giovedì 10 marzo 2016

SIMENON SIMENON. ALBERTO SAVINIO SU GEORGES SIMENON

Grande ammirazione di Savinio, fratello di Giorgio De Chirico, per Simenon, da lui ritenuto, in assoluto, un grande letterato.
 
SIMENON SIMENON. ALBERTO SAVINIO SUR GEORGES SIMENON 
Grande admiration de Savinio, le frère de Giorgio De Chirico, pour Simenon, qu'il considérait, dans l'absolu, comme un grand lettré 
SIMENON SIMENON. ALBERTO SAVINIO ABOUT GEORGES SIMENON
Great admiration Savinio, brother of Giorgio De Chirico, for Simenon, he considered, in absolute terms, as a great scholar
1928 - Alberto Savinio "La cité des promesses"

Pittore, scrittore, nonché musicista, Alberto Savinio (Atene, 25 agosto 1891 – Roma, 5 maggio 1952), al secolo Andrea Francesco Alberto de Chirico, fratello minore del più celebre Giorgio, fu un grande estimatore di Simenon, del quale ebbe modo di leggere, in Francia e in lingua originale (Savinio dimorò a Parigi in due periodi distinti: dal 1911 al 1914; dal 1927 al 1932), diverse opere.
Occorre qui ricordare che la pubblicazione delle inchieste di Maigret ebbe inizio - proprio in Francia e grazie all’editore Fayard – nel 1931, e che solo nel corso di quest’anno apparvero ben undici romanzi (con copertina fotografica e dal costo di sei franchi), almeno quelli imperniati sul famoso commissario di Quai des Orfèvres.
In un breve saggio critico, composto a Parigi il 23 agosto 1932, Savinio riconosce a Georges Simenon il merito di aver scritto romanzi polizieschi d’indubbia qualità letteraria, poiché denotanti uno stile per nulla “asmatico”, né “stenografico”, né “deplorevolmente asintattico”, come di solito è lo stile di quanti (e sono purtroppo numerosi!), frettolosamente o in modo alquanto epidermico, attendono alla composizione di gialli o polizieschi.
Savinio si mostra soprattutto ammirato della velocità di scrittura di Simenon, in grado di terminare in breve tempo – in un mese o poco più, ma a volte anche meno – romanzi decisamente lunghi, che hanno il pregio di non apparire come “libercoli scribacchiati alla svelta… ma pagine tirate a pulimento.”
Per Alberto Savinio, insomma, Georges Simenon è una sorta di “Dostojewski minore”, un autore cioè non affatto improvvisato, mai banale o ripetitivo, ma sempre interessante per quello che scrive, per le trame che inventa e sviluppa con intelligenza e vivace fantasia.
Con il proprio giudizio positivo,Savinio non si discosta affatto da quelli, non meno lusinghieri, di altri famosi letterati, tra cui Jean Cocteau, André Gide, Henry Miller, William Faulkner ecc.
Dietro il meccanismo poliziesco dei suoi libri,” – egli scrive ancora nel breve saggio succitato – “par di sentire”, costantemente, la “voce più intima” di Simenon, “che con insistenza dolce avverte: maiora canamus.”

Paolo Secondini

mercoledì 9 marzo 2016

SIMENON SIMENON. GLI AUGURI NON "TARDIVI" ALLE DONNE DA PARTE DI M.ME MAIGRET


SIMENON SIMENON. "L'ENTERREMENT DE MONSIEUR BOUVET": DE LA LUMIERE DE CARMEL A CELLE DE PARIS

Ce texte évoque le roman «L'enterrement de Monsieur Bouvet» et son contexte d'écriture.
SIMENON SIMENON. "INQUEST ON BOUVET": FROM THE LIGHT OF CARMEL TO THAT OF PARIS
This text talks about the novel "Inquest on Bouvet" and the context of its writing.
SIMENON SIMENON."IL FUNERALE DEL SIGNOR BOUVET" DALLA LUCE DI CARMEL A QUELLA DI PARIGI
Si tratta del romanzo «I funerali del signor Bouvet» e del suo contesto di scrittura.

