martedì 28 gennaio 2014

SIMENON SIMENON: FORMA & COLORI SONO QUELLI DEL GRANDE PINTER


I contenuti sono quello che sono, ormai li conoscete. Simenon-Simenon, con qualche rara eccezione è ormai on-line da oltre tre anni. Buoni o meno buoni, ogni giorno i nostri post vi propongono un tassello di quel "mondo-Simenon-Maigret" che a nostro avviso vale davvero la pena di conoscere, e che, a venticinque anni dalla scomparsa dello scrittore, quotidianamente produce notizie, eventi e curiosità che questo blog cerca di riportare il più compiutamente possibile.
Ma andiamo alla forma. O meglio alle illustrazioni con cui corrediamo i nostri post. Anche qui, chi ci segue da un po' di tempo, non avrà potuto notare che oltre a foto e compsizioni varie, facciamo un grande utilizzo delle immagini create da Ferenc Pintér. Il grande illustratore italo-ungherese è a nostro avviso un grande tra gli artisti figurativi del nostro tempo. I suo tocco è inconfondibile che si tratti di una copertina, di una pubblicità, di un murales, di qualsiasi forma di espressione figurativa.
Ma a parte il suo indiscusso valore artistico, a nostro avviso, nelle centinaia di copertine di Maigret, Pintér ha saputo esprimere come nessun altro i tratti del commissario, le atmosfere delle sue inchieste, i particolari e i dettagli (quelli che poi ritroviamo nelle indagini del commissario). Quelle sue macchie di colore, quei suo tratti semplici, a tratti addirittura scarni, quell'essenzialita di certi suoi disegni ci riprtano alla mente la sintesi e la semplicità del linguaggio che Simenon usava nelle sue opere. Per chi ama le curiosità, vorremmo poi qui accennare ad una coincidenza di date. Infatti Pinter nasce nel 1931, proprio l'anno in cui nasce il personaggio del commissario Maigret, lanciato da Simenon a Parigi con il famoso Bal Anthropométrique...
Insomma, come abbiamo scritto nel titolo, davvero sentiamo Pinter come la forma e i colori di questo Simenon-Simenon.
Proprio per questo da oggi abbiamo deciso di fare un nostro piccolo tributo a Pinter, dedicandogli uno spazio specifico con un link al suo sito ufficiale. Un modo di ringraziare questo nostro "incosapevole" collaboratore, che ci permette di qualificare graficamente il nostro blog e di ricevere dei complimenti che noi idealmente ogni volta gli giriamo. Perchè se Simenon-Simenon piace anche esteticamente a non poche persone, il merito é nella maggior parte suo... di Ferenc Pinter.  

lunedì 27 gennaio 2014

SIMENON SIMENON, FINALMENTE IL CASO "OFF-LINE" E' CHIUSO

Off-line. Per qualche giorno avete digitato il solito indirizzo www. simenon-simenon.com e invece del blog che conoscete, appariva il volto di una bella ragazzetta e alcune scritte che non avevano niente a che fare con noi o con Simenon. Niente da fare, prova e riprova ma usciva sempre quella ragazzetta sorridente. Beh, anche per noi quel sorrisetto è stato un incubo. Motivo? Uno di quegli impicci tecnico-amministrativi da cui non sempre è facile uscirne in tempo e senza danni. Per fortuna siamo stati ben assistiti e con pochi giorni e altrettanto poco danno, siamo tornati visibili.
Già avevamo ricevuto delle mail e dei messaggi preoccupati... simenon-simenon è sparito?... tutto finito?... Forse avremmo potuto comunicare in qualche modo che si trattava di un problema temporaneo, ma la preoccupazione e il lavoro per tornare on-line ci hanno assorbito a tal punto che abbiamo concentrato forze, tempo e attenzione solo a tornare visibili quanto prima.
Ora non resta che rimetterci al lavoro, scusarci doverosamente con tutti e tornare ai consueti appuntamenti quotidiani. A domani dunque.

