giovedì 15 agosto 2013

SIMENON. SE MAIGRET INDAGA D'AGOSTO

Illustrazione di Ferenc Pintèr per la serie Maigret di Mondadori
"...le finestre, benchè aperte, non davano alcuna frescura: anzi, facevano entrare un'aria calda che sembrava salire dal'asfalto molle dalle pietre infuocate, dalla stessa Senna che pareva sul punto di fumare come una pentola sul fuoco. I tassì, gli autobus sul ponte Saint-Michel cammniavano più lenti del solito, sembravano trascinarsi....".
In Maigret tend un piége (Presses de La Citè - 1958), Simenon fa piombare il lettore, sin dalla prima pagina, nella torrida estate parigina e la sua afa di un agosto soffocante.
Eh già, perchè fanno da sfondo alle sue inchieste non solo le brume invernali dei canali, le nebbie notturne nei boulevard cittadini, o la pioggia battente sui marciapiedi e sullo scalone di Quai des Orfèvres. Molte delle inchieste si svolgono d'estate al caldo (a Parigi e altrove) con un commissario che, non solo dice ovviamente addio al suo cappotto con il collo di velluto e al suo chapeau-melon, ma che spesso si toglie, anche in ufficio, la giacca e addirittura la cravatta, come succede appunto in Maigret tend un piége. Il clima continentale non perdona e il caldo d'estate nella capitale francese dà del filo da torcere ai suoi abitabti.
Maigret, non rinuncia alla sua pipa, ma lavora con le maniche rimboccate. La birra fresca è un classico della stagione calda. Che venga su dalla brasserie Dauphine, che sia consumata da solo con uno dei suoi ispettori in qualche ombroso e riparato bistrot, o addiritura bevuta a casa, è la bevanda che ritroviamo più spesso nelle inchieste "bollenti" di Maigret.
Intanto spesso c'è una Parigi quasi disabitata.
"....in quel momento c'erano a Parigi, a causa delle ferie e del caldo, strade in cui passavano parecchi minuti prima di scorgere qualcuno. Maigret ricordava le strade del Mezzogiorno, l'estate all'ora della siesta, con le persiane chiuse, il  torpore pomeridiano di tutto il villaggio o di tutta una città, sotto il sole pesante. Oggi c'erano a Montmartre strade quasi simili...". E' la Parigi d'agosto in cui Maigret da la caccia ad un omicida seriale, cui si appresta a tendere un trappola con un'organizzazione in grande stile, che coinvolge molti tra ispettori, agenti e non solo di Quai des Orfevres.
Nonostante il caldo e l'afa, la macchina della polizia non si ferma... anche se con qualche pausa "....per circa un ora, solo nel suo ufficio, lesse e rilesse i verbali dell'interrogatorio... dopodichè sprofondò nella sua poltrona, con la camicia aperta sul petto, sembrò sonnecchiare davanti alla finestra...". E se al caldo estivo, si sommano lo stress degli interrogatori, il logorìo delle notti passate negli appostamenti, si capisce che la fine di un'inchiesta é una vera liberazione.
"...uno degli autisti gli chiese se desiderava la macchina, e lui fece cenno di no.
Aveva voglia prima di tutto di andarsi a sedere sulla terrazza della Birreria Dauphine...
- Una birra commissario?
Con ironia nella voce, un'ironia rivolta a sé stesso, rispose alzando gli occhi:
- Due!"

