sabato 7 giugno 2014

SIMENON SIMENON. LA CHAMBRE BLEUE HA APERTO IL BRUSSELS FILM FESTIVAL

Dopo Cannes, Bruxelles. Ieri sera alle 20.00 la XII edizione del Brussels Film Festival (6-14 giugno) ha aperto i battenti con la proiezione de La chambre bleue, la pellicola dell'attore-regista Mathieu Amalric, tratta dall'omonimo romanzo di Georges Simenon. Un debutto tutto giocato in casa visto che i belgi aspettavano la prima nazionale del film tratto dal famoso romanzo del loro più celebre scrittore.
Per maggiori informazioni sulla manifestazione cliccare su brusselfilmfestival

SIMENON SIMENON. 5 INCHIESTE PER "I MAIGRET 4"

E' stato inserito nelle anteprime. Il volume-raccolta dell'Adelphi  I Maigret 4, sarà quindi a breve nelle librerie. Ne avevamo parlato una dozzina di giorni fa' nel post I Maigret 4 preparatevi all'uscita
Ora vi possiamo confermare i cinque romanzi che avevamo preannunciato: "Il pazzo di Bergerac" (Le Fou de Bergerac - avril 1932) - "Liberty Bar"  (Liberty Bar - juillet 1932) - "La chiusa n. 1" (L’Écluse n° 1 - juin 1933 ) - "Maigret"  (Maigret - mars 1934) - "I sotterranei del Majestic" (Les Caves du majestic - in "Maigret revient" - octobre 1942).
Questo volume sarà, come è ormai noto, il Maigret per l'estate visto che, per l'uscita della prossima raccolta dei racconti del commissario, il pubblico degli appassionati dovrà tirare un po' il collo.
Chi volesse prenotarlo potrà già farlo, on-line, su IBS- I Maigret 4

venerdì 6 giugno 2014

SIMENON SIMENON. IL CASO DI MAIGRET "L'AMERICANO"


Inizia con Maigret à New York, è composta da 26 titoli ed è tutta pubblicata da Presses de La Cité. Stiamo parlando della serie delle inchieste del commissario che Simenon ha scritto in America (Canada, Usa e altre località). Questa è la prima inchiesta scritta nel Nuovo Mondo, a Saint-Marguerite du Lac Masson (Quebec -Canada), appena sei mesi dopo essere sbarcato a New York (prima aveva scritto solo "Trois chambres à Manhattan" dopo l'incontro con Denyse che diverrà la sua seconda moglie).
Ma esiste un caso che riguarda questi Maigret scritti in America? Sono diversi  rispetto a quelli che aveva scritto fino ad allora e da quelli che scriverà fino al 1972?
Intanto dobbiamo ricordare che in quei dieci anni (1945-1955) Simenon scrisse un numero equivalente di Maigret e di romans-durs: 26 inchieste del commissario contro 27 romanzi. E qui siamo nella sua media: poco più di cinque titoli l'anno, mediamente alternando un romanzo e un Maigret.
E del tutto noto che, finita la prima serie dei diciannove titoli (1931-1934) pubblicati con Fayard,  Simenon considerasse chiusa la parantesi maigrettiana.
Poi l'insistenza degli editori, il grande Gallimard prima e il piccolo Nielsen poi, gli chiedevano dei Maigret. Il romanziere cedette già a Parigi scrivendo dei racconti che saranno pubblicati in varie date, ma il primo romanzo di Maigret, pubblicato dopo la pausa, uscirà per Gallimard nel '42, Maigret revient... (raccolta di racconti). Un bel periodo di riposo... nelle librerie per otto anni non uscì un'inchiesta del commissario!
Il riavvicinamento dell'autore al commissario nella sua consueta ambientazione avviene per gradi.  Ad esempio in Maigret à New York il commissario indaga in un luogo per lui assai poco consueto, lontanissimo dalle atmosfere parigine, dai brumosi canali con le vecchie chiuse o dalla provincia francese. Poi nel '47 Les Vacances de Maigret, ci presenta un commissario ancora lontano dal suo Quai des Orfévres. Per rivedere il commissario operativo nel suo ufficio, con tutto il suo contorno tradizionale, occorre attendere la fine del '47 quando Simenon finisce di scrivere Maigret et son mort.
Francis Lacassin scrive nel suo La vraie naissance de Maigret - Autopsie d'une légende (Editions du Rocher - 1992) "... la lontananza, in barba al proverbio Lontano dagli occhi lontano dal cuore, facilita il riavvicinamento tra l'autore e un personaggio che era stato tenuto a distanza. Separato da lui e da Parigi da un oceano, l'autore va sublimando la sua nostalgia di Parigi, la assapora attraverso il suo personaggio di cui ha mutuato la sensibilità. E' in America che Simenon scriverà alcuni dei migliori Maigret...".
Beh, la considerazione di Lacassin è del tutto comprensibile. Basta pensare a delle inchieste non facimente dimenticabili come La prémiere Enquête de Maigret (1948) che ci fa conoscere gli inizi del personaggio allora ancora segretario del commissario Le Bret, nel commissariato del quartiere Saint-Georges. Oppure Mon ami Maigret (1949), una sorta di lettera dell'autore al personaggio che lo accompagnerà per tutta la vita, e poi lo struggente Un noël de Maigret (1950), oppure Maigret, Longnon et les gangsters (1951). E ancora Maigret chez le Ministre (1954) o Maigret et le corp sans tête (1955), tanto per citare alcuni dei titoli.
Nel decennio americano indiscutilmente la stesura dei Maigret cambia. Simenon da una parte fà crescere il personaggio dandogli uno spessore ancora maggiore, dall'altra tratta le vicende sono affrontate sempre di più dal lato umano che da quello investigativo. Questo fa dire a Lacassin, nel libro che abbiamo citato "...gli amanti dei romanzi prettamente polizieschi non si sono sbagliati,  dovendo scegliere, preferiscono i Maigret della cuvée Fayard. Gli amanti di Simenon optano per la cuvée Presse del La Cité...".
E qui dobbiamo constatare che la già citata convergenza tra i romans-durs e i Maigret inizia proprio negli anni americani e va poi consolidandosi nel tempo, trattando gli stessi temi, creando personaggi che si somigliano sempre di più, proponendo intrecci che non sono dissimili.
Insomma ecco il caso Maigret "l'americano". Una serie nata poliziesca che sempre più si avvicina al romanzo proprio a partire dalle inchieste scritte in America.
E' forse il caso di iniziare a parlare di Maigret e di Maigret-durs?

