lunedì 6 ottobre 2014
SIMENON SIMENON...MA ALFRED E GEORGES CI RACCONTANO LA STESSA STORIA?
Ieri su uno dei blog de La Repubblica, viene riportata la famosa e ormai po' trita storiella di Alfred Hitchcock che avrebbe telefonato a Simenon, dal momento che aveva in mente di trarre un film da un suo romanzo. Al telefono la segretaria gli risponde che non sarà possibile passarglielo perchè il romanziere sta scrivendo e non può essere disturbato. Imperturbabile Hitchcock risponde che aspetterà al telefono dal momento che già sa che l'attesa sarà breve.
Ancora una storiella che ha trovato il suo successo nel fatto che mette a nudo particolari caratteristiche di due uomini eccezionali: la rapidità di scrittura di Simenon e l'imperturbabilità di Hitchcock anche nei confronti delle cose più terrificanti o noiose.
Ma se andiamo ad esaminare la vita e l'opera dei due, i punti di contatto non sono poi così rari, anzi... Facciamo allora una rapida e sommaria carrellata.
Intanto stiamo parlando di due contemporanei, Simenon nasce quattro anni dopo Hitchcock, il regista muore sei anni prima dello scrittore. Come il belga di Liegi, Simenon, avrà successo in Francia, sir Alfred nasce ed inizia a lavorare a Londra, ma poi si trasferirà negli Stati Uniti dove esploderà la sua carriera e la sua popolarità. Entrambe persero il padre molto presto, Hitchcock a 15 anni, Simenon a 17. Ma aldilà delle coincidenze biografiche, un aspetto importante che li contraddistingue entrambe è la capacità di realizzare delle opere che sono stimate dalla critica (anche se con un certo ritardo per entrambe), ma che godono di un notevole successo presso il grande pubblico. E mentre nel '29 Hitchcock (a trent'anni) arrivava alla piena popolarità con Blackmail, nel '31 Simenon (a ventott'anni anni) otteneva il suo primo grande successo con la serie dei Maigret.
Un'altra costante importante nei film e nei romanzi dei due è il caso. E' comune ai due la narrazione di storie dove una vita tranquilla viene sconvolta da un elemento accidentale, elemento che possiamo chiamare caso implacabile oppure destino ineluttabile, ma che indefinitiva sono la stessa cosa.
Ed nfatti entrambe scrivevano storie non certo consolatorie, ed entrambe si rivolgevano all'uomo comune, spettatore o lettore che fosse, e il personaggio della vicenda era anche lui un uomo comune. Analogo processo di identificazione, quindi, sia nei film di Hitchcock che nei romanzi di Simenon.
E ancora, il sottilissimo confine che separa in Hitchcock il bene dal male, la normalità dalla follia, è in qualche modo l'altra faccia della medaglia della convinzione simenoniana per cui "occorre comprendere piuttosto che giudicare". Insomma per tutti e due quello che appare non è quasi mai la verità e dietro agli individui si nascondono storie e avvenimenti che vanno conosciuti e soprattutto compresi.
Di conseguenza anche l'analisi psicologica dell'uomo (e quindi anche dei personaggi delle loro opere) è un'altro interesse forte che lega i due. Patologica o normale, la psiche umana è quindi uno degli elementi primari sia del regista sia del romanziere, attorno alla quale si sviluppa una parte fondamentale delle rispettive opere.
In ultimo, sia pur nella loro differenza, la capacità e del regista e dello scrittore di creare un'atmosfera assolutamente originale, che non è solo uno sfondo della vicenda, ma un elemento sinergico con la storia. Stiamo parlando di quelle atmosfere che rendono immediatamente ricoconoscibile un film di Hichcock e un romanzo di Simenon, due pilastri della narrazione del '900, che ancora oggi sono punti di riferimento imprescindibili.
sabato 4 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. PERCHE' FINI' L'ISPIRAZIONE? LA VERSIONE DI MURIELLE
Siamo particolarmente contenti di poter offrire ai nostri lettori questa analisi sugli ultimi anni della vita di Simenon e sul motivo della sua decisione di smettere di scrivere. E' un periodo cruciale della vita del romanziere che getta una luce sulla sua vita e sulla sua opera. E l'analisi di Murielle Wenger è particolarmente interessante, documentata e profonda. Un'analisi che non s'improvvisa e che dimostra lo spessore di Murielle, come conoscitrice e studiosa di Maigret e di Simenon... di lungo corso. (m.t.)
