giovedì 22 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LA PAGINA DE "IL MATTINO" IN RICORDO DEL ROMANZIERE

Continuiamo con la nostra
ormai tradizionale rassegna
che ci illustra quello che i giornali
pubblicarono all'indomani
della scomparsa di Georges Simenon.
Questa volta si tratta
di un quotidiano italiano,
Il Mattino di Napoli,
che dedicò allora sette colonne
dell'intera pagina di cultura
all'evento.



Ancora una volta dobbiamo constatare che, almeno allora alcuni, non avessero ancora una percezione completa di cosa fosse l'opera di Simenon e i due principale titoli di questa pagina lo dimostrano.
L'articolo principale titola "Il prolifico papà di Maigret", mentre l'altro (a firma di Orio Caldiron) addirittura "Prigioniero di un colore" dove per colore s'intende il giallo e quindi significa per Simenon il successo di Maigret che, detta così, sembra abbia oscurato le centinaia di romans-durs, che lo hanno invece consacrato come uno dei romanzieri simbolo del '900.
Ma c'è qualche discrasia tra titoli e testo.
Il primo articolo  parla infatti di una "riscoperta" di Simenon, del suo valore letterario e della dimostrazione concreta di come le alte tirature possano conciliarsi con la qualità letteraria. Ovviamante si fà una veloce biografia, dagli inizi, ai suoi pseudonomi, al lancio di Maigret fino ai romanzi. Si parla della sua scrittura come un opera di un artigiano e si cita il critico simenoniano Francis Lacassin che spiega come lo scrittore entrasse nella pelle dei protagonisti che faceva vivere nei propri romanzi. Invece nel pezzo di Caldiron si sottolinea come Simenon fosse passato dalla letteratura popolare su ordinazione al genere poliziesco, che pur rimane per molti sempre un genere semi-letterario. Anche se si fà notare come Simenon sia stato un rifondatore del romanzo poliziesco che, fino ad allora, aveva seguito tutte altre strade. Poi, finalmente, la svolta con i romanzi  e l'articolo si conclude riferendosi ai protagonisti delle storie simenoniane "... sembrano dei fantasmi chiamati a raccontare le loro storie, come in trance, evocati come per magia dalla penna secca ed essenziale dell scrittore che ha lo sguardo inclemente di un maestro fiammingo". Completa la pagina un articolo di taglio basso, "Il fascino del commissario antieroe" in cui viene fatto un ritratto del celeberrimo commissario, comparandolo con gli altri investigatori letterari. Non poteva mancare una panoramica degli attori che lo hanno interpretato nelle varie versioni cinematografiche e televisive in tutto il mondo. E, una parte importante, non poteva che essere dedicata all'interpretazione televisiva del nostro Gino Cervi.

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