mercoledì 18 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. E SE MAIGRET FOSSE STATO... INDIANA JONES?


Alla fine degli anni '20 Simenon, decise che era il momento di passare dalla letteratura popolare su ordinazione, ad una semi-letteratura che nasceva da lui, creata secondo le proprie esigenze, senza dar conto a nessuno della sua ispirazione e delle sue scelte.
Piano piano, tra i vari generi che aveva frequentato e che inevitabilmente lo condizionavano, si fece strada quello poiziesco-investigativo. Una volta in questo campo, sappiamo che saggiò diversi personaggi-investigatori, e tra questi, con una certa gradualità, anche qun certo Maigret una volta ispettore, una volta a Parigi, una volta in provincia, con delle caratteristiche che piano piano andavano sempre più a fuoco.
La domanda che ci poniamo oggi è: come mai abbia scelto proprio il genere che oggi chiamiamo giallo, o noir? Qualche risposta ce la siamo già data. Si trattava di un modo più sicuro per entrare in quella "semi-letteratura". Inannzituttto c'era un protagonista principale e una serie di personaggi di contorno che erano sempre quelli e anche per quanto riguarda le location c'erano dei luoghi che costituivano dei punti fermi. Questo si coniugava con la natura seriale che da una parte si fondava su una solida base che era sempre quella e dall'altra permetteva in ogni inchiesta di mettere in scena personaggi, atmosfere, vicende e ambientazioni anche molto diverse tra loro. Quindi un binario che forniva un riferiento costante e sicuro, ma anche la liberta di fargli prendere ogni volta diverse direzioni.
Ma questo, dirà qualcuno, poteva verificarsi anche con altri generi-seriali. La letteratura di viaggio, ad esempio. Il protagonista avrebbe potuto essere un Indiana Jones ante-litteram, una sorta di globetrotter che, per un motivo o un altro, ogni volta avrebbe potuto percorrere strade diverse, raggiungere paesi differenti, incontrare genti nuove e vivere avventure di tutti i tipi.
Allora?
Una risposta in parte la dà lo stesso Simenon in un testo, scritto nel 1956, ma inedito fino al 2013, quando venne pubblicato ne Les chaiers de l'Herne - Simenon (a cura di Laurent Demoulin) .
"...quando a diciassette anni sbarcai a Parigi per vivere della mia penna, come si diceva allora, visitai differenti officine - pardon - differenti editori che vendenano al pubblico dei libri a buon mercato. In meno di dieci anni, dal '22 al '30 circa,  ho assistito ad una serie di cambiamenti, che portarono ad un rivoltamento totale delle regole..... ma le "officine" cambiavano con molta cautela il genere della casa, sperimentando timidamente alcune strade, fino al punto di percorrerle con decisione. 
"Perché non scrive un romanzo poliziesco? All'inglese, beninteso...
Queste ultime parole nel linguaggio dell'editoria del''epoca  significavano: un romanzo poliziesco elaborato poteva essere messo nelle mani di chiunque  e  finendo inevitabimente in un matrimonio... "police+sexe" paga ancora meglio di "police +sentimento"... Il romanzo poliziesco era nato, nel senso che era divenuto una solida impresa commerciale e il cinema, la radio, e infine anche la televisione, non se lo fecero scappare...".
Ciò detto è già molto più chiaro perchè Simenon abbia scelto l'ambito poliziesco invece di quello dei viaggi d'avventura. Il suo fiuto editoriale era tutt'uno con la sua ispirazione letteraria e nel periodo della semi-letteratura il "mercato" era un elemento che il giovane scrittore non poteva permettersi di ignorare. In considerazione che in quella fase metteva per la prima volta in gioco il suo nome vero e che preludeva al salto che si apprestava a compiere e che non poteva fallire, quello in vista del suo obiettivo, i romans-romans o i romans-durs... insomma la letteratura non più legata ai generi, alla serialità e alle esigenze commerciali. 

martedì 17 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. MAIGRET E "L'AFFAIRE" DEL CAPPOTTO


