lunedì 22 novembre 2010

GLI "EROTICI" DI SIMENON


Tra il 1925 e il 1929, nel periodo antecedente alla pubblicazione dei Maigret, Simenon si dedicò alla letteratura  cosiddetta popolare, di tutti i generi. Non solo avventura, polizieschi, storie d'intrigo, ma anche romanzi erotici... per quanto all'epoca di tale argomento si potesse scrivere. Da un punto di vista "tecnico" è sorpendente come passasse da un genere all'altro, per dei romanzi di un ottantina di pagine che il giovane Simenon riusciva anche a scrivere in un solo giorno, almeno secondo le sue affermazioni. Pubblicazioni vendute a due franchi e mezzo, trame semplici, personaggi stereotipati, ma anche con questi standard la sua produzione era sorpredente. Vediamo, ad esempio, come era organizzato per una giornata di lavoro.
La segretaria arrivava alle nove. Tenete conto che per mezzoggiorno doveva aver dettato due racconti leggeri, uno tragico e completato la scaletta di un romanzo popolare. E nel pomeriggio doveva andare a consegnare quello che aveva prodotto la mattina. La sera ancora a scrivere perchè aveva preso l'impegno di consegnare due romanzi di quindicimila righe.
Parlavamo prima dei romanzi "erotici" che subivano lo stesso trattamento. Li scriveva sotto pseudonimi diversi e i loro titoli erano decisamente esplicativi: Ninì violata di Luc Dorsan (1926) oppure Un uomo libidinoso di Georges Sim (1927), Orge borghesi di Gon Gut (1926). Si tratta di titoli non tradotti in italiano e che non sempre, anche nelle varie bibliografie più acreditate, hanno uno pseudonimo e un editore univoci.
Qui di seguito pubblichiamo un elenco con pseudonimo, titolo e anno di apparizione di alcuni romanzi erotici pubblicati con le Editions Prima, le Editions Illustrées e la Société Parisienne d'Edition. Alcuni sono romanzi, altri sono antologie di racconti.

Éditions Prima

Gom GUT, Au Grand  1925.    
Luc DORSAN, Nini violée, 1926.   
Georges SIM, Un Monsieur libidineux, 1927  
Georges SIM, Les Mémoires d'un prostitué par lui-même, 1929.

Collezione  Gauloise"

Gom GUT, Un viol aux Quat'z'Arts, 1925.   
Plick et PLOCK, Voluptueuses Étreintes (contes) 1925.   
Gom GUT, Perversités frivoles (contes), 1925.   
Gom GUT, Plaisirs charnels (contes), 1925.   
Gom GUT, Aux Vingt-huit Négresses, 1925.   
Gom GUT, La Noce à Montmartre, 1926.   
Luc DORSAN, Histoire d'un pantalon, 1926.   
Gom GUT, Liquettes au vent (contes), 1926.   
Luc DORSAN, Mémoires d'un vieux suiveur (contes), 1926.   
Gom GUT, Une petite très sensuelle, 1926.   
Luc DORSAN, Nuit de noces (contes), 1926.   
Gom GUT, Orgies bourgeoises, 1926.   
Gom GUT, L'Homme aux douze étreintes,1926.   
Luc DORSAN, La Pucelle de Bénouville, 1927.   
Gom GUT, Étreintes passionnées, 1927.   
Gom GUT, L'Amant fantôme, 1928.   
Luc DORSAN, Un drôle de coco, 1929.

Éditions Illustrées

Collection "Les Romans drôles"

Gom GUT, Madame veut un amant, 1928.       
POUM et ZETTE, Des gens qui exagèrent, 1928.       
Gom GUT, Les Distractions d'Hélène, 1928.       
KIM, Un petit poison, 1928.

Collection "Les Romans folâtres"

BOBETTE, Bobette et ses satyres, 1928.       
Gom GUT, L'Amour à Montparnasse, 1928.       
Luc DORSAN, Une petite dessalée, 1928.

Société Parisienne d'Édition

Luc DORSAN, Les Mannequins du docteur Cup,  1927.

