denise gli telefonò su indicazione di un comune amico. Motivo? Simenon stava cercando una segretaria-interprete per quell'avventura che aveva iniziato in America.
Certo lo scrittore allora non sapeva molte cose: che negli Usa ci sarebbe rimasto dieci anni. Che Deni(y)se sarebbe diventata la sua seconda moglie. Che gli avrebbe dato ben tre figli, di cui una femmina... Ma non sapeva nemmeno quale drammatico epilogo avrebbe avuto quella storia dopo vent'anni.
Ma torniamo a quel 4 novembre. Lui poco più che quarantenne, lei appena venticinque anni. Il colpo di fulmine dette origine ad un'esplosione di vitalità sessuale... Con Denyse Simenon aveva trovato pane per i suoi denti. La passione li travolse, li fece finire a letto nemmeno dopo cinque ore essersi conosciuti.
Il fatto lasciò un segno tale in Simenon che (ancora ignaro dell'importanza che quella donna avrebbe avuto nella sua vita) dopo due mesi e mezzo scriveva un romanzo, ispirato proprio a quei loro primi momenti, romanzo che quasi sicuramente non sarebbe esistito senza quel vulcanico incontro.
Ma inzio travolgente a parte, come andò poi la loro storia? Proviamo qui di seguito a raccontare i fatti salienti del rapporto Georges-Denyse.
Subito lei prende posto a casa Simenon inseme alla prima moglie Tigy, al loro figlio Marc e all'istitutrice. E' segretaria-interprete, ma ben presto prenderà in mano gli affari dello scrittore.
Nel 1946 sono sistemati tutti a Saint-Andrews in Canada, ma ben presto partono per una serie di articoli che Perre Lazareff, direttore di France Soir, ha commissionato a Georges. Dal Maine alla Florida, 5000 chilometri di costa americana da nord a sud. Georges, Denyse e Marc su una Chevrolet e Tigy con l'istitutrice di Marc su una Oldsmobile.
Nel novembre del 1947 è lei che prende la telefonata che annuncia la morte di Christian, l'unico fratello di Georges, che era con la Legione Straniera a combattere nel golfo del Tonkino.
Nel '49 sono a Tucson in Arizona, la relazione tra Georges e Denyse è ormai ufficializzata. Tigy rimane con loro per non abbandonare il figlio Marc e anche perché li ha finalmente raggiunti la loro storica femme de chambre la Boule che lei sente dalla sua parte.
A fine settembre Denyse mette al mondo Johnny, secondogenito di Georges.
Certo quella strana famiglia con Simenon come un sultano, con la prima moglie, l'attuale compagna (entrambe madri di un suo figlio) e la Boule (non occasionalmente sua maitresse), due bambini, l'istitutrice... beh al côtè puritano degli americani questa promiscuità non può andar giù. E' ora di sistemare qualcosa.
Cosi nel giugno del 1950, a Reno in Nevada, Simenon divorzia il 21 da Tigy e il 22 sposa Denyse.
Da un lato Denyse lo solleva da una serie di incombenze in merito ai contatti con gli editori, agli incontri di lavoro, alle trattive sui diritti, ai controlli sulle traduzioni, dall'altra lo asseconda nella sua prorompente e quotidiana impellenza sessuale. A volta lo segue nei bordelli, a volte capita anche che lei partecipi agli incontri del marito.
A marzo del 1952 Simenon fà un lungo viaggio in Europa. Sono passati sette anni dalla sua "fuga" americana, ma lo scrittore tocca con mano come nel vecchio continente non solo non l'abbiano dimenticato, ma la sua fama sia notevolmente accresciuta. Viene fatto oggetto di incontri, party, panzi e cene in suo onore. Qui Denyse manifesta la sue prime reazioni poco equilibrate, di fronte alla generale mancanza d'interesse nei suoi confronti, mentre Georges è sempre al centro dell'attenzione. (continua)>>>
martedì 3 giugno 2014
SIMENON SIMENON. ACCADDE A GIUGNO...
