domenica 15 marzo 2020

SIMENON SIMENON. LES MYSTERES DU GRAND GEORGES - I MISTERI DEL GRANDE GEORGES - GREAT GEORGES' MYSTERIES


Les énigmes rédactionnelles des premiers romans de la saga maigretienne 

Gli enigmi di scrittura dei primi romanzi della serie maigrettiana 

The writing enigmas of the first novels ithe Maigresaga 


Dans cette nouvelle rubrique, nous allons faire un petit tour d'horizon des énigmes non encore résolues à propos des dates de rédaction des premiers romans MaigretNous allons faire le point sur les recherchemenées jusqu'à présentet sur les solutions que les bibliographes ont proposées. 

In questa nuova rubrica faremo un breve giro d’orizzonte degli enigmi non ancora risolti a proposito delle date di redazione dei primi romanzi di Maigret. Faremo il punto sulle ricerche fin qui effettuate e sulle risposte che i bibliografi hanno proposto. 

In this new columwe'll do a small overview of unsolveenigmas about the writing dates of the firsMaigret novelsWe'll review the research conducted so far, and the solutions proposed by bibliographers. 


Signé Picpus

Ce roman fut publié, avec L’Inspecteur Cadavre et Félicie est là, dans le recueil Signé Picpus paru chez Gallimard. Dans l’édition originale, la date de rédaction pour Félicie est là est mai 1942, et la date d’achèvement de L’Inspecteur Cadavre est le 3 mars 1943. Curieusement, dans le volume correspondant des éditions Rencontre, les trois romans sont datés de Fontenay en été 1941. Il est probable que cette date ait été choisie en fonction des informations qu’on trouve sur la « liste secrétariale », dans laquelle la date de rédaction de Signé Picpus est fixée à l’été 1941. Menguy a précisé la date de rédaction de ce roman en s’appuyant sur le « livre de comptes » de Simenon (un registre qui liste les sommes reçues pour les romans) : juin 1941. Cette date est celle qui est retenue par la plupart des bibliographies, sauf pour l’édition Tout Maigret de 2007, où a été préférée une datation de la fin de l’année 1941. Ceci pour la raison que ce roman avait été commandé par le journal Paris-Soir en novembre 1941. Nous avons déjà évoqué ce sujet en détail sur le blog et nous vous renvoyons à notre billet sur la question : 


Firmato Picpus

Questo romanzo fu pubblicato, con L’ispettore Cadavre e La ragazza di Maigret nella raccolta Firmato Picpus pubblicata da Gallimard. Nell’edizione originale, la data di scrittura per La ragazza di Maigret è maggio 1942, e la data di conclusione de L’ispettore Cadavre é il 3 marzo 1943. Curiosamente, nel volume corrispondente nelle edizioni Rencontre, i tre romanzi sono datati da Fontenay nell’estate del 1941. E’ probabile che questa data sia stata scelta in funzione delle informazioni che si possono trovare sulla «lista secretariale» nella quale la data di redazione di Firmato Picpus è fissata nell’estate del 1941. Menguy ha precisato la data di redazione di questo romanzo avvalendosi del « libro dei conti » di Simenon (un registro che riporta le somme ricevute per ogni romanzo): giugno 1941.Questa data è quella che è ritenuta corretta dalla maggioranza dei bibliografi, salvo che per l’edizione Tout Maigret 2007, dove è stata preferita una datazione a fine anno 1941. Questo per la ragione che il romanzo era stato commissionato dal giornale Paris-Soir nel novembre del 1941. Noi abbiamo già trattato questo tema più in dettaglio sul blog e vi rinviamo quindi al nostro post sulla questione : 


Signed, Picpus 

This novel was published, together with L’Inspecteur Cadavre  and Félicie est là, in the volume Signé Picpus, released by Gallimard. In the original edition, the writing date for Félicie est là is May 1942, and the completion date for L’Inspecteur Cadavre is March 3, 1943. 
Strangely enough, in the corresponding volume of the Rencontre editions, the three novels are dated from Fontenay in summer 1941. This date was probably chosen according to the information found in the “secretarial list”, where the writing date for Signé Picpus is summer 1941. Menguy gave a more precise date for this novel, using Simenon’s “account book” (a register listing the amounts received for novels): June 1941. This date is the one used by most bibliographies, except for the 2007 Tout Maigret edition, where the writing date mentioned the end of 1941. This is because the novel had been commissioned by the newspaper Paris-Soir in November 1941. We already talked about that topic on the blog and we refer you to our post on the matter: 