Fin octobre 1949 - fin juin 1950: à peu près huit mois, c'est le temps que Simenon va passer avec sa famille à Carmel-by-the-Sea, en Californie. Période à double face: d'un côté, Simenon découvre pour la deuxième fois les joies de la paternité, avec la naissance, en septembre 1949, de son fils John, une naissance qui, selon Pierre Assouline (dans sa biographie "Simenon") "agit comme un dopant et un euphorisant". Mais d'un autre côté, Simenon se bat avec divers problèmes (préparation du divorce avec Tigy, et problèmes avec l'épuration en France), et, selon Michel Carly (dans "Sur les routes américaines avec Simenon"), Simenon est en déprime pendant l'hiver 1949-1950, même si, ajoute Carly, "heureusement, il y a John. Il y a la lumière de Carmel."
La production de Simenon pendant cette période reflète bien l'ambiance psychologique dans laquelle vit le romancier; à Carmel, Simenon va écrire quatre romans et deux nouvelles: Maigret et la vieille dame, L'amie de Madame Maigret, Les volets verts, L'enterrement de Monsieur Bouvet, Sept petites croix dans un carnet, Un Noël de Maigret. Une période riche pour la saga maigretienne, et on sera d'accord avec Michel Carly pour penser que si "la production de Carmel est dominée par Maigret [c'est] peut-être parce que c'est le seul personnage qui le rassure et l'équilibre". Deux romans et une nouvelle avec Maigret, donc, et de toute première facture, parmi les meilleurs de la saga.
Si le roman Les volets verts est à situer plutôt du côté "crise" que traverse le romancier, la nouvelle Sept petites croix dans un carnet et le roman L'enterrement de Monsieur Bouvet ont ceci de particulier que, s'ils ne font pas partie de la saga maigretienne, leur décor et leur intrigue auraient très bien pu, moyennant quelques changements, rejoindre les romans et nouvelles Maigret. On trouve dans la nouvelle le décor du Quai des Orfèvres (plus précisément la salle de Police-Secours), l'inspecteur Janvier, et un certain commissaire Saillard qui est presque un sosie de Maigret.
Quant au roman L'enterrement de Monsieur Bouvet, s'il ne se passe que pour une partie au Quai des Orfèvres (où travaille un certain inspecteur Lucas…), il n'en baigne pas moins dans une ambiance typiquement maigretienne, et il "suffirait" que l'inspecteur Beaupère, qui mène l'enquête dans ce roman, soit remplacé par Maigret pour qu'on se croit vivre un nouvel épisode de la saga… Rien n'y manque des décors typiques d'un roman Maigret, et l'ambiance parisienne y est merveilleusement décrite. L'incipit du roman, en particulier, est un véritable hymne à la capitale, et baigne dans une lumière ensoleillée qui ne pourrait que ravir notre commissaire… Et à sa suite, on ne peut que se réjouir du spectacle des quais de la Seine tel qu'ils sont décrits, avec en arrière-plan Notre-Dame et l'île Saint-Louis. Quant à l'intrigue et aux personnages, ils sont en harmonie avec la force des décors: une riche galerie de protagonistes pittoresques et une trame basée sur un des thèmes de prédilection de l'auteur, celui des changements d'identité, ici multipliés presque à l'infini, comme un jeu de miroirs: ce Bouvet qui n'est pas Bouvet, qui est Marsh et qui ne l'est pas, qui est Lamblot et ne l'est plus, qui est-il au fond ...?
Ce roman a été traduit, entre autres, en italien (I funerali del signor Bouvet), en anglais (Inquest on Bouvet), en espagnol (El entierro del señor Bouvet), en allemand (Das Begrabnis des Herrn Bouvet), en néerlandais (De begrafenis van meneer Bouvet).
Murielle Wenger

martedì 8 marzo 2016

SIMENON-SIMENON. QUANDO SIMENON SCRISSE LE MEMORIE DI UN ALTRO

Cerchiamo di scoprire le opere sotto pseudonimo scritte da Simenon e quelle a lui erroneamente attribuite 