Ecco una scrupolosa cronologia, preparata da Murielle, dove si elencano alcuni fatti salienti accaduti al romanziere nei mesi di giugno di svariati anni. Per lo più si tratta di pubblicazioni di romanzi o della loro scrittura. Ma non mancano viaggi, spostamenti, interviste ed elementi più vari com'é nel più puro "stile Simenon". In calce, per non far torto a nessuno, anche alcune indagini che vedono Maigret all'opera, sempre ovviamente in giugno. Nella foto, i famosi calendari di Simenon, dove il romanziere appuntava i giorni di scrittura che gli servivano per terminare un romanzo e quelli per la sua revisione. Come potete vedere sia in quello di giugno '69 (per il romanzo "Novembre") che negli altri due, sono sempre otto giorni per la scrittura e tre per la revisione.
E adesso godiamoci il giugno di Simenon.
• Giugno 1918: il giovane Simenon (15 anni) lascia il collegio scolastico, senza dare gli esami di fine anno e inizia un periodo di piccoli lavoretti per guadagnarsi la vita.
• Giugno 1933: Simenon incontra Trotski e
l'intervista viene pubblicata su Paris-Soir
• Giugno 1934: Simenon, durante il suo tour del
Mediterraneo fà scalo all'isola d'Elba e lì scrive 45° à l'ombre
• Giugno 1935: di ritorno in Francia, dopo un lungo giro intorno ala mondo, Simenon scrive Quartier
Nègre
• Giugno 1937: stabilitosi a Porquerolles, Simenon
scrive Touriste de bananes
• Giugno 1938: a La Rochelle, Simenon scrive i Dossiers de l'agence O
• Giugno 1945: dopo un viaggio a Londra, Simenon, di ritorno a Parigi, scrive La pipe de
Maigret
• Giugno 1946: sistemato à Saint-Andrews
(Nouveau-Brunswick), termina la stesura de Le clan des
Ostendais
• Giugno 1948: Simenon si stabilisce a Tumacacori
(Arizona)
• Giugno 1949: secondo soggiorno a Tucson
• Giugno 1950: a Reno (Nevada), il 21 divorzia da Tigy, e il 22 sposa Denyse
• Giugno 1952: di ritorno da un viaggio in Europa,
Simenon scrive Le revolver de Maigret
• Giugno 1957: Simenon, fermatosi a Cannes, si dedica alla scrittura di Strip-Tease
• Giugno 1960: Simenon termina Maigret et les vieillards; qualche giorno dopo aver terminato questo romanzo, inizia la redazione del primo quaderno Quand j'étais vieux
• Giugno 1961: Simenon scrive La Porte
• Giugno 1962: Simenon terrmina la stesura de La colère de Maigret (vedi il post dell'altro ieri)
• Giugno 1963: dopo aver finito di scrivere La chambre bleue, Simenon si dedica a Maigret et le fantôme
• Giugno 1965: Simenon finisce Le Train de Venise
• Giugno 1967: Simenon termina Le Déménagement
• Giugno1968: Simenon scrive L'ami d'enfance de Maigret
• Giugno 1969: Simenon in otto giorni finisce Novembre (vedi il calendario della foto in alto)
• Giugno 1971: Simenon scrive Maigret et l'indicateur
• Giugno 1976: Simenon regala all'Università di
Liegi un gran numero dei propri documenti
E sempre a giugno il commissario....
