giovedì 12 giugno 2014

SIMENON SIMENON. COME SI SCOPRE UNA DEDICA AUTOGRAFA

Facciamo un salto indietro nel tempo e più precisamente di 25 anni, in quel fatidico '89 in cui era scomparso Simenon. Io in ottobre ero a Parigi invitato da un casa automobilistica francese al debutto mondiale di un nuovo modello al Salone di Parigi dell'Auto. Come capita spesso in queste occasioni i giorni riservati alla stampa erano quelli che precedevano il weekend, che vedeva le parte aperte al pubblico.


Insomma ero a Parigi, con un venerdì pomeriggio, sabato e domenica a disposizione prima di tornare il lunedì in redazione... avevo tutto il tempo di fare incetta dei libri di e su Simenon. Mi portavo sempre dietro un elenco dei titoli che mi mancavano o di quelli che erano usciti da poco (allora non c'erano Amazon, IBS, e tutte le piattaforme di vendita on-line dei libri). E poi un elenco di librai, più  meno conosciuti che vendevano libri usati, vecchi e antichi. Insomma in qualità di appassionato simenoniano e di inguaribile cacciatore di vecchie edizioni, avevo un gran lavoro di ricerca davanti a me. Tra l'altro la recentissima scomparsa di Simenon aveva fatto mettere in bella mostra a tutte le  librerie, a quelle antiquarie e persino ai bouquinistes del lungo-Senna, tutti i titoli dello scrittore (e quelli che lo riguardavano).
Tra i vari volumi, avevo infilato un po' di fretta anche un Maigret del '58, Maigret voyage, edizione Presses de La Cité, un pocket che avrò pagato qualche franco. Il volume era abbastanza ben conservato e ancora ben allestito, forse poteva non essere stato ancora letto. Ma quello che mi spinse ad acquistarlo fu che stavo cercando di iniziare una collezione completa dei Maigret in lingua originale. Era un'inchiesta che infatti già avevo letto in un'edizione Mondadori e quindi Maigret voyage, prese posto nei miei scaffali riservati ai Simenon francesi. E lì rimase.
Facciamo ritorno ai giorni d'oggi. Qualche giorno fa' alla ricerca del primo Maigret siglato alla fine come "Noland", ripresi in mano il suddetto voulme. E sfogliandolo, scorsi sulla pagina dell'intestatazione un dedica. Ma il mio obiettivo era un'altro ed era all'ultima pagina.
Però c'era qualcosa che mi aveva colpito in quella dedica... chissà di chi era, chissà a chi era destinata... La curiosità mi fece tornare indietro e allora capii. Era la firma che mi era familiare. Già... era la firma di Simenon! Si tratta di una dedica che lo scrittore aveva fatto ad un certo Ernesto Barba e datata 1961. Il confronto con altre firme di Simenon e il parere di amici esperti, mi hanno confermato che la firma é proprio quella dello scrittore. Nella dedica tra l'altro si cita Brugenstock, località svizzera di vileggatura, e una veloce ricerca mi ha permesso di scoprire che la famiglia Simenon nel mese di luglio 1961 era appunto in vancanza proprio a Burgenstock.
Un altro aiuto, dalla nostra amica madrelingua francese Murielle, mi ha permesso di decifrare quasi del tutto la dedica.
"A Ernesto Barba avec qui j'ai plaisir à discuter au bar du Bürgenstock car avec lui, j'en apprens (sic) tous les jours. Très cordialement - 1961"  (A Ernesto Barba con il quale ho il piacere di parlare al bar di Burgenstock, perchè grazie a lui ne apprendo tutti i giorni. Cordialmente - 1961)
Spiega a margine Murielle:" Non sono del tutto sicura su quel "j'en apprens". All'inizio avevo pensato a "j'ai appris" ma questo non torna... Si potrebbe immaginare che questo Ernesto potrebbe essere un barman di Burgenstock. Si può ben immaginare Simenon che chiacchiera con un barman. D'altronde in Mémoires intimes, Simenon parla del fatto che sua figlia lo raggiungeva al bar prima di cenare. Ed era soltaa parlare con il barman...".
L'ipotesi di Murielle è assolutamente verosimile, ma io mi chiedo a questo punto: chi è questo Ernesto Barba?
Altra  ricerca e a questo nome corrisponde uno strano personaggio. Un taliano che al tempo aveva ventisei anni. Wikipedia, sempre che sia lo stesso Barca, ce lo presenta come un brillantissimo e anticonformista manger degli alberghi più lussuosi delle catene Hilton, Sheraton, che ha lavorato nei quattro continenti. Ma forse a ventisei anni ancora non era a quelle vette, però non era proprio un barman, ma può darsi che in qualche modo si occupasse della gestione dell'albergo dove risedeva Simenon. Sempre se fosse lui, sappiamo da altre testimonianze che ne '53 era a Losanna per frequentare una scuola alberghiera. Da sempre aveva una passione per la poesia, tanto che arrivò ad autoppubblicare  alcune sue raccolte di versi.
Secondo Wikipedia Barba è deceduto nel 1994 a Livorno.