Qualsiasi
lettore pratico della saga maigrettiana non può provare un certo
stupore, direi un certo malessere, quando s'immerge nella lettura di Maigret
et
l'homme tout seul (1971). In effetti questo romanzo è costruito in modo
singolare e diverso dagli altri della serie, al punto che il lettore vi
ritrova con difficoltà i punti di riferimento abituali: innanzitutto
questo utilizzo che l'autore fà delle date, con una specifica citazione
del fatto che l'indagine si svolga nel 1965; estremamente rari sono i
romanzi di Maigret in cui Simenon cita le date: si possono fare gli
esempi di Monsieur Gallet, décédé (ambientato nel 1930) e La première enquête de Maigret (ambientato
nel 1913). Si noterà che questo riferimento cronologico in questo caso
fà risalire l'indagine al 1945 e permette all'autore di tornare su una
vicenda che, fino a quel momento, non era stata chiarita nella serie
(siamo al terzultimo titolo della serie Maigret - n.d.t). Stiamo parlando
dell'allontamento di Maigret a Luçon (vedi La
maison du juge), e quasi si può ravvisare una sorta di
parallelo tra l'allontamento del commissario dal suo abituale luogo di
lavoro e "l'esilio" vissuto dall'autore nel brutto periodo dopo la
guerra...
Ma
quello che è più strano in questo romanzo è il numero dei piccoli
dettagli, dei "difetti di costruzione", si potrebbe dire anche
le incongruenze e la poca verosimiglianza che sono state rilevate da Andé
Vanoncini nel suo libro Simenon
et
l'affaire Maigret. Si possono citare due elementi che permettono di
risolvere l'intrigo e far avanzare l'inchiesta, ma che sembrano un po'
"tirati per i capelli": il primo lo troviamo nel terzo capitolo quando
Maigret si reca al Cyrano per interrogare un garzone del caffé
a proposito di Nina e Vivien; l'autore allora fà spuntare un personaggio,
che ci dice " ha sentito la conversazione" e come per caso si ricorda
della coppia che ha incontrato vent'anni prima; Il secondo si trova alla
fine del quarto capitolo: fino a quel momento l'indagine sembra
impantanata, Maigret pare non saper più da che parte dirigere le sue
ricerche e in quel momento riceve una misteriosa telefonata anonima di
cui non ci verrà mai svelata la provenienza. In nessuna parte del
romanzo si fa riferimento al suo contenuto e al lettore rimane la
curiosità... (va notato, ad esempio, che nell'adattamento televisivo di
questo romanzo della serie con Jean Richard, lo sceneggiatore sceglie
di far vedere che la telefonata è fatta da M.me Vivien stessa)... Ed
ecco Maigret che, sulla base di una semplice telefonata, si lancia sulla
pista di Mahossier,
decidendo anche, in spregio a qualsiasi verosimiglianza, di prendere
subito l'aereo per La Baule per poter interrogare l'uomo, che si rivelerà
davvero il colpevole...
Si
ha l'impressione che l'autore diverse volte sia rimasto in panne con
l'ispirazione, che gli non abbia saputo condurre la trama in modo
realistico, come abitualmente faceva negli altri Maigret, dove i
coups de théâtre sono in verità piuttosto rari e l'inchiesta sembra sempre filare
liscia, e invece abbia dovuto ricorrere a trucchi grossolani, tirando fuori
dal cappello da illusionista sia un testimone che una telefonata anonima, entrambe provvidenziali...