Maigret conduce in questo mese le inchieste dei seguenti romanzi: Monsieur Gallet décédé, Au rendez-vous des
Terre-Neuvas, Le revolver de Maigret, La colère de Maigret, Maigret se défend,
L'ami d'enfance de Maigret et L'amoureux
de Mme Maigret.
lunedì 2 giugno 2014
SIMENON SIMENON. 7 SETTEMBRE 1989: GLI OMAGGI DE "LE FIGARO"
Una pagina di quasi venticinque anni fa', ricca di omaggi di giornalisti, accademici, attori, critici simenoniani, registi, tutti nomi di primo piano raggruppati in questo tributo del quotidiano parigino al romanziere allora scomparso. Continuiamo con il nostro puzzle di quello che la stampa italiana e quella francese pubblicarono alla scomparsa di Simenon. Per ora sono venticinque anni. Le mettiamo quest'anno sul web, queste pagine ingiallite e consumate dal tempo, nella speranza che su questo supporto digitale la loro vita sia, non diciamo eterna, ma lunga, molto molto lunga. Almeno lunga abbastanza da conservare la memoria anche di quello che la stampa (anche quella più "volatile", come i quotidiani) testimoniò in quei giorni.
Apre un titolo ambiguo, ma vero: "Simenon una vita gloriosa e grigia"
La parte gloriosa è conosciuta da tutti. Iniziata nella Parigi degli anni '20 come il re della letteratura popolare, poi nel '30 con il lancio di Maigret, che si rivelerà un successo mondiale che dura ancora nei nostri giorni, e infine fino agli anni '70 quando scrisse un centinaio di romanzi e arrivò ad un passo dalla nonima per il Nobel. Quella grigia, quando smise di scrivere nel '72, fece togliere dai suoi documenti quella dicitura cui era arrivato con tanta fatica: "romanziere", e si rinchiuse nella sua piccola casa rosa, a Losanna con la sua compagna Teresa. In questo articolo Gilles Lambert ripercorre la vita di Simenon e conclude:"... Simenon prenderà più volte la decisione di smettere di scrivere. Quando finì davvero, iniziò a dettare, poi smetterà anche di dettare. Infine il silenzio, fino alla morte.". Sotto il titolo a tutta pagina, un box, a firma dell'Accademico di Francia Alain Peyrefitte, in cui racconta del suo viaggio in Cina dove in una libreria, insieme ai classici francesi, trovò La nuit de carrefour, tradotto anche quello in cinese. E ricorda di come l'avesse comprato per regalarlo a Simenon, al suo ritorno in Europa, ma anche di come purtroppo fosse arrivato tardi. Il papà di Maigret se n'era già andato. Nella metà pagina inferiore spicca un'intervista a Bernard de Fallois, che oltre che ad essere un grande esperto, era anche amico di Simenon e testimonia di alcuni momenti passati insieme "...andavamo spesso a fare delle passeggiate, mi invitava a bere. Di solito parlava tutto il tempo, raccontava delle storie incredibili, poi all'improvviso taceva e guardava altrove. Immagino che in quei momenti di silenzio elaborasse semi-inconsciamente i suoi romanzi. Infine si sedeva alla sua scrivania. Niente telefono. Ritornava qualche giorno dopo con un nuovo romanzo...".
A centro un articolo a firma Jean Tulard, che illustra come l'opera simenoniana sia stata una vera e propria miniera sia per le realizzazioni cinematografiche che per quelle televisive (immancabile la foto del Jean Gabin-Maigret che si accende la pipa insieme a Simenon). E infine le testimonianze dell'attore Daniel Gélin e quella dei registi Jean Delannoy e Pierre Granier-Deferre, tutti impegnati in film tratti dai romanzi di Simenon.
