martedì 1 marzo 2011
ADIEU ANNIE GIRARDOT, PROTAGONISTA DE "IL COMMISSARIO MAIGRET"
Vogliamo qui ricordare la grande attrice francese scomparsa ieri all'età di 79 anni. La Girardot, tra gli innumerevoli film in cui aveva interpretato ruoli di rilievo, partecipò anche alla pellicola diretta da Jean Delanoy, Il commissario Maigret, (1958) . Nel film la Girdardot interpreta il ruolo di Ivonne Maurin, moglie di un sospetto serial-killer, messa dalla suocera in condizione di dover competere con lei sul piano affettivo nei confronti del marito. L'epilogo è drammatico e la matassa criminale e psicologica viene dipanata da Jean Gabin nei panni di un indimenticabile commissario Maigret. Adieu Annie.
SIMENON. UN'ALTRO FILM DA "LA NEVE ERA SPORCA"
Non accenna a diminuire l'interesse del mondo del cinema per i romanzi di Simenon. Questa volta si tratta di un remake di un film francese del 1953, La neige était sale, allora diretto dal Luis Saslavsky e tratto dall'omonimo romanzo di Georges Simenon pubblicato proprio nel marzo 1948, prima sul settimanale La presse e poi come volume, per i tipi de Presses de La Cité.A portare avanti il progetto è la produzione Sigma Fim con la Amusement Park Films, e il film sarà diretto dal regista scozzese, David Mackenzie, 44 anni, che riproporrà nel suo Stain on the snow, scrivendone anche la sceneggiatura, la vicenda narrata nel romanzo di Georges Simenon, ambientata nel dopoguerra in un paese senza nome, raccontando le vicende di Frank Friedmaier, che non ha mai conosciuto il padre e la cui madre è tenutaria di un bordello. E' la storia di un uomo che è passato al di là della linea, come racconta spesso Simenon e che è scivolato negli abissi della delinquenza e del crimine. La sua mente è fredda e insondabile e il romanziere ci rivela l'ossessione di un'auto-tortura che si annida nell'animo di Frank, ed esplora la psicologia complessa di questo giovane criminale, mostrando anche come abbia una sua grandiosità, sia pur agghiacciante, e di come affronta gli interrogatori guardando dritto e spietato attraverso il suo destino.
Sulla data di uscita del film non si fanno ancora previsioni
Sulla data di uscita del film non si fanno ancora previsioni
SIMENON TIENE LA POSIZIONE
La classifica pubblicata dall'inserto TuttoLibri de La Stampa, di sabato 26 febbraio, riporta nella sezione "narrativa straniera", l'ultimo romanzo uscito in Italia di Simenon La Fuga del signor Monde (Adelphi) al terzo posto, e così tiene saldamente la posizione acquisita la settimana scorsa quando aveva esordito in questa graduatoria. Guadagna tuttavia qualche punto rispetto a Il profumo delle foglie di limone (Sanchez) e La mappa del destino (Cooper) che lo precedono.
mercoledì 23 febbraio 2011
AVVISO IMPORTANTE
PER MOTIVI IMPROROGABILI, QUESTA PAGINA NON SARA' PIU' AGGIORNATA FINO A LUNEDI' 28 GENNAIO. GLI AGGIORNAMENTI QUOTIDIANI DEI POST RIPRENDERANNO MARTEDI' 1 MARZO 2011
martedì 22 febbraio 2011
SIMENON E IL MAIGRET SPARITO

Intanto Simenon credeva, in realtà, che la sua serie poliziesca fosse terminata lì. Tanto che con Fayard aveva iniziato a pubblicare dei romanzi, Le Relais d'Alsace (1931) e Le passager du Polarlys (1932). E poi andiamo a vedere quello che successe nella sua vita in quegli anni. Nel 1934 lascia Fayard per la prestigiosa Gallimard, Poi iniziano i viaggi: il tour del Mediterraneo ('34), New York, Panama e Galapagos e poi Tahiti, Nuova Zelanda, Australia, India e Mar Rosso ('35). Nel '38 entra in contatto con André Gide, diventando un suo protetto e cui dovrà parte della buona critica di cui godranno i suoi romanzi. Nel '39 nasce il suo primogenito Marc . Nel '40 scoppia la seconda guerra mondiale che vede Simenon e famiglia nei paesini della Francia centrale. E nel frattempo ha pubblicato oltre trenta romans durs.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, fu la stessa Gallimard a far riprendere a Simenon la serie di Maigret.
Da una parte Simenon, come tanti creatori di personaggi celebri, temeva di rimanere intrapolato letterariamente come papà di Maigret, come era successo tra gli altri a Conan Doyle con Sherlock Holmes, a Rex Stout con Nero Wolfe. La situazione di Simenon però era molto diversa. Da una parte perchè rispetto ad altri gialli seriali, quelli di Simenon sono meno stereotipati, più letterari, proprio perchè sono dei gialli, già all'epoca, atipici, come atipico é il protagonista, che non è l'investigatore-super-eroe, dongiovanni, tutto azione e infallibile, stereotipo che dominava gran parte della letteratura poliziesca dell'epoca. La seconda riguarda il fatto che tra tutti i grandi giallisti, Simenon è l'unico che, oltre ad aver creato un presonaggio poliziesco di letteratura seriale di successo mondiale, ha prodotto anche molti romanzi mainstream, che é considerato da André Gide "il Balzac del '900", candidato più volte al premio Nobel. Poi però, una volta acquisito lo status di romanziere riconsosciuto dalla critica e con un grande successo tra il pubblico, Simenon probabilmente sicuro di non essere esclusivamente legato a Maigret, abbia continuato con maggior tranquillità, fino al 1972, a pubblicarne le inchieste.
Ma tutto questo basta a spiegare quegli otto anni di interruzione?
domenica 20 febbraio 2011
IL SESSO EXTRA-CONIUGALE DEI CONIUGI SIMENON/2

