sabato 20 luglio 2013

SIMENON. NON PIU' ROMANZIERE... L'ALTRA VERSIONE DE "LA FIN"...


Siamo alle solite. L'universo simenoniano è talmente vasto e variegato che non si finisce mai di scoprire nuovi fatti e nuove versioni. Qui parliamo di un momento fondamentale, nel 1972, quando Simenon decise di smettere di scrivere. C'è la storia che tutti, lui compreso, raccontano. Quella del romanzo nemmeno iniziato, quel Victor, di cui ci sarebbero solo alcuni appunti su una delle solite buste gialle. Ma quello che sarebbe mancato, secondo la versione accreditata anche da Simenon, era l'état de roman... quella trance creativa che, a detta dello scrittore, era l'indispensabile stato per scrivere le sue opere. Quel 20 settembre non c'era verso che quel état arrivasse e dopo qualche ora, c'erano solo quegli scarabocchi e quel probabile titolo. Era il sgnale della fine.
Le cose sono andate davvero così? O perlomeno questa causa-effetto (mancanza di "ètat de roman" e fine della carriera di romanziere) é spiegabile così semplicemente?
C'è una intervista concessa nel '73 ad un giornalista svizzero, Henry-Charles Tauxe, che scriveva per 24 heures - Feuille d'avis de Losanne in cui le cose sono raccontate in modo diverso.
"....da novembre del '71 soffrivo molto frequentemente di vertigini. Era molto spiacevole e volevo sapere se fossero curabili e si potesse guarirne. Perciò mi ricoverai in una clinica. Sono riusciti a diminuire questo mio fastidio, lo hanno ridotto a cinque minuti, mentre prima durava circa un'ora. Solo che, per scrivere i miei romanzi, occorreva che io fossi al cento per cento in piena forma. Soprattutto con il passare del tempo, i romanzi diventavano sempre più difficili da redigere. Fu allora che presi la decisione di smettere...".
Quindi le sue non buone condizioni fisiche furono il motivo vero dell'abboandono della scrittura? Va ricordato che in altri contesti Simenon aveva lamentato che scrivere in quell'ètat de roman era sempre più faticoso, e che lo stress di mettersi completamente nella mente di un suo protagonista diventava sempre meno sopportabile. Quell'entrare nella testa di un'altro e di uscirne era un'operazione sempre più gravosa. E per dimostrarlo citava la lunghezza dei suoi romanzi: all'inizio erano composti da dodici capitoli, ma alla fine non arrivavano che a sette (ricordiamo che lui di media scriveva un capitolo al giorno).
Mancanza di ètat de roman e problemi fisici forse erano complementari. Magari costituivano due facce di una situazione che lo vedeva impegnato da oltre quarantina d'anni. E, arrivato alla soglia dei settant'anni, Simenon era probabilmente logorato e non solo dal suo sforzo creativo, ma anche da una vita in cui non si era mai risparmiato su nessun fronte.
"... io vivo nella pelle dei miei personaggi. Almeno ogni due mesi, c'erano dei personaggi che volevano nascere... Ora, all'improvviso, voglio vivere la mia vita per me, mi sento liberato, mi sento felice, una serenità completa - continuava a spiegare Simenon a Tauxe - Ero divenuto schiavo dei miei personaggi. Era molto faticoso. Ora non gli permetto d'impormi la loro presenza. Li tengo a distanza... sono rintrato nella mia pelle, nella mia personale vita e non ho più la forza di creare dei personaggi...".
Quello che emerge sempre più chiaramente è la presenza di varie concause, il logoramento, l'età, la salute... Ma, quello che non smette di stupire, é come sia possibile che un personaggio il quale dello scrivere aveva fatto per oltre cinquant'anni la sua ragione di vita, potesse smettere così all'improvviso, ma soprattutto senza evidenti rimpianti.
E sono ancora le sue parole in quell'intervista che non lasciano spazio ad altre interpretazioni.
"...E' un lato del mio carattere: quando io tronco con qualcuno o con qualcosa, non torno mai indietro, non ci penso più. E' chiuso...Quando ripenso ai romanzi questo non mi dice più nulla: è come se tutto questo fosse stato scritto da qualcun'altro. Ho consacrato tutta la mia mia vita ai romanzi, ne ho scritti 214, adesso provo il bisogno di tirare un respiro - e tanto per essere più chiaro - ... Se avessi continuato, mi sarei ucciso nel giro di due o tre anni...".