La parte gloriosa è conosciuta da tutti. Iniziata nella Parigi degli anni '20 come il re della letteratura popolare, poi nel '30 con il lancio di Maigret, che si rivelerà un successo mondiale che dura ancora nei nostri giorni, e infine fino agli anni '70 quando scrisse un centinaio di romanzi e arrivò ad un passo dalla nonima per il Nobel. Quella grigia, quando smise di scrivere nel '72, fece togliere dai suoi documenti quella dicitura cui era arrivato con tanta fatica: "romanziere", e si rinchiuse nella sua piccola casa rosa, a Losanna con la sua compagna Teresa. In questo articolo Gilles Lambert ripercorre la vita di Simenon e conclude:"... Simenon prenderà più volte la decisione di smettere di scrivere. Quando finì davvero, iniziò a dettare, poi smetterà anche di dettare. Infine il silenzio, fino alla morte.". Sotto il titolo a tutta pagina, un box, a firma dell'Accademico di Francia Alain Peyrefitte, in cui racconta del suo viaggio in Cina dove in una libreria, insieme ai classici francesi, trovò La nuit de carrefour, tradotto anche quello in cinese. E ricorda di come l'avesse comprato per regalarlo a Simenon, al suo ritorno in Europa, ma anche di come purtroppo fosse arrivato tardi. Il papà di Maigret se n'era già andato. Nella metà pagina inferiore spicca un'intervista a Bernard de Fallois, che oltre che ad essere un grande esperto, era anche amico di Simenon e testimonia di alcuni momenti passati insieme "...andavamo spesso a fare delle passeggiate, mi invitava a bere. Di solito parlava tutto il tempo, raccontava delle storie incredibili, poi all'improvviso taceva e guardava altrove. Immagino che in quei momenti di silenzio elaborasse semi-inconsciamente i suoi romanzi. Infine si sedeva alla sua scrivania. Niente telefono. Ritornava qualche giorno dopo con un nuovo romanzo...".
A centro un articolo a firma Jean Tulard, che illustra come l'opera simenoniana sia stata una vera e propria miniera sia per le realizzazioni cinematografiche che per quelle televisive (immancabile la foto del Jean Gabin-Maigret che si accende la pipa insieme a Simenon). E infine le testimonianze dell'attore Daniel Gélin e quella dei registi Jean Delannoy e Pierre Granier-Deferre, tutti impegnati in film tratti dai romanzi di Simenon.
domenica 1 giugno 2014
SIMENON SIMENON. LA COLLERA "ROSSA" DI MAIGRET PER L'AFFARE STRIP-TEASE
Il titolo di questo post è un pasticcio. Non perchè sia sbagliato, ma perchè mischia alcuni elementi molto diversi, ma che ovviamente hanno sempre a che vedere con il commissario simenoniano.
La Colére de Maigret è un'inchiesta che il romanziere ha scritto proprio nel mese di giugno, anno 1962. Si tratta del caso di una scomparsa tramutatasi nell'omicidio di un proprietario di tre cabaret "Paris-Strip", "Lotus" e "Train-bleu".
Diciamo subito questo perchè spiega la traduzione che ne fece Mondadori nel '67: Maigret e l'affare strip-tease (da non confondere con la "La collera di Maigret" che fu invece la traduzione, sempre mondadoriana, di "Maigret se fache", pubblicato nel 1947 - Adelphi ha invece tradotto "La colére de Maigret" in "Maigret perde le staffe" e "Maigret se fache" in "La furia di Maigret" ).
Ciò detto continuiamo a parlare ancora del titolo perchè c'è un'aggettivo che va spiegato, quello che specifica la collera del commissario. E il "rosso". E' uno dei colori delle inchieste di Maigret, a cura di Murielle Wenger, la cui serie avrete letto i giorni scorsi e del quale abbiamo dimenticato di publicare la pur sintetica puntata sul "rosso" e che qui riporteremo, e, visto che parliamo di un Maigret arrabbiato, il colore si abbinerà perfettamente.
Torniamo quindi a La colére de Maigret, che è stato scritto a Enchandens (Svizzera) e racconta di questo monsieur Émile Boulay, un malavitoso... per bene. Certo è proprietario di tre locali dove le ragazze si spogliano e non solo, ma, lui è in regola, non ha problemi con la giustizia e viene descritto come un uomo tranquillo e la moglie Marina spiega come fosse un "uomo calmo riflessivo, che sbrigava i suoi affari molto seriamente".
