lunedì 30 settembre 2013

SIMENON-SIMENON ANTEPRIMA: DOMANI IL 1000° POST

Domani non perdetevi l'aggiornamento di Simenon-Simenon. Sarà un giorno diverso dagli altri perché festeggeremo il 1000° post pubblicato. E sarà anche l'occasione per fare un po' il punto di questo blog che da quasi tre anni tiene compagnia a chi è appassionato dello scrittore, dei suoi romanzi e del  commissario Jules Maigret.
Un piccolo traguardo, ma per noi ha la sua importanza e lo ha per questa avventura che abbiamo intrapreso nel novembre 2010 e che, lo immaginerete, ci costa "quotidianamente" una qualche fatica, ma abbondantemente ricompensata dal vostro seguito sempre più numeroso.
A domani quindi, vi aspettiamo tutti su questa pagina.

SIMENON. L'AVVENTURA AMERICANA INZIA ON THE ROAD

Ieri il quotidiano La Repubblica ha dedicato un ampio spazio a Simenon e più precisamente a quel libro, De phoques aux cocotiers, aux serpent a sonnette, rieditato in Francia in edizione economica per Le livre de poche. Titolo della pagina d'apertura del supplmento La Domenica "Simenon on the road". Si tratta del libro che avevamo presentato anche qui a Simenon-Simenon un paio di settimane fa' con il titolo Simenon reporter on the road made in Usa. Come dicevamo, grande apertura della copertina de La Domenica, poi a seguire altre due pagine, con una decina di foto del periodo americano, poi un testo della giornalista Anais Ginori e un brano di questo diario di viaggio firmato Georges Simenon.
Molto interesse, quindi per Simenon da aprte del maggior quotidiano italiano (molti diranno che no, il maggior quotidiano italiano é il "Corriere della Sera", ma è una querelle vecchia che non ci interessa sviscerare in questa sede). Ma tanto spazio perché? Non perchè sia uscito un libro, o meglio per ora è edito solo in Francia e disponibile quindi in francese. Perciò non un interesse letterario, ma più sul personaggio e sulla sua esperienza americana.
Il famoso viaggio di circa 5000 chilometri, inizia a metà settembre 1946. Questo vuol dire, nemmeno un anno dal suo sbarco a New York, a metà ottobre del 1945. Nel novembre del '45 va a vivere a Saint-Marguerite-du-Lac nel Quebec (Canada francese), nell'estate del '46 trasloca a Saint-Andrews, sempre in Canada. A settembre parte per questo tour on the road su una vecchia Chevrolet.
Abbiamo fatto questa scrupolosa cronologia, per dimostrare che questo viaggio era la prima vera esperienza di vita di Simenon negli Stati Uniti, non da turista. E il resoconto venne scritto di getto, quasi come un diario di viaggio, pubblicato quasi giornalmente su France-Soir (per la precisione il 5, 6, 7, 8, 10, 14, 15, 17, 20 e 22 novembre 1946), quindi a viaggio appena concluso.
Per questo motivo, invitiamo a prendere con le molle le osservazioni e i giudizi espressi dal romanziere e che la Ginori mette in evidenza, come l'individualismo, la tolleranza, la diffidenza verso lo stato, gli americani come uomini senza incubi, una società dove ognuno ha il diritto di pensare altrimenti...
Si tratta di giudizi di un uomo che è letteralmente "scappato" dalla Francia, e
che vede l'America come una chimera, come libertà, con un profilo tutto in positivo e dove regna un'illimitata fiducia verso il futuro. Non scordiamo del periodio di paura da cui proveniva che l'aveva visto tribolare in Francia con un'accusa di collabrazionisamo tra capo e collo e di contro il senso di liberazione e l'impressione di rinascere quando riuscì a mettere un oceano tra il Vecchio e il Nuovo Mondo.
Sarebbe interessante confrontare le dichiarazioni che troviamo in questo reportage e il giudizio sull'America e gli americani che Simenon darà invece nel 1954 alla vigilia della sua (nuova) fuga in Europa (temi come il puritanesimo, il razzismo, il maccartismo...). Sono, questi ultimi, giudizi vissuti e meditati dopo dieci anni di vita statunitense e non quelli di un viaggiatore alle prime scoperte.
Potrebbe essere un buon argomento per un prossimo post...

