sabato 24 maggio 2014

SIMENON SIMENON. CANNES: LA CAMERA AZZURA RIMANE... VUOTA

Mathieu Amalric, regista e protagonista de "La Chambre Bleue", al Festival di Cannes, si consola  rileggendo il libro di Simenon?
Il bianco vince sull'azzurro. Almeno ieri al Festival Internazionale del Cinema 2014 di Cannes. In "Un certain regard", la giuria, presieduta da Pablo Trapero (con Peter Becker, presidente del "The Criterion Collection", statunitense - Maria Bonnevie attrice svedese, Géraldine Pailhas attrice francese - Moussa Touré regista senegalese) ha dato la sua preferenza a White Dog dell'ungherese Kornell Mundruczó, vincitore quhttps://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6350846374741194765#editor/target=post;postID=7979918759527087506;onPublishedMenu=posts;onClosedMenu=posts;postNum=0;src=postnameindi di questa sezione. Rimane così a bocca asciutta Mathieu Amalric con il suo La chambre bleue, sia pure lodato da parte della critica e con un endorsement come quello del Festival Sundance che, nei giorni scorsi, lo aveva già prenotato per la propria prossima edizione e se n'é accaparrata la distribuzione americana.
E' stato il primo verdetto da Cannes in attesa di sapere a chi andrà la Palma d'Oro riservata ai film del concorso principale.
Quindi nessun riconoscimento per la pellicola tratta dal famoso romanzo di Georges Simenon. Ma non riusciamo a stupirci. E' in fondo lo stesso trattamento che di solito é stato riservato allo scrittore, che non è stato oggetto di nomine o riconoscimenti ufficiali, e alle sue opere che non hanno vinto nessun premio. Il suo giudice é sempre stato il pubblico (e qualche volta la critica). Un giudice che molto spesso lo ha proclamato vincitore nei fatti, con il successo di vendita delle sue opere, non di rado aldilà dei confini geografici e delle barriere linguistiche.
Amalric, con alle spalle una quarantina di film come attore e quattro come regista, invece  qualche premio lo ha già vinto, sia da una parte che dall'altra della macchina da presa (tre premi Cèsar e altri, tra cui uno per la sceneggiatura). Ma questa volta non ci pensava forse nemmeno lui alla passerella di Cannes. Ricordiamo che il film è nato come un low-budget, con un piano di lavorazione che ha visto il primo ciak a luglio 2013, la fine lavorazione nello scorso marzo, con uscita nelle sale prevista per aprile. Un film dunque da produrre velocemente (ma non di fretta...). Certo realizzare in Francia un film da un romanzo di Simenon è una di quelle operazioni che, nel bene o nel male, ti mette sotto gli occhi di tutti e che si voglia o meno dichiara una certa ambizione. Ed è poi difficile sottrarsi ai riflettori dei media.
Adesso il giudizio é nelle mani del pubblico, senza premi che possano aiutare il lancio del film sul mercato, ma  avendo partecipato a Cannes, che è già di per sé un risultato, ed avendo alle spalle un romanzo di Simenon, che significa  avere dalla propria parte (se non altro, per curiosità) i non pochi appassionati delle opere del romanziere.

venerdì 23 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL "CLUB DELLE SETTE MOGLI" DEL COMMISSARIO MAIGRET


Si fà presto a dire Maigret. Certo quello letterario è uno, uno solo e inconfondibile. Ma quando passiamo agli adattamenti cinematografici e televisivi le cose si complicano. Non esiste "il Maigret" ufficiale. Non c'è un attore che l'autore e i lettori delle varie nazioni riconoscono come quello di riferimento. E così, tanto per restare nei confini del vecchio continente, abbiamo preso in considerazione i Maigret del grande del piccolo schermo, più di successo e più duraturi. Anche perchè il personaggio su cui vorremmo soffermarci oggi è M.me Maigret. Ma, dati i cinque commissari che abbiamo scelto, ci siamo ritrovati con ben sette consorti. Il colpevole di tutto questo è Jean Richard, il primo  che ha interpretato per la tv francese (unico attore al mondo) tutte le inchieste del commissario, dal 1967 fino al 1990. Con tredici anni al suo attivo è comprensibile che abbia cambiato tre volte consorte. La prima fu Micheline Francey con trascorsi cinematografici e radiofonici (fino al 1968). A lei seguì Dominque Blanchar che interpretò M.me Maigret fino al 1976. Terza ed ultima, ma non "ultima" (perchè in realtà fu davvero la moglie di Jean Richard), Annick Tanguy che seguì il marito nell'avventura televisiva fino alla fine, quindi fino al 1990.
Sul grande schermo uno dei più efficaci interpreti (e che piaceva molto a Simenon) fu Jean Gabin che interpretò per ben tre volte il ruolo del commissario. Al suo fianco, nel ruolo di Louise Maigret, Jeanne Boitel che nel '58 recitò in Maigret tend un piège. Rimaniamo in Francia tornando alla televisione con la seconda serie cui i francesi hanno tributato un gran successo, quella interpretata da Bruno Crémer dal 1991 al 2005. L'ultimo Maigret francese aveva accanto l'attrice Anne Bellec che interpretava la signora Louise.
Non dobbiamo poi dimenticare la serie con Rupert Davies, produzione britannica della BBC, iniziata nel '60, dove M.me Maigret era interpretata da Helen Schingler.
Ci siamo tenuti per ultimo il nostro Maigret e, per noi italiani, l'indimenticabile Andreina Pagnani che accompagnò Gino Cervi per tutte e quattro le serie dal '64 al 72. Quella stessa Pagnani che quando fu mandata una sua foto a Simenon per l'approvazione, fu bocciata perchè troppo giovane e carina per interpretare la moglie del commissario. Poi gli fu mandata un'altra foto, sempre con la Pagnani, ma truccata e invecchiata e, senza sospettare di nulla, lo scrittore dette il suo benestare. L'attrice aveva conosceva da lungo tempo Cervi e già aveva lavorato con lui in varie occasioni, soprattutto teatrali, e quindi l'intesa tra i due risultava molto naturale anche sul piccolo schermo.