Un lavoratore insomma, presidiava personalmene tutte le sere i tre locali, non giocava alle corse dei cavalli, né alle carte, nè ad altri giochi. Metodico e attento a quello che accadeva nei suoi locali, Boulay era solito ripetere:"... non si è dei gangster solo perché ci si guadagna la vita faceno vedere donne che si spogliano. Sono un commerciante rispettabile e voglio che lo si sappia...". Insomma un "travet" dello stri-tease, con le sue regole, le sue abitudini che sera dopo sera regolavano la sua vità. Poi quel declic, che Simenon usa per ribaltare una vita. Boulay una sera imbocca rue Notre Dame de Lorette, direzione Pigalle e sparisce. Sarà ripescato qualche giorno dopo nella Senna.
E' un caso duro per Maigret, da una parte dei comportmenti inspiegabili, dall'altra un muro di omertà da parte di chi cirondava Boulay e, a complicare il tutto, c'era anche il caso Mazzotti, un caporione della malavita organizzata ucciso in quei giorni. I due omicidi erano legati o no?
Insomma Maigret "... non era venuto ancora a capo di nulla! Aveva l'aria grave, imbronciata, dei momenti peggiori di un'inchiesta...". Possiamo suppore l'umore nero del commissario e le folate rosse che infiammavano a ondate il suo viso.
Ma il rosso lo ritroviamo, come ci suggerisce Murielle Wenger, in diverse inchieste."... in Un crime en Hollande è proprio il rosso che domina, il rosso dei mattoni del selciato di Delfzijl. Ne La danseuse du Gai-Moulin é il granata del velluto dei sedili del cabaret. E in Maigret au Picratt's, c'è l'insegna rossa che proiettava luci rosse sul marciapiede come fossero delle macchie di sangue. E per finire, torniamo a La colère de Maigret dove il rosso è rappresentato dalla colore della vettura sportiva di Farano, il cognato del morto. Rosso brillante, acceso, lusso e voluttà, sangue di crimini..." .
sabato 31 maggio 2014
SIMENON SIMENON: TV, RADIO E TEATRO, VISTI E SENTITI A MAGGIO
Ecco, dalle news di vari media, alcuni dei diversi adattamenti televisivi, radiofonici, teatrali e film in tv, tratti dalle opere di Simenon, che abbiamo visto e sentito nel mese appena concluso, in Italia e all'estero.
Mitteldeutscher Rundfunk - 19/05
Die Katze
Il celebre romanzo Le chat, scritto da Simenon nel 1966 e diventato film nel 1971 interpetato dalla celebre coppia Jean Gabin- Simone Signoret è trasmesso dall'emittente tedesca MDR in TV-Tipp der Woche, giovedì alle 23.40.
Spettacoli News - 19/05
Lettera al mio giudice, rappresentazione teatrale a Milano, allo "Spazio Tertulliano" con la regia di Giuseppe Scordio dal 7 al 18 maggio 2014. Il famoso romanzo di Simenon scritto nel 1946 sotto forma di lettera di un condannato al proprio giudice
The Guardian - 24/05
New Lease Of Life
In "Afternoon Drama: The Other Simenon". La BBC-Radio 4 il 30/05,
per la regia di Ronald Frame, presenta il primo dei tre nuovi episodi tratti dalle storie di Simenon. Questo riguarda Une vie comme neuve (1951), dove uno scapolo solitario la cui routine monotona è cadenzata da visite regolari ad una prostituta. La storia del romanziere tocca certamente argomenti che non si sentono abbastanza spesso sulle radio inglesi. "Il peccato ha radici profonde", dice il protagonista.
The New York Times - 29/05
Monsieur Hire
Trasmesso su TV5 Monde, domenica alle ore 23.00, racconta di una giovane donna che viene uccisa in un sobborgo di Parigi. La polizia sospetta subito un solitario residente (Michel Blanc), sarto, già una volta finito in carcere per atti osceni. Sandrine Bonnaire è la sua bella e vivace vicina. Questo film francese con la regia di Patrice Leconte, del 1989, è tratto da un romanzo di Georges Simenon, Les Fiançelles de M.Hire (1933) "ha la stoffa di uno studio psicologico di prim'ordine," dice Vincent Canby del The New York Times.