I MAIGRET DI SIMENON PUBBLICATI CONTEMPORANEAMENTE DA MONDADORI E DA ADELPHI


Contrariamente a quanto credono molti e a quanto scritto da qualcuno, il passaggio della serie delle inchieste di Maigret tra gli editori Mondadori e Adelphi non fu netta e nemmeno ci fu un intervallo. Infatti l'ultimo Maigret apparso per i tipi della casa editrice di Segrate è almeno del giugno 1994 (Maigret e l'informatore - collana Oscar Mondadori Narrativa). Il primo Maigret publicato da Adelphi nel 1993 (Pietr il Lettone - Gli Adelphi - Le inchieste di Maigret). Questo singifica per circa un anno Georges Simenon appariva contemporaneamente nel catalogo di due importanti editori italiani, quello più grande in assoluto e quello allora rienuto il più sofisticato e ricercato. Va ricordato che però Adelphi già da qualche anno pubblicava i romanzi, ma non i Maigret.E comunque è assolutamente insolito che un autore così importante fosse con le inchieste di Maigret in vendita con le edizioni Mondadori e quelle di Adelphi. E' un'altra testimonianza della singolarità di uno scrittore che ha dimostrato spesso di saper andare al di là anche delle più consolidate consuetudini editoriali.
L'unico accorgimento che fu utilizzato fu che per l'ultima serie Mondadori i titoli pubblicati furono gli ultimi della produzione di Simenon, mentre Adelphi iniziò dal primo.

QUANDO SIMENON SCRIVEVA ROMANZI POPOLARI SOTTO PSEUDONIMO

Un romanzo della serie popolare, del 1932, firmato George Sim e pubblicato da Tallandier.
Gli inizi furono difficili. Per uno che a diciotto anni aveva lasciato in Belgio un lavoro da giornalista ben pagato, una casa, una fidanzata, trovarsi a Parigi a fare la fame, a dormire nei sottotetti più infimi e a vedersi rifiutare racconti e romanzi, non era certo un bel viviere. Ma Simenon sapeva che se voleva diventare uno scrittore, e poi anche un romanziere, aveva bisogno di un periodo di apprendimento. Ma nel frattempo aveva anche bisogno di sopravvivere e quindi moltiplicava gli sforzi per farsi pubblicare qualcosa. Dopo aver rotto il ghiaccio con i primi racconti sul quotidiano Le Matin, grazie a Colette, iniziò a pubblicarne altri su vari giornali scandalistici e poi passò ai romanzi popolari. Come abbiamo visto erano degli scritti che uscivano sotto pseudonimi (ne usò circa diciassette) e che Simenon definiva "letteratura alimentare". Già, perchè pur rendendosi conto di fare della letteratura di livello basso, constatava che sempre più gli consentiva di sopravvivere. E poi c'erano altri lati positivi, come lui stesso precisava."Chiunque abbia scritto dei romanzi popolari, per un certo numero di anni e per guadagnarsi il pane, è sicuro che non utilizzerà più quegli schemi convenzionali in ciò che scriverà dopo, perché si acquisisce un tale odio per le convenzioni, per i personaggi stereotipati, per i dialoghi convenzionali, per le descrizioni convenzionali, che automaticamente non esiste più il rischio di utilizzarli, mi capite? In realtà, scrivendo romanzi popolari, s'impara tutto quello che non bisogna fare per scrivere un buon romanzo".

LETTERA A MONSIEUR E MADAME MAIGRET

*Nota a fine post

Ecco una lettera, apparsa sul giornale "L'Illustré de Lausanne"  in occasione dei cinquant'anni dalla creazione del personaggio del commissario Jules Maigret. E' Simenon che scrive alla sua creatura e alla sua signora, con tutta la tenerezza che si prova per un personaggio con cui si è convissuto per più di quarant'anni. Visto con la lente del tempo che ammorbidisce i contorni e sfuma i colori, ma che rende vivido il ricordo e fa rivivere con un po' di nostalgia quei momenti.elle parole dello scrittore si avverte un atteggiamento quasi reverenziale forse dovuto al rimpianto dei bei tempi passati... ora sono tutti e due in pensione... al limite della loro intensa vita.