domenica 29 settembre 2013

SIMENON. ANCORA IN VOLO L'ANGIOLETTO

1964, anno de "Le Petit Saint", Ian Fleming visita Simenon ad Epalinges. Lo scrittore guarda incuriosito il modello dell'americana Studebaker del suo collega inglese

Anche per questa settimana registriamo le posizioni dell'ultimo romanzo di Simenon edito in Italia. L'angioletto (Le Petit Saint - 1964 - Presses de La Cité), questo il titolo, guadagna un paio di posti piazzandosi 4° nella classifica dei "Tascabili" di TuttoLibri pubblicata su La Stampa di ieri. Oggi invece sul supplemento La Lettura del Corriere della Sera, perde qualche posizione nella sezione "Narrativa straniera", sistemandosi al 16° posto. Su RCult  de La Repubblica non ce n'è traccia né tra la "Narrativa straniera", né tra quella dei "Tascabili" invasa, come al solito, dai 99centesimi della Newton Compton.
Per quanto riguarda i libri venduti su internet, registriamo L'angioletto al 47° posto dell'aggiornatissima classifica "Top 100" di Internet Book Shop, mentre sulla piattaforma di Feltrinelli.it occupa la 18a posizione.
Una notazione particolare. Su inMondadori, l'unico Simenon che si trova è la raccolta dei racconti di Maigret L'Etoile du Nord e altri racconti ed occupa il 73° posto. Ma L'Adelphi non lo dà per già uscito, per la casa editrice si tratta ancora di un'anteprima non ancora giunta in libreria. Ma si sa su internet le cose corrono veloci... più che nella realtà!

sabato 28 settembre 2013

SIMENON SIMENON. BANANE A... THAITI

Turista da banane 
(Touriste de bananes o Les dimanches à Thaiti ) - anno 1938 - Edizioni Gallimard


"E' una nostra espressione  per identificare certi turisti che partgono per le isole (quelle tropicali n.d.r.) con l'idea di vivere una via naturale, lontani dal mondo, senza preoccupazione di denaro, nutrendosi di banane e di noci di cocco...".
Insomma è presto detto. Per i thaitiani sono quegli illusi che scappano dall'occidente per fallimenti, delusioni, brutte storie e pensano di trovare in quei lidi equatoriali il paradiso in terra. In realtà finiscono, alcolizzati, o ridotti alla fame, destinati nella loro beatà stupidità a fare una brutta fine. Ed è quello che succede al giovane Oscar Donandieu che scappa dalla sua realtà di ultimo esponente di una famiglia di armatori fugge a  Papeete, nella convinzione di iniziare una vita a contatto con la natura. Ma la realtà è ben diversa e anche una relazione con una donna del posto Tamantea, non incide su quella che sarà un epilogo tragico. Sullo sfondo i fallimenti e i sogi impossibili di tanti turisti di banane, che soprattutto a quel tempo, pensavano che cambiando luogo, i loro probelmi sarebbero scomparsi per incanto.
Un Simenon tragico, cui fa da contrasto una natura splendida che si capisce che abbia incantato anche il romanziere.






"Erano ormai trentasette giorni  che l'Ile-de-Ré aveva lasciato il porto di Marsiglia.Alla partenza si gelava e tutti i passeggeri, tranne due, si erano sentiti male.Ma poi dopo essersi sorbiti per sttimane i cavalloni dell'Atlantico, si erano dimenati fino a perdere il fiato nei locali da ballo della Guuadalupa e, perfino il missionario della seconda classe, si era vestito in borghese pr accompagnare a terra la famiglia Nicou. A Panama le singore avevano acquistato profumi, che lì costano meno,e durante la traversata del canale il pranzo era stato servito sul ponte, come vuole la tradizione. La nave si stava avvicinando agli antipodi e in lontananza si erano intraviste le Galapagos...".

Edizione: Biblioteca Adelphi 322- 1966 - "Turista da banane" - Traduzione: Laura Frausin Guarino

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venerdì 27 settembre 2013

SIMENON. COSI' PARLO' FAYARD...

