domenica 18 maggio 2014
SIMENON SIMENON. "LE SEPT MINUTES" PER... G.7
Anno 1938. Simenon è gia da qualche anno uno scrittore della prestigiosa casa Gallimard. Ha lasciato nel '34 Fayard, dopo la pubblicazione dei primi diciannove Maigret, del quale per quattro anni non ha scritto più nulla. Ha invece portato a termine e pubblicato una decina di romans-durs e poi iniziato di nuovo a scrivere delle inchieste del commissario a La Rochelle proprio nel '38.
Ma questi due filoni non esauriscono la serrata pubblicazione di titoli da parte del romanziere che, sempre nel 38, vede pubblicata una raccolta di racconti polizieschi scritti nel 1930 a Morsang. Ma in questo caso non si tratta né di romans-durs né di Maigret.
Sono romanzi polizieschi brevi (o se volete tre lunghi racconti) di oltre una settantina di pagine l'uno, che hanno come protagonista l'Agente G.7.
Nella nostra copia, datata 1938 e stampata il 3 marzo, i racconti sono tre: Le Grand Langoustier, La nuit des sept minutes e L'enigme da la Marie Galante. Ricordiamo che nel 1930 Simenon ancora pubblicava esclusivamente sotto pseudomini, e quindi questa avventure dell'agente G.7 sarebbero potute uscire firmate Christian Brulls o Georges Sim. E invece sono rimaste otto anni in un cassetto (di chi?) fin quando Gallimard le pubblicò nella serie La Renaissance de la nouvelle diretta da Paul Morand.
Ma chi era questo G.7? Siamo lontani o no da Maigret, e nel caso, quanto?
Vediamo cosa racconta di lui Simenon "... G.7 fumava la sua piccola pipa diligentemente seduto al posto che gli era stato assegnato... G.7 aveva l'aria di uno scolaretto che finge di non vedere nulla! - da Le Grand Langoustier - ...c'era solo G.7 che conservava la sua aria da giovanotto di buona famiglia...".
Insomma un giovanotto, a modo, gentile, non un consumato funzionario dello stato di mezz'età. Giovane quindi, dalla figura snella e non una sagoma massiccia e pesante. Anche se G.7 fuma la pipa, come il commissario, è un pipa piccola, quasi vezzosa, non un pipa grossa e tozza come quella di Maigret. E poi in questo racconto non si beve, non si mangia...
"...G.7 si contenta di unire la sua silhouette alla vita di tutti i giorni e di osservare per strada insieme alla gente i cantanti ambulanti. Bisogna abituarsi. All'inizio si è tentati di prenderlo per un'imbecille - si racconta ne La nuit des sept minutes - ... dietro la porta G.7 e Sonia erano già nelle braccia uno dell'altra...".
Qui Simenon accomuna G.7 e Maigret, il primo sembra un imbecille e del commissario il romanziere aveva sempre detto: Maigret non è intelligente...è intuitivo...". Ma dall'altra parte si parla una scena d'amore del giovane agente, che in Maigret sarenbe impensabile.
"... restai un'ora da solo nel café... arrivai a pensare che G.7 mi avesse voluto allontanare per ricevere una donna... - scrive Simenon in L'enigme da la Marie Galante - ... fu con un tono raffinato, da uomo di mondo, che G.7 ci presentò uno all'altra...".
Insomma tranne piccole caratteristiche G.7 ha un aspetto, un carattere e un modo di indagare che non sono queli del commissario Maigret. Addirittura qualcuno ha detto che questo personaggio poteva forse costituire il "piano B" di Simenon, in caso la serie di Maigret non avesse avuto il successo sperato.
La serie dedicata a G.7 comprende, oltre a quelli citati, la raccolta di racconti Les treizes énigmes (scritto nel '29), L'affaire du canal (stesura del '28/29) e La folle d'Ittevile (terminato nel '31).
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G7 assomigliava a quegli investigatori che andavano di moda all epoca..ispirato al rouletabille di leroux,se maigret non avesse avuto successo avrebbe potuto esssere lui la ruota di scorta.
RispondiEliminala narrazione è affidata a una terza persona onnisciente,in questi racconti vi è ben dosata una parte di humour a quella di azione