giovedì 5 giugno 2014

SIMENON SIMENON. HISTOIRE DE MADAME D. OVVERO DA M.LLE DENISE OUIMET A M.ME DENYSE SIMENON / 2

<<< (continua) - La trasformazione si é completata. Denyse é ormai M.me Simenon e non più la segretaria-interprete. Il suo ruolo, intanto che Simenon resta a guardare, cresce. Prende delle decisioni, chiude delle trattative, dispone  e decide dei collaboratori. Insomma va sempre più interpretando la parte dell'agente letterario che non quella di semplice segretaria.
Questo però la mette spesso in ansia, la spinge a bere per sentirsi più sicura e le provoca crisi che la vedono poi prostrata a letto per giorni. La risposta al perchè di questo comportamento, che andrà facendosi sempre più frequente, è sì da ricercare nella natura di Denyse, ma forse non va sottovaluta la componente d'invidia e gelosia del successo e della popolarità di suo marito che a quel momento non avrebbe più bisogno di lei per il lavoro. Ormai Simenon parla e scrive bene l'inglese degli americani e non ha più bisogno della Denyse-interprete. Simenon ha una preziosa collaboratrice, Béatrix Czernin, che sarebbe una segretaria ottimale, se non fosse di fatto alle dipendenze di Denyse. Insomma l'intraprendente e iperattiva canadesina, cerca di conservare con le ughie e con i denti un ruolo nella "fabbrica Simenon", crucciandosi, senza ammetterlo, di vivere solo di luce riflessa. Essere madre-moglie evidentemente non le basta. E nonostante ciò a settembre del 1953, quando vivono a Lakeville, dà a Georges un altro figlio: questa volta però è una femmina, quella Marie-Jo verso la quale il padre avrà sempre una certa predilezione. Ma questo nuovo evento non cambia i problemi di Denyse che invece beve sempre più ed è forse questo che spinge in quel momento Georges a rinunciare all'acol. Alcolismo, iperattività e manie di pulizia. Questi tre sintomi crescenti sono il segno che l'equilibro di M.me Simenon inzia a vacillare seriamente. Questo si porta dietro anche i primi violenti con il marito sia per questioni personali, ma anche per problemi che lo stato di Denyse crea sul lavoro, prendendo decisioni che Georges non accetta più.
La situazione peggiora quando nel 1955 la famiglia rientra in Europa. Ora Denyse si sente spaesata, a contatto con la vita, i personaggi e i luoghi del Simenon di dieci anni prima. Un contesto in cui lei non esisteva e in cui fatica ad inserirsi. La memoria spesso le fà difetto, per sua stessa ammissione, perde un figlio nel '55, insomma iniziano colpi seri per Denyse che oscilla tra uno stato di ipertensione e ripetuti collassi. Ha sempre più bisogno di conferme, di sicurezze che cerca nel disporre in un sempre maggior numero d'inservienti: nel 1956 aveva sei persone al suo servizio, nel '62 erano diventate undici. Simenon inizia a preoccuparsi seriamente e convoca più volte medici, psichiatri per consulti e per trovare una soluzione che aiuti lei e migliori il loro rapporto.
Scenate e isterismi da prima donna erano a quel tempo all'ordine del giorno, e soprattutto quando Denyse viveva situazioni per lei stressanti. Come successe nel '60 a Cannes, quando Simenon fu chiamato a presiedere la giuria del Festival Internzionale del Cinema. Denyse voleva, ma non riusciva, attirare l'attenzione su di sè (la moglie del Presidente della giuria!). Nonostante le spese pazze, toilette da star del cinema, atteggiamenti stravaganti, fotografi, giornalisti e curiosi stavano sempre da un'altra parte e talvolta proprio dietro a suo marito.
Nonostante a precarietà del loro rapporto, a maggio del 1959 nasce il loro terzo figlio (il quarto per Georges) Pierre Nicolas. Ormai si erano da tempo stabiliti in Svizzera. La mania di Simenon di cambiare abitazione sembrava aver fatto posto ad un bisogno di stablità.
Nel '64 nello scrittore avviene un cambiamento. La tensione sempre più alta che il comportamento di Denyse imponeva in casa Simenon, era ormai non solo insopportabile, ma a suo parere, iniziava ad essere dannosa per lui stesso e per quelli che vivevano con lui. Da quel momento decise di non difendere più Denyse da sé stessa, ma invece  di salvare sé stesso e la propria famiglia dagli eccessi della donna.
Sono gli ultimi monenti di vita insieme, dopo una serie di ricoveri temporanei in cliniche e in case di cura, Denyse Simenon lascia definitvamente la villa di Epalinges, il marito e i figli nell'aprile del 1964, per una lungo-degenza  da cui  uscirà solo per intraprendere una vita senza più Simenon.
I due non si separarono, né divorziarono (si dice che per lo scrittore sarebbe stato un salasso...), ma la guerra dei Simenon non ha fine. Denyse pubblicherà nel 1965 due libri, aiutata da giornalisti, Un oiseau pour le chat in cui racconta la storia con Simenon secondo il suo punto di vista, mettendo bianco su nero i suoi difetti, le sue colpe i suoi lati oscuri. Simenon è tentato di rispondere con un altro libro, ma poi non lo farà. Lei cercherà di avere l'ultima parola con l'altro libro Le Phallus d'or.
Per conto suo Simenon, che ormai vive la sua vecchiaia con una nuova compagna, Teresa (friulana, entrata a loro servizio perché consigliata dalla moglie di Arnoldo Mondadori a Denyse), si vendica in un modo particolare. Quando scriverà di lei, soprattutto in Mémoires intimes, non la chiamerà più Denise o Denyse, ma con una fredda e laconica consonante: D.

