martedì 14 dicembre 2010

SIMENON, VENDITE NO STOP

Secondo i dati di vendita messi a disposizione da Segnalibro che riguardano il periodo  gennaio-ottobre 2010 di oltre 900 librerie utenti di Arianna  relativi al settore dei "classici" pubblicata oggi da Ibuk.La classifica dei primi 100 libri più venduti in Italia vede ripetutamente presente Georges Simenon con diversi titoli delle inchieste del commissario Maigret e un romanzo. Ecco di seguito le posizioni occupate dai diversi titoli nei primi cento posti.
14°     Maigret e il caso Nahour (M)
15°     Corte d'Assise (M)  
33°     Maigret è prudente (M) 
35°     Il ranch della giumenta perduta  (R) 
69°     Maigret a Vichy  (M)
100°   Il ladro di Maigret  (M)
(M) Maigret - (R) Romanzi)
Insomma ancora una volta Simenon si rivela un long-seller, ovviamente i Maigret sono più popolari e quindi più letti, ma c'è anche un elemento editoriale. L'Adelphi pubblica molti più Maigret che romanzi e quindi questo condiziona anche le vendite. Comunque aver piazzato ben sei titoli nei primi cento è per il 2010 un gran bel risultato, soprattutto per i Maigret, considerando che si tratta di una serie iniziata 80 anni fa'.

lunedì 13 dicembre 2010

SIMENON, SESSO, SESSO, SESSO

Le pulsioni sessuali di Simenon sono ben note e ne abbiamo già parlato. Ma il sesso, nella vita nei libri, nella sua testa  cos'era davvero? Spesso affermava che in Francia il sesso è come il cibo: se ne può parlare liberamente. Come il cibo che, da necessità per sopravvivere, è diventata un'arte e un argomento di discussione anche nei salotti bene. Anche per il sesso succede la stessa cosa, sostiene il romanziere, che  sulla Femme en France (1958) afferma: "Se la parola amore non può sostituire sempre quella "terribile" di sesso, si dispone di una scelta incredibile di locuzioni, ad iniziare da "passione", che permettono di esprimere tutte le gradazioni di quello che difficilmente possiamo considerare come un peccato - e qui ci inoltriamo nello spinoso sentiero della traduzione di termini che per sfumature o per l'uso, e anche per il passare del tempo, possono non avere la stessa valenza nell'italiano del 2010 come nel francese della fine anni '50. E poi valgono anche i doppi sensi e  quelli traslati...Ma noi ci proviamo lo stesso. E allora ecco come Simenon continuava - La conversazione galante e raffinata (marivaudage) è appena velata di rosa, ma ecco apparire folleggiare (folâtrer), folleggiare ma con un che di maggior disinvoltura (batifoler), svolazzare e sfarfalleggiare (papilloner) e lo squisito sollazzarsi (folichonner) che sfiorano appena il peccato veniale. Civetteria (coquetterie) è molto vicino a intrigo amoroso (galanterie) e ci porta a incapricciarsi (s'embéguiner), infatuarsi (se toquer), invaghirsi (s'enticher), innamorarsi (s'enamourer), per finire con innamorarsi perdutamente (s'amouracher). A partire da quale di queste parole la nozione di sesso comincia ad essere compresa? A dire il vero essa è in tutte queste espressioni, ma sotto una forma così leggera e fluida che è difficile stabilire delle frontiere".
Ma Simenon il sesso, quello vero, non quello parlato, lo praticava tutti i giorni come un maratoneta che corre per allenarsi quotidianemente. Ed ha le idee ben chiare in proposito  " ... quello che sorprende quacuno è che io non mischio mai sesso, sentimento e amore. Solo con una donna D. (Denys, la seconda moglie?) sesso e amore si sono confusi. Con le altre no.  E non si tratta né di cinismo, né di vizio. Io considero la sessualità e tutte le sue modalità come naturali e belli - spiega lo stesso romaziere in Quand j'etais vieux - Non ho bisogno per eccitarmi di aggiungere sentimenti veri o falsi...  le professioniste mi danno spesso più piacere che una donna qualsiasi.... Nei miei primi tempi a Parigi, mi capitava di svegliarmi alle undici di mattina tra le braccia di una donna, di girarmi su un'altra qualche minuto più tardi e di sentire l'esigenza di abbordare una prostituta o di entrare in una casa d'appuntamenti, per ricomniciare poi per un paio di volte nel pomeriggio... Non è naturale?.... Io faccio l'amore semplicemente, in maniera sana, tanto quanto è necessario. Ma in tutto questo non rispondo a nessun assillo o condizionamento.  Non sono spinto da nessun complesso, è solamente un bisogno....".  Questo il sesso secondo Simenon che a vent'anni serrava rabbiosamente i pugni all'idea che nel mondo c'erano una quantità di donne che lui non avrebbe mai potuto possedere.

