lunedì 22 agosto 2016

SIMENON SIMENON. THE INK AND THE WINE FLOWS

On how the young novelist starts runaway production in Paris 

SIMENON SIMENON. LENCRE ET LE VIN COULENT A FLOTS 
Comment le jeune romancier se met à une production galopante à Paris 
SIMENON SIMENON. INCHOSTRO E VINO SCORRONO A FIOTTI
Come il giovane romanziere si dedica a Parigi ad un produzione di gran carriera


Back in Paris, the couple lived in a single room. Cooking was restricted to a hot plate on a windowsill, but at last Simenon was able to work at writing as he intended. He continued with his chain of critical portraits of other current writers and added a series of suggestive stories “conveying the act of lovemaking without writing it” sprinkled with elements of voyeurism and exhibitionism throughout. The production of ”several stories per day” on the average “enabled him to rapidly make money.” But Simenon would have made very slow headway had he not encountered Colette, who woke him up by advising: ”You are too literary… Eliminate everything literary and that will work.” He never forgot that counsel: “I tried to be as simple as possible.
In the beginning, Tigy did her painting and Simenon even helped by framing her canvases, but as his output increased, she abandoned hers. Notably, in a non-translated passage, Assouline describes Tigy’s sacrifice as “pulling herself away from her beloved painting to better assist her husband.” What he earned he quickly spent and he quickly spent what he was going to earn. Assouline sums Simenon’s attitude up in a few words: “Money? He will write even more stories.” For example, Simenon leased more space, furnishing and decorating it lavishly. When he wasn’t pounding his typewriter, only stopping to refresh himself with red wine or watching people come and go,” he was hitting Parisian “restaurants, bars, and nightclubs.” His “preferred part of town” was Montparnasse where he felt “in his element” with Tigy as his guide. 
To float this costly boat between 1924 and 1931, Simenon published about 190 pulp novels under 17 pen names. Their content was all over the block: playfuldramatic, licentious, steamy, crime, detective, adventure, romance, love, comic, and exotic travel. The writer called these distinctly commercial moneymakers novels for secretaries.” As for substance and quality of the works, the writer explained himself as “the provider of a product that had its place in the game of supply and demand.” Although he later swore, “I don’t disown anything I wrote, not even my popular novels,” in private he acknowledged their “absolute banality.” 
To facilitate his now substantial productivity—he averaged “eighty pages a day” and “ten to twenty thousand lines” per novel in a “sunrise to noon” effort every daySimenon took to dictating his novels, drawing from hastily scribbled notes and an illustrated Larousse atlas. Thus, he hired a secretary and soon expanded his team with a housekeeper. This latter woman became “a key character in his life” and “a unique, privileged witness to all his phases.” Simenon immediately nicknamed her Bouleprobably in (prophetic) reference to her chubbiness. ‘Ball’ is the most common English translation, and her rounded body pleased Simenon regularly throughout his life. On the other hand, there is speculation Boule was his way to avoid Henriette, her real name, because of his uncomfortable issues with his mother. In any case, by 1925, complete with a chauffeur, the “Simenon Organization” was up and running well. 

David P Simmons

domenica 21 agosto 2016

SIMENON SIMENON. PARIGI ANNI '30, DUE COPPIE: JULES E LOUISE / GEORGES E TIGY

Il creatore e la sua consorte, l'eroe letterario e la moglie. Analogie e curiosità.

SIMENON SIMENON. PARIS, ANNEES '30, DEUX COUPLES: JULES ET LOUISE / GEORGES ET TIGY
Le créateur et son épouse, le héros littéraire et sa femme. Analogies et curiosités.
SIMENON SIMENON. PARIS, THE THIRTIES, DEUX COUPLES: JULES ET LOUISE / GEORGES ET TIGY
The creator and his wife, the literary hero and his wife. Analogies and curiosities.