mercoledì 4 giugno 2014

SIMENON SIMENON. HISTOIRE DE MADAME D. OVVERO DA M.LLE DENISE OUIMET A M.ME DENYSE SIMENON / 1


Da Denise a Denyse. Quella "y" fà la differenza. O perlomeno la fece per quella giovane canadese che vide cambiato il suo nome per gelosia. Già l'incontro fulminante con Georges Simenon accese così la passione dello scrittore che fece nascere in lui un sentimento fino ad allora sconosciuto: la gelosia. E, irragionevole come la gelosia sa rendere, pretese che la sua nuova fiamma, Denise Ouimet, cambiasse così il suo nome. Perchè? Perché in quel modo non l'aveva chiamata nessun altro amante prima di lui. Il possesso totale... anche retroattivo? Beh, Simenon quel 4 novembre 1945, a New York aveva preso una bella sberla... sentimentale. Si innammorò di quella magra e nervosa canadese come mai gli era successo nella vita, spiegò lui stesso più volte, scrivendolo anche a chiare lettere su Mémoires intimes.
Borghese, cattolica, francofona, Denise gli telefonò su indicazione di un comune amico. Motivo? Simenon stava cercando una segretaria-interprete per quell'avventura che aveva iniziato in America.
Certo lo scrittore allora non sapeva molte cose: che negli Usa ci sarebbe rimasto dieci anni. Che Deni(y)se sarebbe diventata la sua seconda moglie. Che gli avrebbe dato ben tre figli, di cui una femmina... Ma non sapeva nemmeno quale drammatico epilogo avrebbe avuto quella storia dopo vent'anni.
Ma torniamo a quel 4 novembre. Lui poco più che quarantenne, lei appena venticinque anni. Il colpo di fulmine dette origine ad un'esplosione di vitalità sessuale... Con Denyse Simenon aveva trovato pane per i suoi denti. La passione li travolse, li fece finire a letto nemmeno dopo cinque ore essersi conosciuti.
Il fatto lasciò un segno tale in Simenon che (ancora ignaro dell'importanza che quella donna avrebbe avuto nella sua vita) dopo due mesi e mezzo scriveva un romanzo, ispirato proprio a quei loro primi momenti, romanzo che quasi sicuramente non sarebbe esistito senza quel vulcanico incontro.
Ma inzio travolgente a parte, come andò poi la loro storia? Proviamo qui di seguito a raccontare i fatti salienti del rapporto Georges-Denyse.
Subito lei prende posto a casa Simenon inseme alla prima moglie Tigy, al loro figlio Marc e all'istitutrice. E' segretaria-interprete, ma ben presto prenderà in mano gli affari dello scrittore.
Nel 1946 sono sistemati tutti a Saint-Andrews in Canada, ma ben presto  partono per una serie di articoli che Perre Lazareff, direttore di France Soir, ha commissionato a Georges. Dal Maine alla Florida, 5000 chilometri di costa americana da nord a sud. Georges, Denyse e Marc su una Chevrolet e Tigy con l'istitutrice di Marc su una Oldsmobile.
Nel novembre del 1947 è lei che prende la telefonata che annuncia la morte di Christian, l'unico fratello di Georges, che era con la Legione Straniera a combattere nel golfo del Tonkino.
Nel '49 sono a Tucson in Arizona, la relazione tra Georges e Denyse è ormai ufficializzata. Tigy rimane con loro per non abbandonare il figlio Marc e anche perché li ha finalmente raggiunti la loro storica femme de chambre la Boule che lei sente dalla sua parte.
A fine settembre Denyse mette al mondo Johnny, secondogenito di Georges.
Certo quella strana famiglia con Simenon come un sultano, con la prima moglie, l'attuale compagna (entrambe madri di un suo figlio) e la Boule (non occasionalmente sua maitresse), due bambini, l'istitutrice... beh al côtè puritano degli americani questa promiscuità non può andar giù. E' ora di sistemare qualcosa.
Cosi nel giugno del 1950, a Reno in Nevada, Simenon divorzia il 21 da Tigy e il 22 sposa Denyse. 
Da un lato Denyse lo solleva da una serie di incombenze in merito ai contatti con gli editori, agli incontri di lavoro, alle trattive sui diritti, ai controlli sulle traduzioni, dall'altra lo asseconda nella sua prorompente e quotidiana impellenza sessuale. A volta lo segue nei bordelli, a volte capita anche che lei partecipi agli incontri del marito. 
A marzo del 1952 Simenon fà un lungo viaggio in Europa. Sono passati sette anni dalla sua "fuga" americana, ma lo scrittore tocca con mano come nel vecchio continente non solo non l'abbiano dimenticato, ma la sua fama sia notevolmente accresciuta. Viene fatto oggetto di incontri, party, panzi e cene in suo onore. Qui Denyse manifesta la sue prime reazioni poco equilibrate, di fronte alla generale mancanza d'interesse nei suoi confronti, mentre Georges è sempre al centro dell'attenzione. (continua)>>>

martedì 3 giugno 2014

SIMENON SIMENON. ACCADDE A GIUGNO...



Ecco una scrupolosa cronologia, preparata da Murielle, dove si elencano alcuni fatti salienti accaduti al romanziere nei mesi di giugno di svariati anni. Per lo più si tratta di pubblicazioni di romanzi o della loro scrittura. Ma non mancano viaggi, spostamenti, interviste ed elementi più vari com'é nel più puro "stile Simenon". In calce, per non far torto a nessuno, anche alcune indagini che vedono Maigret all'opera, sempre ovviamente in giugno.  Nella foto, i famosi calendari di Simenon, dove il romanziere appuntava i giorni di scrittura che gli servivano per terminare un romanzo e quelli per la sua revisione. Come potete vedere sia in quello di giugno '69 (per il romanzo "Novembre") che negli altri due, sono sempre otto giorni per la scrittura e tre per la revisione. 
E adesso godiamoci il giugno di Simenon.