LA7 - 31/05
Le inchieste del commissario Maigret
Continua sull'emittente televisiva italiana, nella prima serata del sabato, la trasmissione della serie francese Le Inchieste del commissario Maigret interpretate da Bruno Crémer
Nord Bayern - 31/05
Drei Zimmer in Manhattan
Debutto a Norimberga, nel Gostner Hoftheater il 5/6/7/ 06 per la regia di Stephan Hoffstadt, con Thomas Witte, Miriam Kohler, Peter Deininger. Si tratta dell'adattamento teatrale del celeberrimo Trois chambres à Manhattan, romanzo scritto da Simenon nel 1945.
venerdì 30 maggio 2014
SIMENON SIMENON. DOPO "LA CHAMBRE BLEUE" AL CINEMA, "LA BOULE NOIRE" ALLA TV
Si è parlato molto e giustamente della realizzazione della Chambre Bleue e della sua partecipazione a Cannes nella sezione "Un certain régard". Ma adesso tocca ad un altro romanzo di Simenon. Questa volta si tratta de La Boule noire, per la televisione. Il telefilm prodotto dalla Neyrac Films, sarà diretto da Denis Malleval e verrà trasmesso da France 3.
Le riprese del film inizieranno i primi di giugno e la lavorazione dovrebbe richiedere circa un mese. Tra gli interpreti possiamo citare Bernard Campan, Louise Herrero e Linda de Suza.
Malleval non è nuovo nell'adattare romanzi di Simenon per il piccolo schermo. Aveva già realizzato L'escalier de fer e Laurent Guerra dove aveva interpretato il protagonista. Il telefilm, trasmesso in Francia l'autunno scorso, aveva goduto di un certo successo (quattro milioni e mezzo di spettatori). La Boule noire è il primo romanzo europeo dopo il periodo americano di Simenon, scritto a Mougins nel 1955.
Le riprese del film inizieranno i primi di giugno e la lavorazione dovrebbe richiedere circa un mese. Tra gli interpreti possiamo citare Bernard Campan, Louise Herrero e Linda de Suza.
Malleval non è nuovo nell'adattare romanzi di Simenon per il piccolo schermo. Aveva già realizzato L'escalier de fer e Laurent Guerra dove aveva interpretato il protagonista. Il telefilm, trasmesso in Francia l'autunno scorso, aveva goduto di un certo successo (quattro milioni e mezzo di spettatori). La Boule noire è il primo romanzo europeo dopo il periodo americano di Simenon, scritto a Mougins nel 1955.
SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... VERDE
Sesta ed ultima puntata della passerella dei colori degli incipit delle inchieste di Maigret, a cura di Murielle Wenger. Oggi è di scena il verde, anche se alla fine fà capolino anche un po' di rosa.
Ne Le chien jaune é il verde delle vetrate dell'Hôtel de l'Amiral che dà il primo tocco di colore. E questo verdastro glauco, sullo sfondo di una tempesta notturna, dà la seinsazione al lettore di scoprire tutta la scena attraversò gli oblò di vetro smerigliato di un acquario. Ne La maison du juge che si apre con un giornata anch'essa piovosa, e con il tappeto verde del biliardo sul quale Maigret inganna l'attesa giocherellando con delle biglie "d'un giallo sgradevole e un rosa malsano". Ma il verde può anche evocare i ricordi d'infanzia, il verde di un vecchio modello di una carrozza ferroviaria, che somiglia a un giocattolo o a un disegno da bambino (Maigret et la vieille dame), o il "verde profondo e sontuoso" di un porta di una clinica, che fa pensare ad un convento, e che ricorda a Maigret i suoi trascorsi d'enfant de chœur.
Altre evocazioni dei ricordi da bambino, quella suscitata dal rosa dei bricchi del negozio di Mélanie Chochoi in Félicie est là. Il colore rosa qui è associato alla primavera, di cui essa ricorda la tenerezza e la dolcezza, che si ritrova anche in un tramonto in Maigret en meublé (il cielo era rosa. Le strade sembravano rose) e al levare del giorno in Maigret à l'école, con il sole che fà brillare i cocci rosa dei camini sui tetti.