Questi giochi e meglio questi accoppiamenti fanno parte di quelle strane visioni che in un dopopranzo sonnnolento di un pomeriggio d'agosto affiorano e poi sbiadiscono in quel torpore che ti avvolge lì, in una poltroncina di vimini, nell'angolo più ombreggiato e più ventilato del terrazzo. Le gambe allungate, la pipa tra i denti per abitudine, i suoi sbuffi che si mischiano con le tue fantasie. E pare di vedere, tra le volute del fumo, delle sagome, dei visi, degli animali... sì, proprio come succede con le nuvole.
E' in una condizione come questa, tra il vigile e l'assente, che appaiono queste figure, prima indistinte, come sfocate, poi più nitide, ancorché diafane, alla fine più a fuoco, ma comunque trasparenti. Si incrociano, si mischiano, si prendono sotto braccio e, attraverso una delle figure si vede anche quella che le passa dietro. Insomma stiamo  parlando di un sogno ad occhi aperti o di un'inconscio ricordo a occhi chiusi.
E intanto il fumo della pipa sembra l'unico elemento a muoversi nell'aria addormentata e immota del pomeriggio. 
Jules è ancora magro, un giovane agente divisa, Louise anche ha una silhouette più snella, sono a braccetto e osservano Tigy che sta completando un quadro. Georges è distante qualche passo, dà una tirata di pipa e poi chiude gli occhi. Poi torna a osservare quel gruppetto di persone con un'espressione tra l'incredulo e il divertito.
Sua moglie che dipinge, proprio davanti a quei personaggi che lui ha creato ora ancora giovani. Anche lui è giovane e sta assaporando il gusto del successo come scrittore. La moglie ha smesso di dipingere e lo segue molto, ma in occasioni come queste non le dispiace riprendere in mano tela e colori. Anche per loro è pomeriggio e anche loro hanno finito di pranzare...ovviamente un pranzo preparato da M.me Louise. Due donne, una alsaziana e una belga una alle prese con i fornelli e l'altra impegnata con i pennelli. Louise è molto attenta al suo Jules... potremmo dire che è la sua prima preoccupazione. Tigy è più indipendente, ma anche per lei Georges è un impegno non da poco, tra la sua attività letteraria, i suoi viaggi i suoi demenagement. Al momento sono delle coppie giovani senza figli, ma la vita riserverà loro strade diverse. Una figlia morta appena nata, per i coniugi Maigret. Un figlio per i coniugi Simenon (anche se lui ne avrà altri tre dalla seconda moglie e anche per lui, la sua unica figlia morirà... suicida).
Ma questo è il momento delle belle speranze, Maigret ha appena risolto brillantemente il suo primo caso ed è in attesa di trasferirsi da un commissariato di quartiere all'agognata sede di Quai des Orfévres. Georges invece ormai lanciato con i suoi polizieschi pensa con impazienza ai romanzi, a quella letteratura cui ha sempre aspirato.
Ma che succede? 
Nell'aria si è diffusa un musica che non si comprende da dove venga, Georges ha preso tra le braccia M.me Louise e hanno iniziato a danzare, lievemente, come sospinti dall'alito di vento che rinfrescava quel pomeriggio. Georges ha un debole per Louise. L'ha detto e l'ha scritto più d'una volta che la sua moglie ideale doveva somigliare il più possibile a lei. Anche nel corpo, così morbida e così rotonda, anche premurosa ma non invadente, intelligente, intuitiva... Molto diversa dalla sua Tigy (ma anche da Denyse) forse più vicina a Teresa, ma Georges dovrà attendere di avere una sessantina d'anni.
Il quadro è cambiato.
Ora Georges e Jules sono seduti uno davanti all'altro. Entrambe con la pipa, non parlano molto, qualche parola tra uno sbuffo di pipa e l'altro. E' come si scrutassero per capire... Simenon si chiede cosa, al di là della sua volontà, abbia inconsciamente trasmesso al suo personaggio. Jules ha un'espressione un po' crucciata... il disagio di trovarsi sotto l'occhio inquisitore del suo  creatore? Oppure sta cercando di scoprire cosa lo lega a quella specie di padre letterario?  
Dentro sono in realtà molto simili, ecco perché non hanno bisogno di molte parole. Le origini modeste, l'atteggiamento verso la gente, la voglia di essere come tutti gli altri, l'attaccamento al proprio lavoro, l'insofferenza per l'autorità, una certa passione per la medicina e per capire come sono fatti gli uomini... ma nel vissuto molte cose li allontanano: il sesso e le donne, la voglia di viaggiare e di spostarsi, la vita coniugale,la voglia di arrivare...
Il quartetto si intreccia e si scioglie. Ora è Jules che fà il complimenti a Tigy per il suo dipinto e che le chiede di raccontarle i suoi inizi nella Parigi dei primi anni venti, mentre il suo "maritino" sgomitava per pubblicare un racconto su qualche giornale.
Ora sono intorno ad un tavolino. E' tutto un tintinnare di bicchieri, di bottiglie, di tazze... c'è chi sorseggia una birra, chi si disseta con un rinfrescante pastisse, chi sorbisce una tisana in tazza, chi assapora un calvados. Il pomeriggio intanto declina sempre più verso una fresca serata. 
Il cielo si colora di rosso e di viola e le coppie si stringono contemplando il tramonto.
M.me Louise è delicatamente sottobraccio a Jules. Anche Tigy è appoggiata a Georges. Ma entrambe le due coppie non sono abituate a smancerie ed effusioni. 
Sono alla fine della giornata e ci sembra che anche questo sogno sia al suo epilogo. 
Le figure sembrano svanire. Sbattiamo le palpebre nel tentativo di vedere meglio...
Le due coppie si allontanano, ma sapranno che, in un modo o in un altro per quarant'anni le loro vite e le loro vicende saranno destinate ad incrociarsi continuamente? (m.t.)

