domenica 12 febbraio 2012

LE COPERTINE "QUADRI" DI PINTER IN MOSTRA A TORINO

Vi abbiamo già parlato delle iniziative editoriali della Little Nemo (Torino) per i tipi della quale Santo Alligo ha curato il cofanetto con i tre volumi che racchiudono il lavoro di illustratore del grande Ferenc Pintér per la Mondadori. E, in un'intero volume (Tutti i Maigret di Pinter), sono raccolte le splendide copertine di innumerevoli titoli di Simenon che l'impareggiabile artista che firmò
Il post in cui ve ne abbiamo parlato è recente (Simenon, Maigret "raccontato" da Pinter) e vi fornivano anche le coordinate per acquistare sia il libro singolarmente che il confanetto, ordinandoli on-line.
Oggi vi anticipiamo che ci sarà la presentazione di questa iniziativa editoriale, cui va il nostro plauso, che si svolgerà a Torino il prossimo sabato 18 febbraio, presso la Galleria Little Nemo in via Ozanam, 7 alle ore 18.00, cui partecipareanno oltre Alligo, anche Antonio Pintér, Vittore Armanni e Stefano Salis.
Non solo. Infatti nella stessa sede, dal 21 febbraio al 3 marzo, si svolgerà la mostra "La Pittura Grafica di Ferenc Pintér" con l'esposizione di ben cento opere dell'artista.
Assolutamente da non perdere.
• Per avere un'idea del lavoro di Pinter, andate a guardare la Galleria delle copertine di Maigret (cliccare sull'immagine per ingrandire le copertine)

sabato 11 febbraio 2012

SIMENON. L'ULTIMO ROMANZO... FU UN MAIGRET

Come sarebbe stato il romanzo Victor?
Epalinges-Losanna (Svizzera) - 11 febbraio 1972 - In quel giorno Simenon andava concludendo, nello studio privato della sua grande villa, la stesura della sua 102a inchiesta (tra romanzi e racconti) del commissario Jules Maigret. Titolo: Maigret et monsieur Charles.  Il libro sarebbe poi uscito verso fine luglio dello stesso anno, come al solito, per i tipi di Presse de La Cité.
Come avrebbe detto Simenon stesso, stava per "passare la linea", ma non lo sapeva.
Quella per lui fu una data fondamentale, la fine della sua carriera di romanziere.
Infatti circa tre mesi dopo, a settembre, compiuti i consueti riti preparatori, si dedicò alla stesura di un nuovo romanzo. Aveva già in mente il protagonista, gli aveva trovato un nome che avrebbe funzionato anche come titolo del romanzo: Victor.
Solo che, alla fine della giornata, non era riuscito a scrivere una riga e nemmeno a buttare giù tutti gli appunti preparatori che di consueto scriveva sulle famose buste gialle. Niente.
Mancava quella trance creativa che lui chiamava état de roman? Era un momento di sovraffaticamento? Lo avevano colpito particolari stress emotivi? C'era qualche problema particolare che lo assillava?
A queste domande dobbiamo rispondere no. Il legame con la moglie si era ormai definitavamente troncato, con la partenza di Denyse otto anni prima.  La madre, con cui aveva avuto un conflitto perenne, era morta ormai da due anni. I figli più o meno sistemati, Marc, con la sua famiglia e la sua attività di cineasta, Johnny negli Stati Uniti a studiare legge, Pierre tredicenne andava ancora a scuola. Le uniche preoccupazioni venivano da Marie-Jo, che a Parigi non trovava la sua strada e sprattutto il suo equilibrio mentale. Ma non era un problema nuovo, bensì una situazione critica di cui da tempo Simenon era ben cosciente. E, se vogliamo, la presenza di Teresa, sua nuova compagna, invece lo riempiva di serenità e di sicurezza.
Insomma possiamo fare delle ipotesi, ma un problema evidente e scatenante non possiamo citarlo...
L'indomani aspettò inutilmente quel déclic che faceva scattare il meccanismo, come era stato per centinaia di volte. Ma non successe nulla. A Teresa disse "... se anche domani mi troverò in questa condizione, potrò annunciarti che smetterò di scrivere...". E così fu.

Il  fatto è che Simenon non provò nemmeno, almeno così sembra accertato, a rimandare. Magari alla settimana successiva. Non pensò nemmeno di fare una pausa di qualche mese e attendere l'ispirazione per un altro romanzo.

