mercoledì 12 ottobre 2011

SIMENON. MAIGRET, FUMO E FUMETTI

Che il commissario simenoniano fumasse la pipa è noto forse anche a chi non ne abbia mai letto un'inchiesta. Decisamente meno sono quelli che sanno che il funzionario di Quai des Orfévres ha avuto anche diverse versioni in fumetto o come dicono in Francia in bd, ovvero, band dessinées.
Iniziamo però da quello italiano designato alla fine degli anni '50 da Deguvinay per le Edizioni della Freccia quattro titoli che non ebbero gran fortuna. La casa editrice ci riprovò nel '63 con due titoli, ma con un nuovo flop, tute pubblicazione di cui non si è trovata traccia.
Abbiamo invece l'immagine di un Maigret "manga" quello in apertura, per la precisione Jūzō Megure, ripubblicato anche in Italia dalla Star Comics.
Altra versione in strip è quella portoghese (autore sconosciuto... chi sa, parli!) pubblicato sul supplemento domenicale de Il Seculo, nel 1955 di cui possiamo mostrarvi una pagina qui a destra.
Samedi Soir era invece il giornale dove apparvero le  strisce disegnate da Jacques Blondeau anche queste nei primissimi anni cinquanta.
In genere le versioni fumettistiche delle inchieste del commissario Maigret ebbero poco successo. In effetti non si prestavano molto, troppa psicologia, poca azione, molti dialoghi e molta atmosfera. Insomma obiettivamente non era facile sopratutto quando il fumetto era ancora in bianco/nero. 
Ma comunque i vari tentativi testimoniano, se ce ne fosse bisogno, della popolarità del personaggio e dell'ispirazione, anche se spesso mal ripagata, che suscitava pure nel mondo delle band dessinèe.
In Belgio dal '92 al '94 uscirono tre titoli disegnati da Philppe Wurn, con la sceneggiatura di Odile Reynaud, di cui potete vedere qui a sinistra una delle copertine.

martedì 11 ottobre 2011

SIMENON. BETTY, LA VIGILIA DELLA FINE

Marie Tritignant, interpreta Betty nel film di Chabrol - 1992
Questa sera di quarantanove anni fa', Simenon era alla vigilia della sua stesura definitiva di Betty. Così almeno riporta la scrupolosa bibliografia di Francis Lacassine in Conversation avec Simenon pubblicato nel 1990. Non tutti sanno che il romanzo doveva chiamarsi Le Cauchemar (L'incubo). Anche questo scritto in ètat de roman, ma a cinquantasette anni, periodo in cui questo stato di grazia non durava più di sette giorni.
E al risveglio, se ci si passa il termine, Simenon sembra non riconoscere quello che ha composto ed è pieno di dubbi "...dopo aver scritto la parola fine tutto questo mi sembrava vano, quasi assurdo... - sottolineava ricordando in Quand j'étais vieux - Mi domando perché tra qualche mese la gente dovrebbe pagare per leggerlo..."
Anche se dopo la revisione, un'operazione che gli costava sempre molta fatica, si sentiva, a suo dire, soddisfatto, addirittura da affermare " ... e perché non molto soddisfatto?..."
E chiaro che l'incertezza regnava sempre, nonostante la notevole mole di romanzi scritti, l'autore era sempre dubbioso se quello che aveva raccontato poi potesse interessare la gente, tanto da dispiacersi del fatto che fosse pubblicato in contemporanea con i saldi di fine stagione e quindi fosse, a suo avviso, passato inosservato.
Betty sarà invece un long-seller, una delle sue opere più famose e uno dei ritratti di donna più riusciti e affascinanti.
Ovviamente di questo romanzo ne abbiamo già parlato diverse volte e che fosse interessato a saperne di più, può andarsi a vedere il post del 26 marzo Simenon. Betty...Ancora whisky, per favore e in quello del 30 giugno Simenon. Betty, fuori dagli schemi, ma non dal destino

lunedì 10 ottobre 2011

SIMENON. INDAGINI SU UNO SCRITTORE AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO

"Enquete sur un enquerer". Questo é il sovrattitolo di un saggio "socio-critico" su Maigret pubblicato nel 1982. Indagine su un investigatore, così suona in italiano e il suo autore è Jean Fabre, e si avvale dell'introduzione di Jacques Dubois dell'università di Liegi, professore di francese e specialista di Simenon e del romanzo poliziesco.
Si tratta come si sarà capito di un'opera decisamente specialistica, rivolta ad un pubblico di specialisti, in cui lo strumento dell'analisi sociale si fonde con quello della critica più letteraria e dà origine ad una "inchiesta"sui contenuti e sui loro significati con ipotesi e teorie suffragate da estratti delle inchieste del commissario.
Questo ci offre il destro per riflettere di come in effetti Simenon sia stato spesso sotto esame. Anzi per lui sembrava che gli esami non finissero mai anche perché la sua condotta, che lo teneva lontano dal cosiddetto mondo letterario, lo rendeva oggetto delle severe analisi dei critici ben più del dovuto.
Intanto ci volle un bel numero di Maigret per scrollarsi la nomea di scrittore buono solo per produrre letteratura popolare. Poi quando iniziò a scrivere i romanzi dovette trascorrere non poco tempo per non essere considerato solo un autore tagliato per i racconti di genere poliziesco. Insomma sembrava che il riconoscimento pieno per lui non arivasse mai.
Eppure non ci potevano essere dubbi sulla vocazione (la sua impellenza a scrivere diceva lui stesso) a fare lo scrittore e a diventare poi un romanziere. Aveva lasciato a soli diciotto anni un bel posto da redattore a La Gazette de Liége, una fidanzata, la propria casa con la madre e il fratello in Belgio. Il tutto per tentare un'avventura letteraria che, come era sucesso a non pochi, poteva anche finire male.
Poi quando nel '45 si stabilì nel Usa, nonostante fosse ormai un romanziere riconosciuto, avesse l'appoggio di personaggi come André Gide e scrivesse per un editore prestigioso come Gallimard, nel paese dei grandi romanzieri moderni, Hemingway, Faulkner, Steinback, Dos Passos, non riuscì farsi accettare del tutto. Per la critica e per i lettori risultava un romanziere interessante, ma sempre un po' troppo europeo. Eppure Simenon ce l'aveva messa tutta per scrivere secondo la mentalità americana. Aveva girato il paese da nord a sud per dieci anni, aveva sposato una canadese, due dei suoi figli di secondo letto erano americani per nascita, abitudini, istruzione, mentalità. Insomma aveva fatto quello che poteva per radicarsi in quel nuovo continente e esprimerne così l'essenza nei suoi romanzi, ma sembra che non gli riuscisse appieno. E anche lì si sentiva sempre sotto la lente d'osservazione.
Ma lui viveva un attaccamento alla scrittura che metteva sopra ogni cosa, con una vita lunga ottantasei anni, della quale cinquanta dedicati a scrivere senza sosta. Questo avrebbe dovuto fugare tutti i dubbi, le perplessità e le incertezze sul valore dello scrittore eppure.... Eppure, ad esempio, sappiamo che un altro esame, cui Simenon teneva moltissimo, quello del board del Nobel più volte il suo nome venne preso in esame, ma in definitiva fu sempre scartato.
Insomma un'indagine continua su uno scrittore che pure sarebbe dovuto essere considerato al di sopra di ogni sospetto in mrito al suo valore.

domenica 9 ottobre 2011

SIMENON. ADDIO ISPETTORE GIANNI MUSY

Per tutti gli episodi delle quattro serie mandate in onda dalla Rai tra il 1964 e il 1972 era stato l'ispettore Lapointe, il più giovane, tra la squadra del commissario Maigret. L'attore Gianni Musy, che aveva allora 33 anni, si è spento un paio di giorni fa' a 80 anni, dopo una lunga carriera d'attore, doppiatore (tra fli altri Marlon Brando, James Courn, Sean Connery) e direttre di doppiaggio.Ha lavorato per il grande schermo per registi di varie  epoche, da Carmine Gallone, a Monicelli, a Dino Risi, a Lugi Magni, aCarlo Verdone e a Giuseppe Ferrara. E per la televisione in sceneggiatidi grandi successi oltre a Maigret, come La freccia nera, La Piovra, Elisa di Rivombrosa.
Ma tornando alle avventure televisive del commissario simenoniano, Musy fu uno degli interpreti fissi insieme a Mario Maranzana (Lucas), Manlio Busoni (Torrence), Daniele Tedeschi (Janvier). Tutti e quattro costituivano la squadra di ispettori di Maigret al Quai des Orfévres e che condividevano con lui tutte le fasi delle inchieste, gli appostamenti, gli interrogatori, gli inseguimenti e non di rado proprio spalla a spalla con il loro capo che non disdegnava certo il lavoro sul campo.
Per quanto rigurada la serie televisiva, Musy fu quindi presente in tutti e 16 gli sceneggiati (35 puntate) diretto da Mario Landi

sabato 8 ottobre 2011

SIMENON. L'OMICIDA DI MAIGRET SCALA LE CLASSIFICHE

Eccoci di nuovo a far di conto tra classifiche e posizioni. Avevamo già accennato dell'esordio di Maigret e l'omicida di rue Popincourt, 7° (Maigret et le tueur - 1969) nella Top ten della Narrativa Straniera nel Corriere della Sera del 29/09).
Oggi dobbiamo registrare che, nella pagina dedicata ai libri più venduti del TuttoLibri de La Stampa, il nostro Maigret conquista (nella sezione Tascabili) la prima posizione, dopo aver esordito la settimana scorsa in seconda.
Se vogliamo allargare lo sguardo, ci accorgiamo che Wuz nella sua classifica del 25/09  (in collaborazione con Arianna) dava l'ultima l'inchiesta del commissario al 20°posto.
Su Amazon, libri venduti sul web, nella sezione best-seller Gialli e Thriller, l'ultimo titolo simenoniano si conquista invece l'8° posto. Commenti... nessuno. E' una prassi che si ripete ogni volta con in Maigret e i non-Maigret su cui ormai abbiamo scritto quello che si poteva dire. Lasciamo parlare i numeri.