P.S. La foto inserita nell'illustrazione è quella di un certo Barca. E dovrebbe proprio essere il nostro albergatore-poeta, ma potrebbe essere anche quella del fratello minore, Eugenio, regista teatrale di qualche fama.

mercoledì 11 giugno 2014

SIMENON SIMENON. ANCHE MAIGRET ENTRA NELLA PELLE DEI PROPRI... PERSONAGGI?

 "... forse neanche lui avrebbe saputo dire a cosa stava pensando. Forse perché non stava pensando?  Perchè non era proprio un ragionamento. Era un po' come se i tre personaggi del dramma si fossero messi a vivere dentro di lui...".
Questo brano scritto da Simenon non riguarda il suo famoso état de roman, né fà parte dei romans-durs. E' invece tratto da un Maigret, per la precisione Maigret s'amuse (Cannes - 1956), in cui il commissario è in vacanza ed ha detto a tutti che è andato fuori città. In realtà lui e la moglie rimangono a Parigi e passeggiano tra un bistrot e una brasserie, tra un bar e una terrasse, Maigret segue il caso di turno leggendo i giornali, lontano dal suo ufficio di Quai des Orfévres, dove sulla sua poltrona siede l'ispettore Janvier che conduce l'inchiesta. E in un altro brano di questa stessa inchiesta leggiamo "...non c'era, come nella maggioranza dei casi, una sola soluzione possibile. Ce n'erano due. E tuttavia solo una era quella giusta, una sola era la verità. Non si doveva scoprirla, con un ragionamento rigoroso, con una ricostruzione logica dei fatti; bisognava 'sentirla'... ".
Già: bisognava sentirla e il termine "sentirla", non a caso, è scritto in corsivo.
E' più forte di lui, Simenon non ce la fà a non trasporre nella vicenda del commissario quegli elementi fondamentali per la letteratura dei suoi romans-durs.
Intanto qui Maigret, se non entra nella pelle dei personaggi, li sente comunque vivere dentro di lui. E' quell'identificazione che ricorre sempre nella creazione di un romanzo di Simenon. L'autore, per tutto il periodo in cui scrive, è il suo personaggio e questa simbiosi lo porta a ragionare e a comportasi come lui, senza sapere dove l'avrebbe portato a parare. Anche Maigret qui sa di essere vicino alla soluzione del caso, ma per arrivarci deve poter "sentire" questa soluzione. Siamo nel campo del subconscio e delle sensazioni, lontani dalle logiche tipiche della deduzione poliziesca. E le sensazioni non si mettono in fila come dei numeri o dei dati che danno alla fine un risultato.
Il côté psicologico delle creazioni simenoniane deborda quindi dai romanzi e finisce nei Maigret. E' un'altra dimostrazione dell'affermazione che abbiamo fatto più volte (vedi, a proposito de "I Maigret-durs", il post Il caso di Maigret L'Americano) lsecondo la quale da un certo punto in poi le inchieste del commissario e i romans-durs convergono sempre più. Non saranno mai la stessa cosa. Maigret è un seriale di un genere specifico, il poliziesco, che ha le sue regole, che è limitato da alcuni vincoli, ma anche qui Simenon riesce ad allargare gli orizzonti e finisce per esprimersi come nei suoi romans-durs.