mercoledì 22 gennaio 2014

SIMENON SIMENON. FACCIA A FACCIA GIDE-SIMENON

- Siete Simenon?
- Sì.
- Allora esistete davvero, in carne ed ossa?
- Sembrerebbe...
Questo, almeno stando alla ricostruzione che Simenon stesso fece una trentina d'anni dopo in un 'intervista a Lettres françaises, é lo scarno dialogo che ebbe luogo la prima volta che Gide incontrò Simenon. Siamo nel '35 e il grande intellettuale francese voleva conoscere questo fenomeno letterario che da poco era entrato a far parte della stessa scuderia Gallimard, di cui faceva parte anche lui.
Sembra che il dialogo iniziato in un café, sia poi continuato negli uffici della Gallimard, addirittura a porte chiuse, anzi chiuse a chiave.
Gide e Simenon faccia a faccia nello studio dell'editore.
Questa non era una situazione che Simenon gradisse granché... lui così schivo nei contatti con gli altri scrittori... figuriamoci addirittura con un personaggio come Gide, il quale nell'isolamento di quell'ufficio gli intima persino:
- Adesso sedetevi e rispondetemi...
Qui si rivela tutto l'interesse che uno dei più stimati intellettuali francesi del tempo aveva per le capacità letterarie di questo giovane scrittore (allora Simenon aveva poco più di trent'anni) e soprattutto per il suo metodo creativo.
E in quella specie d'interrogatorio André Gide lo sottopone ad un fuoco di fila di domande tipiche dell'intellettuale-letterato... quesiti sul suo processo creativo, sulle sue scelte linguistiche, sulla tipologia della sua ispirazione...
Simenon alla fine però reagisce.
- Io non ne so niente. Se inizio ad analizzarmi finisce che non riesco più a scrivere.
- Ma quando avete creato il vostro personaggio? - insiste Gide.
- Maigret?
- No! Voi stesso!
- Ma quale personaggio? Io... io vivo...
- Il personaggio che voi rappresentate, creato secondo l'idea che avete di voi stesso...
Ma è un dialogo tra sordi. Da una parte l'intellettuale analitico, che vuole sapere, vuole darsi una spiegazione, vuole scomporre il fenomeno Simenon e vuole studiarne le componenti... una sorta di vivisezione.
Dall'altra un Simenon nel pieno della sua creatività istintiva, inconscia e sulla quale non si pone domande. Accetta la propria capacità di scrivere, spesso di getto, velocemente, con una fantasia e una capacità di trasporre sulla pagina le sue esperienze, le situazioni vissute, i luoghi i personaggi... l'accetta e non si chiede perché e come sia arrivato a quel punto. Esercizio? Capacità innata? Quello stato di" trance creativa" che lui chiama état de roman?
A Simenon non interessa. Va avanti a scrivere come un treno e non ha tempo, né voglia per queste analisi introspettive.
Per la cronaca il rapporto di Simenon con Gide durerà a lungo. Il primo sapeva che finchè era oggetto della considerazione del secondo la propria dignità letteraria e di romanziere non sarebbe stata messa in discussione, come invece era capitato molto spesso. Gide dal canto suo era affascinato dalla capacità narrativa di Simenon e se ne sentiva attratto, tanto da prenderlo sotto la sua ala protettiva e dargli dei consigli (ricordiamo che ancora nel '43 Pedigree nacque per le insistenze di Gide). Tra i due ci fu anche un consisente carteggio.
Ma l'idillio intellettuale finì quando Simenon si sentì maturo e prese consapevolezza del suo valore... Ora poteva far a meno di quella protezione che forse, almeno un po', aveva finito anche per condizionarlo...

lunedì 20 gennaio 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET 3... PER QUATTRO ROMANZI

