Foto by Le amis de Georges Simenon
Non che fosse una bellezza. Forse pratica per le personali esigenze di Simenon che se l'era fatta costruire su dei suoi disegni e affinchè fosse il massimo della funzionaità per sé e per la sua famiglia. Ma che non era un capolavoro di architettura non solo l'avevano dicharato molti professionisti del campo, ma l'avevano notato anche i suoi visitatori (che pure ne rimanevano impressionati) e coloro che passavano lì davanti.
Stiamo parlando della famosa villa di Epalinges finita di costruire alla fine del 1963 e dove lo scrittore visse fino al 1972.
Nemmeno dieci anni per l'unica casa che in tutta la vita si era fatto costruire. Addirittura dieci anni, per uno come lui che, fino ad allora, aveva cambiato in media un'abitazione ogni due anni.
La notizia è che sarà abbattuta. O per lo meno queste sono i progetti di chi ha acquistato, fin dal 2008 la villa, da tempo disabitata e poi occupata dai quelli che gli svizzeri chiamano gli splatter. L'acquirente è un italiano, l'uomo d'affari Luigi D'Amato che l'ha acquistata con il progetto di tirar su una serie di costruzioni a scopo abitativo. Un affare di 30 milioni di euro, escluso l'acquisto della villa e del terreno, e una sostanziale accettazione della popolazione e dell'aministrazione locale.
Alla notizia hanno dato un certo risalto le agenzie di stampa e la tv francesi, i quotidiani svizzeri e ovviamente internet, dove ha fatto subito il giro.
Quello che qui ci interessa non è tanto il fatto in sè. Certo quel decennio fisso sempre nella stessa casa fu un record per il romanziere, anche se a questa permanenza fece riscontro una sorta di disgregazione della famiglia Simenon. Sono infatti gli anni in cui il distacco con la seconda moglie Denyse fu definitivo. Poi anche i figli, diventando grandi se andarono a vivere per lo più a Parigi o a studiare all'estero. Alla fine, se non fosse per Teresa, entrata in casa Simenon come femme de chambre (consigliata dalla moglie di Arnoldo Mondadori) e diventata nel frattempo la sua compagna fino alla sua morte, sarebbe stato davvero solo. Ma comunque si senti ugualemnte talmente solo che decise, nel 1972, di metterla in vendita e trasferirsi in un appartamento all'ottavo piano di un condominio a Losanna. Anche da un punto di vista letterario gli anni passati a Epalinges significarono sedici Maigret e altrettanti romans-durs (ritmo blando per Simenon: poco più di tre titoli l'anno, ma é ormai nella decina tra i sessanta e i settanta), è anche il luogo dove si consumò il suo addio alla scrittura, dopo il blocco avuto con il romanzo mai nato, Victor.
Insomma Epalinges non è certo una residenza dai gran bei ricordi, ma certo per gli appassionati simenoniani, benché criticabile nell'estetica, si trattava di un simbolo. Noi (che le abbiamo viste tutte e due) preferiamo ricordare Simenon nella sua ultima abitazione, in quella piccola "casa rosa" come la chiamava lui, quella al numero 12 di rue de Figuiers, con quel piccolo giardino e quel bellissimo cedro del libano che, con la sua maestosa chioma, sembrava voler proteggere lo scrittore quando si sedeva lì all'aperto.
E poi la casa di Simenon è ormai nelle milioni di case dove abitano milioni di lettori dei suoi libri, sparsi in tutto il mondo, che li conservano gelosamente e continuano tutt'oggi a leggerli e rileggerli.
Vedi Simenon. La villa bunker di Epalinges
Nessun commento:
Posta un commento
LASCIATE QUI I VOSTRI COMMENTI, LE VOSTRE IMPRESSIONI LE PRECISAZIONI ANCHE LE CRITICHE E I VOSTRI CONTRIBUTI.