sabato 4 ottobre 2014

SIMENON SIMENON. PERCHE' FINI' L'ISPIRAZIONE? LA VERSIONE DI MURIELLE


Siamo particolarmente contenti di poter offrire ai nostri lettori questa analisi sugli ultimi anni della vita di Simenon e sul motivo della sua decisione di smettere di scrivere. E' un periodo cruciale della vita del romanziere che getta una luce sulla sua vita e sulla sua opera. E l'analisi di Murielle Wenger è particolarmente interessante, documentata e profonda. Un'analisi che non s'improvvisa e che dimostra lo spessore di Murielle, come conoscitrice e studiosa di Maigret e di Simenon... di lungo corso. (m.t.)


Qualsiasi lettore pratico della saga maigrettiana  non può provare un certo stupore, direi un certo malessere, quando s'immerge nella lettura di Maigret et l'homme tout seul (1971). In effetti questo romanzo è costruito in modo singolare e diverso dagli altri della serie, al punto che il lettore vi ritrova con difficoltà i punti di riferimento abituali: innanzitutto questo utilizzo che l'autore fà delle date, con una specifica citazione del fatto che l'indagine si svolga nel 1965; estremamente rari sono i romanzi di Maigret in cui Simenon cita le date: si possono fare gli esempi di Monsieur Gallet, décédé (ambientato nel 1930) e La première enquête de Maigret (ambientato nel 1913). Si noterà che questo riferimento cronologico in questo caso fà risalire l'indagine al 1945 e permette all'autore di tornare su una vicenda che, fino a quel momento, non era stata chiarita nella serie (siamo al terzultimo titolo della serie Maigret - n.d.t). Stiamo parlando dell'allontamento di Maigret a Luçon (vedi La maison du juge), e quasi si può ravvisare una sorta di parallelo tra l'allontamento del commissario dal suo abituale luogo di lavoro e "l'esilio" vissuto dall'autore nel brutto periodo dopo la guerra...
Ma quello che è più strano in questo romanzo è il numero dei piccoli dettagli, dei "difetti di costruzione",  si potrebbe dire anche le incongruenze e la poca verosimiglianza che sono state rilevate da Andé Vanoncini nel suo libro Simenon et l'affaire Maigret. Si possono citare due elementi che permettono di risolvere l'intrigo  e far avanzare l'inchiesta, ma che sembrano un po' "tirati per i capelli": il primo lo troviamo nel terzo capitolo quando Maigret si reca al Cyrano per interrogare un garzone del caffé a proposito di Nina e Vivien; l'autore allora fà spuntare un personaggio, che ci dice " ha sentito la conversazione" e come per caso si ricorda della coppia che ha incontrato vent'anni prima; Il secondo si trova alla fine del quarto capitolo: fino a quel momento l'indagine sembra impantanata, Maigret pare non saper più da che parte dirigere le sue ricerche e in quel momento riceve una misteriosa telefonata anonima di cui non ci verrà mai svelata la provenienza. In nessuna parte del romanzo si fa riferimento al suo contenuto e al lettore rimane la curiosità... (va notato, ad esempio, che nell'adattamento televisivo di questo romanzo  della serie con Jean Richard, lo sceneggiatore sceglie di far vedere che la telefonata è fatta da M.me Vivien stessa)... Ed ecco Maigret che, sulla base di una semplice telefonata, si lancia sulla pista di Mahossier, decidendo anche, in spregio a qualsiasi verosimiglianza, di prendere subito l'aereo per La Baule per poter interrogare l'uomo, che si rivelerà davvero il colpevole...
Si ha l'impressione che l'autore diverse volte sia rimasto in panne con l'ispirazione, che gli non abbia saputo condurre la trama  in modo realistico, come abitualmente faceva negli altri Maigret, dove i coups de théâtre sono in verità piuttosto rari e l'inchiesta sembra sempre filare liscia, e invece abbia dovuto ricorrere a trucchi grossolani, tirando fuori dal cappello da illusionista sia un testimone che una telefonata anonima, entrambe provvidenziali...
Più che l'intrigo, il lettore rivolge alora la propria attenzione alla data di scrittura, pensando di trovarvi qualche indizio che gli permetta di capire cosa è successo.  E così si scopre che questo Maigret è stato scritto nel febbraio del 1971, cioè due mesi dopo la morte di Henriette Simenon, la madre di Georges. E ci torna in mente quello che ha scritto Pierre Assouline a proposito della relazione tra romanziere e la madre, la sua continua domanda di riconoscenza. Assouline spiega in sostanza che è come se Simenon abbia cercato tutta la vita di provare a sua madre che lui era qualcuno e il biografo sottolinea questa strana coincidenza, Simenon smette di scrivere dopo poco la morte della madre, come se d'allora in poi non fosse più necessario provarlo a chicchessìa...
E si può dire che sia (quasi) vero: Henriette muore nel dicembre del 1970; Simenon scriverà ancora tre Maigret e due romans dur (La cage de Verre et Les innocents) che raccontano entrambe una storia di solitudine , quella di un uomo isolato dagli altri, la cui solitudine gli impedisce di allacciare rapporti con coloro che lo circondano, anche con i più vicini... Due storie di uomini soli, in qualche modo... E si capisce meglio allora questo Maigret et L'homme tout seul, dal titolo chiaramente evocatoroio, il primo testo redatto dallo scrittore dopo la morte della madre...
E  si  ha l'impressione che l'autore abbia perso i suoi riferimenti, che non sappia più come costruire un intrigo verosimile, come fare per dimostrare come sia un buon romanziere, che esercita il suo mestiere con arte e talento... Certamente ci riprova, scrive ancora tra i due romans durs suddetti Maigret et l'indicateur un buon romanzo della serie; ma è l'ultima debole fiammata del fuoco d'artificio: il suo utlimo romanzo sarà Maigret et Monsieur Charles nel quale si percepiscono, sottotraccia, alcuni indizi che fanno sospettare come l'autore, sia pur ancora del tutto inconscio, sia arrivato alla fine della sua serie. E quando Simenon tenta di attaccare un nuovo roman dur arriva la panne definitiva: appunta sulla busta gialla, dei nomi, alcune informazioni, ma l'ispirazione non c'è più: perché scrivere ancora se non c'è più nulla da provare? 
Ma siccome sente lo stesso il bisogno di esprimersi, si mette a dettare pensier su tutto e su niente, su di lui e sugli altri e occorrerrà il tragico suicidio della figlia perchè riprenda la penna  e tenti, in Mèmoires intimes di capirsi e di comprendere quello che è successo. E comunque...  si può non notare che in Mèmoires intimes la morte della madre non è mai citata? Certo questoa biografia è stata scritta in funzione degli avvenimenti legati ai figli del romanziere, ma nonostante ciò l'anno 1970 non è ricordato con tutto quello che lo concerne e si passa direttamente dall'allusione alla redazione de La disparition d'Odile (conclusa il 4 ottobre) al ricordo del Natale. Nel frattempo ci sarebbe stato, in novembre, l'entrata della madre in ospedale e la sua morte all'inizio di dicembre. Ma nessuna traccia dell'avvenimento nelle Mémoires... Forse, dopo tutto, Georges credeva di aver regolato i conti, sei anni prima, dettando la toccante Lettre à ma mère...

Murielle Wenger

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