Più
che l'intrigo, il lettore rivolge alora la propria attenzione alla data di
scrittura, pensando di trovarvi qualche indizio che gli permetta di
capire cosa è successo. E
così si scopre che questo Maigret è stato scritto nel febbraio del
1971, cioè due mesi dopo la morte di Henriette Simenon, la madre di
Georges. E ci torna in mente quello che ha scritto Pierre Assouline a
proposito della relazione tra romanziere e la madre, la sua continua
domanda di riconoscenza. Assouline spiega in sostanza che è come se Simenon abbia cercato tutta la vita di provare a sua madre che lui era
qualcuno e il biografo sottolinea questa strana coincidenza, Simenon
smette di scrivere dopo poco la morte della madre, come se d'allora in poi
non fosse più necessario provarlo a chicchessìa...
E si può dire che sia (quasi) vero: Henriette muore nel dicembre del 1970; Simenon scriverà ancora tre Maigret e due romans dur (La cage de Verre et Les innocents)
che raccontano entrambe una storia di solitudine , quella di un uomo
isolato dagli altri, la cui solitudine gli impedisce di allacciare
rapporti con coloro che lo circondano, anche con i più vicini... Due storie
di uomini soli, in qualche modo... E si capisce meglio allora questo
Maigret et L'homme tout seul, dal titolo chiaramente evocatoroio, il
primo testo redatto dallo scrittore dopo la morte della madre...
E si ha l'impressione che l'autore abbia perso i suoi riferimenti,
che non sappia più come costruire un intrigo verosimile, come fare per
dimostrare come sia un buon romanziere, che esercita il suo mestiere con
arte e talento... Certamente ci riprova, scrive ancora tra i due
romans durs suddetti Maigret
et l'indicateur un buon romanzo della serie; ma è l'ultima
debole fiammata del fuoco d'artificio: il suo utlimo romanzo sarà
Maigret et Monsieur Charles nel quale si percepiscono, sottotraccia,
alcuni indizi che fanno sospettare come l'autore, sia pur ancora del tutto
inconscio, sia arrivato alla fine della sua serie. E quando Simenon
tenta di attaccare un nuovo roman dur arriva la panne definitiva: appunta
sulla busta gialla, dei nomi, alcune informazioni, ma l'ispirazione non
c'è più: perché scrivere ancora se non c'è più nulla da provare?
Ma
siccome sente lo stesso il bisogno di esprimersi, si mette a dettare
pensier su tutto e su niente, su di lui e sugli altri e occorrerrà il
tragico suicidio della figlia perchè riprenda la penna e tenti, in
Mèmoires intimes di capirsi e di comprendere quello che è successo. E
comunque... si può non notare che in Mèmoires intimes la morte della madre non è mai citata?
Certo questoa biografia è stata scritta in funzione degli avvenimenti legati
ai figli del romanziere, ma nonostante ciò l'anno 1970 non è ricordato con
tutto quello che lo concerne e si passa direttamente dall'allusione alla
redazione de La disparition d'Odile (conclusa il 4 ottobre) al ricordo
del Natale. Nel frattempo ci sarebbe stato, in novembre, l'entrata della
madre in ospedale e la sua morte all'inizio di dicembre. Ma nessuna
traccia dell'avvenimento nelle Mémoires... Forse, dopo tutto, Georges
credeva di aver regolato i conti, sei anni prima, dettando la
toccante Lettre à ma mère...
Murielle Wenger
venerdì 3 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. ECCO DOVE TROVARE "GEORGES SIMENON, LE PATRON"
Grazie ad una segnalazione della nostra collaboratrice, sempre informatissima, Murielle Wenger, oggi siamo in grado di indicarvi dove poter acquistare "Georges Simenon - Le Patron" il libro scritto da Pierre Assouline, che è stato recentemente messo in edicola in Francia dal quotidiano Le Monde (collana Hors-Série) di cui abbiamo vi abbiamo riferito qui su proprio su Simenon-Simenon qualche giorno fa'.