mercoledì 14 agosto 2013

SIMENON. SCOPRIRE OGGI MAIGRET A 23 ANNI

"Ho ventitre anni, mi sto per laureare in economia. Non ho mai letto molto, qualche classico, Kafka "La metamorfosi", Stevenson "Il club dei suicidi", Balzac "Papà Goriot", qualche best seller come Dan Brown "Il codice da Vinci",  e qualche altro titolo italiano che mi ispirava "Romanzo Criminale" di De Cataldo, "Gomorra" di Saviano, "La casta" di Rizzo e Stella. Quasi un mese fa' mi è capitato in mano un libro di Georges Simenon. Erano dei racconti del commissario Maigret...Mi hanno detto però che l'Adelphi sta finendo di pubblicare questa serie... Sapete darmi qualche consiglio per trovare gli altri libri? Mi hanno detto che Simenon ha scritto una novantina di libri... Io vivo in un piccolissimo centro e la libreria non è certo molto fornita. Dovrei andare nella città più vicina, poco più di cinquanta chilometri, dove ci sono almeno due grandi librerie. Ma lì troverò gli altri titoli del commissario Maigret? Datemi un consiglio. 
Paolo, un neofita".
Ecco una mail che ci è arrivata qualche giorno fa' e che abbiamo preso ad esempio di altre richieste che ci arrivano dello stesso tenore. L'ultima generazione, poco più che ventenni, quando Adelphi ha iniziato a pubblicare Maigret, nel 1983, non erano ancora nati. Quasi tutti non hanno sentito parlare delle edizioni Mondadori (tranne chi ha dei genitori appassionati simenoniani). Non parliamo poi di Cervi, l'indementicato Maigret televisivo italiano che concluse i suoi sceneggiati in tv nel 1972, cioè 41 anni fa'. Questo grosso modo vuol dire che i loro genitori (ammesso che abbiano fatto i figli intorno ai trent'anni) quando Cervi iniziò ad interpretare Maigret sul piccolo schermo  avevano quattro anni e appena dodici quando la serie terminò. Anche qui non è facile che molti l'abbiano vista.
A parte i consigli che abbiamo dato a Paolo (acquistare i libri su internet... magari anche degli ebook) tra questi giovani indubbiamente in gran confidenza con le nuove tecnologie (notebook, tablet, smartphone, ereader...), c'è qualcuno che cerca ancora i libri cartacei ed è ai primi passi nella scoperta del mondo simenoniano (da quello che ci ha scritto Paolo, ad esempio sembra ignorare che Simenon ha scritto anche oltre cento romanzi).
Ma questo ci porta ad una riflessione. Tra i giovani lettori, scarseggiano quelli  assidui, ma tra questi c'è chi si mette alla ricerca, ma i punti di contatto sono pochi... Adelphi sta finendo la serie dei Maigret e non si sa nulla delle eventuali ristampe a partire dal primo. In tv come commissario c'è il Montalbano di Camilleri, ma per quanto si dica da più parti che sarebbe una sorta di figlio letterario di Maigret (e noi, ad esempio, non siamo del tutto d'accordo... ma a questo dedicheremo un post apposito), porta semmai a leggere i libri dello scrittore siciliano. Qualche replica del Simenon televisivo su qualche canale digitale della Rai, qualche volta passa, ma anche qui orientarsi nella programmazione delle miriadi di canali free, non è cosa semplice. E poi sia nel caso di Adelphi, sia nel caso della Rai, manca la pubblicità. E quando la comunicazione latita la diffusione non è mai quella che dovrebbe essere.
Si dirà che gli Adelphi si vendono da soli e, ad ogni uscita, vanno sempre in classifica dei libri più venduti. Ma quando i titoli saranno terminati? Chi ne sentirà più parlare? Certo chi ha decine di anni sulle spalle di passione e lettura simenoniana, come noi, non ha problemi ad orientarsi, ma un ragazzo di vent'anni?
Certo Simenon-Simenon sarà lì a fare la sua parte di divulgazione, di approfondimento e d'informazione, ma come cambieranno le cose?