SIMENON SIMENON DOMENICA - SIMENON SIMENON DIMANCHE - SIMENON SIMENON ON SUNDAY



"Maigret, jeune inspecteur, et les jolies femmes qui passent dans la rue, dans le roman La première enquête de Maigret"

" Maigret, giovane ispettore, e le belle donne che passano per le strade, nel romanzo La prima inchiesta di Maigret"

"Young inspector Maigret and the attractive women who pass in the street, in the novel Maigret's First Case"

sabato 20 agosto 2016

SIMENON SIMENON. SIMENON, MAIGRET ET LES FILLES EN BLEU…

Quelques considérations sur la couleur bleue et la vision de la femme dans les romans Maigret 

SIMENON SIMENON. SIMENON, MAIGRET AND GIRLS IN BLUE… 
A few comments on the color blue and insights into women in the Maigret novels  
SIMENON SIMENON. SIMENON, MAIGRET E LE RAGAZZE IN BLU… 
Alcune considerazioni sul colore blu e la visione su la donna nei romanzi Maigret 
Dans les romans de Simenon, la couleur des choses joue toujours un rôle important, que ce soit dans la description des décors ou des personnages. Mais c'est aussi vrai sur le plan symbolique, et la teinte de l'habillement des protagonistes n'est jamais anodine sous la plume du romancier. 
Le bleu, par exemple, prend une signification particulière quand il est associé à certains vêtements féminins. L'étude pourrait probablement se faire aussi pour les "romans durs", mais nous nous contenterons ici de prendre nos exemples dans les romans Maigret.
On trouve tout d'abord un très grand nombre de peignoirs bleus, souvent ouverts sur d'attirantes formes que Maigret devine et qui ne le laissent pas indifférent… Le thème de la "femme nue au peignoir bleu" fait partie des fantasmes simenoniens, comme le rappellent fort bien Christian Libens et Michel Carly dans leur tout récent et magnifique ouvrage La Belgique de SimenonAinsi, les auteurs mentionnent ltexte autobiographique Je me souviens, dans lequel Simenon raconte sa première vision enfantine du mystère féminin, celle de cette femme aux mœurs libres logeant rue de la Commune, "en peignoir de soie bleu pâle […]. Ses seins sont les premiers que j'aie entrevus et je me souviens de ses cuisses, quand le peignoir s'entrouvrait". Comme le disent Libens et Carly, cette vision va hanter, en multiples déclinaisons, toute l'œuvre simenonienne. Ils donnent plusieurs exemples dans leur ouvrage, auquel nous renvoyons. Pour notre part, nous nous concentrerons sur les romans maigretiens, où on va trouver également à de maintes reprises ces nudités entrevues dans l'échancrure de peignoirs, et Maigret, quoi qu'on en dise, y porte toujours un regard de connaisseur… Les peignoirs en question, s'ils sont parfois d'une autre couleur, sont néanmoins le plus souvent de teinte bleue, et certains révèlent des formes plus aguichantes que d'autres, comme celui de Potsi dans Cécile est morte, "une jeune fille bien en chair qu'un peignoir bleu pâle rendait encore plus appétissante". On se souviendra aussi de "Sylvie aux seins nus", comme l'évoque Maigret dans Liberty Bar, et que le commissaire a découverte nue sous son peignoir… 
