giovedì 18 febbraio 2016

SIMENON SIMENON. MAIGRET DALLA TV ITALIANA A PIGALLE

L'unica inchiesta "cinematografica" del Cervi-Maigret avveniva 50 anni fà. Curiosità e ricordi di un'avventura che non ebbe la fortuna della serie televisiva

SIMENON SIMENON. MAIGRET DE LA TELEVISION ITALIENNE JUSQU'A PIGALLE
L'enquête en "film" du Cervi-Maigret il y a 50 ans. Curiosité et des souvenirs d'une aventure sur le grand écran, mais qui n'a pas eu la chance de la série tv


SIMENON SIMENON. MAIGRET FROM ITALIAN TV TO PIGALLE
The only investigation "film" of the Cervi-Maigret 50 years ago. Curiosity and memories of an adventure on the big screen but did not have the luck of the television series



Era il 30 dicembre 1966 quando, dopo diversi mesi di lavorazione, usci in italia il film Maigret a Pigalle. Erano gli anni del fortunato sceneggiato televisivo della Rai iniziato nel '64, Le inchieste del commissario Maigret. Grande successo, con Gino Cervi nei panni del commissario, del primo ciclo con un ascolto medio di circa 13 milioni e mezzo di spettatori; il secondo con quasi 14 milioni. L'attore che pure nella sua carriera  teatrale e cinematografica aveva già riscosso successi notevoli, si trovò ad affrontare una notorietà e un'attenzione mediatica davvero straordinari.
Ecco alcuni compagni di viaggio in questa avventura: Diego Fabbri alla sceneggiatura, Mario Landi alla regia, Andrea Camilleri come delegato Rai alla produzione e un cast di attori teatrali di primo livello.
Sull'onda di un successo di tali proporzioni, si pensò ad una produzione cinematografica. Si organizzò una produzione italo-francese. I produttori furono per gli italiani il duo Riganti-Cervi e per quella transalpina la compagnia Les Films Number One. La base da cui partire era costituita dal romanzo simenoniano Maigret au Picratt's, scritto nel '50, periodo americano, e pubblicato in Italia nel '54 come Maigret al night club.
Solo che questa volta la squadra non era proprio quella televisiva. Anzi... Addio a Craveri e Fabbri, la sceneggiatura la prese in mano il regista Landi. Le musiche furono affidate ad Armando Trovajoli, un compositore allora molto in voga tra le produzioni cinematografiche non solo italiane.  
Addio anche agli attori che circondavano Cervi nel piccolo schermo: M.me Maigret non compare nel film e quindi niente Andreina Pagnani. E anche lo staff di ispettori viene stravolto: Lucas, interpretato da Mario Maranzana, é anche lui assente, Janvier non ha più il volto di Daniele Tedeschi, ma quello di Claudio Biava, Torrence non è Manlio Busoni, ma Christian Barbier, Lapoint è interpretato da Riccardo Garrone e non da Gianni Musy. E "desaparecido" é anche il giudice Coméliau impersonato in tv da Franco Volpi, personaggio assente nella pellicola.
Insomma in ossequio alla produzione anche francese, che prevedeva evidentemente attori francesi, si andò contro la regola "squadra che non vince non si cambia". 
Questo, anche se è facile dirlo a posteriori, davvero non fu un bene per il film e per il suo successo. 
Nonostante la produzione si fosse affidata per la distribuzione internazionale alla tedesca Constantine Film che portò il film anche nelle due Germanie (Ovest ed Est), in Brasile, Spagna, Grecia, Olanda, Portogallo e Turchia, non si può parlare di successo e soprattutto fu un esito affatto paragonabile alle aspettative che il trionfo della serie televisiva poteva far intravedere. 