Losanna 26 settembre 1979

M. e Mme Maigret
Meung-sur-Loire

Mio caro Maigret,sarà probabilmente stupito di ricevere una lettera da me, visto che ci siamo lasciati circa sette anni fa'. Questo è il cinquantesimo anniversario del giorno in cui a Delfzijl ci siamo conosciuti. Voi avevate circa quarantacinque anni. Io venticinque. Ma voi avete avuto la fortuna, in seguito, di trascorrere un certo numero di anni senza invecchiare. Soltanto alla fine delle nostre avventure e dei nostri incontri avete raggiunto l'età di cinquantatre anni che all'epoca era il limite di età per i poliziotti, anche se per un commissario di divisione come voi era di cinquantacinque. Quindi quanti anni avrete oggi? Non lo so, visto il privilegio di cui avete goduto per parecchio tempo. Al contrario io sono invecchiato e molto più velocemente di voi, come un comune mortale e adesso ho già da un pezzo passato i sessantasei anni. Non so se voi abitiate ancora nella vostra piccola abitazione in campagna a Meung-sur-Loire e se voi peschiate ancora con la canna; se riparato da un largo cappello di paglia vi occupiate sempre del vostro giardino; se madame Maigret  vi prepapari sempre quei piccoli piatti che voi amate tanto e se vi capiti, come capita anche a me, alla vostra età di andare a giocare a carte al bistrot del villaggio.Eccoci tutti e due in pensione e, spero per voi, assaporando entrambe i più piccoli piaceri della vita fiutando l'aria del mattino, osservando con curiosità osservando con curiosità la natura e gli esseri intorno a noi.Ci tengo farvi gli auguri per questo anniversario, a voi e alla vostra signora. Ditele  che grazie ad un certo Courtine, cui possiamo meritatamente conferire il titolo di re dei cuochi, le sue ricette di cucina hanno fatto il giro del mondo e che, per esempio,  sia in Giappone che nell'America del Sud i gourmand non mancano mai di mettere qualche goccia di prunella d'Alsazia quando preparano il pollo al vino.Quanto ai vostri successori al Quai des Orfèvres  ce ne sono stati molti che hanno adottato il vostro metodo e le vostre procedure, e alcuni tra loro, anche dopo essere andati in pensione, hanno scritto le loro memorie facendo seguire il loro nome dall'espressione "alias commissario Maigret".L'avete davvero meritato. Vi abbraccio con commozione, voi e madame Maigret, che probabilmente non immagina che molte donne la invidiano, che molti uomini  vorrebbero aver sposato una donna come lei e che un'affascinante giapponese, tra le altre, interpreta il suo ruolo in televisione, mentre un giapponese rappresenta proprio voi.
Affettuosamente
Georges Simenon

*Nella foto in alto, alcune delle attrici mogli di Maigret. Dall'alto a sinistra in senso orario: Andreina Pagnani moglie di Gino Cervi (Tv Italia) - Sato Tomomi moglie di Kinya Aikawa (Tv Giappone) - Jeanne Boitel moglie di Jean Gabin (cinema Francia) - Micheline Francey moglie di Jean Richard (Tv Francia).