Quello che segue, non è che un piccolo "divertissement" ad uso e consumo dei maigrettofili impenitenti - come me d'altronde! - e che prenderà un pretesto qualsiasi per divertirci con il nostro personaggio del cuore...
Ecco quello che ho fatto e invito voi a fare altrettanto... 
In Maigret au Picratt's al terzo capitolo, viene annunciato al commissario che la contessa von Farnheim è stata ritrovata strangolata. Maigret raggiunge il luogo dell'omicidio:
" La stanza in cui entrarono era male illuminata da una lampada a stelo con un abat-jour di pachmina. Qui la sensazione di soffocare era più forte che nel resto della casa. Si avvertiva immediatamente la sensazione, senza saperne il perché, di essere molto lontani da Parigi, dalla gente, dall'aria umida dell'esterno, dalle persone che camminavano sui marciapiedi, dai taxi che strombazzavano e dagli autobus che ondeggiavano, facendo stridere i propri freni a ogni fermata". 
Si noterà in questo passaggio l'abile descrizione dell'ambiente interno ed esterno con un'economia di vocaboli, con parole semplici, ma il cui effetto é estermamente evocatore. Ma non è questa la nosta proposta.
Quello cui voglio arrivare è quanto segue nel testo, che continua con un gesto abbastanza inatteso da parte di Maigret: "Il caldo era tale che Maigret improvvisamente si tolse il cappotto".
Senz'altro va ricordato che l'inchiesta si svolge in pieno inverno, in una Parigi che oscilla tra la pioggia e la neve. Di contro l'interno degli appartamenti era presumibilmente ben riscaldato, ma è vero che, come d'abitudine, ci si immagina Maigret piuttosto intabarrato nel suo capottone e che sabrazzarsene su luogo del crimine, (magari gli tocca togliere anche la sciarpa, quella che ha fatto sua moglie, che trova un po' asfissiante... la sciarpa, non la moglie!) .
Ma, va bene, ammettiamo che Maigret si tolga il cappotto... La questione che ci interessa è: cosa ne farà una volta che se lo è levato?
E è qui che ho immaginato vari scenari, senza però decidere quale possa essere il più plausibile:
• Una volta tolto il cappotto, Maigret, lo tiene sul braccio, come chi fà una visita e che non ha intenzione di fermarsi a lungo? Hum... poco verosimile se si considera la sua mania di rovistare in tutti gli angoli di un posto nuovo che sta scoprendo...
• Allora se lo mette sulle spalle, con le maniche penzoloni?.... Neanche questo è convincente: non è un'abitudine che lo caratterizza.
• Forse lo posa da qualche parte? Questo gia sembrerebbe più probabile. Ma dove lo posa? Su un mobile? Certamente no, visto lo stato dell'appartamento come ce lo descrive Simenon - e come ce lo fa sentire - come particolarmente ripugnante: bottiglie di vino rosso che rotolano dappertutto, resti di cibo sparsi sul tappeto, che è "di una sporcizia inaudita, come d'altronde tutti gli altri oggetti", e dei mobili sconnessi e consumati. Beh... non si può immaginare il commissario poggiare il suo amato cappotto in un tale posto... soprattutto M.me Maigret non sarebbe stata affatto contenta, quando fosse rientrato con i vestiti macchiati!
• Ah, potrebbe darsi che ci fosse un appendi-abiti tra questo decrepito mobilio? In questo caso si potrebbe immaginare Maigret "fare come a casa sua", e appenderci il cappotto....
• Ultima ipotesi, potrebbe essere che Maigret consegni il cappotto nelle braccia di Janvier, che l'ha accompagnato?
E voi amici maigrettofili cosa ne pensate? Come immaginate la scena? Fateci sapere le vostre ipotesi in proposito, nei commmenti a questo post!