martedì 10 giugno 2014

SIMENON SIMENON. LA BOULE NOIRE ROTOLA DALLE PAGINE AL PICCOLO SCHERMO

Abbiamo già dato la notizia che in Francia é in lavorazione un film per la televisione prodotto dalla Neyrac Films, diretto da Denis Malleval e tratto dal romanzo di Simenon La Boule noire.
Questa storia, che l'autore scrisse a Mougin (aprile '55), fu il primo romanzo redatto subito dopo il ritentro in Europa (marzo '55), dopo i dieci anni vissuti negli Usa. Si tratta stavolta di una vicenda ancora intrisa di quell'atmosfera tipicamente americana in cui Simenon era stato immerso fino al mese prima.
Walter J. Higgins, americano, direttore di un supermercato, é arrivato alla soglia della ricchezza, o almeno dell'agiatezza, sia pur pagando tutto a rate. Così si è  conquistato un'auto, una casa con un giardino e tutto un corredo come quelli dei suoi ricchi concittadini, vivendo in quartiere elegante e costruendosi un'immagine adeguata al contesto. Siamo in quella prassi dello "sciupìo vistoso" che un sociologo americano, Thorstein Veblen, aveveva enunciato nell'ambito de La teoria della classe agiata. Questa spiegava come i nuovi ricchi cercassero di consumare prodotti non utili, ma che avevano il solo scopo di far credere agli altri che il proprio standard di vita fosse ben più elevato di quello effettivo. E questo avveniva quindi emulando i consumi di classi più ricche, magari risparmiando su quelli più essenziali, comprando quasi sempre a rate e orientandosi verso i consumi più vistosi. 
Higgins sembra avere tutto, almeno agli occhi della gente, per essere compreso nella cerchia degli stimabili e di quelli che contano. Ma manca un tassello. E non è un tassello di poco conto... Anzi. Si tratta dell'essere socio del Country Club, cosa che sancirebbe, senza più nessun dubbio, che Higgins è parte della ristretta cerchia di coloro che contano e non solo da un punto di vista della ricchezza. Ogni anno si propongono nuovi aspiranti-soci e l'accettazione o meno dipende da una votazione dei soci. Sfera bianca per il sì, sfera nera per il no. E quando è il turno di Higgins, c'è sempre una sfera nera che gli rovina la festa e gli sbarra l'ingresso al circolo.
Higgins, dopo vari anni di tentativi, cerca di capire chi ce l'abbia con lui, chi è quell'anonima mano che fà scivolare quell'unica sfera nera. E' allora, al colmo dell'esasperazione, che Higgins minaccia sfracelli, sembrerebbe addirittura voler uccidere tutti. La storia minaccia di prendere una piega drammatica, addirittura tragica. Ma poi viene fuori il piccolo Higgins, incapace di grandi gesti, che anzi deve preoccuparsi della sua vecchia madre alcolizzata e cleptomane che gli dà dei problemi. La sua maggiore preccupazione infatti è nascondere le sue origini così poco onorevoli, così poco all'altezza di chi vuole entrare nel Country Club... Ma poi la madre morirà.
Simenon ci racconta di come alla fine Higgins, che per un momento sembra rialzare la testa e voler contrastare le convenzioni sociali, rientri nei ranghi, aspettando, anche se ormai senza più ansie, che la società, anzi la buona società, lo consideri un giorno adeguato per l'ingresso al Country Club...
Ha ridimensionato le sue aspettatitive? Si è piegato al suo destino? Vede le cose con un occhio diverso? Comunque sia Simenon ancora un volta ci racconta di come le convenzioni e le convenienze sociali siano potenti, almeno quanto il destino, al quale basta un nonnulla per rovesciare all'istante un'esistenza. 

lunedì 9 giugno 2014

SIMENON SIMENON. SCOPRIAMO CON MAIGRET DOVE SONO GLI OGGETTI ASSASSINI

Ecco le risposte ai quesiti che erano nel gioco propostoci ieri da Murielle. 
Qualche risposta è arrivata via email, qualcuna sulle nostre pagine di Facebook. Non tutte erano complete. Murielle non è stata così buona e poi tra tutti i romanzi di Maigret... ci può essere anche il rischio che di confonderli uno con l'altro. 
Ma adesso, come promesso, ecco le risposte.
 