La decisione di smettere di scrivere  fu come dettata dalla consapevolezza che il suo meccanismo di trance creativa non avrebbe funzionato più. Perchè? Su questo evidentemente Simenon non si fece domande, come non se lo era chiesto per tutti gli anni in cui aveva seguito quell'état de romance che gli dava l'ispirazione, che lo portava a scrivere, che lo guidava senza fargli sapere dove il romanzo sarebbe andato a parare. Era stato il suo modo più spontaneo di scrivere per quasi quarant'anni, un modo istintivo e, come sottolineava spesso Simenon, onesto nei confronti dei lettore. Scriveva solo quello che sentiva veramente, null'altro, niente di di artificioso o di costruito.
Anni dopo quella scelta, spiegò che volendo avrebbe potuto continuare a scrivere Maigret o romanzi "alla Simenon". Dopo centinaia di volte, aveva di certo il mestiere, l'esperienza e la capacità necessari per mettere insieme delle opere, con temi, stile, linguaggio, atmosfere tipicamente "simenoniani" e di cui forse nessuno avrebbe colto la differenza con i precedenti.  Ma, affermava, non sarebbe stato spontaneo e soprattutto non sarebbe stato onesto con i propri lettori.
In definitiva smise di scrivere, o meglio di scrivere romanzi.  Per la precisione infatti va detto che (aldilà dei "Dictées" che erano delle "sbobinature" delle sue registrazioni su nastro magnetico) materialmente scrisse solo due libri: Lettre à ma mére (1974) e Mémoires intimes (1981), due opere a fortissima connotazione autobiografica, di grande interesse, ma non certo romanzi, come per decenni Simenon ci aveva abituato.
Precismnte quarant'anni fa la sua macchina da scrivere tacque. Il suo état de roman fu solo un ricordo. La scrittura, suo vero motivo di vita, perse senso. E infatti questo "passaggio della linea" si manifestò con una svolta globale. Lasciò la sua gran villa di Epalinges per un modesto appartamento all'ottavo piano di un condominio di Losanna. Rinunciò ai suoi libri, alle sue autovetture, ai suoi quadri di valore, alla servitù. Con poche essenziali effetti personali  entrò con Teresa in una fase della vita che lo portò ad essere, secondo una sua espressione, "un homme comme les autres", come moltissimi protagonisti dei suoi romanzi.

venerdì 10 febbraio 2012

SIMENON FA' LA MORALE ALLA... POLIZIA

Il video che vi proponiamo questa volta è anch'esso tratto dagli archivi dell'I.N.A. e riguarda una intervista realizzata per la televisione francese da Roger Stéphane, che tratta il delicato tema della concezione della morale tra le forze dell'ordine. Nel video Simenon, partendo da Maigret e parlando in generale della polizia, afferma che loro non seguono nessuna morale, ma solamente la legge, addentrandosi poi sul diverso approccio che della morale hanno i poliziotti e i giudici e infine sull'evoluzione del concetto di morale. Si tratta di circa un paio di minuti, di un'intervista registrata nel 1963, ma il cui tema è ancora di grande attualità

                                                                                              VAI AL VIDEO >>>

mercoledì 8 febbraio 2012

SIMENON. LA DOLCE MORTE

Il tema dell'eutanasia scuote tutt'oggi il dibattito delle coscienze tra chi appoggia posizioni antagoniste. Da un parte si rivendica l'autodeterminazione dell'individuo che, lucido e consapevole, può decidere per l'eutanasia nel caso dovesse cadere in stato vegetativo o vittima di dolori terminali insopportabili. Dall'altra chi sostiene invece, per convinzioni religiose o etiche, che la natura o una divina volontà superiore va rispettata e la vita debba fare il suo corso costi quel che costi, al malato e a chi gli è vicino.
Parliamo di questo perchè Simenon aveva un'opinione precisa e netta su questo argomento, tanto da parlarne in un 'intervista del novembre 1981. Ecco un'estratto dell'articolo apparso su Paris Match a firma del giornalista Paul Giannoli.
"...il giorno in cui mi sentirò così male al punto di costituire non solo un peso per gli altri, ma di divenire insopportabile a mé stesso, sono  certo, perché glielo ho chiesto, che Teresa mi farà l'iniezione necessaria, con molta gentilezza, abbracciandomi e così tutto sarà finito....".
Il tema è da prendere  con le molle. Lo stesso scrittore negli ultimi anni della sua vita, dopo aver sopportato drammi affettivi (il suicidio della figlia Marie-Jo) e problemi fisici (l'operazione alla prostata nel'77 e quella al cervello dell'84 e infine la semi-paralisi che lo costrinse nell'ultimo anno su una carrozzella), non era che il pallido ricordo del brillante romanziere cittadino del mondo. La sua memoria è intermittente, anche la sua lucidità ormai e ridotta a sprazzi saltuari.
Chi l'ha visto in quel periodo racconta di una parte paralizzata, gamba e braccio immobili, la mano rattrappita e una guancia gonfia. Ormai ascolta solamente, non parla quasi più. Però non smette di fumare... è Teresa che gli riempe la pipa, l'accende e gliela mette in bocca. Teresa, la sola che capisca con un'occhiata le sue esigenze, Teresa che è ormai il suo tramite con la gente e con il mondo.
La siringa, di cui lui aveva parlato nell'intervista, Teresa non la usò e forse non ci pensò nemmeno mai.
Lei era troppo importante per lui. Simenon disse ai figli, come riferisce Pierre-Nicholas " ...Senza lei, sarei morto. Ho un fucile sotto il letto, l'avrei utilizzato...".
E invece morì nel suo letto, mano nella mano con Teresa, dicendole "...Alla fine, vado a riposarmi...". Erano le 3.30 del 4 settembre 1989.