domenica 12 dicembre 2010

SIMENON, IL DRAMMA DEL SUICIDIO DELLA FIGLIA MARIE-JO

Uno dei momenti più bui della vita di Simenon capita nel '78. Ormai da cinque anni ha rinunciato a scrivere, la sua seconda moglie, Denyse, l'ha definitivamente persa ormai da quindici anni. Non vive più nella sfarzosa e esagerata villa di Epalinges. Ora abita a Losanna, in una piccola casa rosa con giardino e un grande cedro del libano, non lontana dal lago (al 12 di avenue de Figueres), insieme alla sua ultima compagna, Teresa. Ormai settantantacinquenne, si avvia al tramonto della sua esistenza e della ragione di tutta una vita: scrivere. Dal '73 sul suo passaporto fà cambiare la dicitura relativa al suo stato lavorativo: da "romanziere" a "senza professione". Ed è un particolare molto, ma molto significativo. Ricoverato due volte, prima per una frattura al femore, e poi per un'operazione alla prostata, Simenon è ormai vecchio, indebolito nel fisico e nell'animo.In questa situazione, il 20 maggio 1978 arriva da Parigi una notizia terribile. La sua unica figlia femmina, Marie-Jo, venticinquenne, si è suicidata.
Il colpo è davvero molto forte, ma tuttavia non inaspettato. La ragazza aveva da tempo manifestato dei problemi psichici che forse derivavano anche dalla disastrosa e burrascosa relazione tra padre e madre, dalle inevitabili difficoltà di avere un genitore ingombrante come Siemenon, molto impegnato, molto famoso e molto ricco. E poi essere figlia di una mamma, via via più squilibrata, alcolizzata, anche lei con problemi psicologici, colpevole, sembra, addirittura di un episodio d'incesto lesbico, fatto che pur grave, ma forse emblematico di una situazione ancor più grave: quanto fosse distorto il rapporto tra le due. Lei era molto legata al padre, sin da piccola. Quando da bambina si trattò di farsi regalare un anellino per il suo compleanno, Marie-Jo pretese una fede, di quelle nunziali, e volle che fosse il padre a metterglielo al dito. E anche questo la dice lunga sulla natura del legame padre-figlia. Insomma Marie-Jo aveva dato avvisaglie di quel mal di vivere con cui si scontrava ogni giorno e la portava a momenti d'esaltazione, e a periodi depressivi con un comportamento auto-distruttivo. Era in cura da psichiatri, aveva passato vari periodi in cliniche di recupero, ma si sentiva sola, irrealizzata, in un vicolo cieco, pur vivendo nel centro di Parigi, pur agiatamente e con un cognome così famoso...
Marie-Jo si sparò un colpo di pistola calibro 22 dritto al cuore. Simenon si disperò anche perchè credeva che la guerra con Denyse, l'avesse spinta ulteriormente sul ciglio del baratro. Un oiseau pour le chat, libro uscito a firma Denyse Ouimet che calunniava pesantemente Simenon, e anche questo aveva colpito non poco Marie-Jo, che telefonava di continuo al padre per sapere la verità. Ma c'era un'altro cruccio che aumentava l'instabilità della ragazza. Da quando Teresa aveva cessato di essere una "femme de chambre" ed era divenuta la compagna di Georges, lei si sentì ancora più sola e ancora più abbandonata dal padre.In una telefonata la figlia chiede al padre di dirle che l'ama, e lui risponde che certo, lui ama molto sua figlia. Ma lei lo riprende, vuole che le dica solamente che la ama. E Simenon risponde "Sì, Marie-Jo io ti amo". Ma non basta, lei insiste affinchè lui dica solo le parole "Je t'aime". Il padre alfine soddisfa la figlia, la quale immediatamente interrompe la comunicazione.
Il giorno dopo arriva un'altra telefonata da Parigi. Questa volta è il figlio Marc che dà la tremenda notizia al padre.
Marie-Jo per suo volere, fu cremata e le sue ceneri sparse nel giardino della casa del padre, all'ombra del grande cedro.
Per Simenon il suicidio della figlia fu insostenibile, il figlio Marc sostenne che, se non fosse stato per il sostegno di Teresa, anche lui si sarebbe suicidato.
E Georges ripeteva di continuo: "Toujoirs en plein cauchemar" (sempre in pieno incubo).