Quindi tutti coloro che non si spaventano a leggere in francese possono andare ad acquistarlo su questa pagina:
http://boutique.lemonde.fr/le-monde-hors-serie-georges-simenon.html
Quindi tutti coloro che non si spaventano a leggere in francese possono andare ad acquistarlo su questa pagina:
http://boutique.lemonde.fr/le-monde-hors-serie-georges-simenon.html
SIMENON SIMENON. MAIGRET E LA VISITA INASPETTATA
Questa volta Paolo Secondini ci presenta una delle sue short-stories, che sono quasi un quadro, un'istantanea che replica tante scene che abbiamo nella nostra memoria collettiva e che ci tornano vivide e chiare quando pensiamo al commissario simenoniano.
E indicò suo marito il quale, in
effetti, dormiva sulla sedia a sdraio, all’ombra di un ciliegio, le mani
intrecciate sull’addome, il cappello sul viso.
Oggi si tratta di un incontro.
Maigret pensionato fa' la siesta. Location: il giardino della casa di Meung-sur-Loire. La signora Maigret introduce un ospite inaspettato...
• Ricordiamo a tutti i nostri appassionati lettori che ognuno può inviare una breve racconto che riguardi Maigret o alla Simenon (auguri!), all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
Buona Lettura.
Oh, ispettore Lucas!» esclamò la
signora Maigret aprendo la porta della piccola casa di Meung-sur-Loire. «Che
piacere rivederla dopo tanto tempo. Ma prego, si accomodi
«Grazie! Spero di non disturbare.
Passavo da queste parti e ho pensato di fare una visita al capo.»
La signora Maigret sorrise
cordialmente.
«Al suo ex capo, vorrà dire… Da quando è in pensione non fa che poltrire
tutto il giorno, come in questo momento. È in giardino, sicuramente sulla sedia
a sdraio, il cappello di paglia sugli occhi… Credo che la sua visita lo
scuoterà dal torpore nel quale è caduto. Ma venga, Lucas, andiamo a
svegliarlo.»
Attraversarono il corridoio, poi
l’ampia cucina, accogliente più di un salotto, e furono infine sul retro della
casa.
«Eccolo là,» esclamò la signora
Maigret. «Che le dicevo?»

Si avvicinarono.
«Maigret?... Indovina chi è venuto
a trovarti?... Mi senti?... C’è una visita per te… Su, sveglia, dormiglione!»
«Chiunque esso sia, ti autorizzo a
dirgli che non ci sono,» borbottò Maigret da sotto il cappello.
«Prova almeno a vedere di chi si
tratta. Poi mi dirai se è il caso di riceverlo o no. È qui con me.»
Lentamente l’ex commissario si
tolse il cappello dal viso. Guardò, gli occhi assonnati, il nuovo arrivato.
«Lucas!... Lucas!... Sei proprio
tu?» esclamò raggiante di gioia. «Caro, vecchio Lucas!... Ti trovo bene, sai?»
«Anche voi, capo, state
magnificamente. Si vede che l’aria di Meung-sur-Loire vi giova moltissimo.»
Maigret si rivolse a sua moglie:
«Louise, ti prego, porta qualcosa
di fresco da bere… Quel vinello bianco della nostra vigna.»
«Ma certo, subito!»
«Caro, vecchio Lucas!» disse ancora
Maigret, per il quale la visita dell’ispettore era senz’altro una bella
sorpresa. «Che si dice a Parigi?... E i miei ragazzi?... Lapointe, Janvier,
Torrence… Che fanno?... Eh, sempre impegnati, immagino! Sempre attivi, in
gamba… Sempre dietro a qualche furfante da pedinare o da arrestare. Non è
così?»
Lucas si schiarì leggermente la
voce.