• un pezzo di tubo di piombo
in  Maigret a peur le tre vittime sono colpite da Vernoux de Courçon per mezzo di un pezzo di tubo di piombo

• una chiave
ne L'inspecteur Cadavre, Naud colpisce  Retailleau per mezzo di una grossa chave della porta che dà su cortile
 
• un cuscino (due romanzi)
in Maigret aux Assises, la piccola Cécile Perrin viene soffocata da Pierre Millard con un cuscino, come ne La folle de Maigret, Léontine de Caramé lo è stata dal Grand Marcel

• un candeliere
in Maigret en meublé, l'usuraio Mabille viene colpito da Julien Foucrier con un candeliere 
 
• una statua
in Maigret et le voleur paresseux, Honoré Cuendet viene raggiunto dai colpi inferti dal  figlio Wilton con una statua

• un ago infilzato nel cuore
in Pietr le Letton, l'ispettore Torrence viene ucciso con un ago infilzato nel cuore

• un ritaglio di un giornale
ne L'affaire Saint-Fiacre, la contessa soccombe a une crisi cardiaca dopo aver letto il ritaglio di giornale fatto scivolare nel messale da Emile Gautier
 
• un martello (2 romanzi)
in Chez les Flamands, Anna Peeters colpisce Germaine Piedboeuf con un martello e ne La maison du juge, Janin raggiunta dai colpi di martello infrti da Albert Forlacroix

 • un leva per togliere i pneumatici
in Maigret et Monsieur Charles, Gérard Sabin-Levesque viene colpito da Jo Fazio con un attrezzo smonta-pneumatici

• una canna/bastone
ne La danseuse du Gai-Moulin, Graphopoulos è colpito da René Delfosse con una canna-bastone, dal pomo d'oro, di suo padre


E infine è in Maigret et le client du samedi che Maigret stesso immagina Léonard Planchon che sta per uccidere quancuno con un pennello 

Murielle Wenger

domenica 8 giugno 2014

SIMENON SIMENON. IL GIOCO DEGLI" OGGETTI ASSASSINI" !

Ecco un gioco adatto alle pigre ore domenicali. Ce lo propone la nostra Murielle Wenger. E' un gioco, ma anche un test che misura la conoscenza delle inchieste del commissario e dei crimini sui cui indaga. Le soluzioni saranno on-line domani (lunedì 9) alle 10.30. Buon divertimento.

Vi siete già domandati quali sono le armi utilizzate nei crimini sui quali Maigret indaga? Io sì, e ho cercato di rispondere alla questione (vedi http://www.trussel.com/maig/momcol.htm#French).
Cari amici maigrettofili, oggi vi invito ad un piccolo gioco sull'argomento. Ecco qui di seguito, una lista di qualche "arma" con l'utilizzo della quale è stato commmesso un crimine. Bene, l'obiettivo del gioco è di scoprire, per ogni arma, in quale romanzo è stata usata. Ovviamente ho scelto quelle che si chiamano comunemente "armi improprie", oggetti di uso quotidiano... per aumentare un po' le difficoltà:




• un pezzo di tubo di piombo
• una chiave
• un cuscino (due romanzi)
• un candeliere
• una statua
• un ago infilzato nel cuore
• un ritaglio di un giornale
• un martello (2 romanzi)
• un leva per togliere i  
  pneumatici
• una canna

E per finire, un piccolo estratto dove Maigret cerca di immagnare quale arma sia stata utilizzata per compiere un assassinio:
"... non doveva possedere una pistola e, anche se ne avesse avuta una, sarebbe stato poco probabile che se ne sarebbe servito. Gli uomini del suo tipo, la gran parte delle persone che svolgono un mestiere manuale, hanno piuttosto la tendenza ad usare degli utensili familiari. Quale strumento per un pittore di un palazzo... non si può far a meno di ridere da soli, pensando ad un pennello..."
Di che romanzo si tratta?