Qualche chicca la scoviamo scorrendo il cast. Ad esempio troviamo come operatore di macchina un certo Joe D'Amato, pseudonimo di Aristide Massaccesi, che negli anni 70-'80 fu, come regista, il re incontrastato della filmografia erotica italiana.
La protagonista femminile del film era Lila Kedrova, nome che soprattutto in Italia non si conosceva granché. Russa, emigrata da piccola in Francia, lavorò con registi come Costa-Gavras (Zorba il Greco, con cui vinse nel '64 l'Oscar nella parte di madame Hortense), Alfred Hitchocock (Il sipario strappato), Jacques Becker (Montparnasse), John Huston (Lettera al Cremlino) e ancora Robert Siodmak, Julien Duvivier e Roman Polansky.
Altra curiosità, che ci ricorda Wikipedia, è l'impressionante scena dell'inseguimento dei giornalisti sul Pont dell'Alma, che anticipa quello drammatico avvenuto realmente, poco più di trent'anni dopo, in cui trovarono la morte Lady Diana e il suo compagno Al-Fayed,  stesso posto, stesso inseguimento da parte alcuni foto-reporter.
Ma torniamo al film il cui titolo non deve essere confuso con quel Rue Pigalle che é uno dei racconti, che fà parte della raccolta Les Nouvelles Enquêtes de Maigret, scritti in vari anni e raccolti infine in un volume omonimo edito da Gallimard nel '44. 
Il film, che ruota intorno all'omicido di due donne e ai coniugi Alfonsi proprietari del night club Picratt's, narra l'indagine che Maigret compie affiancando l'ispettore Lognon. Come al solito le piste sono tante, ma alla fine Maigret riesce ad arrivare alla soluzione del mistero seguendo uno dei moventi più comuni e banali tra i comportamenti umani: la gelosia.
Dal punto di vista della narrazione filmica, a nostro avviso, Maigret a PIgalle si allontana un po' troppo dagli standard del Maigret televisivo che Cervi aveva reso così famoso. La sua recitazione, le sue pause e quell'aria a volte assente, proprio quella che aveva fatto affermare a Simenon "Maigret non è intelligente, è intuitivo", nel film passano in secondo piano.
La produzione e/o la sceneggiatura hanno poi voluto calcare un po' la mano sull'azione che certo non è la caratteristica tipica dei Maigret simenoniani. Forse una concessione ai gusti del pubblico? Ricordiamo che all'epca si era abituati ai gialli d'azione (Gangster Story, Il promontorio della paura, Terrore alla 13a ora, Chiamata per il morto...)?.
La scelta fu quindi opposta a quella che a suo tempo aveva fatto Simenon, quando decise di creare un personaggio seriale poliziesco. Allora infatti andò contro tutti i cliché degli investigatori di successo dell'epoca.Tirò fuori un funzionario dello Stato, un poliziotto normale, che evitava le azioni clamorose, uno che sbrigava il proprio lavoro senza azioni eclatanti, procendendo con la sua intuizione e con la sua mania di comprendere, di mettersi nella pelle delle persone coinvolte nel caso e di ragionare con la loro testa.
Ecco forse la pecca di questo film è stata quella di non aver saputo seguire questa linea, allontanandosene per seguire, nelle intenzioni, i gusti del pubblico. (m.t)