Arthème Fayard. Editore di Georges Sim e di altri autori che altro non erano che gli altri pseudonimi di Simenon. Romanzi rosa, d'avventura, esotici, polizieschi... Quel Sim, o Simenon che fosse, per lui era un bell'affare. Preciso nelle consegne, veloce nella stesura, anche quando i tempi erano ridottissimi, di uno stile semplice e alla portata di tutti. Proprio quello che ci voleva per la sua letteratura popolare, venduta a pochi centesimi. Ma...
Ma un giorno del 1931 ecco che gli si presenta il giovane Sim con un'idea strampalata. Un poliziesco molto particolare e con una cadenza davvero incredible.
Vediamo cosa disse Fayard, ma anche Simenon, secondo quanto poi riportò lo scrittore nel suo L'age du roman, del 1943.
S. - Voglio scrivere dei romanzi polizieschi a cadenza mensile.
F. - Perché uno al mese?
S. - Perché ho calcolato che ciò corrisponde al mio bilancio.
F. - Cosa mi garantisce che lei sarà capace di reggere il ritmo?
S. - Eccone sei che sono stati scritti in tre mesi.
Fayard li lesse e dopo otto giorni mi diceva:
F. - Li pubblico!
Poi aggiunse.
F. - Solo che stiamo andando alla catastrofe.
S. - Perché
F. - Primo perché i suoi romanzi polizieschi non sono veri romanzi polizieschi. Non sono scientifici. Non rispettano le regole del gioco.
S. - E poi?
F. - Secondo, non c'è amore, perlomeno amore come lo si concepisce in un romanzo poliziesco.
S. - E ancora?
F. - Terzo, non ci sono i personaggi antipatici. I suoi romanzi non finiscono né bene né male. E' disastroso.
Questo avveniva nel '31. Simenon però l'ebbe vinta. Maigret debuttò per di più con il Bal Anthropométrique  che Fayard definiva "Un inutile sperpero di soldi". E invece con quel can-can notturno, fece parlare tutti i giornali di Parigi per una settimana e lanciò alla grande il personaggio di Maigret che ebbe un successo editoriale notevole. Dopo i diciotto mesi previsti dal contratto e dopo diciannove Maigret pubblicati, Simenon si ripresenta da Fayard. E' il 1933 e le parti sono invertite.

S. - Abbandono il romanzo poliziesco. Ne ho abbastanza del personaggio di Maigret.
Simenon era ormai partito per la via del romanzo, i romans-durs, come li chiamava lui. Fayard si disperò, lo implorò affinché continuasse la serie, ma non ci fu nulla da fare. Nell'ottobre del '33 poi Simenon passò a Gallimard... ma questa è tutta un'altra storia.

giovedì 26 settembre 2013

SIMENON... E SE FOSSE VISSUTO AI TEMPI DI FACEBOOK?