SIMENON SI "INCARTA" SULLO SCANDALO STAVISKY

Grande scrittore, buon giornalista, inventore di uno dei più grandi detective della letteratura gialla mondiale, ma come investigatore le sue quotazioni ebbero modo di dimostrarsi invece assai basse. Stiamo parlando de "l'affaire Stavisky". Serge Alexandre Stavisky, di origine russa (Kiev 1886) era all'inizio un piccolo truffatore che aveva scalato la società aumentando il volume e il livello delle sue truffe. Il "beau Sacha", come veniva chiamato, si barcamenava tra il mondo finanziario, quello politico e quello giudiziario che più di una volta lo aveva accusato ed indagato. Nel 1932 scoppiò il grosso scandalo quando fu arrestato il direttore del Credito Municipale di Bayonne accusato di frode ed emissione di falsi buoni al portatore, per una cifra pari oggi a oltre 230 milioni di euro. Le indagini scopriranno poi che il direttore era una pedina di Stavisky, il quale a sua volta era in combutta con il sindaco di Bayonne, per altro anche deputato. Lo scandalo trascinò dietro tutti, politici, esponenti della buona società, alti funzionari statali, tutti in "buoni rapporti" con Stavisky. E così Sacha potè godere di favori che gli permisero di fuggire, di rimandare più volte il proprio processo. Ma ovviamente erano in molti ad avere interesse che lui non facesse nomi e, quando nel gennaio del 1934, fu trovato morto in uno chalet di Chamonix con una pallottola in testa, gli inquirenti si chiesero se fosse un suicidio oppure l'omidicio di qualcuno che voleva metterlo a tacere per sempre. A quel punto la stampa scatenò i suoi migliori reporter per far luce sulla vicenda e tra questi Paris Soir calò quello che sembrava una carta vincente, ingaggiò Simenon, come se essere stato l'inventore del commissario Maigret fosse una garanzia. Eppure Prouvost, l'editore del quotidiano, voleva proprio Maigret... nell'immaginario collettivo dei propri lettori era lui l'investigatore che doveva risolvere il caso e battere la polizia...vera! Ma dietro al "Commissario" c'era ovviamente Simenon a cui furono dati mezzi e possibilità a volontà pur di arrivare a risolvere il caso prima degli inquirenti. E l'editore spingeva per la tesi dell'omicidio. "Un suicidio - diceva - ci farebbe perdere 200.000 lettori!". Infatti l'omicidio presupponeva un killer e dietro di lui qualcuno, politico, finanziere o chissà chi come mandante. Questo significava che la curiosità della gente sarebbe andata a mille e, per un giornale scandalistico come Paris Soir che vendeva ormai quasi un milione di copie, la morbosa curiosità suscitata da quello scandalo voleva dire una gran quantità di copie in più. Il Simenon-Maigret si mise all'opera con la convinzione che Stavisky non fosse solo un imbroglione, ma un vero e proprio gangster e che quello era il mondo da cui bisognava iniziare ad indagare. Poi fece intravedere la pista di un omicidio politico.  Ma gli undici articoli che doveva scrivere per Paris Soir fin dagli inizi non fecero fare un passo avanti all'inchiesta, né a quella dei Maigret, nè a quella della polizia giudiziaria. Il carisma del Simenon Maigret, inizia a sgonfiarsi, comincia ad essere bersaglio di critiche e di prese in giro. Anzi le sue maldestre rivelazioni, i suoi inaffidabili informatori, lo portano a conclusioni che intralciano il corso della giustizia. L'affare si complica, Simenon mette le mani dove non dovrebbe e per di più a sproposito. L'ambiente della mala non gradisce affatto e quello giudiziario meno ancora. Sembra che alla fine arrivasse addirittura una telefonata dal ministro dell'Interno, ricordando che Simenon era belga, non aveva la nazionalità francese, facendo capire che poteva anche essere espulso. Ma poi le minacce della mala e quelle di funzionari di polizia che lui aveva coinvolto nei suoi articoli, citandoli per nome, gli fecero capire con le cattive più che con le buone, che non doveva insistere in quell'inchiesta e con quegli articoli. Insomma lo scrittore non solo aveva imboccato una falsa pista, ma aveva pestato piedi a destra e a manca, senza scoprire niente di concreto. Per lo scrittore fu un vero scacco e in molti continueranno a rinfacciargli per anni la figuraccia fatta nel caso Stavisky. Eppure Nine, il gestore di un ristorante di Montmartre, appunto "Chez Nine", che la sapeva lunga, che conosceva bene il mondo della mala e quello degli uomini del giro politico-finanziario (quelli dei suoi clienti abituali) gli aveva detto amichevolmente: "E porca puttana! Mio piccolo Sim, ma di cosa t'impicci? Non ti cacciare in questi pasticci! Che ne vuoi capire di queste cose? Tu  sei uno scrittore, un poeta, non un pollo. Lascia il tuo Maigret dove sta, con i suoi assasini, i suoi ladri e le sue puttane... Un pesce fuori dell'acqua muore. Hai capito!". Ma Simenon capì solo più tardi, troppo tardi per non portarsi dietro quella storia come un fastidioso fardello e per diverso tempo.