IL SESSO EXTRA-CONIUGALE DEI CONIUGI SIMENON/1

La prima, Tigy, sappiamo che non assecondava la passione e la frequenza del marito nei loro rapporti sessuali. Ma in qualche modo era suo complice. Anche se ufficialmente non tollerava che il marito avesse continue e regolari scappatelle con altre donne, in realtà sembra facesse solo finta di non sapere. Ad esempio, è possibile che non conoscesse la travolgente storia tra Georges e Josephine Baker? In una Parigi pettegola e ciarliera, come poteva passare inosservato dal gossip modano l'amante di una star famosissima e idolatrata come la Baker? Simenon allora non era certo famoso, ma lei era sulla bocca di tutti. E' assai difficile che questa storia potesse essere così segreta da non essere conosciuta da nessuno. Ma è altrettanto strano anche che non influisse affatto sul comportamento di Georges e che lei, che lo conosceva da sette anni, prima come fidanzata a Liegi, poi come moglie a Parigi, non intuisse nulla. D'altronde anche i rapporti che tra Georges e la Boule, la loro femme de chambre, venivano consumati quotdianamente durante la regolare siesta del dopo-pranzo, andarono avanti per anni. E solo una volta trasferitisi in America, Tigy sembra che li scoprisse, dopo circa un ventina d'anni. Anche questa sembra difficile da credere, anche perché c'é la testimonianza della stessa Boule, secondo la quale Tigy sapeva benissimo tutto, ma faceva solo finta di essere all'oscuro di tutto... (continua).
SIMENON. UN ALTRO ESORDIO Al TERZO POSTO

sabato 19 febbraio 2011
PER CHI VOTA SIMENON?

Anche un semplice atto come l'adesione ad una petizione, lo trovava dubbioso ed esitante. Come quella volta che era tentato di firmare per accordare il diritto di diserzione ai soldati francesi spediti in Algeria. Ma al dunque si tirò indietro, sospettoso e diffidente. "...Beh, prima di tutto non sono un francese - diceva a sé stesso Simenon - e poi provo un disagio davanti a certe strumentalizzazioni anche delle idee più nobili...". E stigmatizzava "l'uso della politica per affari loschi e le mani sporche che bisognava stringere durante certi cocktail".
Ma la politica finì per interessarsi a lui. E fu quando, nel dopo-guerra, il Fronte di Liberazione Francese aprì un dossier-Simenon per i rapporti (e gli affari, vendita dei diritti per lo sfruttamento dei suoi romanzi per diversi film) che lo scrittore aveva concluso durante la guerra con la casa di produzione cinematografica Continental che, prestanomi francesi a parte, dipendeva addirittura da Joseph Goebbels. L'ombra del collaborazionismo aleggiava sopra di lui anche perché questo rapporto con la Continental, non gli aveva fruttato soltanto denaro, ma anche un lasciapassare in un periodo in cui nella Francia occcupata, anche spostarsi era un problema serio. Insomma la sua scelta professionale era stata in definitiva anche politica e le possibili conseguenze da una parte preoccupavano talmente Simenon che si ammalò gravemente (patologia psicosomatica?) e dall'altra lo spinsero ad iniziare i preparativi per la sua "fuga" dalla Francia, nei lontani Stati Uniti dove avrebbe poturo riprendere una vita nuova e senza più angosce... senza più dover pensare alla politica.
E quando tornò dagli Usa, andò a stabilirsi nel Paese più apolitico che esistesse in Europa: la Svizzera
venerdì 18 febbraio 2011
SIMENON: BELGA O FRANCESE?

Certo non ruppe mai il suo cordone ombelicale con il Belgio, ma la sua scelta di residenza dopo la Francia, furono gli Stati Uniti e infine, al rientro in Europa, la Svizzera. Certo ci sono romanzi, e anche famosi, ambientati a New York (Trois chambres à Manhattan 1947) o a Tahiti (Touriste de bananes 1937), come pure Maigret che indaga anche lui a New York oppure in Olanda. Ma nel complesso il suo iter formativo letterario si era compiuto in Francia, era cresciuto con editori francesi e, anche se come Simenon stesso diceva nei suoi scritti era alla ricerca dell' homme nu, cioè dell'uomo libero dalle sovrastrutture e dai condizionamenti cuturali, razziali, nazionali, non poteva comunque sottrarsi alla sua formazione prettamente francese. Per esempio anche quando viaggiava si presentava sempre come francese e in Quand j'étais vieux (1970 scriveva "...la Francia, il paese che mi è più vicino" oppure " ...Io non sono francese. Non abito nemmeno in Francia. Quando ne parlo però dico, quasi senza accorgermene, chez nous...
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