venerdì 19 luglio 2013

SIMENON E IL CINEMA, DUE EVENTI IN USA: "DARK NIGHTS" A BERKLEY E "CINE-SIMENON" A NEW YORK





















L'informazione la prendiamo dall'edizione europea on-line del Wall Street Journal. Ieri infatti ha pubblicato un articolo, a firma Kristin M.Jones, con un titolo molto intrigante Visions of the Dark. L'intervento è lungo e ripercorre alcune delle tappe salienti della vita e dell'opera di Simenon. E' l'occasione per la Jones per sottolineare il rapporto piuttosto stretto tra i romanzi del nostro e il cinema, sia per i romans-durs come per i Maigret, tanto che alcune volte, afferma la giornalista, sembra di vedere proiettato quello che si sta leggendo. E per la Jones è anche una questione di come la scrittura di Simenon evochi i colori e le luci, gli stessi che in un film fanno l'atmosfera e danno il taglio alla scena. E' la visione "dark" citata nel titolo e indicata per romanzi come Trois Chambre à Manhattan, o Feux Rouges oppure Les Frères Rico... e a volte è il chiaro-scuro della nebbia, altre invece la luce particolare di un piccolo bistrot... Insomma una lettura molto cinematografica dell'opera di Simenon che tra luglio e agosto avrà due momenti importanti negli States. Infatti in questi giorni è in corso a Berkley (California) Dark Nights (11 luglio - 29 agosto), una retrospettiva dei flim tratti dai romanzi simenoniani al "Berkley Art Museum & Pacific Film Archive di Berkley". Verranno proiettati una dozzina di film di pretigiosi registi come, tra gli altri, Marcel Carné, Claude Chabrol, Bertrand Tavernier, Bèla Tarr e Julien Duvivier.
Invece dall'8 al 21 agosto a New York si svolgerà Ciné-Simenon: Georges Simenon on Film presso l'Anthology Film Archives a New York. Il programma dei film ricalca un po' quello di Berkley, anche qui dodici film e quasi gli stessi registi: La Marie du Port (Marcel Carné), The Clockmaker (Bertrand Tavernier), Three room in Manhattan (Marcel Carné), The man of the Eifel Tower (Burgess Meredith),  A Man's nek (Julien Duvivier), The Man from London (Belà Tarr), Monsieur Hire (Patrice Le Conte), A life in the balance (Harry Horner & Rafael Portillo), The men who watched the trains go by (Harlod French), The bottom of the bottle (Henry Hataway), Betty (Claude Chabrol), The brothers Rico (Phil Karlson), Red Lights (Cédric Kahn), The last train (Pierre Granier-Deferre).
Un'estate americana all'insegna delle storie di Simenon, delle sue vicende cupe che gli americani chiamano noir o dark e che fanno concludere l'articolo alla Kristin M.Jones "...non importa quanto sia perso nel buio, il protagonista delle storie di Simenon potrebbe essere uno qualsiasi di noi".

giovedì 18 luglio 2013

SIMENON. UN AUTOREVOLE SAGGIO SU MAIGRET ATTRAVERSO... LE SUE COPERTINE

Alcune delle copertine di Maigret, frutto della ricerca di Murielle Wenger e oggetto del suo interessantissimo studio

Murielle. E' un nome che dice molto ai nostri lettori più affezionati. Murielle Wenger, per chi non lo sapesse, è una delle più competenti ed assidue attachées del Bureau Simenon-Simenon. La sua maggiore specializzazione è Maigret, argomento per cui è un'attiva e importante colonna del sito www.trussel.com. E, non ultimo, é l'ideatrice e l'autrice del sito Enquetês de Maigret (www.enquetes-de-maigret.com).
Oggi vogliamo segnalare l'ultima fatica di Murielle, intitolata De monsieur Gallet à monsieur Charles, enquêtes en images. Si tratta di un vero e proprio saggio sul significato delle copertine, sulla scelta degli editori, francesi e stranieri, del loro rapporto con i contenuti. A questo proposito vogliamo utilizzare alcune delle parole che Murielle ha scritto nell'introduzione di questo studio: "...Ci è parso quindi giusto occuparci delle illustrazioni proposte per i romanzi Maigret, in lingua francese, come per le edizioni in lingua straniera, e vedere come gli editori e gli illustratori hanno operato le proprie scelte, quali sono stati i criteri utilizzati per fornire al lettore la voglia di aprire il romanzo. Che cosa traggono dal titolo o dalla trama per illustrare una copertina. Qual è la scelta più utilizzata per un dato titolo? Come il titolo in sè stesso influenza le scelte? L'illustratore quali indici testuali utilizza? Cosa ci dicono queste scelte sulla conoscenza che ha l'illustrtore (o il suo committente) del libro stesso e del mondo di Maigret? A queste e ad altre domande cercheremo modestamente di rispondere, senza pretendere di essere esaustivi...".
La nostra Murielle è molto modesta. Qui si tratta invece di uno studio ponderoso che si snoda attraverso una trentina di pagine, con la pubblicazione di centinaia e centinaia di copertine di tutti i paesi del mondo, frutto di una ricerca durata anni (e che ad avviso di Murielle non è ancora terminata). L'analisi, il confronto e la comparazione di copertine, diverse per epoca, per editore, per paese, ci dicono molto del mondo del commissario Maigret e di come gli editori di tutto il mondo hanno inteso trasmettere questo personaggio ai propri lettori. 
Per quello che è a nostra conoscenza, si tratta di un saggio unico e che costituisce un vero e proprio punto di riferimento sia per gli appassionati che per gli studiosi. E' una panoramica delle varie interpetazioni della copertina che Simenon stesso riteneva molto importante, tanto da riuscire ad imporre a Fayard, delle inedite scelte fotografiche che occupavano tanto la prima quanto la quarta di copertina. E il risultato di Murielle è davvero straordinario. Consigliamo di scorrere queste trenta pagine, anche a chi non conosce la lingua francese, infatti già la sola visione di tutte quelle copertine è di per sè estremamente eloquente e significativa. 
Comunque non possiamo non farle i complimenti perché, ancora una volta, ha dimostrato la sua estrema competenza, la sua capacità di elaborare saggi corposi e approfonditi e originali... ma soprattutto il suo grande amore per Jules Maigret. 