On trouve encore une sorte de déclinaison du peignoir, mais en version plus "soft", où la séduction se cache sous un aspect "virginal" qui n'en est pas moins attirant pour Maigret: c'est le tailleur bleu, sur une blouse blanche qui laisse deviner les formes arrondies de la gorge, porté par une jeune fille, coiffée souvent d'un petit chapeau rouge sur des cheveux blonds… Quelques exemples: Beetje dans Un crime en Hollande"elle portait un tailleur bleu et sa poitrine était plus aguichante que jamais sous un chemisier de soie blanche", ou Sylvie (encore elle !) dans Liberty Bar: "dans un costume tailleur bleu marine […] Un chemisier de soie blanche rendait vraiment désirables de petits seins tremblants"; ou encore Francine dans On ne tue pas les pauvres types, vêtue d'un tailleur "bleu marine, sous lequel elle portait un chemisier de toile blanche. […] avec des cheveux blonds frisés qu'un drôle de petit chapeau rouge mettait en valeur, une poitrine rebondie et haut placée.". 
Mais le bleu a parfois une toute autre connotation, celle des souvenirs d'enfance, et d'une image idéalisée de la figure maternelle. C'est alors le bleu des tabliers, symbole de la femme au fourneau, et on trouve plusieurs exemples de ces femmes en tablier bleu, souvent des servantes, mais parfois aussi Mme Maigret elle-même… Ainsi, le souvenir d'une tante de Maigret, "en tablier à carreaux bleus, […] les cheveux relevés en chignon sur la tête" (Maigret à l'école), ou celui de la mère du commissaire, qui portait un tablier bleu (voir le chapitre 5 de Maigret et le voleur paresseux).  
Enfin, quatrième aspect du bleu, celui symbolique d'une certaine innocence, et représenté dans les romans par le bleu d'une robe, soit portée par Mme Maigret, soit par des jeunes filles qui sont en même temps d'innocentes victimes sacrifiées au meurtre. C'est sous la vision d'une "jeune fille en bleu pâle" que Mme Maigret apparaît pour la première fois au jeune Maigret (voir Les mémoires de Maigret), et c'est dans une robe en taffetas bleu que pour la première fois, Mme Maigret ose poser sa main sur le bras de son "fiancé" (voir Les scrupules de Maigret). Louise Laboine, l'attachante victime dans Maigret et la jeune morte, offre la vision d'une "robe en satin bleu pâle", et la jeune fille, dernière victime de Moncin, par meurtrier interposé, dans Maigret tend un piège, porte une robe "en tulle bleu ciel". 
Il y aurait encore sans doute beaucoup à dire à propos de ce "bleu femme" dans les romans, mais les quelques exemples que nous avons mentionnés donneront, nous l'espérons, un aperçu de l'importance de la symbolique des couleurs dans l'œuvre simenonienne…  

Murielle Wenger