lunedì 6 febbraio 2012

SIMENON. I LETTORI DI MAIGRET... ANCHE QUELLI "ELETTRONICI"

Nel post di ieri  avevamo riportato un intervista in cui Simenon parlava anche dell'età dei suoi lettori. In un dichiarazione  alla stampa, Giorgio Pinotti, della casa editrice Adelphi (l'editore italiano di tutti i Simenon), ha oggi dichiarato "... Simenon è uno dei nostri autori di punta. Negli anni la popolarità del commissario è cresciuta, soprattutto tra i più giovani, tanto che ora l’età media dei suoi lettori è di 35 anni. Anche per questo motivo abbiamo deciso di pubblicare le inchieste in e-book...”, a proposito del successo nel mercato dell'editoria digitale delle prime quattro uscite delle inchieste del commissario (come avevamo ampiamente riportato sul nostro post del 31 gennaio Simenon. Cambia tutto, ma Maigret fa sempre centro ).
Che fosse un loro autore di punta (se non addirittura l'autore) non avevamo dubbi. Che potesse essere così popolare da attrarre anche un pubblico particolare come quello degli ebook anche è un fatto che non ci stupisce più di tanto. Dobbiamo ancora una volta sottolineare che, nella sua vita, questo seriale, come forse nessun altro (e soprattutto all'epoca), si pone a cavallo tra la lettratura di genere e il romanzo tout court. Le trame sono sovente più profonde e articolate di quanto potrebbero sembrare ad un primo impatto. I personaggi non sono né stereotipati né schematici. Anche i pochi tratti che Simenon riserva alla loro descrizione sono quelli giusti e sufficienti a conferire alla figura da un parte quasi una tridimensionalità e, per altro verso, quell'umanità che ce la rende vicina. I temi tratti non sono banali, ma spesso intrecciano le problematiche come il destino dell'uomo e del suo rapporto con i male e il bene. Anche lo stile e il linguaggio dei Maigret si assimilano sempre più a quelli dei romanzi e soprattutto lo scarno vocabolario che Simenon dichiarava di usare (non più di duemila parole) è praticamente analogo.
E questo è evidentemente un altro argomento che spiega la popolarità della serie. Come più volte è stato detto il grande pubblico dei Maigret non è certo tutto composto da giallisti accaniti. La trama gialla, che pure c'è e costituisce una spina dorsale essenziale, spartisce la ribalta con gli altri elementi succitati e finisce per interessare una platea di lettori che oltrepassa lo zoccolo duro di appassionati di gialli, noir o, per dirla alla francese, di polar.

domenica 5 febbraio 2012

SIMENON CI RACCONTA CHI SONO I SUOI LETTORI

A cercare si fanno dei giri che ti portano in giro per il mondo e poi ti riportano a casa. E così, cercando tra le interviste rilasciate da Simenon, ci siamo imbattutti quella concessa al giornalista Roberto Gervaso, (per il Corriere della Sera?), poi raccolte con altre in un libro, La mosca al naso - Interviste famose (Rizzoli - 1980). Traccia di questa, l'abbiamo scoperta in un blog brasiliano, Perspectiva, che riporta l'intervista, in portoghese, tratta dalla rivisa Oitenta che la pubblicò nel 1984 e ripresa poi nel settembre del 2009 dal suddetto blog.
Si tratta, come nello stile di Gervaso, di una serie secca di botta e risposta. Qui riportiamo un estratto in cui il giornalista chiede a Simenon chi fossero i propri lettori. 

Gervaso - Dove ha più lettori? 
Simenon - Negli Stati Uniti e in Unione Sovietica. 
Gervaso - Più donne o più uomini? 
Simenon - Prendendo come riferimento le lettere che ricevo, sono metà e metà.
Gervaso - Cosa dicono le donne in queste lettere? 
Simenon - Si confidano e chiedono consigli.
Gervaso - E gli uomini? 
Simenon - Mi scrivono dei loro problemi. Soprattutto, quelli medici e quelli psichiatrici. 
Gervaso - I suoi libri sono più letti dai giovani o dai meno giovani? 
Simenon - Sono lettori dai tredici agli ottanta anni. 
Gervaso - Più intellettuali o più uomini qualunque? 
Simenon - Sia questi che quelli.

Può stupire che negli anni '80 Simenon vedesse come i suoi migliori mercati gli Stati Uniti e l'allora Urss. Non cita né i paesi europei, né l'Europa come continente che pure dovevano essere plausibilmente i bacini del suo zoccolo duro di lettori. Ma non dimentichiamoci che Simenon è stato tradotto in oltre trenta lingue e che lo scrittore stesso si chiedeva come culture così diverse dalla sua potessero apprezzare i suoi romanzi. Certo, le storie che lui racconta spesso non sono ambientate in  un luogo specifico e risultano poco contestualizzate. Ma la riposta vera va cercata nell'universalità che si trova nelle sue creazioni. Il famoso "uomo nudo", che lui andava cercando è l'uomo con le sue pulsioni primarie che vive in ogni parte del mondo. E anche lettori lontanti dalla cultura francese forse finiscono per ritrovarsi nei suoi personaggi.