Mentre ancora si aspetta l'uscita dei libri contenenti le ultime inchieste di Maigret, per veder così pubblicata la totalità delle inchieste del commissario (ad aprile usciranno in "Minacce di morte" ed altri racconti i tre storici inediti in italia: l'italiano sarà cosi la quarta lingua in cui saranno tradotti tutti i 103 Maigret ufficiali, dopo il tedesco, l'inglese e il giapponese) l'Adelphi prosegue nella riedizione delle inchieste già precedentemente pubblicate, seguendone l'ordine cronologico.
Il volume di cui tratterò, "I MAIGRET 3" (a giorni in libreria) conterrà:
- La balera da due soldi (La guinguette à deux sous - 1931)
- L’ombra cinese (L’Ombre Chinoise - 1932)
- Il caso Saint-Fiacre (L’Affaire Saint-Fiacre - 1932)
- La casa dei fiamminghi (Chez les Flamands - 1932)
- Il porto delle nebbie (Le Port des brumes - 1932)
Sono le inchieste che vanno dal numero 11 al 15, quindi si tratta ancora del primissimo periodo, quello denominato "Fayard", dal nome dell'editore che iniziò a pubblicare i Maigret e i Simenon di genere giallo e in generale i testi di quel periodo (vedasi "Le Relais d'Alsace" - 1931 e "Le Passager du Polarlys" -1932).
La balera da due soldi è un Maigret abbastanza scanzonato e divertente che porta il commissario ad interessarsi ai divertimenti del fine settimana in campagna di un gruppo di parigini festaioli. Anche in questo  caso il colpevole non sembrerà del tutto antipatico agli occhi del commissario (e del lettore); in ogni caso l'inchiesta proseguirà leggera e scorrevole, anche se non rientra tra i miei "gialli-simenon" preferiti.
Di tutto altro genere e ,a mio avviso, spessore è L'ombra cinese: un delitto è commesso in una fredda notte di fine novembre in un'elegante condominio parigino. Maigret interrogherà la portinaia,verrà  a conoscenza dei segreti degli abitanti del palazzo, il tutto sotto una misteriosa figura che si staglia come un'ombra cinese la sera del delitto, dietro la vetrata di una finestra del palazzo. Qui i personaggi sono  ben dettagliati e la suspence é resa bene fino all ultimo
 Il caso Saint-Fiacre riporta Maigret nel paese natio, quello del titolo appunto. I ricordi della sua infanzia si intrecceranno con una realtà che non è piu' quella  di un tempo e, a  far si che la matassa da sbrogliare sia più intricata, ci sarà anche uno strano caso di omicidio, quello della contessa di un vecchio castello .
La casa dei fiamminghi, ambientato  a Givet, è in assoluto il libro delle inchieste del commissario che preferisco. Lasciatevi trasportare da Simenon in un freddo e piovoso gennaio in questo paesino sulla frontiera franco-belga. Maigret potrà errare a suo piacimento per indagare sulla scomparsa di Germaine Piedboeuf, non avendo incarichi ufficiali, si lascerà assorbire dall'ambiente che lo circonda, ma, nonostante ciò approderà (con conseguenza insolite), alla risoluzione del caso.
Il porto delle nebbie inizia con la ricerca dell'identità di uno sconosciuto errabondo per Parigi che verrà poi ritrovato con una pallotola piantata nel cranio. Non sarà facile, ma Maigret scoprirà l'identità di questo misterioso individuo e dovrà trasferirsi a Ouistreham per ricostruire alcuni avvenimenti avvolti dalla nebbia brumosa del passato, come ne è avvolto il porto normanno che ospita la vicenda.
Ultima notazione curiosa. Va rimarcato che nei quattro romanzi pubblicati in questo volume, l'ambientazione invernale fà da protagonista.
Andrea Franco

