martedì 13 novembre 2012

SIMENON A NOVEMBRE

Non è solamente uno dei suoi romanzi, Novembre (1969 - Presses de La Cité), ma costituisce una delle sue produzioni letterarie che rappresenta l'eccezione che conferma la regola. Lo spiega benissimo Simenon.
"... Novembre è uno dei rari romananzi che ho ripreso a scrivere dopo aver gettato il primo capitolo. Ho scritto il capitolo iniziale, ho sentito che non funzionava, che non sarei andato da nessuna parte, mi sono fermato. L'ho gettato nel cestino della carta. L'ho fatto in piccoli pezzi....".
Per una fuoriserie della scrittura come Simenon, bloccarsi al primo capitolo è davvero inusuale. Tutta la consueta preparazione, l'état de roman, le sue ore programmate, gli appunti sulle buste gialle... Niente. Verrebbe da dire: anche Simenon è un uomo e non può ogni volta fare centro, anzi così é più umano, addrittura più simpatico, meno superuomo delle letteratura...
E, a sentire quello che confida il romanziere in merito a questo episodio a De Fallois e Sigaux, l'anno successivo, viene quasi da compatirlo.
"... mi spuntarono due o tre grosse lacrime perché dicevo tra me e me ' E' definitivo, non sarò più capace di nulla'. E' assolutamente vero. Mi sono messo a cercare un altro soggetto. Avevo bisogno di scrivere, ma non trovavo nulla. Allora mi sono detto: e se invece di scrivere in terza persona vedendo il tutto dalla parte dei personaggi, a scrivere in prima persona fosse la ragazza, andrà tutto meglio. In effetti il romanzo andò avanti da solo. Come vedete a volte è soltanto una questione di tecnica...".
Simenon si conferma ancora un volta l'dentificazione con il protagonista, questo scrivere in prima persona cos'è se non mettersi quanto più possibile nella pelle dell'altro?  E' la storia di una famiglia povera e cupa, con un sfondo di vite grigie, di questioni di sesso tra padre e fliglio, della sparizione di una persona e di una ragazza protagonista che porta dentro di sé un terribile segreto, che le costerà la rinuncia alla sua vita, annullandosi nel tentaivo di salvare la famiglia.
Il dramma non può evidentemnte essere raccontato, ma va sottolineata la preponderanza delle figure femminili, ognuna delle quali segue un destino diverso: chi muore, chi rinuncia a tutto, chi si macchia di orrende colpe che la perseguiteranno per tutta la vita. Ancora una volta il maledetto destino si accanisce su gente povera, stronca delle vite che potrebbero riscattarsi e che, chi in un modo chi in un altro, tutti "passano la linea"... seguendo fino alle estreme conseguenze il proprio destino. 
Ancora una volta è la bravura di Simenon che ci fa entrare nella vita di tutti i giorni dei componenti di questo nucleo familiare che, pur vivendo letteralmente gomito a gomito, sanno poco o nulla dei loro familiari, tutti cercano di evadere da quella situazione, ma quando qualcuno sta per riuscirci, c'è un maledetto impiccio che lo riporta a fondo. E questa non è un'indagine del comissario simenoniano, non c'è nessun Maigret che possa in qualche modo "aggiustare i destini".   

1 commento:

  1. Novembre è uno dei migliori romanzi dell'"ultimo"simenon
    classici temi dell incomunicabilità all interno di una famiglia sono presenti,sappiamo essere un argomento trattato piu volte dallo scrittore.l ambientazione è in tipico stile simenoniano e rappresenta il clima cupo che ddovrebbe esserci in questa stagione(qui però pare di essere a maggio).finalq quasi commovente .mai tradotto in italiano

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