venerdì 7 ottobre 2011

SIMENON. LE PAROLE PER FARLO CONOSCERE IN ITALIA

La prima edizione di uno scritto simenoniano in Italia risale al luglio del 1929, quindi nel periodo pre-Maigret, con la pubblicazione di un romanzo breve Nicoletta e Nina, ovviamente ancora a firma di Georges Sim, (En robe de mariée - Tallandier -1929), su un mensile popolare delle edizioni del Corriere della Sera che si poteva acquistare per 50 centesimi.
Ma allora chi conosceva Georges Sim? E sicuramente nessuno sapeva chi era  Georges Simenon quando nel settembre del 1932 uscì per i tipi di Arnoldo Mondadori, nella serie "I Libri Neri", L'ombra cinese, in assoluto la prima inchiesta del commissario Maigret apparsa in Italia. Per i primi 12 titoli pubblicati in questa serie non c'è nemmeno il nome di Maigret in copertina.
Allora la comunicazione pubblicitaria per i libri era inesistente, se non per quello che sugli stessi libri, sulle copertine, sulle quarte di copertina, sugli eventuali risvolti, sulle II e III di copertina si poteva scrivere per attirare il lettore.
A sfogliare i libri di quegli anni si trova qualche pagina, un riquadro o uno strillo di copertina, come nell'antologia intitolata Il Super-romanzo delle vacanze di luglio del '34 dove venivano raccolti 6 capolavori di Georges Simenon.
I uno di quei numeri (nel '33) un pagina viene dedicata a riassumere i sette Maigret già usciti, ma viene sfruttata anche  per uno slogan:" Chi é il commissario Maigret?" E così continua nella risposta: "L'uomo che insegue i suoi nemici tremando, il mastodotico pachiderma dall'anima di fanciullo".  E riferendosi invece all'autore "L'uomo che scrive un appassionato romanzo ogni mese e lo spedisce al suo editore dai più lontani paesi". E poi informa i lettori che "La Casa Mondadori si é assicurata l'esclusività per la pubblicazione di tutte le opere di Simenon, che sta raccogliendo in un apposita collezione".
E quando i primi dodici titoli sono usciti, sempre nel '33, una pagina di libro viene usata per raccogliere le immagini di tutte le copertine, e per dare una definizione un po' più completa dell'autore. "Georges Simenon: il Wallace latino, l'autore prodigioso che ha prodotto in meno di due anni di attività più di 20 opere; l'autore che ha richiamato alla mente di tutti le grandi figure di Balzac, Conrad, Edgard Poe" e più sotto spiega, sotto il titolo I Romanzi di Simenon," un nuovo tipo di romanzo poliziesco: romanzi umani, sereni, che guardano con occhi indulgenti le vicende dei loro protagonsti".
In un riquadro si legge "I lettori troveranno nei libri di Simenon una fonte di inesausto diletto: Va detto che le opere di Simenon hanno notevolissimo valore letterario e psicologico. Centro di ogni avventura è il commissario Maigret, una delle più originali e possenti figure della letteratura poliziesca, degno compagno di Sherlock Holmes, di Poirot e di Philo Vance".
In un altro trafiletto facendo la pubblicità a Il Testamento Donadieu, Simenon viene definito capace "... di una maestrìa che lo consacra definitivamente grande romanziere, mago dell'arte narativa contemporanea...".
Oppure, dopo aver pubblicato una quarantina di titoli delle inchieste del commissario, Mondadori fa pubblicitariamente un po' di conti e dichiara di aver venduto complessivamente 1.200.000 copie dei Maigret.
O anche una sorta di sovrattitolo per I Pitard che recitava "sirene urlanti nella bruma". Nel '66 il settimanale la Domenica del Corriere era tutta dedicata all'inaugurazione a Delfzijl della statua del commissario Maigret.
E ancora per pubblicizzare i suoi romans-durs (Il segretario - La finestra dei Rouet - Il grande Bob)  si  sottolinea che Simenon è "...il romanziere lucido , impareggiabile inventore di trame, avvincente e aggressivo, anche senza l'ispettore Maigret (si avete letto bene, su questa pubblicità della Mondadori  Maigret viene definito "ispettore"... una bella svista non c'è  che dire...). A proposito di Luci rosse lo scrittore viene  definito "Simenon insolito,  Simenon americano,  Simenon sempre avvincente".
Insomma questi "slogan", queste"réclame" vi hanno convinto?