domenica 19 gennaio 2014

SIMENON SIMENON: IL SETTIMO ENIGMA DI MAIGRET/7 - MAIGRET ET SON MORT


Settimo enigma: Maigret et son mort - La fine degli anni '40 segna per Simenon una nuova fase: c'è l'agognato inizio del sogno americano e anche il passaggio ad un nuovo editore. Sven Nielsen, che ha appena inaugurato la propria casa editrice, les Presses de la Cité, conta anche su Simenon per farsi un nome e qualche titolo di Maigret sarebbero il benvenuto... Nielsen ha pubblicato nel 1945 un primo libro di Simenon, Je me souviens, poi nel 1946
Trois chambres à Manhattan, e nel maggio del 1947 Au bout du rouleau. Nel luglio del '47 è venuto il momento di pubblicare un Maigret. Uno dopo l'altro Nielsen pubblica il 22 luglio La pipe de Maigret (un libro composto da un omonimo racconto scritto nel giugno 1945, proprio prima della partenza per l'America, e di un romanzo breve realizzato su richiesta di Paul Lazareff per il suo giornale "France-Soir", "Maigret se fâche"), poi il 25 luglio Maigret à New York che Simenon aveva terminato nel 1946 e che narra le scoperte americane dello scrittore attraverso gli occhi del suo personaggio. Nell'ottobre dello stesso anno esce un'altra raccolta  di racconti scritti nel 1946, sotto il titolo Maigret et l'inspecteur malgracieux.
Nel novembre del 1947, Simenon, che sembra aver ritrovato il gusto di raccontare le avventure del suo eroe, gli fà condurre un'inchiesta mentre il commissario è in villeggiatura (sarà "Les vacances de Maigret"). Poi il romanziere si rende conto che non solo non può far a meno del suo personaggio, ma che lo deve riportare al suo lavoro alla Polizia Giudiziaria. Insomma finite le inchieste condotte mentre era in pensione o in vacanza, è proprio questo il
momento giusto per far rientrare il commissario nel suo naturale ambiente, Quai des Orfèvres. Simenon scrive quindi ne 1947 Maigret et son mort, dove si ritrovano tutti i classici ingredienti delle sue famose inchieste: la stufa a carbone nell'ufficio del commissario, una choucroute in una brasserie, un inseguimento che lo porta nel nascondiglio della banda dei Cechi, le passeggiate in lungo e in largo a Parigi, dalla Bastiglia fino alla Concorde, da Marais a Charenton e un visita nel laboratorio di Moers...
Ora questo settimo ed ultimo enigma consiste in questo: la scrittura di Les vacances de Maigret precede quella di Maigret et son mort, ma quest'ultimo viene pubblicato prima dell'altro (nel maggio del '48, mentre l'altro nel giugno dello stesso anno). Perchè la scelta di invertire la pubblicazione di questi due titoli rispetto alla loro stesura? Possiamo avanzare due ipotesi: forse si è voluto aspettare il mese di giugno, il cui titolo evoca la pausa estiva, cosa che poteva incentivare l'acquisto del libro. Oppure il fatto che Maigret et son mort  rappresentava la tipologia classica delle inchieste del commisario e che quindi andava ripristinata nel momento del suo rilancio: dopo il periodo Fayard e quello Gallimard, era un nuovo ciclo quello che partiva, il vero e proprio ritorno di Maigret: gli italiani lo avevano capito perfettamente, poichè la prima edizione tradotta in italiano si fregiava del significativo titolo Ben tornato Maigret...
Murielle Wenger

sabato 18 gennaio 2014

SIMENON SIMENON: I SETTE ENIGMI DI MAIGRET/6: FELICIE EST LA'

Sesto enigma: Félicie est là - Alla fine del 1941, Simenon scrive una nuova inchiesta del commissario Maigret, che viene pubblicata sul quotidiano Paris-Soir, con il titolo Signé Picpus. Nel maggio del 1942 e nel marzo del 1943, Simenon termina rispettivamente due altri racconti Félicie est là e L'inspecteur Cadavre. Una raccolta di tre testi verrà quindi pubblicata da Gallimard nel gennaio 1944 con il titolo di uno dei racconti: Signé Picpus.
In questo volume L'inspecteur Cadavre è posizionato prima di Félicie est là che invece era stato redatto molto prima. Questa scelta editoriale potrebbe essere dovuta al fatto che si sono voluti sistemare due importanti personaggi femminili all'inizio e alla fine affinché potessero simbolicamente inquadrare la serie Gallimard? Da una parte Cècile, vittima che si ribella al suo persecutore e che suscita una certa pietà da parte del commissario Maigret. Dall'altra Félicie con la quale invece Maigret imbastisce una sorta di gioco che poi finirà per vincere. Due giovani donne così differenti e che rappresentano così bene il variegato mondo, anche femminile, in cui si muove il commissario.
Murielle Wenger