Murielle Wenger

sabato 14 marzo 2020

SIMENON SIMENON. L'ELEGANZA NON S'INVENTA

Come vestiva lo scrittore

SIMENON SIMENON. L'ÉLÉGANCE NE S'INVENTE PAS
Comment l'écrivain s'habillait
SIMENON SIMENON. ELEGANCE IS NOT INVENTED
How the writer got dressed 

Simenon era un uomo elegante? Beh, potremmo dire di sì, soprattutto se prendiamo per buono il concetto che "una persona é elegante quando é abbigliata in modo consono al situazione in cui si trova". In effetti, dalle numerose foto che ci ha lasciato, non possiamo che confermare questa teoria. Il romanziere passava senza problemi dal completo scuro, camicia bianca e cravattino alle camicie a scacchi (quelle che aveva acquistato in America) che usava ad esempio quando scriveva. 
Qui di seguito ci divertiamo a commentare  l'abbigliamento di Simenon in alcune foto. É chiaro che non siamo degli esperti di moda, e quindi prendete il nostro come un puro "divertissement".  

Il cappello Borsalino 
Un accessorio che Simenon indossa molto spesso nelle più diverse occasioni è un cappello, di solito si tratta di un Borsalino, di diversi  modelli, con le tese più o meno larghe. Questa foto, chiaramente scattata in uno studio fotografico, ce lo mostra sotto una illuminazione particolare e con gli inseparabili "cappello, pipa e cravattino" che tanto spesso lo hanno  contraddistinto nei ritratti fotografici. Comunque va considerato che quello, come altri tipi di cappelli simili,  negli anni '30 e '40 era molto più diffuso tra gli uomini di (ma anche tra le donne) quanto non lo sia al giorno d'oggi.


Il cravattino a farfalla
Un'altro accessorio molto peculiare era il cosiddetto "papillon". Il cravattino a farfalla sembra che, almeno nelle foto, fosse il preferito dello scrittore. A volta addirittura in tinta con la camicia, come quello bianco che vediamo nella foto. Simenon però non disdegnava la cravatta classica che indossava più raramente. A proposito, va ricordato il cravattino texano, quello a laccio di cuoio, che indossò nell'eta matura e nella vecchiaia, un retaggio degli anni passati negli Usa.


La giacca
Giacche di ottima fattura e di tessuto morbido, che trasmettono la sensazione di comfort. Simenon sembra prediligere quelle a tinta chiara. Immancabile la pochette che spunta dal taschino.
In questa foto, possiamo notare anche il cappello, anche  qui un Borsalino, ma un modello assai particolare per dimensioni e per quel decoro che spunta dalla fascia: un piuma (forse colorata) che da un tocco di estrosità al copricapo.
Qui vediamo anche che il romanziere ha scelto una cravatta tradizionale, ma un po' stretta con un piccolo nodo, non molto dissimile da quelle che si vedono oggi. Anche in questa foto si vede un Simenon che sicuramente teneva alla sua immagine di cui curava anche i minimi particolari.


Il cappotto
Non era certo del tipo che indossava il suo commissario Maigret, molto pesante e con il collo di velluto! 
Il cappotto che vediamo è un elegante doppiopetto, con le spalle comode e i rever larghi. Sembrerebbe un cappotto morbido, (forse di cammello?), sottile, non di quelli che ingoffano, ma che tiene decisamente caldo. E in questa foto doveva far freddo, come testimoniano, oltre alle mani ben affondate nelle tasche, anche la sciarpa scozzese, che fa bella mostra di sé, qui ben accollata. Anche qui non è difficile capire che Simenon, da uomo ricco qual era, non spendeva poco nell'abbigliamento.    
Immancabili la pipa con un lungo cannello e il cappello, qui invece in tinta scura. 


La pelliccia
Qui sfioriamo l'eccentricità. Simenon indossa un soprabito chiaro guarnito con un abbondante collo di pelliccia scuro. Un capo davvero non usuale. Ormai lo scrittore è avanti con l'età, per esempio, per la prima volta lo vediamo con gli occhiali in un ambiente esterno. Ma ugualmente conserva una particolare cura nel vestire.
E poi non abbandona mai la sua pipa e il cappello Borsalino che sembrano costituire dei veri e propri segni distintivi della sua immagine.