SIMENON-SIMENON:QUAND SIMENON ECRIVAIT LES MEMORIES D'UN AUTRE
Cherchons à découvrir les oeuvres de Simenon écrites sous pseudonymes, et celles qui lui sont faussement attribuées.On parle, entre autres ,des livres "Les Mémoires d'un Prostitué par lui-même" et "Nichonnette"
SIMENON SIMENON. WHEN SIMENON WROTE A OTHER PERSON MEMORIES
Seek to discover the works of Simenon written under pseudonyms, and those that are falsely attributed to him. We write, too, on the books "Les Mémoires d'un Prostitué par lui-même" and "Nichonnette"


Simenon, pare abbastanza certo, non si è mai servito di un “negro”(vale a dire di uno scrittore che a suo nome mettesse giù il testo). Però alla fine degli anni venti, nel pieno del periodo della letteratura alimentare sotto pseudonimo fu invece priorio lui a scrivere un libro quasi come un ghostwriter. Per la precisione vediamo meglio di cosa si trattò. Tramite una delle sue collaboratrici, fece conoscenza con un gigolò che voleva raccogliere le sue memorie in un libro, allora  si accordò con questa persona, che volle rimanere anonima, per creare il libro: Les Mémoires d'un Prostitué par lui-même. Le condizioni economiche furono fissate come segue: il 45% dei proventi sarebbero andati all'allora Georges Sim, l'altro 45% al protagonista delle avventure narrate e il 10% all'intermediaria. Diciamo che anche in quel caso il maestro belga seppe far bene i suoi conti e scrisse un libro che fu a lungo avvolto in un alone di mistero.

Per quanto riguarda altri scritti simenoniani (o no?) avvolti nel dubbio, va citato sicuramente Nichonnette, breve romanzo di carattere comico-erotico. Pubblicato nel 1926 dalle edizioni Prima, le quali pubblicheranno poi le sopracitate memorie, il libro è firmato Luc Dorsan, uno pseudonimo utilizzato più volte da Simenon, e appare in una collana in cui sono presenti diversi romanzi dello stesso Simenon sotto pseudonimo. Ma oltre quarant'anni dopo, Simenon rivelò che non si trattava di un romanzo da lui scritto, bensì che la penna, in quel caso, era stata quella di Eric Demeige, altro specialista di racconti e romanzi brevi del genere. Il dubbio circa la paternità dell'opera però rimane perchè, confrontandola con altre scritte all'epoca, non sembra poi cosi distante dallo stile simenoniano (è anche vero che si trattava di una letteratura che poco concedeva all'iniziativa personale, essendo su ordinazione. Ma lo stile di Simenon in realtà, leggendo i romanzi popolari dell'epoca, già si riconosceva lasciando un'impronta piuttosto marcata).
Diversi altri scritti, brevissimi per la maggior parte, rimasero, a quanto pare, nelle scrivanie degli editori, fino alla metà degli anni trenta e saranno pubblicati sotto i vari pseudonimi utilizzati da Simenon durante tutto il decennio, quando il romanziere era già famoso, lasciando il dubbio se fossero stati effettivamente opera sua o elaborazioni di perfetti sconosciuti che utilizzavano uno dei suoi pseudonimi.
Andrea Franco

lunedì 7 marzo 2016

SIMENON SIMENON: MORE ON THE CREAM OF THE CROP

Some speculation by another on his favorite Simenon crime novel.
SIMENON SIMENON: PLUS SUR LA CREME DE LA CREME  
Quelque spéculation par un autre sur son polar préféré de Simenon.
SIMENON SIMENON: ANCORA SUL MEGLIO DEL MEGLIO
Riflessioni di un altro autore su quale fosse la sua inchiesta preferita di Maigret    