«Sentono molto la vostra mancanza,
capo, come del resto la sento io. E parecchio, anche! Il Quai des Orfèvres non
è più lo stesso da quando siete in pensione. È decisamente cambiato. Diversa
atmosfera, altre facce, altri rapporti col nuovo commissario. Un pignolo che
non vi dico!… Tutto sembra avere un aspetto insolito, strano, al quale,
credetemi, è difficile abituarsi.» Emise un sospiro. «Eh, capo! Quando eravate in
servizio voi, il Quai era quasi una casa per noialtri, perfino accogliente. E
tutti, si può dire, formavamo una sola, grande famiglia. Le cose sono profondamente
cambiate, sì. Non è più come un tempo,» ribadì crollando la testa. «No davvero!...
Ci mancate, capo; ci mancate molto, anzi moltissimo. Specialmente quando…»
S’interruppe, come se un nodo alla
gola gli precludesse di continuare.
Maigret reclinò la testa sul petto,
strinse le mascelle, e a stento riuscì a trattenere una lacrima. Non aveva mai
pianto al cospetto di un suo ispettore ma, in quel momento… sentiva una gran
voglia di farlo.
Paolo Secondini
mercoledì 1 ottobre 2014
SIMENON SIMENON... LE ULTIME "PIPATE" DI MAIGRET ?
Dovrebbe
mancare una settimana, massimo dieci giorni. L'uscità è infatti attesa da mesi,
come ben sanno tutti i maigrettofili. Stiamo parlando de La pipa di Maigret (120 pp.)
che, a dar retta alle voci sui programmi delle uscite Adelphi, dovrebbe essere
in libreria nella prima decina di ottobre al prezzo di dieci euro circa. E',
ancora una volta, una raccolta in cui si troveranno tre racconti:
• La pipa di Maigret
• La testimonianza del
chierichetto
• Maigret e l'ispettore Malgracieux.
Si tratterà con ogni
probabilità della penultima raccolta di inediti, pubblicata da Adelphi (chissà quanto dovremo penare per l'ultima...)
che chiuderà così tutto il ciclo del commissario simenoniano sia per i romanzi
che per i racconti.
Per ora il titolo non è
stato ancora inserito tra le anteprime Adelphi, nè sulle piattaforme di vendita
on-line più diffuse (noi l'abbiamo
trovato solo su Alphalibri),
ma sarà questione di giorni.
Il primo racconto tratta di
un'idagine che inizia male. Dopo aver ascoltato M.me Leroy e suo figlio,
su una strana storia di un'effrazione della loro casa, che però non ha
comportato nessun furto, il commissario si accorge che gli è stata rubata una
pipa tra quelle che erano lì sulla sua scrivania... Da chi?... Perché?
Nel secondo racconto un
chierichetto di una cittadina di provincia rivela alla polizia un omicidio che
però di primo acchitto sembra non essere avvenuto...
A Maigret tutto ciò
ricorda quando lui stesso era piccolo e serviva messa, ma questo non lo
distoglie certo dal cercare di capire se il ragazzo menta o dica la verità...
Nel terzo, Maigret, che è a
Parigi a trovare il nipote poliziotto, assiste ad un allarme sul tabellone
luminoso di Paris-Secours. Qualcuno
ha infranto il vetro di una colonnina di soccorso, dato l'allarme all'incrocio
tra rue Caulaincourt e rue Lamack... Poi si sente una sparo e un'imprecazione,
proprio come era successo sei mesi prima. Maigret si precipita sul posto....
martedì 30 settembre 2014
SIMENON SIMENON. LE PATRON... DE "LE MONDE"
Georges Simenon, le Patron. Sottotitolo Le romancier de l'implicite. Esce oggi. 124 pagine, 7,80 euro, edizioni Le Monde, collana Hors Série, autore Pierre Assouline.
Verrebbe da dire: beati i francesi, giacché non c'è nessuna indicazione che la pubblicazione sia acquistabile anche on-line. Ameno per ora.
Dalla presentazione che ne viene fatta dall'autore stesso sull'autorevole quotidiano parigino, si capisce che si tratta non di una introspezione dell'uomo, ma dello scrittore, anzi...
"...Il segreto di Simenon? aver saputo quali erano i suoi limiti e poi aver avuto la folle saggezza di sapere fin dove poterli superare, non come scrittore, e ancor meno come uomo di lettere, ma esclusivamente come romanziere...".