martedì 13 agosto 2013

SIMENON: IL PUNTO DI PARTENZA, SECONDO LUI

L'incipit, può essere una scelta non facile per uno scrittore. Si fa piombare il lettore in mezzo allo svolgimento della vicenda, magari in un momento critico della storia e poi pian piano gli si spiega il perché il come, il dove... Oppure una partenza descrittiva in cui si delinea il personaggio, si illustra l'ambito in cui si svolge la storia, si spiega il perchè e il come della circostanza, insomma si costruisce un quadro in cui si ritrovano tutti gli elementi essenziali che si svilupperanno sotto gli occhi del lettore durante il romanzo.
O anche l'inizio a ritroso. Si comincia con un antefatto di un mese prima, un anno, dieci anni prima. Un fatto quindi sucesso molto prima del tempo del romanzo, di cui il lettore di solito capisce poco o nulla, ma che avrà sempre più chiaro con l'evolversi della storia.
Insomma l'incipit, di cui abbiamo fatto solo qualche esempio, può essere creato in diversi modi.
Su questo l'opinione e la prassi di Simenon erano chiari. "... il punto di partenza può essere un incidente d'automobile, una crisi cardiaca o un'eredità. Ci vuole qualcosa che modifichi all'improvviso il corso dell'esistenza del personaggio - spiega lo scrittore durante la famosa intervista alla rivista medica svizzera Médicine et hygiène nel 1968 - E' palusibile, perché nella vita di quasi tutti c'è una svolta e se si cercano le reali cause, si scopre che sono talmente futili da non essere le vere ragioni. L'incidente è un segno che rivela o che mostra qualcosa del subconscio...".
Insomma è come se Simenon volesse sostenere che a volte aspettiamo quell'imprevisto per dar corpo a dei desideri nascosti per anni anche a noi stessi, e, inconsciamente, prendiamo al volo quell'inaspettata occasione per dar vita a quei desiderata per tanto tempo inconsapevolemente repressi.
Questo in realtà è un po' più dell'incipit, è in realtà il punto di partenza del  romanzo. E qui Simenon fà ritrovare il lettore nel pieno di questo cambiamento del protagonista, senza, all'inizio, fargli sapere né come era prima e né, ancora, come diventerà poi.
Il côté psicologico dei romanzi di Simenon ha un'importanza rilevante e anche l'avvio della storia è impregnata di tali problematiche.
"... L'imprevisto gioca un ruolo catalizzatore..". Simenon parte dunque per l'avventura del proprio protagonista, che all'inizio si rivela una strada buia che verrà lluminata man mano che si procede. Lui stesso dichiara che non ha idea di come finirà la vicenda. Dipenderà dalle scelte del protagonista, nella cui pelle Simenon stesso si è calato grazie all'état de roman, e si naviga a vista con gli stessi imprevisti e le medesime sorprese che riserva la vita.
E se la fine è quella voluta dal destino, l'inizio dei suoi romanzi è una sorta di pezzetto di legno che s'incastra nei complessi ingranaggi della vita e ne modifica inesorabilmente i movimenti e le traiettorie future.

lunedì 12 agosto 2013

SIMENON: IL PRIMO FEUILLETTON IN ITALIA FU SU "L'ORA" DI PALERMO

La scoperta, per gli appassionati, è di quelle gustose. Ci hanno segnalato infatti questo articolo dell'edizione di Palermo de La Repubblica del 10/08 (vedi il link nella Rassegna Stampa), in cui Umberto Cantone ci mette a conoscenza di una sua scoperta. Il primo romanzo di Simenon pubblicato in Italia su un quotidiano non è, come si credeva, su La Stampa di Torino nel 1931, ma su L'Ora di Palermo già nel giugno del 1930.
L'articolo è molto documentato e qui non vi diremo molto, perchè non vogliamo togliervi il piacere di leggerlo e di scoprire come un romanzo di Simenon sia finito nei primi anni '30 sui tavoli della redazione di un quotidiano palermitano. Ed è raccontato con gusto (scommettiamo che Cantone è un appassionato di Simenon), come dev'essere narrata la storia di una scoperta, ma che è anche un pezzo di storia della vita letteraria di Simenon, anzi di Georges Sim, come si faceva chiamare durante il periodo della cosiddetta letteratura alimentare.
Il romanzo a puntate è Il contrabbandiere gentleman (titolo originale "Destinées" - edizione Fayard) e mischia un po' di generi (ma Cantone spiega tutto) dando già prova di una facilità di scrittura. Siamo ad un anno dall'uscita di Maigret, quella che gli avrebbe fatto fare il salto alla scrittura semi-alimentare e quindi un periodo importante nel cammino del futuro romanziere.
Complimenti doppi a Cantone, dunque, per la sua scoperta e per il bell'articolo con cui ce l'ha raccontata. Se volesse scrivere qualcosa su Simenon-Simenon, sappia che i nostri post sono a sua completa disposizione. Chapeau!