Giugno 1918: il giovane Simenon (15 anni) lascia il collegio scolastico, senza dare gli esami di fine anno e inizia un periodo di piccoli lavoretti per guadagnarsi la vita.
Giugno 1933: Simenon incontra Trotski e l'intervista viene pubblicata su Paris-Soir
Giugno 1934: Simenon, durante il suo tour del Mediterraneo fà scalo all'isola d'Elba e lì scrive 45° à l'ombre
Giugno 1935: di ritorno in Francia, dopo un lungo giro intorno ala mondo, Simenon scrive Quartier Nègre
Giugno 1937: stabilitosi a Porquerolles, Simenon scrive Touriste de bananes
Giugno 1938: a La Rochelle, Simenon scrive i Dossiers de l'agence O
Giugno 1945: dopo un viaggio a Londra, Simenon, di ritorno a Parigi, scrive La pipe de Maigret
Giugno 1946: sistemato à Saint-Andrews (Nouveau-Brunswick), termina la stesura de Le clan des Ostendais
Giugno 1948: Simenon si stabilisce a Tumacacori (Arizona)
Giugno 1949: secondo soggiorno a Tucson
Giugno 1950: a Reno (Nevada), il 21 divorzia da Tigy, e il 22 sposa Denyse
Giugno 1952: di ritorno da un viaggio in Europa, Simenon scrive Le revolver de Maigret
Giugno 1957: Simenon, fermatosi a Cannes, si dedica alla scrittura di Strip-Tease
Giugno 1960: Simenon termina Maigret et les vieillards; qualche giorno dopo aver terminato questo romanzo, inizia la redazione del primo quaderno Quand j'étais vieux
Giugno 1961: Simenon scrive La Porte
Giugno 1962: Simenon terrmina la stesura de La colère de Maigret (vedi il post dell'altro ieri)
Giugno 1963: dopo aver finito di scrivere La chambre bleue, Simenon si dedica a Maigret et le fantôme
Giugno 1965: Simenon finisce Le Train de Venise
Giugno 1967: Simenon termina Le Déménagement
Giugno1968: Simenon scrive L'ami d'enfance de Maigret
Giugno 1969: Simenon in otto giorni finisce Novembre (vedi il calendario della foto in alto)
Giugno 1971: Simenon scrive Maigret et l'indicateur
Giugno 1976: Simenon regala all'Università di Liegi un gran numero dei propri documenti

E sempre a giugno il commissario....
Maigret conduce in questo mese le inchieste dei seguenti romanzi: Monsieur Gallet décédé, Au rendez-vous des Terre-Neuvas, Le revolver de Maigret, La colère de Maigret, Maigret se défend, L'ami d'enfance de Maigret et L'amoureux de Mme Maigret.

lunedì 2 giugno 2014

SIMENON SIMENON. 7 SETTEMBRE 1989: GLI OMAGGI DE "LE FIGARO"

Una pagina di quasi venticinque anni fa', ricca di omaggi di giornalisti, accademici, attori, critici simenoniani, registi, tutti nomi di primo piano raggruppati in questo tributo del quotidiano parigino al romanziere allora scomparso. Continuiamo con il nostro puzzle di quello che la stampa italiana e quella francese pubblicarono alla scomparsa di Simenon. Per ora sono venticinque anni. Le mettiamo quest'anno sul web, queste pagine ingiallite e consumate dal tempo, nella speranza che su questo supporto digitale la loro vita sia, non diciamo eterna, ma lunga, molto molto lunga. Almeno lunga abbastanza da conservare la memoria anche di quello che la stampa (anche quella più "volatile", come i quotidiani) testimoniò in quei giorni.



Apre un titolo ambiguo, ma vero: "Simenon una vita gloriosa e grigia"
La parte gloriosa è  conosciuta da tutti. Iniziata nella Parigi degli anni '20 come il re della letteratura popolare, poi nel '30 con il lancio di Maigret, che si rivelerà un successo mondiale che dura ancora nei nostri giorni, e infine fino agli anni '70 quando scrisse un centinaio di romanzi e arrivò ad un passo dalla nonima per il Nobel. Quella grigia, quando smise di scrivere nel '72, fece togliere dai suoi documenti quella dicitura cui era arrivato con tanta fatica: "romanziere", e si rinchiuse nella sua piccola casa rosa, a Losanna con la sua compagna Teresa. In questo articolo Gilles Lambert ripercorre la vita di Simenon  e conclude:"... Simenon prenderà più volte la decisione di smettere di scrivere. Quando finì davvero, iniziò a dettare, poi smetterà anche di dettare. Infine il silenzio, fino alla morte.". Sotto il titolo a tutta pagina, un box, a firma dell'Accademico di Francia Alain Peyrefitte, in cui racconta del suo viaggio in Cina dove in una libreria, insieme ai classici francesi, trovò La nuit de carrefour, tradotto anche quello in cinese. E ricorda di come l'avesse comprato per regalarlo a Simenon, al suo ritorno in Europa, ma anche di come purtroppo fosse arrivato tardi. Il papà di Maigret se n'era già andato. Nella metà pagina inferiore spicca un'intervista a Bernard de Fallois, che oltre che ad essere un grande esperto, era anche amico di Simenon e testimonia di alcuni momenti passati insieme "...andavamo spesso a fare delle passeggiate, mi invitava a bere. Di solito parlava tutto il tempo, raccontava delle storie incredibili, poi all'improvviso taceva e guardava altrove. Immagino che in quei momenti di silenzio elaborasse semi-inconsciamente i suoi romanzi. Infine si sedeva alla sua scrivania. Niente telefono. Ritornava qualche giorno dopo con un nuovo romanzo...".
A centro un articolo a firma Jean Tulard, che illustra come l'opera simenoniana sia stata una vera e propria miniera sia per le realizzazioni cinematografiche che per quelle televisive (immancabile la foto del Jean Gabin-Maigret che si accende la pipa insieme a Simenon). E infine le testimonianze dell'attore Daniel Gélin e quella dei registi Jean Delannoy e Pierre Granier-Deferre, tutti impegnati in film tratti dai romanzi di Simenon.