Simenon rubava. Lo ametteva lui stesso. Quando girava per le strade, si fermava in un bristrot o mangiava in una brasserie, le sue orecchie erano ben tese a cogliere i discorsi della gente. Una coppia che litigava alla fermata del metrò, padre e figlio che discutevano mentre mangiavano, due donne che ridevano sommessamente davanti ad una vetrina o due anziani che bisbigliavano mentre giocavano a carte in un bistrot.
Tutta quella gente per cosa litigava, discuteva, rideva o bisbigliava? Simenon si appostava e cercava di rubare le loro parole per comprendere i motivi dei loro comportamenti, tentando di capire quali vite si nascondessero dietro quell'attimo fuggente. E ovviamente carpiva i gesti, le espressioni, osservava il modo di vestire e, per le donne, di acconciarsi.
Insomma provava ad intrufolarsi nelle loro vite, attraverso quello che coglieva in quei brevi momenti. Era gente comune, che parlava di problemi quotidiani, che litigava per vecchie ruggini, per denaro o per gelosia... E intanto accumulava dati per i suoi romanzi.
Quasta sua insopprimibile esigenza di scavare nelle vite altrui, ci porta a pensare a come il romanziere si sarebbe comportato se, per assurdo, avesse avuto a disposizione uno strumento come Facebook.
Ormai è fin troppo acclarato che tra le persone presenti su questo social-network per i motivi più diversi, molte sono quelle che usano questo strumento per raccontare di sé, quello che fanno, chi sono i loro amici, dove vivono, quali viaggi hanno fatto, se hanno un rapporto sentmentale o no, qual'è il loro umore della giornata. Condividono (con amici talvolta veri e nella gran parte solo acquisiti e mai incontrati nemmeno una volta) le loro gioie le loro delusioni... Insomma è una grande esposizione di persone, le più varie, che a volte postano solo degli enigmatici "non posso più andare avanti", oppure "una giornata meravigliosa" o anche "da oggi ho deciso, basta!".... Messaggi in codice? Avvertimentimenti per qualcuno che sa? Sfoghi impulsivi?
Insomma su Facebook si trova una ricchezza di sfaccettature della vita umana che riteniamo che sarebbe stato uno strumento di grandissimo interesse per Simenon, e secondo noi l'avrebbe incuriosito non poco. Certo non può essere un sostituto dell'osservazione della vita reale, ma c'è una tale miniera di persone che letteralmente si mettono in vetrina, anche fotograficamente, con le loro manie, le loro aspirazioni, le loro debolezze, le loro convinzioni e le loro inclinazioni, che non crediamo avrebbe potuto lasciare indifferente il romanziere.
Forse si sarebbe spinto a chattare con qualcuno, per entrare di più nella vita di quello che spesso è solo un nome un cognome e una o più foto.
Certo si tratta di un marchingegno nato un secolo dopo la nascita di Simenon,
ma, se ci pensate, "solo"  quindici anni dopo la sua morte.
E crediamo che per la curiosità che lo scrittore ha sempre dimostrato per le innovazioni e le sperimentazioni non si sarebbe fatto scappare una novità coe Facebook. Voi che ne dite?

mercoledì 25 settembre 2013

SIMENON, LE INCOGNITE DEL NUOVO MONDO E LA SORPRESA DENYSE

Non si tratta solo della sua decisone di abbandonare la Francia e trasferirsi negli Stati Uniti, con l'intenzione di rimanervi. No, insieme a quella, nel '45, c'erano diversi elementi, a causa dei quali possiamo dire che il romanziere fu nella condizione di lasciarsi alle spalle tutto ciò che fino ad allora aveva costruito e iniziare daccapo, in un posto che non conosceva, e dove lui era quasi uno conosciuto, o certo molto meno famoso di quanto non fosse in Francia.
Possiamo paragonare questa fuga a quella di ventitre anni prima?


Allora lasciava Liegi, la sua città natale. Lasciava la famiglia, anche se i rapporti con la madre erano assai problematici, il padre era morto da un anno e il legame con il fratello non era così profondo. Lasciava, a diciannove anni, un lavoro gratificante e ben retribuito, quello di redattore de La Gazette de Liège dove per altro aveva buone prospettive di carriera. Lasciava la sua fidanzata, anche se c'era già un accordo per convolare a nozze. Comunque per il momento troncava tutto per tentare l'avventura letteraria a Parigi: un salto nel buio.
Adesso, che aveva nel mirino l'America, non si trovava in una situazione stabile. Pur continuando a convivere con Tigy (che insieme al figlio Marc l'avrebbe seguito in quell'avventura), il loro rapporto era definitivamente esaurito e la convivenza serviva solo per non turbare troppo Marc. Da un punto di vista editoriale aveva fatto un passo assai azzardato. Aveva lasciato la prestigiosa e ambita Gallimard per una piccola e allora sconosciuta casa editrice, Presses de La Citè. Non c'erano garanzie che la cosa potesse funzionare e lo stupore di molti che lo conoscevano certo non lo confortava in quella sua rischiosa scelta. A Parigi inoltre aveva dovuto lasciare Boule, sua femme de chambre da una ventina d'anni circa, alla quale lo legava non solo un quotidiano rapporto sessuale, ma anche una sincera tenerezza.
In più sbarcava in paese di cui non conosceva la lingua, o non sufficientemente, dove tutto gli era sconosciuto, dove non aveva amici, nè tanto meno quella rete di conoscenze che s'era lasciato alle spalle in Francia. Anche il suo ritmo di scrittura di quell'anno e di quello prima non è certo paragonabile alla sua media abituale
Simenon ha da poco passato i quarant'anni. Ha trascorso mesi terribili in Francia, sotto la spada di Damocle dell'accusa di collaborazionismo con i nazisti. E anche la partenza per gli Usa non è stata certo facile. Circa sei mesi di snervante attesa a Londra prima di trovare un passaggio qualsiasi per New York. Alla fine andrà bene anche un cargo.
Anche questa fuga in America è in un certo senso un salto nel buio, anche se ora Simenon possiede una serie di salvagenti costituiti da una certa traquillità economica, dall'affetto per un figlio, dalla sua reputazione di romanziere che, almeno in Europa, va crescendo e soprattutto dalle forze di un uomo maturo per affrontare queste difficoltà.
Probabilmente potremmo dire che comunque in quel momento era in uno stato di vulnerabilità, in una fase di incertezze e di incognite. Ed è in questo stato che incontra Denyse.
La segretaria-interprete lo travolge sentimentalmente e sessualmente e, come disse letteralmente Simenon, gli fece conoscere l'amore, quello travolgente, quello che suscita gelosia, quello che fa saltare tutti gli schemi.
Ci siamo chiesti più volte: ma come sarebbe andata se Simenon avesse incontrato Denyse in un altro contesto e in una situazione psicologica diversa?