giovedì 22 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LA PAGINA DE "IL MATTINO" IN RICORDO DEL ROMANZIERE

Continuiamo con la nostra
ormai tradizionale rassegna
che ci illustra quello che i giornali
pubblicarono all'indomani
della scomparsa di Georges Simenon.
Questa volta si tratta
di un quotidiano italiano,
Il Mattino di Napoli,
che dedicò allora sette colonne
dell'intera pagina di cultura
all'evento.



Ancora una volta dobbiamo constatare che, almeno allora alcuni, non avessero ancora una percezione completa di cosa fosse l'opera di Simenon e i due principale titoli di questa pagina lo dimostrano.
L'articolo principale titola "Il prolifico papà di Maigret", mentre l'altro (a firma di Orio Caldiron) addirittura "Prigioniero di un colore" dove per colore s'intende il giallo e quindi significa per Simenon il successo di Maigret che, detta così, sembra abbia oscurato le centinaia di romans-durs, che lo hanno invece consacrato come uno dei romanzieri simbolo del '900.
Ma c'è qualche discrasia tra titoli e testo.
Il primo articolo  parla infatti di una "riscoperta" di Simenon, del suo valore letterario e della dimostrazione concreta di come le alte tirature possano conciliarsi con la qualità letteraria. Ovviamante si fà una veloce biografia, dagli inizi, ai suoi pseudonomi, al lancio di Maigret fino ai romanzi. Si parla della sua scrittura come un opera di un artigiano e si cita il critico simenoniano Francis Lacassin che spiega come lo scrittore entrasse nella pelle dei protagonisti che faceva vivere nei propri romanzi. Invece nel pezzo di Caldiron si sottolinea come Simenon fosse passato dalla letteratura popolare su ordinazione al genere poliziesco, che pur rimane per molti sempre un genere semi-letterario. Anche se si fà notare come Simenon sia stato un rifondatore del romanzo poliziesco che, fino ad allora, aveva seguito tutte altre strade. Poi, finalmente, la svolta con i romanzi  e l'articolo si conclude riferendosi ai protagonisti delle storie simenoniane "... sembrano dei fantasmi chiamati a raccontare le loro storie, come in trance, evocati come per magia dalla penna secca ed essenziale dell scrittore che ha lo sguardo inclemente di un maestro fiammingo". Completa la pagina un articolo di taglio basso, "Il fascino del commissario antieroe" in cui viene fatto un ritratto del celeberrimo commissario, comparandolo con gli altri investigatori letterari. Non poteva mancare una panoramica degli attori che lo hanno interpretato nelle varie versioni cinematografiche e televisive in tutto il mondo. E, una parte importante, non poteva che essere dedicata all'interpretazione televisiva del nostro Gino Cervi.