domenica 1 giugno 2014

SIMENON SIMENON. LA COLLERA "ROSSA" DI MAIGRET PER L'AFFARE STRIP-TEASE


Il titolo di questo post è un pasticcio. Non perchè sia sbagliato, ma perchè mischia alcuni elementi molto diversi, ma che ovviamente hanno sempre a che vedere con il commissario simenoniano.
La Colére de Maigret è un'inchiesta che il romanziere ha scritto proprio nel mese di giugno, anno 1962. Si tratta del caso di una scomparsa tramutatasi nell'omicidio di un proprietario di tre cabaret "Paris-Strip", "Lotus" e "Train-bleu".
Diciamo subito questo perchè spiega la traduzione che ne fece Mondadori nel '67: Maigret e l'affare strip-tease (da non confondere con la "La collera di Maigret" che fu invece la traduzione, sempre mondadoriana, di "Maigret se fache", pubblicato nel 1947 - Adelphi ha invece tradotto "La colére de Maigret" in "Maigret perde le staffe" e "Maigret se fache" in "La furia di Maigret" ).
Ciò detto continuiamo a parlare ancora del titolo perchè c'è un'aggettivo che va spiegato, quello che specifica la collera del commissario. E il "rosso". E' uno dei colori delle inchieste di Maigret, a cura di Murielle Wenger, la cui serie avrete letto i giorni scorsi e del quale abbiamo dimenticato di publicare la pur sintetica puntata sul "rosso" e che qui riporteremo, e, visto che parliamo di un Maigret arrabbiato, il colore si abbinerà perfettamente.
Torniamo quindi a La colére de Maigret, che è stato scritto a Enchandens (Svizzera) e racconta di questo monsieur Émile Boulay, un malavitoso... per bene. Certo è proprietario di tre locali dove le ragazze si spogliano e non solo, ma, lui è in regola, non ha problemi con la giustizia e viene descritto come un uomo tranquillo e la moglie Marina spiega come fosse un "uomo calmo riflessivo, che sbrigava i suoi affari molto seriamente".
Un lavoratore insomma, presidiava personalmene tutte le sere i tre locali, non giocava alle corse dei cavalli, né alle carte, nè ad altri giochi. Metodico e attento a quello che accadeva nei suoi locali, Boulay era solito ripetere:"... non si è dei gangster solo perché ci si guadagna la vita faceno vedere donne che si spogliano. Sono un commerciante rispettabile e voglio che lo si sappia...". Insomma un "travet" dello stri-tease, con le sue regole, le sue abitudini che sera dopo sera regolavano la sua vità. Poi quel declic, che Simenon usa per ribaltare una vita. Boulay una sera imbocca rue Notre Dame de Lorette, direzione Pigalle e sparisce. Sarà ripescato qualche giorno dopo nella Senna.
E' un caso duro per Maigret, da una parte dei comportmenti inspiegabili, dall'altra un muro di omertà da parte di chi cirondava Boulay e, a complicare il tutto, c'era anche il caso Mazzotti, un caporione della malavita organizzata ucciso in quei giorni. I due omicidi erano legati o no?
Insomma Maigret "... non era venuto ancora a capo di nulla! Aveva l'aria grave, imbronciata, dei momenti peggiori di un'inchiesta...". Possiamo suppore l'umore  nero del commissario e le folate rosse che infiammavano a ondate il suo viso.
Ma il rosso lo ritroviamo, come ci suggerisce Murielle Wenger, in diverse inchieste."... in Un crime en Hollande è proprio il rosso che domina, il rosso dei mattoni del selciato di Delfzijl. Ne La danseuse du Gai-Moulin é il granata del velluto dei sedili del cabaret. E in Maigret au Picratt's, c'è l'insegna rossa che proiettava luci rosse sul marciapiede come fossero delle macchie di sangue. E per finire, torniamo a La colère de Maigret dove il rosso è rappresentato dalla colore della vettura sportiva di Farano, il cognato del morto. Rosso brillante, acceso, lusso e voluttà, sangue di crimini..." . 

sabato 31 maggio 2014

SIMENON SIMENON: TV, RADIO E TEATRO, VISTI E SENTITI A MAGGIO


Ecco, dalle news di vari media, alcuni dei diversi adattamenti televisivi, radiofonici, teatrali e film in tv, tratti dalle opere di Simenon, che abbiamo visto e sentito nel mese appena concluso, in Italia e all'estero. 

Mitteldeutscher Rundfunk - 19/05 
Die Katze 
Il celebre romanzo Le chat, scritto da Simenon nel 1966 e diventato film nel 1971 interpetato dalla celebre coppia Jean Gabin- Simone Signoret è trasmesso dall'emittente tedesca MDR  in TV-Tipp der Woche, giovedì alle 23.40.

Spettacoli News - 19/05
Lettera al mio giudice, rappresentazione teatrale a Milano, allo "Spazio Tertulliano" con la regia di Giuseppe Scordio dal 7 al 18 maggio 2014. Il famoso romanzo di Simenon scritto nel 1946 sotto forma di lettera di un condannato al proprio giudice

The Guardian - 24/05 
New Lease Of Life
In "Afternoon Drama: The Other Simenon". La BBC-Radio 4 il 30/05,  
per la regia di Ronald Frame, presenta il primo dei tre nuovi episodi tratti dalle storie di Simenon. Questo riguarda Une vie comme neuve (1951), dove uno scapolo solitario la cui routine monotona è cadenzata da visite regolari ad una prostituta. La storia del romanziere tocca certamente argomenti che non si sentono abbastanza spesso sulle radio inglesi. "Il peccato ha radici profonde", dice il protagonista.

The New York Times - 29/05
Monsieur Hire 
Trasmesso su TV5 Monde, domenica alle ore 23.00, racconta di una giovane donna che viene uccisa in un sobborgo di Parigi. La polizia sospetta subito un solitario residente (Michel Blanc), sarto, già una volta finito in carcere per atti osceni. Sandrine Bonnaire è la sua bella e vivace vicina. Questo film francese con la regia di Patrice Leconte, del 1989, è tratto da un romanzo di Georges Simenon, Les Fiançelles de M.Hire (1933) "ha la stoffa di uno studio psicologico di prim'ordine," dice Vincent Canby del The New York Times.
 
LA7 - 31/05
Le inchieste del commissario Maigret
Continua sull'emittente televisiva italiana, nella prima serata del sabato, la trasmissione della serie francese Le Inchieste del commissario Maigret interpretate da Bruno Crémer 

Nord Bayern - 31/05
Drei Zimmer in Manhattan
Debutto a Norimberga, nel Gostner Hoftheater il 5/6/7/ 06 per la regia di Stephan Hoffstadt, con Thomas Witte, Miriam Kohler, Peter Deininger. Si tratta  dell'adattamento teatrale del celeberrimo Trois chambres à Manhattan, romanzo scritto da Simenon nel 1945.

venerdì 30 maggio 2014

SIMENON SIMENON. DOPO "LA CHAMBRE BLEUE" AL CINEMA, "LA BOULE NOIRE" ALLA TV

Si è parlato molto e giustamente della realizzazione della Chambre Bleue e della sua partecipazione a Cannes nella sezione "Un certain régard". Ma adesso tocca ad un altro romanzo di Simenon. Questa volta si tratta de La Boule noire, per la televisione. Il telefilm prodotto dalla Neyrac Films, sarà diretto da Denis Malleval e verrà trasmesso da France 3.
Le riprese del film inizieranno i primi di giugno e la lavorazione dovrebbe richiedere circa un mese. Tra gli interpreti possiamo citare Bernard Campan, Louise Herrero e Linda de Suza.
Malleval non è nuovo nell'adattare romanzi di Simenon per il piccolo schermo. Aveva già realizzato L'escalier de fer e Laurent Guerra dove aveva interpretato il protagonista. Il telefilm, trasmesso in Francia l'autunno scorso, aveva goduto di un certo successo (quattro milioni e mezzo di spettatori). La Boule noire è il primo romanzo europeo dopo il periodo americano di Simenon, scritto a Mougins nel 1955.