Murielle Wenger


* Se volete, scriveteci le vostre risposte o nello spazio dei commenti oppure via email a
  simenon.simenon@temateam.com 
  Le soluzione saranno on-line domani (lunedì 9) alle 10.30

sabato 7 giugno 2014

SIMENON SIMENON. LA CHAMBRE BLEUE HA APERTO IL BRUSSELS FILM FESTIVAL

Dopo Cannes, Bruxelles. Ieri sera alle 20.00 la XII edizione del Brussels Film Festival (6-14 giugno) ha aperto i battenti con la proiezione de La chambre bleue, la pellicola dell'attore-regista Mathieu Amalric, tratta dall'omonimo romanzo di Georges Simenon. Un debutto tutto giocato in casa visto che i belgi aspettavano la prima nazionale del film tratto dal famoso romanzo del loro più celebre scrittore.
Per maggiori informazioni sulla manifestazione cliccare su brusselfilmfestival

SIMENON SIMENON. 5 INCHIESTE PER "I MAIGRET 4"

E' stato inserito nelle anteprime. Il volume-raccolta dell'Adelphi  I Maigret 4, sarà quindi a breve nelle librerie. Ne avevamo parlato una dozzina di giorni fa' nel post I Maigret 4 preparatevi all'uscita
Ora vi possiamo confermare i cinque romanzi che avevamo preannunciato: "Il pazzo di Bergerac" (Le Fou de Bergerac - avril 1932) - "Liberty Bar"  (Liberty Bar - juillet 1932) - "La chiusa n. 1" (L’Écluse n° 1 - juin 1933 ) - "Maigret"  (Maigret - mars 1934) - "I sotterranei del Majestic" (Les Caves du majestic - in "Maigret revient" - octobre 1942).
Questo volume sarà, come è ormai noto, il Maigret per l'estate visto che, per l'uscita della prossima raccolta dei racconti del commissario, il pubblico degli appassionati dovrà tirare un po' il collo.
Chi volesse prenotarlo potrà già farlo, on-line, su IBS- I Maigret 4

venerdì 6 giugno 2014

SIMENON SIMENON. IL CASO DI MAIGRET "L'AMERICANO"