Murielle Wenger
Ne Le chien jaune é il verde delle vetrate dell'Hôtel de l'Amiral che dà il primo tocco di colore. E questo verdastro glauco, sullo sfondo di una tempesta notturna, dà la seinsazione al lettore di scoprire tutta la scena attraversò gli oblò di vetro smerigliato di un acquario. Ne La maison du juge che si apre con un giornata anch'essa piovosa, e con il tappeto verde del biliardo sul quale Maigret inganna l'attesa giocherellando con delle biglie "d'un giallo sgradevole e un rosa malsano". Ma il verde può anche evocare i ricordi d'infanzia, il verde di un vecchio modello di una carrozza ferroviaria, che somiglia a un giocattolo o a un disegno da bambino (Maigret et la vieille dame), o il "verde profondo e sontuoso" di un porta di una clinica, che fa pensare ad un convento, e che ricorda a Maigret i suoi trascorsi d'enfant de chœur.
Altre evocazioni dei ricordi da bambino, quella suscitata dal rosa dei bricchi del negozio di Mélanie Chochoi in Félicie est là. Il colore rosa qui è associato alla primavera, di cui essa ricorda la tenerezza e la dolcezza, che si ritrova anche in un tramonto in Maigret en meublé (il cielo era rosa. Le strade sembravano rose) e al levare del giorno in Maigret à l'école, con il sole che fà brillare i cocci rosa dei camini sui tetti.
Murielle Wenger
giovedì 29 maggio 2014
SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET...IN BIONDO
Le
charretier de la Providence si apre su un ambiente piovoso, sul quale splende per contrasto il biondo dei capelli della marinaia Hortense Canelle. E' lo stesso biondo che si ritroverà alla fine del romanzo, quando la donna di Bruxelles piange sul cadavere del carrettiere. Questa capigliatura bionda splendente é un quindi il solo elemento di speranza in un mondo inondato dalla pioggia e dalla tristezza. Fanno da contrasto anche il biondo dei peli di Jean Marie nel mondo in bianco e nero del peschereccio e del porto di Fècamp in Au
rendez-vous des Terre-Neuvas. E ancora il giallo "color di lino" dei capeli del marinaio Naud, al quale fà eco il giallo della facciata del bar Chez Popaul che si staglia sul pallido cielo dell'alba, come l'annuncio di un sole che sta per sorgere alla chiusa del canale Saint-Martin (Maigret
et le corps sans tête).
Murielle Wenger (continua)
SIMENON SIMENON. CON PICCOLE COSE SI POSSONO FARE GRANDI STORIE... SI', MA CHIEDETELO A SIMENON
L'altro giorno, leggendo su Le Monde un'intervista ad un giornalista scrittore francese, Sorj Chaladon, che parlava di Simenon, sono stato colpito da certe sue parole in merito ad alcune caratteristiche della scrittura del romanziere, ma anche dalla sintesi con cui lo stesso Chaladon ha saputo rendere concetti che conosciamo e che abbiamo qui espresso più volte. Ma la sua efficacia e la sua semplicità ci sono sembrati un buon motivo per riportare qui alcune sue frasi.
"... quello che mi colpisce, inoltre, è il modo che ha di portarmi dove lui va. Non si frappone tra me e la vicenda - spiega Chaladon - Io entro nella sua storia grazie a lui. E quindi, Georges Simenon, per me, e quello che mi aiuta e mi consente di entrare nelle sue storie...".
Potremmo dire che è tutto un gioco d'identificazioni?
Certo il fatto che lo scrittore s'immedesimasse così nei suoi protagonisti, tanto da, come diceva lui, "entrare nella loro pelle", mette probabilmente in moto un meccanismo per cui, questa forte identificazione "autore-personaggio", ha la forza di trascinare anche il lettore e riesce a farlo immergere nelle sue storie.