sabato 11 dicembre 2010

SIMENON E LA POLITICA: UN CONSERVATORE ATTENTO AI PIU' DEBOLI

Che Simenon fosse un conservatore è cosa nota. Ma a nostro modo di vedere si tratta di una tesi non del tutto vera. Meglio, vera solo in parte, vera per quello che appare esteriormente. Ma basta grattare lo strato esteriore e si scopre che la realtà è più complessa e addirittura contraddittoria. Infatti la dominante del carattere di Simenon era un certo egoismo, ma il termine non è forse esatto o meglio esaustivo. Lo scrittore cercava di guadagnare bene per sé per la sua famiglia, per i suoi amati figli, anche perchè era come ossessionato da quel "passare la linea". Lui l'aveva già fatto quando, lasciata Liegi, si era tuffato in quell'oscura avventura parigina per diventare un grande scrittore. E il salto era per fortuna (ma anche per bravura e  determinazione) riuscito. Ma questo per lui non significava essere al sicuro. Bastava un passo falso, un rovescio del destino, che avrebbe potuto ritrovarsi al di là della linea, nella miseria, nel dolore e nella disperazione. Questo lo portava ad essere molto attento a sè stesso, ma questo non gli impediva di pensare e di descrivere quei disgraziati che stavano dalla parte sbagliata della linea. In termini politici non era schierato. In Quand j'etais vieux affermava senza mezzi termini di odiare la politica. "... ma nonostante tutto, mi ritrovo a sentirmi scosso, mio malgrado, perchè spero sempre, anche se non so come, che i politici finiscano per mangiare la polvere e che il popolo veda finalmente chiaro e li spazzi via. Ma per rimpiazzarli con chi? Con altri politici, ovviamente. Non c'è l'ha già dimostrato la storia? Allora? Per quale motivo dovrei esaltarmi e poi deprimermi? - e Simenon conclude dandosi un consiglio diremmo adatto alla sua indole - Contentati di fare il tuo mestiere, di raccontare delle storie e di occuparti dell'uomo e non degli uomini".Ma a proposito dei più deboli, dei più miserabili va notato che proprio a loro va la simpatia, o meglio la comprensione diretta di Siemenon e dello stesso attraverso Maigret. Intanto il commissario era di origini non certo povere, ma certamente modeste. Da qui quel suo gusto per le cose semplici e il disagio che provava ogni qualvolta le sue indagini lo portavano in luoghi e ambienti lussuosi e mondani, verso i quali non di rado manifestava apertamente il suo fastidio. L'abbiamo visto a disagio e quasi irritato al famoso hotel Georges V a Parigi, come pure nelle case di nobili o ricchi industriali. Lo vediamo invece a suo agio, quando può parlare con una portinaia, girando per il suo piccolo appartamento e curiosando nella cucina, per vedere cosa sta cuocendo sul fuoco, per sapere da cosa viene quel buon odore.
Simenon parlando della madre e delle sue paure in Je me souviens (1945) scriveva di questi poveri diseredati con toni duri: "Quegli uomini s'incontrano di sera nelle strade, il viso e le mani nere; di bianco ci sono solo i loro occhi, quelli che li rendono spaventosi. Mia madre li teme. E anche Valeria. Loro non si domandano come i laveranno nei loro alloggi troppo piccoli. Lavorano tredici o quindici ore al giorno. Dall'età di dodici anni  i loro figli li accompagnano in miniera e i loro vecchi trascinano un sacco sulla schiena curva, cercando qua e là dei piccoli pezzi di carbone da poter usare..." . Il conservatore Simenon pur cercando di essere lontano dagli uomini e vicino all'uomo, acuto osservatore non poteva non accorgersi di questa parte di'umanità che infatti ritroviamo spesso nei suoi romanzi.