Inizia con Maigret à New York, è composta da 26 titoli ed è tutta pubblicata da Presses de La Cité. Stiamo parlando della serie delle inchieste del commissario che Simenon ha scritto in America (Canada, Usa e altre località). Questa è la prima inchiesta scritta nel Nuovo Mondo, a Saint-Marguerite du Lac Masson (Quebec -Canada), appena sei mesi dopo essere sbarcato a New York (prima aveva scritto solo "Trois chambres à Manhattan" dopo l'incontro con Denyse che diverrà la sua seconda moglie).
Ma esiste un caso che riguarda questi Maigret scritti in America? Sono diversi  rispetto a quelli che aveva scritto fino ad allora e da quelli che scriverà fino al 1972?
Intanto dobbiamo ricordare che in quei dieci anni (1945-1955) Simenon scrisse un numero equivalente di Maigret e di romans-durs: 26 inchieste del commissario contro 27 romanzi. E qui siamo nella sua media: poco più di cinque titoli l'anno, mediamente alternando un romanzo e un Maigret.
E del tutto noto che, finita la prima serie dei diciannove titoli (1931-1934) pubblicati con Fayard,  Simenon considerasse chiusa la parantesi maigrettiana.
Poi l'insistenza degli editori, il grande Gallimard prima e il piccolo Nielsen poi, gli chiedevano dei Maigret. Il romanziere cedette già a Parigi scrivendo dei racconti che saranno pubblicati in varie date, ma il primo romanzo di Maigret, pubblicato dopo la pausa, uscirà per Gallimard nel '42, Maigret revient... (raccolta di racconti). Un bel periodo di riposo... nelle librerie per otto anni non uscì un'inchiesta del commissario!
Il riavvicinamento dell'autore al commissario nella sua consueta ambientazione avviene per gradi.  Ad esempio in Maigret à New York il commissario indaga in un luogo per lui assai poco consueto, lontanissimo dalle atmosfere parigine, dai brumosi canali con le vecchie chiuse o dalla provincia francese. Poi nel '47 Les Vacances de Maigret, ci presenta un commissario ancora lontano dal suo Quai des Orfévres. Per rivedere il commissario operativo nel suo ufficio, con tutto il suo contorno tradizionale, occorre attendere la fine del '47 quando Simenon finisce di scrivere Maigret et son mort.
Francis Lacassin scrive nel suo La vraie naissance de Maigret - Autopsie d'une légende (Editions du Rocher - 1992) "... la lontananza, in barba al proverbio Lontano dagli occhi lontano dal cuore, facilita il riavvicinamento tra l'autore e un personaggio che era stato tenuto a distanza. Separato da lui e da Parigi da un oceano, l'autore va sublimando la sua nostalgia di Parigi, la assapora attraverso il suo personaggio di cui ha mutuato la sensibilità. E' in America che Simenon scriverà alcuni dei migliori Maigret...".
Beh, la considerazione di Lacassin è del tutto comprensibile. Basta pensare a delle inchieste non facimente dimenticabili come La prémiere Enquête de Maigret (1948) che ci fa conoscere gli inizi del personaggio allora ancora segretario del commissario Le Bret, nel commissariato del quartiere Saint-Georges. Oppure Mon ami Maigret (1949), una sorta di lettera dell'autore al personaggio che lo accompagnerà per tutta la vita, e poi lo struggente Un noël de Maigret (1950), oppure Maigret, Longnon et les gangsters (1951). E ancora Maigret chez le Ministre (1954) o Maigret et le corp sans tête (1955), tanto per citare alcuni dei titoli.
Nel decennio americano indiscutilmente la stesura dei Maigret cambia. Simenon da una parte fà crescere il personaggio dandogli uno spessore ancora maggiore, dall'altra tratta le vicende sono affrontate sempre di più dal lato umano che da quello investigativo. Questo fa dire a Lacassin, nel libro che abbiamo citato "...gli amanti dei romanzi prettamente polizieschi non si sono sbagliati,  dovendo scegliere, preferiscono i Maigret della cuvée Fayard. Gli amanti di Simenon optano per la cuvée Presse del La Cité...".
E qui dobbiamo constatare che la già citata convergenza tra i romans-durs e i Maigret inizia proprio negli anni americani e va poi consolidandosi nel tempo, trattando gli stessi temi, creando personaggi che si somigliano sempre di più, proponendo intrecci che non sono dissimili.
Insomma ecco il caso Maigret "l'americano". Una serie nata poliziesca che sempre più si avvicina al romanzo proprio a partire dalle inchieste scritte in America.
E' forse il caso di iniziare a parlare di Maigret e di Maigret-durs?