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... VERDE


Sesta ed ultima puntata della passerella dei colori degli incipit delle inchieste di Maigret, a cura di Murielle Wenger. Oggi è di scena il verde, anche se alla fine fà capolino anche un po' di rosa.
 
Ne Le chien jaune é il verde delle vetrate dell'Hôtel de l'Amiral che dà il primo tocco di colore. E questo verdastro glauco, sullo sfondo di una tempesta notturna, dà la seinsazione al lettore di scoprire tutta la scena attraversò gli oblò di vetro smerigliato di un acquario. Ne La maison du juge che si apre con un giornata anch'essa piovosa, e con il tappeto verde del biliardo sul quale Maigret inganna l'attesa giocherellando con delle biglie "d'un giallo sgradevole e un rosa malsano". Ma il verde può anche evocare i ricordi d'infanzia, il verde di un vecchio modello di una carrozza ferroviaria, che somiglia a un giocattolo o a un disegno da bambino (Maigret et la vieille dame), o il "verde profondo e sontuoso" di un porta di una clinica, che fa pensare ad un convento, e che ricorda a Maigret i suoi trascorsi d'enfant de chœur. 
Altre evocazioni dei ricordi da bambino, quella suscitata dal rosa dei bricchi del negozio di Mélanie Chochoi in Félicie est là. Il colore rosa qui è associato alla primavera, di cui essa ricorda la tenerezza e la dolcezza, che si ritrova anche in un tramonto in Maigret en meublé (il cielo era rosa. Le strade sembravano rose) e al levare del giorno in Maigret à l'école, con il sole che fà brillare i cocci rosa dei camini sui tetti.
Murielle Wenger

giovedì 29 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET...IN BIONDO


Le charretier de la Providence si apre su un ambiente piovoso, sul quale splende per contrasto il biondo dei capelli della marinaia Hortense Canelle. E' lo stesso biondo che si ritroverà alla fine del romanzo, quando la donna di Bruxelles piange sul cadavere del carrettiere. Questa capigliatura bionda splendente é un quindi il solo elemento di speranza in un mondo inondato dalla pioggia e dalla tristezza. Fanno da contrasto anche il biondo dei peli di Jean Marie nel mondo in bianco e nero del peschereccio e del porto di Fècamp in Au rendez-vous des Terre-Neuvas. E ancora il giallo "color di lino" dei capeli del marinaio Naud, al quale fà eco il giallo della facciata del bar Chez Popaul che si staglia sul pallido cielo dell'alba, come l'annuncio di un sole che sta per sorgere alla chiusa del canale Saint-Martin (Maigret et le corps sans tête).
Murielle Wenger (continua)

SIMENON SIMENON. CON PICCOLE COSE SI POSSONO FARE GRANDI STORIE... SI', MA CHIEDETELO A SIMENON


L'altro giorno, leggendo su Le Monde un'intervista ad un giornalista scrittore francese, Sorj Chaladon, che parlava di Simenon, sono stato colpito da certe sue parole in merito ad alcune caratteristiche della scrittura del romanziere, ma anche dalla sintesi con cui lo stesso Chaladon ha saputo rendere concetti che conosciamo e che abbiamo qui espresso più volte. Ma la sua efficacia e la sua semplicità ci sono sembrati un buon motivo per riportare qui alcune sue frasi.
"... quello che mi colpisce, inoltre, è il modo che ha di portarmi dove lui va. Non si frappone tra me e la vicenda - spiega Chaladon - Io entro nella sua storia grazie a lui. E quindi, Georges Simenon, per me, e quello che mi aiuta e mi consente di entrare nelle sue storie...".
Potremmo dire che è tutto un gioco d'identificazioni?
Certo il fatto che lo scrittore s'immedesimasse così nei suoi protagonisti, tanto da, come diceva lui, "entrare nella loro pelle", mette probabilmente in moto un meccanismo per cui, questa forte identificazione "autore-personaggio", ha la forza di trascinare anche il lettore e riesce a farlo immergere nelle sue storie. 
Ma quello dell'identificazione è il solo strumento con cui Simenon cattura i suoi lettori? Secondo Cahaladon no:
"...Simenon è quello che guarda le piccole cose, la piccola gente, tutti piccoli fatti quotidiani ma che poi ci dice: - Ecco, c'è una grande storia davanti a voi, anche se è minuscola... ".
Questo delle piccole cose della vita di tutti i giorni è sicuramente un'altro motivo di identificazione. Il lettore ritrova in quegli aspetti, le caratteristiche del suo vivere quotidiano, le semplici gioie e le consuete amarezze che il destino gli riserva giorno per giorno e che sono le stesse che vive il personaggio che trova sulle pagine del romanzo che sta leggendo.
E questo concetto delle piccole cose, ci fà tornare alla mente un'altra categoria di eventi trascurabili, quasi insignificanti che pure tanta importanza hanno nei romanzi di Simenon: il déclic.
Il dèclic è quell'accadimento, di per sè di scarsa importanza, che l'autore inserisce ad un certo punto della vita del protagonista, un cuneo che inceppa i meccanismi, una piccolezza che fà saltare lo status quo e rivoluziona un'esistenza che sembrava immodificabile.
"... può essere la morte del padre. Può essere un incidente, oppure un quiproquo che può accadere nella vita come in uno spettacolo di vaudeville - afferma Simenon in un'intervista ad André Parinaud del '55 - Può essere qualsiasi cosa che capita al nostro protagonista come una lettera inaspettata...".
Ma questi dettagli, questi particolari fanno parte anche della concezione che il romaziere aveva del proprio lavoro: "... io sono un artigiano, ho bisogno di lavorare con le mie mani. Mi piacerebbe scolpire il mio romanzo in un blocco di legno..." (intervista a Carvin Collins - 1956). " ...raccontare una storia semplicemente, con la stessa applicazione dell'ebanista al proprio banco di lavoro..." (da "Le Romancier" - 1945)
Ecco Simenon evocare la scrittura come un lavoro manuale. E quale lavoro sceglie? Quello del falegname o dello scultore che entrambe tirano fuori dal legno o degli oggetti d'uso comune, oppure delle opere d'arte. Ma comunque entrambe sono attenti ai più piccoli particolari, alle pieghe della scultura o agli incastri precisi della falegnameria.
Insomma ancora una volta l'alto e il basso insieme, l'arte e la pratica concreta come facce della stessa medaglia. Come i romans-durs e i Maigret.
C'è ancora qualche dubbio che Simenon sia stato il romanziere del '900 che più di ogni altro abbia saputo coniugare le due categorie della letteratura, per alcuni inconciliabili, quella letteraria-alta e quella popolare-bassa?