venerdì 10 dicembre 2010

10 DICEMBRE 1922: DATA FATIDICA PER SIMENON

Ottantotto anni fa', precisamente. Era infatti la sera di domenica 10 dicembre 1922. Un treno proveniente da Liegi sbarca alla Gare du Nord di Parigi un giovane diciannovenne. E' belga, ha lasciato la sua città, il giornale in cui lavorava  La Gazette de Liège, una promessa sposa Régine Rénchon, la casa materna, la madre Henriette Brull e un fratello Christian. E' senza lavoro, senza introduzioni, non ha un qualsivoglia alloggio dove passare la notte.Possiede un po' di soldi, abbastanza per sopravvivere, in tasca ha una lettera di presentazione del suo direttore, Joseph Demarteau, e c'è un amico, suo concittadino, che lo aspetta alla Gare du Nord. Si tratta del ventireenne Luc Lafnet, aspirante pittore, arrivato nella capitale qualche mese prima che fno ad allora non ha trovato di meglio che dipingere dei cartelloni pubblicitari.
La decisione di Simenon sa molto di eroe letterario, colui che lascia la sicurezza, le certezze economiche, gli affetti, tutte le conoscenze per affrontare, in una metropoli ben diversa dalla piccola Liegi, la strada non certo facile per diventare scrittore. Alla piccola comunità ligiese che frequentava nei primissimi tempi faceva suoi proclami "Io farò romanzi come diceva Henry Ford delle auto: costruirò delle Ford per una parte della mia vita e guadagnerò moltissimi soldi, dopo farò delle Rolls Royce per mio piacere". Replicando gli altri lo mettevano in guardia ammonendo: "Guarda che morirai di fame".  Così fu almeno nei primi tempi, ma poi la sua determinazione si dimostrò più grande delle difficoltà e delle sue condizioni al momento. E ebbe ragione.

PESCARA: SIMENON E IL SUO DOPPIO, CALCANO LE TAVOLE DEL PALCOSCENICO

Il primo appuntamento della stagione 2010/2011 del "Teatro Immediato" di Pescara (Via Gobetti) sarà domani sabato  e domenica 12 , 17:30, con Le memorie di Maigret. Spiega l'autore e il protagonista Roberto Melchiorre “...attraverso il doppio registro della biografia e di un testo significativo come Le memorie di Maigret racconteremo il difficile rapporto tra l’autore e la sua opera. Abbiamo quindi messo in scena la vicenda umana e letteraria dello scrittore di Liegi, ma anche la storia di Maigret, il personaggio più celebre del suo universo narrativo, in un gioco di specchi e di rimandi tra l’autore e il suo mondo letterario”. La performance si terrà nell’ambito della rassegna I classici all’ora del the, realizzata dal "Teatro Immediato".