mercoledì 17 luglio 2013

SIMENON. COME VOLEVASI DIMOSTRARE, IL FOGLIO SVOLAZZA IN RETE E LE SUE BAGGIANATE... FARANNO DANNI

Torniamo brevemente sul post scritto ieri e postato oggi che, andatelo a rileggere, riguardava l'ennesima baggianata su Simenon, citando un inesistente pamphlet contro il "razzismo" dello scrittore, articolo apparso due o tre giornai fa' su Il Foglio... sì proprio quello diretto da Giuliano Ferrara. Oggi è ben visibile in rete, su Google News, alla voce Le nuove streghe (stesso titolo dell'articolo). Qui non ci interessa chi è l'articolista, se è conosciuto o un'oscuro stagista, qui non ci interessa se è bravo o solo incostante e non ci interessa nemmeno pubblicare il suo nome.
Ci interessa che quanto ha scritto nel suo articolo produce oggi la sua prima conseguenza. Non solo è da giorni sul sito del giornale, ma ora è anche riportato da Google News... Fà il suo effetto...eh?
E chi lo andasse a leggere, e magari fosse incuriosito da questa citata pubblicazione di Pierre Assouline che attacca il "razzista" Simenon, perderebbe tempo e fatica a cercarlo, perchè semplicemente non esiste, né in italiano né tantomeno in francese.
Ma intanto prima e poi si sentirà lo stesso dire"... ma lo sai che ho letto su internet che Simenon era un razzista? Eh... sì..sì... ci hanno scritto anche un libro... e lo diceva anche un giornale... non sono mica chiacchiere...".
Beh... non saranno chiacchiere... ma chi lavora così, e aspirerebbe magari a scrivere di cultura, se scrive a questi livelli finisce per solo a sguazzare nella palude della disinformazione, goffo, sciatto e superficiale. Contenti loro... Si vede che a Il Foglio si contentano di poco... anzi, di così poco.

SIMENON-SIMENON FA' POLEMICA, E QUESTA VOLTA CON "IL FOGLIO"