mercoledì 21 maggio 2014

SIMENON SIMENON. COME LA CENSURA RAI COLPIVA LE DONNE DEL MAIGRET-CERVI

Gabriella Andreini in bikini come nei Maigret non si é mai vista
Censura Rai anni '70. Già, nell'epoca della rivoluzione sessuale e dell'amore libero, figlie del tumultuoso '68,  nell'ente televisivo italiano si respirava un'aria ben diversa. La Rai Tv italiana era ancora molto severa nel selezionare ciò che trasmetteva. Il cosiddetto "comune senso del pudore" dettava legge e imponeva una castità mediatica che spesso colpiva i centimetri di pelle scoperta... ovviamente delle donne.
Sappiamo che, per quanto libertaria fosse la concezione del sesso e della sua pratica da parte di Simenon, altrettanto castigati e austeri erano i comportamenti di Maigret, le situazioni e le donne nelle inchieste del commissario. Anche prostitute e donne di facili costumi erano sempre presentate in un modo mai scandaloso o scabroso.
Eppure... eppure nella trasposizione televisiva la censura è intervenuta durante i controlli di routine.
A questo proposito scrive il Corriere della Sera nel settembre del 1972, a proposito di due puntate della serie, Il ladro solitario e Maigret in pensione,
"...Nuovo spietato intervento della censura per i "gialli" di Maigret... il bersaglio è stata Gabriella Andreini colpevole di indossare un bikini, soltanto in parte coperto da una vestaglia... L'alto funzionario dopo aver assistito a "Maigret in pensione", ha ordinato il taglio di ben cinque scene in cui appare Gabriella  Andreini con bikini e vestaglia...".
Si dirà, erano altri tempi, Maigret lo seguivano anche i bambini, insomma doveva essere uno spettacolo per famiglie e certe cose, benchè di sfuggita o marginali, il regista Mario Landi non se le poteva permettere. D'altronde non era la prima volta. Nello stesso articolo il quotidiano di via Soleferino, ricorda dei "... tagli apportati all'altro racconto della serie (Il ladro solitario) dal quale venne tolta una scena con Angela Cavo a schiena nuda, in controluce...".
E non è tutto. Riferendosi ancora a Maigret in pensione, il Corsera rivela "... un  altro grave provvedimento... il taglio di una battuta tra Cervi e l'Andreini che faceva parte della sceneggiatura completa, approvata ai vari livelli dei rappresentanti della TV...".
Crediamo che queste beghe censorie italiane non siano mai arrivate alle orecchie di Simenon, che forse si sarebbe fatta una sonora risata. Chissà se nelle serie prodotte in altri paesi in quegli anni si verificavano gli stessi problemi?

martedì 20 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL ROMANZIERE CHE NE FACEVA DI TUTTI I COLORI

Nel post di ieri si parlava di quelle che qualcuno ha definito i rituali di scrittura di Simenon. Una di questi erano le famose buste gialle che servivano allo scrittore per buttar già nomi, date, riferimenti vari, prima di iniziare a scrivere. Perchè delle buste e perché gialle, l'autore non ha mai saputo dare una spiegazione razionale (vedi il nostro post Come preparava i romanzi: le famose buste gialle).
Questo colore giallo ha iniziato a girare per la nostra testa e pian piano sono affiorati, proprio pensando ai colori, un certo numero di romanzi nei titoli dei quali l'autore ha utilizzato un colore. Ne abbiamo trovati nove. Ben poca cosa pensando che si riferiscono ai Maigret, ai romans-durs e ai racconti (ben oltre ducento titoli e abbiamo escluso quelli firmati con gli pseudonimi). Ci è però sembrato curioso metterli insieme e formare una sorta di arcobaleno che attraversa l'opera di Simenon: Le chien jaune - 1931, L'ane rouge - 1933, Le cheval Blanc - 1938, La demoiselle en bleu pâle - 1938, Le volets verds - 1950, La piste de l'homme roux - 1943, Feux rouge - 1953, La Boule noire - 1955, La Chambre bleue - 1963 (vedi il post I colori dei romanzi).
Poi ci sono i contrasti cromatici tra il bianco sporco de la Neige ètat sale - 1948
e il nero de Le Negre - 1957. Tra il nero cupo della notte de La nuit du carrefour - 1931 e lo splendore aureo de La Tabatière en or - 1932.

lunedì 19 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL SUNDANCE PRENOTA LA CHAMBRE BLEUE


La notizia arriva frasca fresca dall'Hollywood Reporter. Secondo il magazine di Los Angeles, l'ormai celebre festival, fondato da Robert Redford, avrebbe opzionato la pellicola di Amalric, tratta dal romanzo di Simenon La chambre bleue, per l'edizione 2015 della kermesse cinematografica americana. Non solo ma il presidente della Sundance Selects / IFC Films, Jonathan Sehring, ha detto: "Mathieu Amalric sta dimostrando di essere il più formidabile come regista come lui è un attore. Questo è un film superlativo". Di conseguenza non stpisce che ci sia in ballo un accordo anche per la distribuzione del film in America, accordo trattato da Arianna Bocco, responsabile acquisizioni e produzioni per Sundance Selects / IFC Films e dal produttore de La chambre bleue, Paolo Branco per conto di Alfama Films.
La francese Arianna e l'americano Paolo... sembra tanto un affare gestito tra italiani, tanto più che i cognomi sono rispettivamente Bocco e Branco!