L'attacco dell'articolo di Assouline è chiarificatore e le oltre cento pagine che ci propone sono il condensato di anni di studi passati su Simenon, che hanno fruttato tra l'altro, due opere monumentali, e ci verrebbe da dire quasi esaustive, sulla vita e sulle opere di Simenon. Si tratta di Simenon, biographie (754 pp.), Julliard 1992 e l'Autodictionaire Simenon (810 pp.), Omnibus 2009.
L'inziativa odierna de Le Monde arriva evidentemente a celebrare i 25 anni dalla scomparsa dello scrittore, e non è di poco conto visto che la distribuzione interessa le edicole e quindi si tratta di un'operazione a grande diffusione.
Conclude Assouline la sua presentazione "...Le Monde ha messo insieme tutti gli elementi di un dossier, dove una vita, al di fuori di ogni norma, si incanala in un'opera che somiglia ad un continente di carta...".
Già, e come definire meglio le decine di migliaia di pagine che compongono tutta la sua opera? Assouline ci viaggia ormai a suo agio in questo continente e in una tale occasione usa tutta la sua maestrìa per raccontarcelo in poco più di cento pagine, ma che, ci scommettiamo, davvero non andrebbero perse.
Ovviamente terremo informati i lettori di Simenon-Simenon appena ci fosse la possibilità di acquistarlo on-line.
Verrebbe da dire: beati i francesi, giacché non c'è nessuna indicazione che la pubblicazione sia acquistabile anche on-line. Ameno per ora.
Dalla presentazione che ne viene fatta dall'autore stesso sull'autorevole quotidiano parigino, si capisce che si tratta non di una introspezione dell'uomo, ma dello scrittore, anzi...
"...Il segreto di Simenon? aver saputo quali erano i suoi limiti e poi aver avuto la folle saggezza di sapere fin dove poterli superare, non come scrittore, e ancor meno come uomo di lettere, ma esclusivamente come romanziere...".
L'attacco dell'articolo di Assouline è chiarificatore e le oltre cento pagine che ci propone sono il condensato di anni di studi passati su Simenon, che hanno fruttato tra l'altro, due opere monumentali, e ci verrebbe da dire quasi esaustive, sulla vita e sulle opere di Simenon. Si tratta di Simenon, biographie (754 pp.), Julliard 1992 e l'Autodictionaire Simenon (810 pp.), Omnibus 2009.
L'inziativa odierna de Le Monde arriva evidentemente a celebrare i 25 anni dalla scomparsa dello scrittore, e non è di poco conto visto che la distribuzione interessa le edicole e quindi si tratta di un'operazione a grande diffusione.
Conclude Assouline la sua presentazione "...Le Monde ha messo insieme tutti gli elementi di un dossier, dove una vita, al di fuori di ogni norma, si incanala in un'opera che somiglia ad un continente di carta...".
Già, e come definire meglio le decine di migliaia di pagine che compongono tutta la sua opera? Assouline ci viaggia ormai a suo agio in questo continente e in una tale occasione usa tutta la sua maestrìa per raccontarcelo in poco più di cento pagine, ma che, ci scommettiamo, davvero non andrebbero perse.
Ovviamente terremo informati i lettori di Simenon-Simenon appena ci fosse la possibilità di acquistarlo on-line.
lunedì 29 settembre 2014
SIMENON SIMENON. AIUTIAMO LA PROSSIMA RICERCA DI MURIELLE WENGER?
Cari amici che seguite assiduamente Simenon-Simenon, Se siete degli appassionati collezionisti o avete la fortuna di avere in casa le vecchie serie di Mondadori, potreste aiutare la nostra Murielle Wenger nel suo prossimo lavoro di ricerca.
A chi fare appello se non agli appassionati che ci seguono quotidianamente su questo blog?