SIMENON, L'UOMO CON LA VALIGIA

"Les obsessions du voyageur", un libro francese del 2008, in cui Denis Benoit, raccoglie gli appunti di viaggio dello scrittore
Come se non fossero bastati i suoi numerosi trasferimenti di residenza, Simenon è stato anche un gran viaggiatore, prima in Francia e poi negli angoli più estremi del mondo.Iniziamo con la primavera del 1928, quando, troncata la storia con Josephine Baker, parte con la moglie Tigy. Ha acquistato una piccola imbarcazione, battezzata la Ginette con cui fà il giro dei canali fluviali di mezza Francia. Nella primavera dell'anno successivo si fà costruire un'altra barca, l'Ostrogoth, con cui, sempre via canali, arriva addirittura in Olanda. Lì si imbarca su una nave per un viaggio che lo porterà in Norvegia e poi su su ancora fino in Lapponia. Nell'estate del 1932 parte per l'Africa, prima l'Egitto, poi fà rotta su Karthoum e quindi arriva nel Congo belga  e da qui compie la discesa sull'omonimo fiume per ben 1700 km. fino a Kinshasa. L'estate seguente tocca invece all'Europa, soprattutto a quella dell'Est: Polonia, Romania, Cecoslovacchia, Ungheria, e di ritorno anche la Germania. Sempre nel '33 viaggio in Turchia, ma è lavoro, intervisterà Trotsky. Nel 1934, in estate, compie il periplo del Mediterraneo a bordo di una goletta noleggiata, l'Araldo. Nei primi dell'anno dopo parte per New York, da cui si recherà prima a Panama e quindi compirà un itineario nell'America del Sud, per arrivare infine alle isole Galapagos. Da lì poi a Tahiti e  ancora Nuova Zelanda, Australia, India  e, di ritorno, il Mar Rosso. Un tour durato quasi un anno. Passato l'uragano della seconda  guerra mondiale e trasferitosi negli Stati Uniti, Simenon riprende a girare. Nel 1947 lo troviamo a Cuba, nel '48 a Tumacacori, al confine con il Mexico e nel '52 intraprende un tour in Europa cui tocca anche l'Italia (Milano e Roma). Al suo ritorno nel vecchio continente (1955), si sposta continuamente da una località all'altra, Non si può dire che ci viva, ma nemmeno possono essere dei viaggi veri e propri. Nell'aprile del '55 si stabilisce a Mougins nelle Alpi Marittime, poi a ad ottobre a Cannes, nel '57 varca il confine e prende casa in Svizzera a Echandens (Losanna). Nel '58 torna prima a Parigi, poi a Bruxelles e ad agosto si concede una crociera sui canali olandesi. Ma a settembre lo ritroviamo in Italia, questa volta a Venezia, di lì a Firenze e poi di ritorno a casa, appena in tempo per la nascita dell'ultimo figlio Pierre Nicolas. Torna a Cannes nel maggio 1960 (è presidente della giuria del Festival del Cinema) e ad agosto è di nuovo in vacanza al Lido di Venezia all'Hotel Excelsior. Nel 1966 va in Olanda per inaugurare una statua a lui dedicata, a Delfzjl, insieme a molti degli attori (anche russi e giapponesi) che avevano interpretato il commissario Maigret per le emittenti televisive del loro paese. Altri brevi viaggi a Parigi, a Milano e a Liegi (per la morte della madre). E' il 1970, Simenon ha sessantasette anni e la sua carriera di viaggiatore per lavoro e per diletto termina. Ormai la sua vita si svolge tra i dintorni di Losanna e la città stessa, dove mancherà il 4 settembre del 1989