Murielle Wenger

lunedì 16 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. IL PENSIONANTE SALE AI PIANI... SUPERIORI


Torniamo alle classifiche e come al solito facciamo una panoramica di quelle su giornali e su internet. Iniziamo dal piazzamento de "Il Pensionante" sulla classifica stilata da Nielsen Bookscan per l'inserto di sabato scorso de La Stampa, TuttoLibri, che vede resistere il titolo al terzo posto della Narrativa Straniera (e al 12° della classifica generale). La GFK, che ha curato le classifiche per l'allegato La Lettura del Corriere della Sera, vede, nella top 20 della Narrativa straniera, il romanzo di Simenon salire dal 13° all'8° posto. Anche per l'stituto di rilevazione Eurisko che elabora le classifiche pubblicate di domenica su RCult, nella sezione romanzi straniera Il Pensionante occupava ieri il 5°posto salendo dal 9° della scorsa settimana.
Per i libri venduti via internet su International Book Shop limitata scivolata del titolo simenoniano che passa dalla 6a alla 7a posizione. Su MondadoriStore lo troviamo al 49° posto (con una perdita secca di venti posizioni). Su Feltrinelli.it  registriamo anche qui una piccola discesa dalla 9a alla 10a piazza.
In definitiva potremmo dire che mentre le vendite in libreria vedono il romanzo di Simenon ancora in crescita, le vendite realizzate sul web c'è un calo generalizzato.
Da registrare l'assenza de Il pensionante dalle classifiche degli ebook più venduti.

domenica 15 febbraio 2015

sabato 14 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. EPALINGES: ADIEU... BUNKER!


Ma come si possono incrociare le vite dello scrittore Georges Simenon e quella del Cavalier Luigi D’Amato, armatore napoletano, trasferitosi a Losanna con società e affari ai quattro angoli del mondo?
Infatti non si incrociano. Non fisicamente perlomeno. Ma in qualche modo sono legati. Infatti il Cav. D'Amato, che di solito ha a che fare con le navi, grandi imbarcazioni da lavoro o da diporto, trovandosi a Losanna ha pensato bene di partecipare ad una (piccola/grossa?) speculazione. Ha infatti acquistato un terreno nei dintorni di Losanna per una lottizzazione che prevederà la costruzione di dodici palazzine con sei appartamenti l'uno.
E dove sorgeranno questi immmobili? Sui 25.000 metri quadri di terreno fino ad ora occupati dalla grande villa Simenon ad Epalinges. E il "mostro" come qualcuno l'ha soprannominato (o anche il "bunker") che fine farà?
Demolito.
Non rimarra nemmeno una pietra dell'unica casa che nel 1963 Simenon fece costruire appositamente per sé e per la propria famiglia... quando ancora una famiglia Simenon esisteva.
Di quella costruzione bianca, massiccia, tozza, tutta bianca se ne é detto, "architettonicamente" parlando, tutto il male possibile. In effetti per chi, come noi, l'ha vista non è certo stato un bel vedere. Certo era estremamente funzionale, o meglio Simenon l'aveva pensata appositamente per soddisfare le sue esigenze e quelle della famiglia a cominciare dalla moglie Denyse fino a Pierre, il figlio più piccolo.
in quella villa lo andarono a visitare molti suo amici famosi, Charlie Chaplin, Henry Miller, Jan Flaming, vi rilasciò numerose interviste e diverse troupe televisive si succedettero per girare documentari e reportage su quello che ormamai era uno scrittore famosissimo.
E chiunque usciva da quella grande costruzione rimaneva un po' attonito, abbagliato, meravigliato e, a seconda dell'amicizia che lo legava a Simenon, si esprimeva nel merito con maggior o minor tatto.
Insomma, tanto vituperata dai più, fu abbandonata da tutti, da Simenon e dalla sua compagna Teresa, ma anche dai suoi figli e rimase lì a testimonianza delle scarsissime qualità di progettazione del grande scrittore.
Adesso che però si parla di demolirlo (le previsioni dicono per fine marzo), viene un po' di tristezza. Un pezzo della vita dello scrittore, svanirà per sempre, Anche se era una bruttura, testimoniava un periodo, magari non dei più felici (vi visse fino al '72 il momento tragico della sua rinuncia a scrivere), ma pur sempre un periodo cruciale della vita di Simenon.     
Il Cav. Amato, ci guadagnerà un po' di soldi... meglio, un po' più di soldi di quelli che già possiede, e  settantadue famiglie  popoleranno questo comprensorio. Tra tutte quelle persone quante sapranno che lì prima c'era la grande villa di un famossisimo romanziere? 

venerdì 13 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. BUON COMPLEANNO GEORGES!