mercoledì 17 febbraio 2016

SIMENON SIMENON. HOMMAGE A MICHEL LEMOINE - LE DERNIER DES ERUDITS MOUSQUETAIRES

SIMENON SIMEON. TRIBUTE TO MICHEL LEMOINE -  THE LAST ONE OF THE SCHOLARS MUSKETEERS HAS LEFT US
The bad news came a few days ago: February 10 was extinguished Michel Lemoine, one of the most influential scholars of Simenon, whose great erudition was matched only by his modesty.

SIMENON SIMENON OMAGGIO A MICHEL LEMOINE - L'ULTIMO DEGLI ERUDITI MOSCHETTIERI
La cattiva notizia è arrivata qualche giorno fa': il 10 febbraio si spegneva Miche Lemoine, uno dei più autorevoli studioso simenoniani, la cui grande erudizione era pari solo alla sua modestia.


La triste nouvelle est tombée il y a quelques jours: le 10 février s'éteignait Michel Lemoine, un des plus grands simenoniens, dont l'immense érudition n'avait d'égale que la modestie. J'avais eu la chance de le rencontrer brièvement l'année passée, lors de l'assemblée générale des Amis de Georges Simenon, et si la rencontre fut hélas trop brève, j'avais eu néanmoins le temps d'apprécier sa gentillesse, et combien nous avions d'affinités dans notre approche de Simenon et de Maigret. J'avais en réserve une foule de questions pointues sur ceux-ci, que j'avais l'intention de lui envoyer, et j'ai bêtement attendu d'avoir le temps de concocter un message assez conséquent avant de prendre contact avec lui… Fatale erreur, et me voilà – nous voilà tous, simenophiles et maigretphiles tout autant que nous sommes, fort désemparés pour trouver à qui nous adresser lorsque nous aurons des interrogations sur l'œuvre simenonienne…
Michel Lemoine était le dernier des quatre grands "mousquetaires" adoubés par Simenon lui-même, les spécialistes de son œuvre qu'étaient Pierre Deligny, Claude Menguy et Francis Lacassin. Certes, d'autres simenoniens continuent aujourd'hui le travail, mais avec la disparition de Michel Lemoine, c'est toute une somme de connaissances que nous perdons, et que nous ne retrouverons pas…
Michel Lemoine, outre ses contributions aux Cahiers des Amis de Simenon et à la revue Traces éditée par le Centre d'Etudes Georges Simenon, et d'innombrables articles épars, avait à son actif une liste d'ouvrages, qui sont autant de références incontournables pour ceux qui s'intéressent au monde de Simenon, de véritables bibles pour qui veut s'y retrouver dans le dédale de l'œuvre simenonienne. Cherche-t-on dans quel roman on trouve la mention de telle ou telle rue parisienne ? Alors on ouvre Paris chez Simenon. Désire-t-on savoir quel personnage porte le nom de Ducrau dans les romans ? Alors il suffit de consulter l'Index des personnages de Simenon. Et pour qui s'intéresse aux œuvres sous pseudonymes, pas question de passer à côté de L'autre univers de Simenon.
Mais Michel Lemoine est aussi l'auteur de Simenon, Ecrire l'homme, de plusieurs ouvrages traitant des rapports de Simenon avec sa ville natale (Liège dans l'œuvre de Simenon, Liège couleur Simenon, Le Liège de Simenon en cartes postales d’époque), et en collaboration avec Michel Piron, il avait écrit L'univers de Simenon, une autre bible, et avec Michel Carly, Les chemins belges de Simenon. Plus récemment, il avait encore publié Lumières sur le Simenon de l’aube.
Aux dires de John Simenon, Michel Lemoine laisse derrière lui une foule de documents, qu'il faudra bien un jour recenser, classer, et rendre accessibles à tous ceux qui sont passionnés par le romancier. Une grande tâche attend ceux qui s'y attelleront, mais on ne peut qu'espérer qu'ils le feront en hommage au travail accompli pendant toutes ces années par Michel Lemoine, et sous les auspices de son souvenir… 

Murielle Wenger

martedì 16 febbraio 2016

SIMENON SIMENON - PRESS REIEW: SIMENON, LIEGE ET LA BELGIQUE

16.02.2016






Simenon Liège et la Belgique
Simenon Liège e il Belgio - Simenon, Liege and Belgium

La Belgique de Simenon, 101 scènes d’enquêtes. Ce livre, qui vient de paraître aux éditions Weyrich, est dû à deux « Simenoniens » passionnés : Michel Carly et Christian Libens.

SIMENON SIMENON - PRESS REVIEW: THE STARK MORAL WORLD OF GEORGES SIMENON

16.02.2016




The stark moral world of Georges Simenon 
(Le dur monde moral de Georges Simenon - Il severo mondo morale di Georges Simenon)
 
John Gray, a book reviewer and author, discusses Simenon’s notebooks, which came out in collection as When I Was Old by Georges Simenon, translated by Helen Eustis, and published 30.08.2016 by Penguin Classica (464pp, £8.99).

SIMENON-SIMENON : QUANDO INDAGA L'ISPETTORE G.7...

Presentazione del libro Tre inchieste dell'ispettore G.7 (La nuit des sept minutes - 1938) pubblicato in Italia da Adelphi con il titolo Tre inchieste dell'ispettore G.7


LORSQUE L'INSPECTEUR G.7 ENQUÊTE 
Présentation des trois nouvelles de l'inspecteur G.7 en "La nuit des sept minutes" (1938) paru en Italie chez Adelphi avec le titre "Tre inchieste dell'ispettore G.72

WHEN THE INSPECTOR G.7 INVESTIGATES 
The three stories of the inspector's investigation G.7 on the book "La nuit des sept minutes" (1938) published in Italy by Adelphi under the title "Tre inchieste dell'ispettore G.7"