Basta. Non se ne può più. Capiamo che la popolarità porta molti a parlare e scrivere a proposito o a sproposito dei personaggi famosi. Basta un sentito dire o una voce per imbastire un paragone, per inserire qualcuno in una lista, per sostenere, con parole estrapolate da un discorso più complesso, una tesi o un'altra sua opposta.
Quante volte abbiamo letto, nella presentazione di un nuovo scrittore di gialli italiano o straniero "... in questo personaggio si ritrova un po' del Maigret di Simenon...". E' ormai stucchevole. Basta che non ci sia azione forsennata, e sia presente una minima vena psicologica, ecco che scatta il paragone con il commissario simenoniano. Non parliamo poi della dicitura "atmosfere simenoniane" di cui pullulano le presentazioni, le critiche delle novità librarie...
Nel caso che prendiamo in esame però la cosa è più grave. In data 15 luglio Il Foglio pubblicava un articolo intitolato Le nuove streghe, dove il sommario recitava "Bigotta e islamofoba: i guardiani del politicamente corretto accusano Joyce Carol Oates. E non salvano Mark Twain né Pippi Calzelunghe".
E nell'articolo una sfilza di citazioni di personaggi che sono stati perseguitati dai politicamente corretti, secondo il giornale diretto da Giuliano Ferrara: Roald Dahl,  il drammaturgo elisabettiano Christopher Marlowe, Tolkien, Martin Amis, George Steiner, Scott Turow, e in mezzo a questi e altri nomi affastellati, capita anche Georges Simenon. Di cosa è accusato? Razzismo. Chi lo accusa?... Pierre Assouline. Queste le parole dell'articolo "Per l’editore Julliard, in Francia, è uscito un duro attacco anche al “razzista Georges Simenon” a firma di Pierre Assouline".
Allora per chi non lo sapesse, (e l'articolista evidentemente non lo sa) Pierre Assouline è uno dei biografi più autorevoli di Simenon. Per la casa editrice Juillard, ha scritto una biografia che noi riteniamo (ma siamo in buona compagnia) la più completa, quella più approfondita e la più affidabile. Ma si tratta di un'opera del 1992, quindi di più di vent'anni fa'. Non è una pubblicazione, recente, o di qualche anno fa' come con lo sbrigativo accenno fà supporre l'articolista de Il Foglio. E, per di più, non si tratta affatto di un pamphlet di accuse di razzismo a Simenon. Si tratta invece di una biografia di 650 pagine, più un altro centinaio di pagine tra appendici, note e apparati vari. Certo tra le innumerevoli vicende viene anche raccontata l'accusa di "collaborazionismo" con il governo filo-nazista di Parigi, le difese dell'autore, i meccanismi dell'incriminazione. Ma non si può scrivere che è uscito "un duro attacco al razzista Georges Simenon"... non è solo disinformazione, è una "toppa" troppo grossa, e anche la dimostrazione che, pure quando non si è sotto la pressante fretta che a volte impone la cronaca, non si "perde" tempo a controllare. Chi scrive fà il giornalista da quarant'anni e quindi sa bene che le pagine culturali sono "precotte", cioé preparate prima, talvolta molto prima, soprattutto quando non hanno a che fare con l'attualità, come l'articolo in questione.
E' quindi solo sciatteria, poca professionalità, abitudine a dare le notizie in questo modo, orecchiando i "si dice" e appigliandosi agli stereotipi... e il gioco è fatto.
Male... è fatto male.
Ma questo è un segno, soprattutto per un quotidiano spesso di sole quattro pagine, di quale cura e attenzione venga posta nel lavoro redazionale. E il lettore di fronte a questi casi si domanderà leggittimamente: ma per gli altri articoli potrò fidarmi? E il Direttore se ne accorge di certe cose? E cosa dirà di tutto questo?  

martedì 16 luglio 2013

SIMENON. ITALIA BATTE FRANCIA 111 A 41

Proporzioni ebook italiani/francesi su Maigret
Parlavamo nel post di ieri, delle nuove tecnologie che ormai vengono usate comunemente nell'industria culturale, dagli editori, dai lettori in un trend che è decisamente in aumento.
E, a proposito di queste tecnologie, non potevamo non parlare degli ebook, cioé i libri digitali che si leggono preferibilmente con un lettore apposito, l'ereader, o anche con i tablet o su un computer, anche se gli schermi di questi ultimi due non sono adatti a leggere a lungo, come richiede un libro.
Ma queste sono cose che ormai sanno tutti, o quasi tutti. Quello che invece io non sapevo riguarda gli ebook di Simenon reperibili sulle piattaforme di vendita on-line.
E ci è venuto in mente questo argomento perchè abbiamo letto una notizia che viene dalla Francia. Omnibus, l'editore che oggi lì edita l'opera simenoniana, fà sapere che ormai sono 41 i titoli di Simenon disponibili in digitale. Di questi  21 sono Maigret e 20 romans-durs.
La mente ci è corsa all'editore italiano. La domanda era: chissà qual é la nostra situazione, di paese bollato da un digital-divide molto marcato rispetto ai livelli europei, insomma... le cose non ci facevano ben sperare.
E invece... Invece in questo caso... Italia batte Francia 111 a 41.
Sembra il risultato di una partita di rugby (ma in questo i francesi sono molto più forti di noi) ma, per Simenon, Adelphi in questo caso vince su Omnibus di diverse lunghezze. Nello specifico la parte del leone la fanno i titoli di Maigret (93), ben di più dei romanzi che sono 18.
Ma quello che sorprende è il fatto che un catalogo Adelphi Ebook, composto di  271 titoli, ben 111 sono di Simenon (e quindi un po' meno di un terzo di tutta l'Adelphi Ebook è rappresentato da Maigret). Sono numeri che confermano, se ce ne fosse ancora bisogno, l'importanza dell'autore per la casa editrice milanese.
Le nostre previsioni?... Beh, i romans-durs sono ancora di là da finire e non destano preoccupazioni. Maigret, invece per il quale siamo agli sgoccioli anche con le raccolte di racconti, prevediamo che potrà vivere un'altra giovinezza con gli ebook, come successe con Adelphi dopo il periodo Mondadori... Ma occorrerà aspettare però ancora un po'...