Questo è il bello dell'interattività dei media multimediali, tra cui anche la possibilità di pertecipare ad un ricerca realizzata in Svizzera e poi tramite internet diffusa ovunque. Bene e adesso sarà Murielle stessa che vi spiegherà specificatamente di cosa ha bisogno. (Maurizio Testa)
Sto per iniziare un nuovo studio a proposito dei romanzi di Maigret. Questa volta si tratta d'analizzare le traduzioni dei titoli dei capitoli. Ho già fatto una ricerca sui titoli dei titoli dei romanzi, ma adesso mi piacerebbe approfondire l'analisi e scoprire come i traduttori si siano regolati con i titoli dei capitoli e come ne abbiano reso il senso e lo spirito, il titolo che ci dà un 'indicazione, credo, sul loro modo di affrontare la traduzione dei testi. Ho intenzione di studiare diverse ligue e in particolare l'italiano. Mi piacerebba anche fare un confronto all'interno della stessa lingua, come ad esempio tra i diversi traduttori italiani che hanno lavorato sui Maigret. <ho già trovati dei titoli italiani per l'edizioni di Adelphi (mi mancano Les mémoires de Maigret, Un
échec de Maigret et Maigret voyage). Ma mi picerebbe studiare le traduzioni apparse in italiano (I libri Neri e i Gialli economici), e quelli della collezione Oscar Gialli.
Ed è qui che ho bisogni di voi, amici maigrettofili, se qualcuno di voi possiede un libro di una o l'altra collana e se è d'accordo, potrebbe compilare per il mio studio una lista dei titoli dei capitoli tradotti... mi farebbe davvero piacere poter contare sul vostro aiuto.
Potrete inviare i risultati delle vostre ricerche direttamente al mio sito webmaster@enquetes-de-maigret.com
Un grande grazie fin d'ora a tutti che vorranno e potranno aiutarmi nella mia prossima ricerca.
Murielle Wenger
domenica 28 settembre 2014
SIMENON SIMENON. OMAGGIO A BRIGITTE BARDOT
L'età di una signora non si dovrebbe mai dire. Ma in questo caso non si tratta più di una signora, ma di un'icona della femminilità, del sesso, del candore di tanta bellezza da essere in qualche modo sfrontata. Il fatto è che questa icona ha un nome e un cognome e oggi compie ottant'anni. E Simenon Simenon ha voluto renderle omaggio in queste foto a Brigitte Bardot, foto che la ritraggono nel film En cas de malheur, del 1958, che l'attrice interpretò con Jean Gabin, in una riduzione cinematografica dell'omonimo romanzo di Georges Simenon pubblicato nel 1956. Buon compleanno Brigitte.
SIMENON SIMENON. MAIGRET: FUMO DI PIPA A... FUMETTI
Fumetti all'italiana, strips all'americana o bande dessineé alla francese, siamo nel pieno degli eroi di carta, che spesso venivano pubblicati in strisce giornaliere dai quotidiani. Il nostro illustratore Giancarlo Malagutti, collezionista e appassionato di Maigret, ha fatto un'interessante analisi sul più famoso "Maigret di carta" francese, quello dovuto alla mano del disegnatore Jacques Blondeau. Ma leggiamo quello che ha scoperto su questa ennesima versione del commissario simenoniano.
Il commissario Maigret, titolato il solo con il nome "Maigret" è stato pubblicato in Francia a strisce giornaliere, dal lunedì al sabato, dal 1950 al 1953, per un totale di 1273 strisce
Il commissario Maigret, titolato il solo con il nome "Maigret" è stato pubblicato in Francia a strisce giornaliere, dal lunedì al sabato, dal 1950 al 1953, per un totale di 1273 strisce
La prima inchiesta, "le Chien Jaune" che si sviluppava a Concarneau fu pubblicata sul quotidiano Le Télégramme de Brest, poi, comprese le successive, anche su Samedi
Soir, Paris Journal, La Dépeche du Midi, Le Courrier Picard, Nord
Matin, La Montagne, Le Nouveau Méridional e addirittura sull'Echo-Soir di Algeri.