martedì 24 settembre 2013

SIMENON, UN TE' PER IL PAPA' DI JAMES BOND


Siamo nel '64. Simenon si è appena stabilito nella nuova villa di Epalinges, che lui stesso ha progettato. E' il periodo svizzero dove riceve giornalIsti, troupe radiofoniche e televisive per quelle interviste che si devono ad un romanziere ormai celebre e arrivato. Ma arrivano anche uomini di cultura a volte suoi amici come Henry Miller, Charlie e Oona Chaplin, (pure loro vivevano in Svizzera), ma anche di scrittori come Ian Fleming.
Di lui abbiamo già parlato in occasione della notizia che l'Adelphi, avrebbe pubblicato in esclusiva per l'Italia i romanzi delle serie James Bond. I giornali dettero la notizia accostandola al fatto che la casa editrice stava esaurendo i titoli simenoniani di Maigret. Risultato, i titoli erano quasi sempre di questo tono: James Bond sostituisce il commissario Maigret. Il post di allora s'intitolava  Simenon-Fleming, Maigret-Bond, non c'è storia e dà chiaramente l'idea di come la pensiamo.
Ma oggi parliamo dell'incontro vero che i due ebbero appunto ad Epalinges.
Fleming, che giocava a golf, si trovava nei primi mesi del '64 nei pressi di Losanna, quando, saputolo, un giornalista si dette da fare per realizzare lo storico incontro: Maigret-James Bond.
Quando si videro, i due si tennero su un terreno neutro. Parlarono delle loro vite da scrittori, dei rapporti con i correttori di bozze, dell'ingraditudine dei critici, degli strumenti con cui costruivano le frasi, dei loro gusti letterari... Insomma una chiacchierata di cortesia. Se da un parte Fleming dichiarava di essere un lettore di Simenon da una ventina d'anni e di leggerlo addirittura in francese, dall'altra Simenon fu molto dilpomatico. Si tenne alla larga dall'esprimere gudizi sull'opera dello scrittore inglese, che pure  in quegli anni era al culmine della sua popolarità.
Discutendo delle rispettive ambizioni di scrittore, Fleming chiedeva a Simenon se non desiderasse scrivere un grande romanzo alla "Guerra e pace". E si sentì rispondere che gli bastava scrivere un "vero" romanzo, molto semplicemente.
Quanto a sè stesso Fleming si disse convinto che quando avrebbe finito di scrivere le avventure di James Bond, non avrebbe scritto più nulla.
Ma Simenon aveva scarsa simpatia per quell'agente segreto 007, poi definito "finto, schematico e artificiale".
Jean Fleming, che era nato nel 1908 quindi cinque anni dopo Simenon, doveva morire prorio in quell'anno, ad agosto, prematuramente stroncato da un'infarto.
Ora i due sono, almeno per l'Italia, sotto lo stesso tetto editoriale. Forse Fleming ne sarebbe contento. Chissà se per Simenon si protrebbe dire lo stesso...

lunedì 23 settembre 2013

SIMENON. ASPETTANDO GLI ULTIMI MAIGRET...