Nel libro uscito nell'autunno 2015 sull'ispettore G7 presso Adephi troviamo i seguenti racconti: G.7, Il grand Langoustier (Le Grand Langoustier), La notte dei sette minuti (La nuit des sept minutes).Il mistero della Marie-Galante (L’énigme de la «Marie-Galante»). Dell'ispettore e delle sue apparizioni, oltre che delle sue caratteristiche, Simenon-Simenon si era già occupato nei post del 15 aprile 2012, del 18 maggio 2014 Simenon-Simenon. Le sept minutes per...G.7
e in altre occasioni riscontrabili con la funzione “cerca” del blog.
Dedichiamoci pertanto ai racconti presenti nella citata raccolta: quello che dà il titolo al volume era apparso sotto la firma di Georges Sim nel periodico Detective nel 1929 ed in seguito inserito nel libro Les 13 énigmes come primo racconto, poiché presenta un po' il personaggio e spiega la motivazione del soprannome.
Il grand Langoustier era apparso in Italia come La spiaggia d’argento ne l'Illustrazione del Popolo n. 52 (1938) e n. 6 (1939), con il titolo Tre donne scomparse, poi ne I Romanzi della Palma (nuova serie) n. 38, 22 gennaio 1953 in appendice al romanzo L'uomo sospetto (Le suspect). Qui si narra la storia della misteriosa sparizione di alcune donne nell'isola di Porquerolles.
La notte dei sette minuti vede invece protagonista un russo che chiede la protezione della polizia perchè ha subito delle minacce. Per tutta la notte G.7 e il suo collaboratore (nonché, al solito, narratore della vicenda) restano di guardia ma inspiegabilmente il sorvegliato viene trovato ucciso da uno sparo. Questo racconto ricorda molto quello scritto dall'autore con lo pseudonimo Georges Sim nel 1929 ed intitolata L53. Dello stesso periodo è il racconto breve Le pavillon de la Croix-Rousse, che fà parte della raccolta Les 13 mystères e che ripropone la stessa tipologia di mistero con una soluzione (un po'cervellotica se vogliamo).Da segnalare che  fu tratta anche una pièce teatrale in tre atti dal titolo Le pavillon d'Asnières
Il migliore dei tre racconti è, a mio avviso, Il mistero della Marie-Galante: ambientato a Fécamp dove si trova una nave ancorata da 3 anni. Una notte questa viene ritrovata al largo con un cadavere a bordo. Bisognerà far luce su questo ed altri misteri, G.7, chiamato dall'armatore Morineau, dovrà anche combattere contro una fastidiosa influenza...

Andrea Franco

lunedì 15 febbraio 2016

SIMENON SIMENON: THE AUTHOR, THE DETECTIVE, AND THE COUNTRY

On a book about the social dimensions of the Maigret series.

SIMENON SIMENON: L'AUTORE, L'INVESTIGATORE E IL PAESE
Un libro che tratta l'aspetto sociale della serie dei Maigret

SIMENON SIMENON: L’AUTEUR, LE DTECTIVE ET LE PAYS
Concernant un livre sur des dimensions sociales dans la série Maigret.

The book Maigret, Simenon and France: social dimensions of the novels and stories, written by Bill Alder, is a fairly recent (2012) publication. Alder has been teaching French and language learning in the Department of Languages for the Open University (UK) since 2002. Having written numerous articles on Maigret, Simenon, and crime fiction in both English and French, he is well qualified to put this book together.
In my estimation, he deserves kudos for this 220 page academic work. His stated aim was “to consider the role of social class and social change in the Maigret writings.” The result is a well-researched, well-documented, and well-written work. It is both informative and insightful. In focusing on whether Simenon (consciously or not) presented an accurate portrait of French society, Alder offers many fascinating revelations about the times, providing me at least with an unexpected, new sense of appreciation of Simenon as a writer.
“Progressive penetration” is Alder’s term for Maigret’s method of “soaking up… progressively penetrating… applying pressure… until the criminal reveals him- or herself.” Describing the method of the man who had no method as “a social rather than a logical or technical approach to police investigation” seems to me to be right on target.
Here’s where you can easily get the book, should you be so inclined: http://www.amazon.com/Maigret-Simenon-France-Dimensions-Stories/dp/0786470542/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1452776333&sr=1-1keywords=Bill+Alder
(I went for the Kindle version because it was more)
David P. Simmons