Non è citato l'autore dei testi, potrebbe essere Paul Winkler titolare
dell'agenzia Opera Mundi e autore di moltissime sceneggiature originali
e riduzioni per i fumetti venduti dall'Opera Mundi. Il disegnatore è invece certamente Jacques Blondeau, uno dei più prolifici disegnatori della suddetta agenzia. Ecco l'elenco:
Le quattordici storie sono presentate con il titolo del romanzo dal quale è stata ricavata la riduzione e la cifra che le segue indica il numero di strisce giornaliere pubblicate
• Le chien jaune, 114
• Le port des brumes, 150
• La pipe de Maigret, 48
• L'amie de Mme Maigret 76
• Maigret au Picratt's 90
• Maigret en vacances 104
• Maigret en meublé, 95
• Maigret et les gangsters 102
• Maigret et la vieille dame 60
• Maigret se trompe 68
• Maigret et la guinguette 104
• Le révolver de Maigret 120
• Maigret et la jeune morte, 64
• Maigret tend un piège, 78
Sembra inoltre che ne esista una quindicesima, di ben 120 striscie, di cui però non si conosce il titolo e forse nemmeno mai pubblicata.
Giancarlo Malagutti
sabato 27 settembre 2014
SIMENON SIMENON. IO SONO UN... APOLITICO
La frase è la riposta data nel 1959 ad una domanda posta nel corso di una corrispondenza con il professor Francesco Siccardo, francesista all'Università di Genova. Sappiamo dell'avversione di Simenon per i politici (ad esempio non tollerava Charles De Gaulle) e il suo disinteresse per le cronache politiche.
Le sue esperienze con la politica erano state in effetti tanto rare quanto sgradevoli. Basti pensare alla accusa di filo-nazismo che gli fu rivolta nel dopo guerra per la cessione dei diritti dei suoi romanzi alla Continental, casa di produzione franco-tedesca (Simenon lo sapeva o lo ignorava?) che faceva capo a Goebbels. Di qui la sua fuga in America, per mettere l'oceano tra lui e le beghe politiche francesi.
Non che negli States alla fin fine fosse andata meglio. Il paese delle libertà, che lui stesso aveva tanto decantato, finì per deluderlo, politicamente parlando, con il vergognoso periodo del maccartismo di cui Simenon fu esterrefatto spettatore in prima linea.
Probabilmente la sua apolicità deriva anche dal suo interesse primario per la persona, per l'uomo, anzi per "l'uomo nudo" come diceva lui, l'individuo liberato dalle sovrastrutture culturali, dai condizionamenti sociali, l'uomo universale con le sue pulsioni, i suoi bisogni, le sue aspirazioni.
E anche l'interesse per la psicologia, l'analisi psicoanalitica, strumenti che poi utilizzava nei suoi romanzi, lo allontanavano dalla dimensione sociale e politica.
Eppure la sua predilezione letteraria per i protagonisti del popolo, per la gente qualsiasi, per i piccoli drammi quotidiani, lo portava a toccare condizioni sociali che non erano immuni da una serie di problematiche anche politiche. Di contro la sua vita reale si svolgeva su uno standard molto più elevato della gran parte dei protagonisti dei suoi romanzi. E, quando doveva ritrarre personaggi ricchi o del mondo della politica, non riusciva a nascondere una certa avversione, come se quel mondo non gli fosse congeniale. Eppure era quello della sua vita di tutti i giorni...
Ma siamo partiti dalla sua posizione apolitica e ci sono diverse affermazioni di Simenon che dimostrano la sua avversione "... spero sempre che i politici finiscano per mangiare la polvere, che il popolo finalmente ci veda chiaro che li rovesci. Per rimpiazzarli con chi? Con degli altri, evidentemente. E allora?... - e conitua parlando a sé stesso -... Contentati quindi di fare il tuo mestiere e di raccontare delle storie ed occuparti dell'uomo e non degli uomini..." (Quand j'étais vieux - 1961)
Ed ecco la chiave del suo essere apolitico: interessarsi all'uomo e non agli uomini...
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