Nel post di ieri abbiamo accennato agli ultimi Maigret che dovranno uscire. E ci sono stati due interessanti commenti da parte diuno dei nostri attaché di punta al "Bureau Simenon-Simenon", Andrea Franco che ci ha suggerito interessanti puntualizzazioni e utili approfondimenti in merito ai Maigret che dovranno ancora uscire.
Proprio per questo motivo abbiamo deciso oggi di dare uno spazio adeguato a questi commenti e ripubblicarli quindi come un post, in modo da dar loro il rilievo che meritano e di consueguenza una maggiore visibilità (sappiamo che qualche volta la lettura dei commenti sfugge). Buona lettura.

                      *    *    *   *

Penso che dopo l'uscita, prevista tra un mese esatto, di Assassinio all'Étoile du Nord ci sarà spazio ancora per due libri. Finora sono stati saltati i tre inediti in Italia (godranno di un battage pubblicitario e saranno lasciati per ultimi... quindi saranno editi solo a 2014 inoltrato?)
Mancano ancora tutti i racconti piu lunghi tipo Le client plus obstinè du monde, La pipe de Maigret, La temoignage de l'enfant de choeur, Maigret et l'inspecteur malgracieux, On ne tue pas les pauvres types e Un Noel de Maigret.
Il libro in uscita a ottobre presenterà probabilmente solo quattro racconti, riunendo casi in cui Maigret è ormai vicinissimo alla pensione (il racconto che dà il titolo alla raccolta era stato pubblicato nel nostro paese da Mondadori col titolo "Due giorni per Maigret") oppure già pensionato viene chiamato in causa (o non riesce lui stesso a resistere ad indagare).
Questo dovrebbe essere il contenuto di Assassinio all'Étoile du Nord e altri racconti:
Assassinio all’Étoile du Nord
• Il Notaio di Châteauneuf
• Tempesta sulla Manica
• La Signorina Berthe e il suo amante

Se saranno confermati solo questi quattro racconti avremo una prova del nove che l'Adelphi sta centelinando non solo le uscite (mi pare l'ultimo Maigret sia stato pubblicato già 5 mesi fa) ma anche il contenuto delle stesse.
I racconti scritti negli anni '40 e summenzionati sono piu lunghi,
alcuni addirittura inseriscono Un Natale di Maigret tra i romanzi anzichè tra i racconti. Cronologicamente è l'ultimo (scritto, o quantomeno pubblicato per la prima volta, nel 1951) - Andrea Franco

domenica 22 settembre 2013

SIMENON. L'ANGIOLETTO VOLTEGGIA TRA LE CLASSIFICHE IN ATTESA DEL PROSSIMO MAIGRET

Eccoci al consueto appuntamento domenicale per fare il punto sulle vendite dell'ultimo romanzo uscito di Simenon, L'angioletto, che stiamo monitorando da qualche settimana. Questa volta lo troviamo nella 5a posizione della sezione "Tascabili" dell'inserto TuttoLibri de La Stampa di ieri. Oggi invece l'allegato La Lettura del Corriere della Sera lo colloca al 14° posto della "Narrativa straniera".
Nessun riferimento invece nelle classifiche di R/Cult de La Repubblica di oggi.
Nelle piattaforme di vendita su internet, troviamo questo titolo su I.B.S. dove staziona nelle zone basse della Top 100, raggiungendo il 64° posto. Invece su Rizzoli.it L'angioletto conquista la 12a posizione.
Siamo intanto in attesa della prossima raccolta di racconti delle inchieste del commissario Maigret, che avrà il titolo Assassinio all’Étoile du Nord che dovrebbe uscire tra la fine settembre e i primi di ottobre e che dovrebbe essere la penultima raccolta dei Maigret (dovrebbero rimanere ancora tre o quattro racconti da pubblicare. Vedremo se ci sarà la conferma del nostro Andrea Franco nei commenti).
Ma dopo l'ultima raccolta si ripartirà da capo... oppure... basta Maigret?