domenica 11 agosto 2013

SIMENON, JEAN GABIN E LA RAGAZZA DEL PECCATO... OVVERO BRIGITTE BARDOT


Dopo Marie Trintignant, parliamo di Brigitte Bardot, un'altra donna che in qualche modo ha girato intorno a Simenon. In questo caso perché ha interpretato il ruolo di Yvette ne En cas de malheur (titolo italiano "La ragazza del peccato"), tratto dall'omonimo romanzo uscito nel '56 (Presses de La Cité). Il film fu diretto da Claude Autant-Lara, il quale proprio nell'agosto di 55 anni fa' stava lavorando alle fasi finali del film, che avrebbe debutato melle sale in Francia dopo la metà di settembre.
Il romanzo di Simenon è un riuscito quadretto della storia di un grande avvocato, interpretato dall'altrettanto grande Jean Gabin, della piccola delinquente, cui dà corpo la Bardot, che fa della bellezza e della seduzione allo stesso tempo le sue armi e la sue monete di scambio, e poi di un sottobosco di figure ambigue da Mazzetti, la figura del fidanzato italiano, a Janine, l'equivoca femme de chambre.
L'avvocato Gobillot, sposato e rispettabile, amico di ministri, é l'amante di Yvette. La tiene in un bell'appartamento e a controllarla c'è una femme de chambre, Janine. Ma Janine fa parte di un triangolo insieme ai due? Non si sa chiaramente, ma c'é il ragionevole dubbio. Mazzetti, ignaro di questo probabile triangolo, non tollera il rapporto tra Yvette e Gobillot. Non mancano poi altri amanti occasionali che la conturbante Yvette attrae come il miele fà con le mosche. In questo intreccio di rapporti Simenon si destreggia bene nel romanzo, sullo schermo, come al solito si perde un po' dello spessore psicologico, ma a dar smalto alla vicenda ci pensa un formidabile Jean Gabin e un strepitosa (almeno fisicamente, all'epoca aveva 24 anni) Brigitte Bardot che a fronte di un mostro sacro, come l'attore francese non ne esce poi così male, essendo certo già molto famosa, ma non ancora del tutto matura come attrice.
Simenon portò a termine la stesura del romanzo poco dopo essere tornato dai dieci anni di soggiorno americano. Nel novembre del '55 si era installato al Golden Gate, un lussuoso residence al centro di Cannes, ad un centinaio di metri dal mare, dove visse quasi due anni. Oltre ad En cas de malheur, vi scrisse Un échec de Maigret, Le petit Homme d'Arkangelsk, Maigret s'amuse, Le fils, Le Nègre, Strip-tease. Era in un periodo d'intermezzo della sua vita, tornato dall'America, non ancora stabilito in Svizzera che sarà il suo paese per oltre trent'anni, fino alla sua morte. Eppure la sua creatività non ne risente, il suo ritmo è regolare e gli consentono così di regalarci una vicenda a tinte noir ed un amaro epilogo dove i "poveracci" finiscono sempre per pagare e gli "altolocati", vengono appena sfiorati dalle tragedie.

sabato 10 agosto 2013

SIMENON SIMENON - INVITO ALLA LETTURA : L'UOMO CHE GUARDAVA PASSARE I TRENI

L'UOMO CHE GURADAVA PASSARE I TRENI 
(roman-dur) - anno 1938 - Edizioni Gallimard

Presentazione: Uno dei romanzi  di Geroges Simenon più riusciti degli anni '30. E' la rappresentazione più classica della parabola di un uomo rispettabile, dalla buona posizione sociale, con una famiglia regolare, impegnato in un buon posto di lavoro, nella quale a causa di un declic, magari insignificante, si mette in moto una serie di fatti concatenati che lo portano a quel famoso passaggio della linea, passando in quella parte della società dove non si è più gli stessi di prima, dove cambiano i valori, dove regna il disprezzo della buona società e dove spesso le disgrazie vanno a braccetto con i crimini e una spirale negativa trascina giù l'essere umano verso un destino tragico cui non potrà scampare. In questo caso chi guarda passare i treni è Popinga, Kees Popinga, un alto funzionario di un grande azienda che sta per chiudere. A questo punto, con la perdita di lavoro, di status sociale e d'immagine, si rovesciano le covenzioni sociali, le formalità esteriori e fors'anche le convinzioni di una vita saltano. Allora Popinga lascia Groninga, la sua città, moglie e figli, scappa dall'Olanda e si rifugia a Parigi, dove inizia a frequentare prostitute, gente di malaffare e conduce una vità speculare, ma opposta a quella di prima che era ordinata, onesta, rispettabile, rispettosa delle tradizioni....
Ma Popinga non reggerà a lungo. Nella capitale francese i giochi sono più grandi che a Groninga, un tragico epilogo lo aspetta inesorabile.

 

"Per quel che riguarda personalmente Kees Popinga, si deve convenire che alle otto di sera c'era ancora tempo, perchè, ad ogni buon conto, il suo destino non era segnato. Ma tempo per che cosa? E poteva lui agire diversamente da come poi avrebbe agito, persuaso com'era che i suoi gesti non fossero più importanti di quelli di mille altri giorni del suo passato? Avrebbe scrollato le spalle, se gli avessero detto che la sua vita sarebbe cambiata di punto in bianco....".
Edizione: Biblioteca Adelphi 169 - Traduzione: Paola Zallio Messori

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