Ma quello dell'identificazione è il solo strumento con cui Simenon cattura i suoi lettori? Secondo Cahaladon no:
"...Simenon è quello che guarda le piccole cose, la piccola gente, tutti piccoli fatti quotidiani ma che poi ci dice: - Ecco, c'è una grande storia davanti a voi, anche se è minuscola... ".
Questo delle piccole cose della vita di tutti i giorni è sicuramente un'altro motivo di identificazione. Il lettore ritrova in quegli aspetti, le caratteristiche del suo vivere quotidiano, le semplici gioie e le consuete amarezze che il destino gli riserva giorno per giorno e che sono le stesse che vive il personaggio che trova sulle pagine del romanzo che sta leggendo.
E questo concetto delle piccole cose, ci fà tornare alla mente un'altra categoria di eventi trascurabili, quasi insignificanti che pure tanta importanza hanno nei romanzi di Simenon: il déclic.
Il dèclic è quell'accadimento, di per sè di scarsa importanza, che l'autore inserisce ad un certo punto della vita del protagonista, un cuneo che inceppa i meccanismi, una piccolezza che fà saltare lo status quo e rivoluziona un'esistenza che sembrava immodificabile.
"... può essere la morte del padre. Può essere un incidente, oppure un quiproquo che può accadere nella vita come in uno spettacolo di vaudeville - afferma Simenon in un'intervista ad André Parinaud del '55 - Può essere qualsiasi cosa che capita al nostro protagonista come una lettera inaspettata...".
Ma questi dettagli, questi particolari fanno parte anche della concezione che il romaziere aveva del proprio lavoro: "... io sono un artigiano, ho bisogno di lavorare con le mie mani. Mi piacerebbe scolpire il mio romanzo in un blocco di legno..." (intervista a Carvin Collins - 1956). " ...raccontare una storia semplicemente, con la stessa applicazione dell'ebanista al proprio banco di lavoro..." (da "Le Romancier" - 1945)
Ecco Simenon evocare la scrittura come un lavoro manuale. E quale lavoro sceglie? Quello del falegname o dello scultore che entrambe tirano fuori dal legno o degli oggetti d'uso comune, oppure delle opere d'arte. Ma comunque entrambe sono attenti ai più piccoli particolari, alle pieghe della scultura o agli incastri precisi della falegnameria.
Insomma ancora una volta l'alto e il basso insieme, l'arte e la pratica concreta come facce della stessa medaglia. Come i romans-durs e i Maigret.
C'è ancora qualche dubbio che Simenon sia stato il romanziere del '900 che più di ogni altro abbia saputo coniugare le due categorie della letteratura, per alcuni inconciliabili, quella letteraria-alta e quella popolare-bassa?
mercoledì 28 maggio 2014
SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN...GRIGIO.
Continuiamo la nostra carrellata tra i colori e le inchieste di Maigret, guidati per mano dalla nostra Murielle.
Troviamo anche dei romanzi che si aprono con il colore grigio: il tailleur "grigio-ferro" indossato da Anna Peeters (Chez les Flamands), colore che simboleggia l'austerità e la forza di carattere di una giovane donna; le scarpette di lana grigia dello sconosciuto del vagone ferroviario ne Le fou de
Bergerac, i capelli grigi di Florentine ne L'ami d'enfance de Maigret. Ma è anche il grigio dell'atmosfera dell'opacità del colore: "la giornata senza colori in grigio e in bianco" durante la quale Maigret fà la conoscenza del giovane Sim (Les
mémoires de Maigret). La giornata grigiastra "né fredda, né calda" nella cui serata Maigret è chiamata da Auguste Point (Maigret chez le ministre). Il cielo "d'un grigio neutro" di un tetro mattino di gennaio (Les
scrupules de Maigret) , o "il grigiore di un pomeriggio piovoso" in Maigret aux Assises.
Murielle Wenger (continua)
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