mercoledì 28 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN...GRIGIO.


Continuiamo la nostra carrellata tra i colori e le inchieste di Maigret, guidati per mano dalla nostra Murielle. 

Troviamo anche dei romanzi che si aprono con il colore grigio: il tailleur "grigio-ferro" indossato da Anna Peeters (Chez les Flamands), colore che simboleggia l'austerità e la forza di carattere di una giovane donna; le scarpette di lana grigia dello sconosciuto del vagone ferroviario ne Le fou de Bergerac, i capelli grigi di Florentine ne L'ami d'enfance de Maigret. Ma è anche il grigio dell'atmosfera dell'opacità del colore: "la giornata senza colori in grigio e in bianco" durante la quale Maigret fà la conoscenza del giovane Sim (Les mémoires de Maigret). La giornata grigiastra "né fredda, né calda" nella cui serata Maigret è chiamata da Auguste Point (Maigret chez le ministre). Il cielo "d'un grigio neutro" di un tetro mattino di gennaio (Les scrupules de Maigret) , o "il grigiore di un pomeriggio piovoso" in Maigret aux Assises.
Murielle Wenger (continua)

martedì 27 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... BIANCO


Continua la panoramica sui colori degli incipit delle inchieste di Maigret. Oggi Murielle ci parla del bianco.
 
Il bianco può evocare  l'idea di candore, d'innocenza, è così che appare nell'incipit di La tête d'un homme, il viso Heurtin di un bianco opaco che risalta sul colore tetro del carcere de La Santé, come un elemento incongruo, evocando in modo simbolico il fatto che il prigioniero non è al suo posto perchè in realtà lui è innocente del crimine di cui è accusato. Ritroviamo la stessa sensazione d'innocenza nel "petit chat blanc" che Maigret scorge all'interno della stessa prigione prima della sua visita a Lenoir... e la scelta di questo cognome costituisce un contrasto stridente con con il colore dell'animale  che gioca candidamente al sole. Il bianco è anche il colore del giaccone di Marie Tatin che Maigret intravede all'inizio de L'affaire Saint-Fiacre e quello del cappello indoassato da M.Maigret in Maigret s'amuse. Ancora bianco è il colore dei capelli del vecchio usciere che entra nell'ufficio del commissario all'inizio di Maigret et la Grande Perche e di Un échec de Maigret
Murielle Wenger (continua) 
 

lunedì 26 maggio 2014

SIMENON SIMENON. ANCORA SUI PROSSIMI E ULTIMI MAIGRET

In merito alle prossime uscite dei Simenon e in particolare degli ultimi Maigret, il nostro informatissimo Andrea Franco ci ha mandato in un commento le sue ipotesi in base alle informazioni in sue possesso. Eccole. 
Io credo che I Clienti di Avrenos uscirà per la fine di giugno, (mi sto basando sulle precedenti annate delle uscite dei Simenon editate da Adelphi). E poi, fino a fine settembre/inizio ottobre, non avremo più uscite di racconti, che credo saranno ancora due libri... 
Resta da stabilire se l'ultimo Maigret sarà una strenna natalizia o se invece bisognerà attendere fino a marzo o magari febbraio 2015. Come dicevo, le raccolte di racconti credo che saranno ancora due volumi, data la lunghezza dei sei racconti che restano da pubblicare. (Andrea Franco)

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... NERO

Maurizio ci ha proposto, in un post di qualche giorno fa', una scaletta di colori utilizzati nei titoli dei romanzi di Simenon.
Forse saprete che ho dedicato un saggio ai colori nei Maigret (http://www.trussel.com/maig/couleurs-f.htm). 
Riallacciandomi al post di Maurizio, mi è venuta voglia di tornare sull'argomento e di interessarmi al primo colore citato nei romanzi della serie del commissario. Qual è il primo tocco di colore dato da Simenon all'incipit di questi romanzi? Cosa ci dice la scelta di questo colore sul tono e sull'intreccio del romanzo in questione? Ecco una domanda cui cercherò di rispondere in questo saggio, che ogni giorno, da oggi a sabato, vedrà pubblicato un post dedicato ad un colore diverso.

• Il primo romanzo della serie si apre con una descrizione dell'ufficio di Maigret alla Polizia Giudiziaria. Primo colore citato, il nero del tubo della stufa che il commissaro riempe di carbone. Subito l'oggetto è sistemato e incontreremo questa famosa stufa in parecchi romanzi. Troveremo il nero come colore dell'incipit anche di altri romanzi che iniziano nell'ufficio di Maigret: quindi l'orologio a pendolo di marmo nero al quale il commisario getta un colpo d'occhio per dare un'orario d'inizio alla sua inchiesta (è il caso di Maigret, Lognon et les gangsters, Le revolver de Maigret, Maigret et le client du samedi). Ma nera è anche la balaustra che si trova nel commissariato di Saint-Georges (La première enquête de Maigret). ll nero può essere anche un colore all'esterno che ci fà capire l'atmosfera in cui si apre l'intrigo: ad esempio ne Le port des brumes Maigret guarda aldilà dei vetri del treno che lo porta a Ouistreham, la notte che cade sul paesaggio che scorre "... fuori era tutto nero...". In Maigret et l'homme du banc è il colore di una domenica piovosa "... con i tetti e i marciapiedi... di un nero lucente...". E' un po' lo stesso colore che si ritrova in un lunedì di novembre in Maigret et les témoins récalcitrants o a Parigi "... lo stesso nero e  lo stesso bianco dei film muti...". Questo riferimento al bianco e nero ci immerge bene nell'atmosfera nostalgica di questo romanzo, nel quale Maigret evoca spesso i ricordi d'infanzia e, nello stesso tempo, ci immerge in quel mondo in sfacelo che è rappresentato dalla fabbrica di biscotti Lachaume.  
Murielle Wenger (continua)