Oggi 13 febbraio è il giorno della nascita di Georges Simenon e gli auguri sono d'obbligo. Sì, certo sono ventisei anni che è scomparso, ma se non fosse per la notizia che all'epoca dettero i giornali, se non fosse che ogni tanto qualche anniversario ce lo ricorda, quasi quasi il fatto che fisicamente sia morto potrebbe essere un dettaglio che forse passarebbe in secondo piano... che via via si tenderebbe a dimenticare.
Se ne parla spesso sui media (lasciando da parte ovviamente Simenon-Simenon che ne parla tutti i giorni!). Decine e decine di editori continuano a ripubblicare in tutto il mondo i suoi romanzi, tradotti in oltre cinquanta lingue. I suoi titoli li troviamo quasi regolarmente nelle classifiche dei libri più venduti, e non di rado nelle primissime posizioni...
Poi ci sono i critici che ci ripetono della modernità del romanziere che pur essendo un grande del '900 è sempre attuale... e altrimenti non si spiegherebbe perchè generazioni molto diverse, come quelle degli anni '30 e quelle degli anni 2000, rimangano affascinate dai suoi romanzi. Nemmeno il commissario Maigret, icona universale di una certa Parigi e di una certa provincia francese degli anni '30/'40, neppure lui passa di moda, anzi mantiene una sua attualità per la singolarità del suo metodo d'indagine, del suo "strano" modo di fare il poliziotto e per il suo famoso motto "comprendere e non giudicare"...
Beh certo, messa così è davvero dura pensare a Simenon come ad una figura che non c'è più, quando invece è una presenza che avvertiamo (certo almeno noi, suoi appassionati lettori) quando ci immergiamo i suoi libri. E in quel periodo una scia ci accompagna durante la giornata... quel vecchio che vediamo sorseggiare un bicchiere di vino bianco poco prima di pranzo, quella donna con la sporta della spesa che immaginiamo vada a preparare la cena a suo marito, quel venticello freddo che pulisce il cielo e ce lo restituisce di un azzurro intenso e con un sole brillante, quell'omone alla fermata dell'autobus che fuma una pipa...quella ragazza male in arnese che cammina tutta storta e porta negli occhi la disperazione della sua vita... Insomma quante immagini simenoniane ci portiamo dietro, una volta chiuso il libro e usciti per la strada, immersi nella vita reale di tutti i giorni?
Buon compleanno Georges... Certo non sappiamo come sdebitarci per tutto quello che ci hai regalato. E soprattutto oggi, giorno del tuo compleanno... non ti regaleremo certo una pipa o del tabacco... ma compreremo sempre un altro tuo libro e, stai certo, continueremo a comprarli anche per regalarli soprattutto a chi non ti conosce... Auguri!

Maurizio Testa   

giovedì 12 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. POKER DI SIMENON IN OLANDA


