Facciamo un salto indietro nel tempo e più precisamente di 25 anni, in quel fatidico '89 in cui era scomparso Simenon. Io in ottobre ero a Parigi invitato da un casa automobilistica francese al debutto mondiale di un nuovo modello al Salone di Parigi dell'Auto. Come capita spesso in queste occasioni i giorni riservati alla stampa erano quelli che precedevano il weekend, che vedeva le parte aperte al pubblico.
Insomma ero a Parigi, con un venerdì pomeriggio, sabato e domenica a disposizione prima di tornare il lunedì in redazione... avevo tutto il tempo di fare incetta dei libri di e su Simenon. Mi portavo sempre dietro un elenco dei titoli che mi mancavano o di quelli che erano usciti da poco (allora non c'erano Amazon, IBS, e tutte le piattaforme di vendita on-line dei libri). E poi un elenco di librai, più meno conosciuti che vendevano libri usati, vecchi e antichi. Insomma in qualità di appassionato simenoniano e di inguaribile cacciatore di vecchie edizioni, avevo un gran lavoro di ricerca davanti a me. Tra l'altro la recentissima scomparsa di Simenon aveva fatto mettere in bella mostra a tutte le librerie, a quelle antiquarie e persino ai bouquinistes del lungo-Senna, tutti i titoli dello scrittore (e quelli che lo riguardavano).
Tra i vari volumi, avevo infilato un po' di fretta anche un Maigret del '58, Maigret voyage, edizione Presses de La Cité, un pocket che avrò pagato qualche franco. Il volume era abbastanza ben conservato e ancora ben allestito, forse poteva non essere stato ancora letto. Ma quello che mi spinse ad acquistarlo fu che stavo cercando di iniziare una collezione completa dei Maigret in lingua originale. Era un'inchiesta che infatti già avevo letto in un'edizione Mondadori e quindi Maigret voyage, prese posto nei miei scaffali riservati ai Simenon francesi. E lì rimase.
Facciamo ritorno ai giorni d'oggi. Qualche giorno fa' alla ricerca del primo Maigret siglato alla fine come "Noland", ripresi in mano il suddetto voulme. E sfogliandolo, scorsi sulla pagina dell'intestatazione un dedica. Ma il mio obiettivo era un'altro ed era all'ultima pagina.
Però c'era qualcosa che mi aveva colpito in quella dedica... chissà di chi era, chissà a chi era destinata... La curiosità mi fece tornare indietro e allora capii. Era la firma che mi era familiare. Già... era la firma di Simenon! Si tratta di una dedica che lo scrittore aveva fatto ad un certo Ernesto Barba e datata 1961. Il confronto con altre firme di Simenon e il parere di amici esperti, mi hanno confermato che la firma é proprio quella dello scrittore. Nella dedica tra l'altro si cita Brugenstock, località svizzera di vileggatura, e una veloce ricerca mi ha permesso di scoprire che la famiglia Simenon nel mese di luglio 1961 era appunto in vancanza proprio a Burgenstock.
Un altro aiuto, dalla nostra amica madrelingua francese Murielle, mi ha permesso di decifrare quasi del tutto la dedica.
"A Ernesto Barba
avec qui j'ai plaisir à
discuter au bar du
Bürgenstock car avec lui,
j'en apprens (sic) tous les jours.
Très cordialement - 1961" (A Ernesto Barba con il quale ho il piacere di parlare al bar di Burgenstock, perchè grazie a lui ne apprendo tutti i giorni. Cordialmente - 1961)
Spiega a margine Murielle:" Non sono del tutto sicura su quel "j'en apprens". All'inizio avevo pensato a "j'ai appris" ma questo non torna... Si potrebbe immaginare che questo Ernesto potrebbe essere un barman di Burgenstock. Si può ben immaginare Simenon che chiacchiera con un barman. D'altronde in Mémoires
intimes, Simenon parla del fatto che sua figlia lo raggiungeva al bar prima di cenare. Ed era soltaa parlare con il barman...".
L'ipotesi di Murielle è assolutamente verosimile, ma io mi chiedo a questo punto: chi è questo Ernesto Barba?
Altra ricerca e a questo nome corrisponde uno strano personaggio. Un taliano che al tempo aveva ventisei anni. Wikipedia, sempre che sia lo stesso Barca, ce lo presenta come un brillantissimo e anticonformista manger degli alberghi più lussuosi delle catene Hilton, Sheraton, che ha lavorato nei quattro continenti. Ma forse a ventisei anni ancora non era a quelle vette, però non era proprio un barman, ma può darsi che in qualche modo si occupasse della gestione dell'albergo dove risedeva Simenon. Sempre se fosse lui, sappiamo da altre testimonianze che ne '53 era a Losanna per frequentare una scuola alberghiera. Da sempre aveva una passione per la poesia, tanto che arrivò ad autoppubblicare alcune sue raccolte di versi.
Secondo Wikipedia Barba è deceduto nel 1994 a Livorno.
P.S. La foto inserita nell'illustrazione è quella di un certo Barca. E dovrebbe proprio essere il nostro albergatore-poeta, ma potrebbe essere anche quella del fratello minore, Eugenio, regista teatrale di qualche fama.
complimenti per il libro che possiedi Maurizio!
RispondiEliminaCerto a Firenze si direbbe un bel c......colpo di fortuna. Bellissimo poi accorgrsene dopo 25 anni.
RispondiEliminaMa chiedo a chi è stato di recente a Parigi, esistono ancora i bouquinistes del lungo-Senna?
Mia figlia che è stata a Parigi da poco e ovviamente incaricata di arraffare qualsiasi Simenon potesse vedere, nega decisamente. Forse varà speso tutti i soldi da HM...:-(
Saluti e grazie Maurizio per queste bellissime pagine.
guido