domenica 25 maggio 2014

SIMENON SIMENON. I MAIGRET 4: PREPARATEVI ALL'USCITA

Per i nuovi appassionati maigrettiani, o per chi non li avesse letti, oppure per chi fà collezione... attenzione. A breve uscirà I Magret n° 4. Si tratta del quarto volume di una collana che presenta ogni volta quattro/cinque inchieste del commissario. Come dicevamo le notizie sulla data dell'uscita non sono concordi. Potrebbe essere la prossima settimana o la prima di giugno. L'Adelphi, ad esempio, non l'ha ancora inserito nelle anteprime e questo protrebbe far ritener che prima del 7/10 giugno non sarà in libreria. Un'altra indicazione verrebbe a confermare questa ipotesi. Si tratta della piattaforma di vendita di libri on-line, Internet Book Shop, di solito abbastanza attendibile, che lo mette già in prenotazione con l'avvertenza però che non sarà disponbile prima dell'11 giugno.
D'altra parte il sito ufficiale di Georges Simenon, curato dal figlio e aggiornato sulle uscite in tutto il mondo dei volumi simenoniani, lo dà in pubblicazione addirittura per il 27 di questo mese.
Andiamo comunque a vedere quali titoli contiene questa quarta raccolta.
Si tratta di sei inchieste presentate in ordine cronologico di cui le prime cinque fanno parte della serie Fayard:
• "Il pazzo di Bergerac" (Le Fou de Bergerac - avril 1932)
• "Liberty Bar"  (Liberty Bar - juillet 1932)
• "La chiusa n. 1" (L’Écluse n° 1 - juin 1933 )
• "Maigret"  (Maigret - mars 1934)
Il sesto, "I sotterranei del Majestic" (Les Caves du majestic - in "Maigret revient" - octobre 1942) fa parte della prima raccolta delle inchieste maigrettiane publicata da Gallimard.
Tenete d'occhio Simenon-Simenon, perché appena ci saranno informazioni più precise le pubblicheremo immediatamente. Anche perchè questa rischia di essere l'unico Maigret del periodo estivo. Nei piani editoriali dell'Adelphi era prevista sempre a giugno l'uscita di un roman-dur, "I clienti d'Avrenos" (Le clients d'Avrenos - 1935 Gallimard) e quindi una quinta raccolta de "I Maigret" a fine agosto/primi di settembre.
E per quella che dovrebbe essere con tutta probabilità (se non abbiamo fatto male i conti) l'ultima raccolta dei racconti delle inchieste del commissario Maigret? Ottobre? Novembre?... Natale?...

P.S. Se qualcuno ne dovesse sapere qualcosa di più (hai capito Andrea?) gli saremmo grati se ce lo scrivesse.

sabato 24 maggio 2014

SIMENON SIMENON. CANNES: LA CAMERA AZZURA RIMANE... VUOTA

Mathieu Amalric, regista e protagonista de "La Chambre Bleue", al Festival di Cannes, si consola  rileggendo il libro di Simenon?
Il bianco vince sull'azzurro. Almeno ieri al Festival Internazionale del Cinema 2014 di Cannes. In "Un certain regard", la giuria, presieduta da Pablo Trapero (con Peter Becker, presidente del "The Criterion Collection", statunitense - Maria Bonnevie attrice svedese, Géraldine Pailhas attrice francese - Moussa Touré regista senegalese) ha dato la sua preferenza a White Dog dell'ungherese Kornell Mundruczó, vincitore quhttps://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6350846374741194765#editor/target=post;postID=7979918759527087506;onPublishedMenu=posts;onClosedMenu=posts;postNum=0;src=postnameindi di questa sezione. Rimane così a bocca asciutta Mathieu Amalric con il suo La chambre bleue, sia pure lodato da parte della critica e con un endorsement come quello del Festival Sundance che, nei giorni scorsi, lo aveva già prenotato per la propria prossima edizione e se n'é accaparrata la distribuzione americana.
E' stato il primo verdetto da Cannes in attesa di sapere a chi andrà la Palma d'Oro riservata ai film del concorso principale.
Quindi nessun riconoscimento per la pellicola tratta dal famoso romanzo di Georges Simenon. Ma non riusciamo a stupirci. E' in fondo lo stesso trattamento che di solito é stato riservato allo scrittore, che non è stato oggetto di nomine o riconoscimenti ufficiali, e alle sue opere che non hanno vinto nessun premio. Il suo giudice é sempre stato il pubblico (e qualche volta la critica). Un giudice che molto spesso lo ha proclamato vincitore nei fatti, con il successo di vendita delle sue opere, non di rado aldilà dei confini geografici e delle barriere linguistiche.
Amalric, con alle spalle una quarantina di film come attore e quattro come regista, invece  qualche premio lo ha già vinto, sia da una parte che dall'altra della macchina da presa (tre premi Cèsar e altri, tra cui uno per la sceneggiatura). Ma questa volta non ci pensava forse nemmeno lui alla passerella di Cannes. Ricordiamo che il film è nato come un low-budget, con un piano di lavorazione che ha visto il primo ciak a luglio 2013, la fine lavorazione nello scorso marzo, con uscita nelle sale prevista per aprile. Un film dunque da produrre velocemente (ma non di fretta...). Certo realizzare in Francia un film da un romanzo di Simenon è una di quelle operazioni che, nel bene o nel male, ti mette sotto gli occhi di tutti e che si voglia o meno dichiara una certa ambizione. Ed è poi difficile sottrarsi ai riflettori dei media.
Adesso il giudizio é nelle mani del pubblico, senza premi che possano aiutare il lancio del film sul mercato, ma  avendo partecipato a Cannes, che è già di per sé un risultato, ed avendo alle spalle un romanzo di Simenon, che significa  avere dalla propria parte (se non altro, per curiosità) i non pochi appassionati delle opere del romanziere.