Secondo le informazioni che fornisce il sito ufficiale di Georges Simenon, oggi in Olanda, per gli appassionati del romanziere è un giorno che potremmo definire straordinario. Già... infatti, secondo le suddette indicazioni, oggi nella patria dei mulini a vento usciranno, editi dal suo storico editore Bruna, ben "quattro" Simenon! Romanzi che vanno dal 1931 al 1947 tra cui anche due Maigret del periodo Fayard. Insomma, se la notizia corrisponde al vero, una di quelle "cuccagne" che qui in Italia nemmeno ci sogniamo...
Ma andiamo per ordine e vediamo di quali sarebbero i titoli.
Iniziamo dal Maigret cronologicamente uscito prima: aprile del 1931. Si tratta de Le Chien jaune, un romanzo che fà parte dei primi Maigret, che si svolge a Concarneau ed inizia con un tentativo di omicidio e due omicidi invece riusciti. L'inchiesta parte e si sviluppa mostrando il fiuto di Maigret (ricordiamo che questo titolo è il sesto in ordine di apparizione sugli oltre settanta del "corpus"), l'intuizione che lo guida e l'empatia che il commissario riesce a stabilire con gli ambienti e le persone. E' il "metodo Maigret" che Simenon, nei primi romanzi, deve far venir risaltare riconoscibile e netto. Il cane giallo citato nel titolo è un randagio che fa la sua strana e misteriosa apparizione in alcuni momenti dell'indagine, pu non avendo nessun ruolo determinante nella vicenda.
Il secondo è Le Charretier de La Providence, sempre un Maigret del '31, ma uscito ad aprile, un mese dopo Le Chien jaune (rammentiamo tra l'altro che tra febbraio e dicembre del 1931 furono pubblicati ben undici titoli della serie).  
Qui siamo nel mondo dei canali e delle chiuse. Un mondo che Simenon conosceva bene per aver a lungo navigato dalla Francia ai paesi del nord Europa, a bordo prima della Ginette e poi dell'Ostogoth. C'è una donna uccisa alla chiusa numero 14 di Dizy che dà il via all'indagine e che sarà piuttosto intricata e in cui Maigret per un po' segue anche un pista sbagliata. Ma l'atmosfera di questi canali, delle loro nebbie, delle chiuse, della vita sulle chiatte è resa magistralmente dal romanziere che tornerà su questi tipici luoghi anche in altri romanzi.
Terzo nel tempo viene Le Bourgmestre de Furnes, uscito nel 1939. Siamo su altri livelli. Intanto si tratta di un roman-dur e per di più del periodo Gallimard.
Una storia che si svolge nelle Fiandre, Belgio fiammingo, con uno dei personaggi forti, rudi, tutti d'un pezzo come non di rado escono dalla penna di Simenon.
Joris Terlinck soprannominato Baas (il padrone) è l'oggetto dello studio psicologico dell'autore, un uomo che si è fatto da sè, un padrone arrivato alla carica di borgomastro. Simenon va a fondo e scava tra le sue incrollabili sicurezze e tra le crepe che i drammatici avvenimenti aprono nel suo animo duro e coriaceo.
Ultimo in ordine di tempo (1947) é Lettre à mon juge. Un Simenon maturo romanziere, conoscitore dell'animo umano, qui si produce in una lunga lettera che un condannato a morte scrive al suo giudice istruttore, per spiegare la morte della sua moglie di cui lui è accusato. E'una libro-lettera scritto in prima persona, dove il condannato apre il suo cuore al magistrato, raccontando le vicissitudini sentimentali, il suo lacerarsi in una o in un'altra storia, il rapporto con la prima moglie, con la seconda e con la propria amante. Svela le sofferte contraddizioni e gli oscuri motivi che lo spingeranno all'omicidio. Insomma un'altro dei ritratti psicologici di grande spessore che Simenon ha creato e  
che lo hanno reso un grande romanziere.

mercoledì 11 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. LA BOULE NOIR ROTOLA SULLA TELEVISIONE... FRANCESE


Oltrealpe, la produzione televisiva ancora regge. E non parliamo dei serial che sul piccolo schermo ormai spadroneggiano su tutti i canali. In questo caso parliamo di un telefilm, prodotto dalla Neyrac Film, che ha iniziato le riprese nello scorso giugno, e che arriverà al debutto televisivo il prossimo 17 febbraio su France 3.
Stiamo parlando de "La Boule Noire", tratto dall'omonimo romanzo di Georges Simenon, scritto nel 1955.
La regia è di Denis Malleval, l'adattamento televisivo e di Jacques Santamaria, i protagonisti principali  sono Bernard Campan, e
Il romanzo, scritto appena tornato dai dieci anni passati in America, è ambientato in una cittadina del Conneticut, racconta la storia di un certo  Walter Higgins che ha raggiunto una agiatezza economica, una certa rispettabilità sociale, ma non è stato ancora ammesso al Country Club, una sorta di suggello all'onorabilità e allo status di quelli che contano. Per essere ammessi occorre passare l'approvazione dei soci del club che per l'occasione si riuniscono e votano: sfera bianca per il sì, nera per il no. E Higgins  non ce la fà: c'è sempre una pallina nera tra lui e l'ingresso al club. La cosa diventa per lui un'ossessione che gli procurerà alcune vicessitudini. Ma alla fine il grigio ordine delle regole sociali finisce per prevalere e, sottomesso all'ordine costituito, Higgins prosegue la sua vita da cittadino esemplare, nella speranza che un giorno quella sfera nera diventi bianca.
Qualche giorno fà, la troupe del film ha voluto tenere un'anteprima privata ad Orleans, alla presenza anche di John, figlio del romanziere, proprio perché come ha detto lo sceneggiatore Santamaria "... Stiamo celebrando un doppio anniversario. In primo luogo, è l'80° anniversario della sistemazione di Simenon nella foresta di Orléans, a Ingrannes e inoltre, il romanzo è stato scritto nel 1955, cioè 60 anni fa....". 
Simenon-Simenon aveva dato una succinta anteprima di questa notizia in un post di maggio scorso (Dopo La Chambre Bleu al cinema, La Boule noire alla televisione ), dove si parlava dell'avvio della produzione.