giovedì 5 giugno 2014

SIMENON SIMENON. HISTOIRE DE MADAME D. OVVERO DA M.LLE DENISE OUIMET A M.ME DENYSE SIMENON / 2

<<< (continua) - La trasformazione si é completata. Denyse é ormai M.me Simenon e non più la segretaria-interprete. Il suo ruolo, intanto che Simenon resta a guardare, cresce. Prende delle decisioni, chiude delle trattative, dispone  e decide dei collaboratori. Insomma va sempre più interpretando la parte dell'agente letterario che non quella di semplice segretaria.
Questo però la mette spesso in ansia, la spinge a bere per sentirsi più sicura e le provoca crisi che la vedono poi prostrata a letto per giorni. La risposta al perchè di questo comportamento, che andrà facendosi sempre più frequente, è sì da ricercare nella natura di Denyse, ma forse non va sottovaluta la componente d'invidia e gelosia del successo e della popolarità di suo marito che a quel momento non avrebbe più bisogno di lei per il lavoro. Ormai Simenon parla e scrive bene l'inglese degli americani e non ha più bisogno della Denyse-interprete. Simenon ha una preziosa collaboratrice, Béatrix Czernin, che sarebbe una segretaria ottimale, se non fosse di fatto alle dipendenze di Denyse. Insomma l'intraprendente e iperattiva canadesina, cerca di conservare con le ughie e con i denti un ruolo nella "fabbrica Simenon", crucciandosi, senza ammetterlo, di vivere solo di luce riflessa. Essere madre-moglie evidentemente non le basta. E nonostante ciò a settembre del 1953, quando vivono a Lakeville, dà a Georges un altro figlio: questa volta però è una femmina, quella Marie-Jo verso la quale il padre avrà sempre una certa predilezione. Ma questo nuovo evento non cambia i problemi di Denyse che invece beve sempre più ed è forse questo che spinge in quel momento Georges a rinunciare all'acol. Alcolismo, iperattività e manie di pulizia. Questi tre sintomi crescenti sono il segno che l'equilibro di M.me Simenon inzia a vacillare seriamente. Questo si porta dietro anche i primi violenti con il marito sia per questioni personali, ma anche per problemi che lo stato di Denyse crea sul lavoro, prendendo decisioni che Georges non accetta più.
La situazione peggiora quando nel 1955 la famiglia rientra in Europa. Ora Denyse si sente spaesata, a contatto con la vita, i personaggi e i luoghi del Simenon di dieci anni prima. Un contesto in cui lei non esisteva e in cui fatica ad inserirsi. La memoria spesso le fà difetto, per sua stessa ammissione, perde un figlio nel '55, insomma iniziano colpi seri per Denyse che oscilla tra uno stato di ipertensione e ripetuti collassi. Ha sempre più bisogno di conferme, di sicurezze che cerca nel disporre in un sempre maggior numero d'inservienti: nel 1956 aveva sei persone al suo servizio, nel '62 erano diventate undici. Simenon inizia a preoccuparsi seriamente e convoca più volte medici, psichiatri per consulti e per trovare una soluzione che aiuti lei e migliori il loro rapporto.
Scenate e isterismi da prima donna erano a quel tempo all'ordine del giorno, e soprattutto quando Denyse viveva situazioni per lei stressanti. Come successe nel '60 a Cannes, quando Simenon fu chiamato a presiedere la giuria del Festival Internzionale del Cinema. Denyse voleva, ma non riusciva, attirare l'attenzione su di sè (la moglie del Presidente della giuria!). Nonostante le spese pazze, toilette da star del cinema, atteggiamenti stravaganti, fotografi, giornalisti e curiosi stavano sempre da un'altra parte e talvolta proprio dietro a suo marito.
Nonostante a precarietà del loro rapporto, a maggio del 1959 nasce il loro terzo figlio (il quarto per Georges) Pierre Nicolas. Ormai si erano da tempo stabiliti in Svizzera. La mania di Simenon di cambiare abitazione sembrava aver fatto posto ad un bisogno di stablità.
Nel '64 nello scrittore avviene un cambiamento. La tensione sempre più alta che il comportamento di Denyse imponeva in casa Simenon, era ormai non solo insopportabile, ma a suo parere, iniziava ad essere dannosa per lui stesso e per quelli che vivevano con lui. Da quel momento decise di non difendere più Denyse da sé stessa, ma invece  di salvare sé stesso e la propria famiglia dagli eccessi della donna.
Sono gli ultimi monenti di vita insieme, dopo una serie di ricoveri temporanei in cliniche e in case di cura, Denyse Simenon lascia definitvamente la villa di Epalinges, il marito e i figli nell'aprile del 1964, per una lungo-degenza  da cui  uscirà solo per intraprendere una vita senza più Simenon.
I due non si separarono, né divorziarono (si dice che per lo scrittore sarebbe stato un salasso...), ma la guerra dei Simenon non ha fine. Denyse pubblicherà nel 1965 due libri, aiutata da giornalisti, Un oiseau pour le chat in cui racconta la storia con Simenon secondo il suo punto di vista, mettendo bianco su nero i suoi difetti, le sue colpe i suoi lati oscuri. Simenon è tentato di rispondere con un altro libro, ma poi non lo farà. Lei cercherà di avere l'ultima parola con l'altro libro Le Phallus d'or.
Per conto suo Simenon, che ormai vive la sua vecchiaia con una nuova compagna, Teresa (friulana, entrata a loro servizio perché consigliata dalla moglie di Arnoldo Mondadori a Denyse), si vendica in un modo particolare. Quando scriverà di lei, soprattutto in Mémoires intimes, non la chiamerà più Denise o Denyse, ma con una fredda e laconica consonante: D.