martedì 10 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. PARTIRE ALLA SCOPERTA DELL'UNIVERSO CON DUEMILA PAROLE ?

Quante volte abbiamo ragionato e scritto sulla ricerca che, nel corso della sua opera, Georges Simenon ha condotto sull'animo umano, su quello che lui chiamava "l'uomo nudo", sull'uomo universale e di ogni dove?
In una lettera del '59, entra nel merito di questo argomento, dopo aver precisato che allora, a suo modo di vedere, la narrativa francese era stata influenzata nell'800 dalla letteratura russa e nel '900 da quella americana (ma qui bisogna tener conto dell'ammirazione che Simenon nutriva per i romanzieri statunitensi).
Comunque c'è un passo in cui esplicita chiaramente la sua particolare attitudine. "... mi sforzo, in ciascuno dei miei romanzi, di conoscere ogni volta un po' meglio l'uomo e di creare, con mezzi sempre più semplici, meno "letterari"  dei personaggi più veri e più complessi....".
E questo ci fa riflettere sulla magistrale sintesi che Simenon riusciva a compiere nell'utilizzare le cosiddette (da lui) mots-matiére, cioè termini semplici, concreti, inequivocabili, comprensibili a tutti, per costruire invece delle vicende complesse, dei personaggi di un certo spessore psicologico, vivi e veri nelle loro contraddizioni, e inoltre ad evocare ambienti ed atmosfere memorabili solo con qualche sostantivo e pochi...pochissimi aggettivi.
Ridurre quindi al minimo gli strumenti linguistici (i duemila vocaboli che Simenon si vantava di utilizzare?) per raccontare una complessità come quella della condizione umana é un po' come realizzare la quadratura del cerchio... L'avevamo già detto a proposito dei romans-durs e dei Maigret, Simenon riusciva a coniugare la cosiddetta cultura alta con quella poplare, e nel caso dei romanzi, come si diceva più sopra, integrava la semplicità della lingua con la complessità delle vicende e dei protagonisti.
E tutto questo in quell'incoscenza creativa (l'état de roman) in cui ha sempre dichiarato di scrivere i propri romanzi. E a proposito di questo, Simenon amava raccontare "...è un po' come spedire uno "spountnicks" nell'infinito. Si sa che non ci si arriverà mai, ma non si smette mai di provarci, almeno per andare ogni volta un po' più lontani...".

lunedì 9 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. IL PENSIONANTE ESCE E SUBITO ENTRA IN CLASSIFICA


Bell'esordio dell'ultimo titolo di Simenon, uscito una decina di giorni fà, che conquista subito le classifiche. Parliamo ora di quelle pubblicati dai quotidiani. Sull'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso Il pensionante esordisce al 3° posto della classifica della Narrativa Straniera (16° della Top Ten). Sempre nella sezione della letteratura straniera pubblicata su RCult de La Repubblica di ieri, il titolo simenoniano conquista la 9a posizione. Mentre invece nella classifica pubblicata da La Lettura, allegato al Corriere della Sera di ieri, Il pensionante arriva alla 13a posizione.
Buono anche il debutto sulle piattaforme di vendita di libri on-line. Nella Top 100 di Internet Book Shop troviamo il romanzo di Simenon al 6° posto. Mentre su Feltrinelli.it Il pensionante occupa la 9a posizione. Su MondadoriStore lo ritroviamo invece 29°.
L'ultimo Adelphi di Simenon si affaccia anche nelle classifiche di ebook, ad esempio, all'86°posto nella Top 100 di International Book Shop.