Advancing from my dilemma in picking the best Maigret to my personal conclusion that the series is what’s best, I just read about someone else’s similar quandary. This time, it was making the difficult choice of an all-time favorite crime novel. Lo and behold, the first title considered was Dirty Snow.
Here’s the quote:
“Since life is an ongoing project, I find it difficult, if not impossible, to choose an all-time favourite crime novel – there are so many I haven't read yet. Georges Simenon's Dirty Snow is a masterpiece, but there are probably dozens of Simenon's romans durs – "hard" novels, as he called them – that are as good, if not better. Could I choose Dirty Snow as my favourite Simenon over, say, the eerily cheerful The Man Who Watched Trains Go By, or the wonderfully claustrophobic The Strangers in the House?”
No matter what was his ultimate decision, which one can hunt down through the reference below, the above statement represents a supreme tribute to the author we celebrate. Georges Simenon’s name seems to have been the first to come to mind, and dozens of candidates from his corpus quickly followed.
Who is this critic and what are his credentials? It’s none other than Benjamin Black AKA John Banville, a prolific and celebrated author in his own right. Like Simenon, his books fall into different categories. Importantly, the nine works by Black are crime fiction.
21.01.2016
The Independent
The Long Goodbye by Raymond Chandler, book of a lifetime
(The Long Goodbye de Raymond Chandler, livre d’une durée de vie) http://www.independent.co.uk/arts-entertainment/books/reviews/the-long-goodbye-by-raymond-chandler-book-of-a-lifetime-a6825091.html
David P Simmons

domenica 6 marzo 2016

SIMENON SIMENON. PICCOLI CONSIGLI AD UN PICCOLO MAIGRET

SIMENON SIMENON. PETITS CONSEILS POUR UN PETIT MAIGRE 
Quelle sera la performance de l'acteur britannique dans le rôle de l'inspecteur Maigret
SIMENON SIMENON. THE SMALL ADVICES FOR A SMALL MAIGRET
What will be the British actor's performance in the role of Inspector Maigret

Rowan Atkinson. E' lui il nuovo Maigret. Inglese, attor comico di grandissima fama internazionale (anche lui con una sorta di pseudonimo...di alter ego... Mr.Bean, forse più famoso del suo stesso interprete), Dicevamo è il nuovo commissario Jules Maigret scelto da quelli della ITV, produzione televisiva britannica, che a breve, si vocifera nella prossima primavera, apparirà sugli schermi televisivi inglesi. Ma di questo a tempo debito, vi informerà pruntualmente il nostro David P. Simmons.
Noi occupiamoci del protagonista.
Non nascondiamocelo, alla notizia che sarebbe stato lui il prossimo Maigret televisivo, siamo rimasti un po' interdetti. E, onestamente, eravamo in buona compagnia. Forse ora un po' ci siamo abituati all'idea, un po' abbiamo visto qualche immagine di Atkinson nei panni di Maigret, ma ancora non ci immaginiamo quello che potrà venir fuori.
Dite voi che siamo scottati dalla brutta esperienza con il pur ottimo Sergio Castellitto? Sì e no. Sì, perché giudicavamo grave quell'assenza di quel physique du rôle che per interpretare Maigret non è secondario. Ma poi ci furono altri motivi. No, invece, perchè cerchiamo di essere imparziali nel nostro lavoro di cronisti.
Anche Atkinson sarà un piccolo Maigret. Piccolo fisicamente parlando, certo non ha il phisique du role, ma potrebbe e succedere che la recitazione, il casting, la sceneggiatura, le scenografie e la regia compiano il miracolo.
Nel frattempo vogliamo fare un azzardo. Un azzardo non da poco. Ci vorremmo sbilanciare a dare dei consigli ad un attore consumato come Rowan Atkinson per un'ottimale interpretazione di Maigret.
Intanto, visto che le riprese del primo episodio sono già concluse, ci auguriamo che abbia mangiato più del solito e abbia messo qualche chiletto in più sul quel suo fisico asciutto e nervoso. Qualche rotondità, anche sul viso, secondo noi non stonerebbero. Poi qualche sotto-tacco di un paio di centmetri e anche delle imbottiture nelle spalline della giacca e/o del cappotto, così... tanto per aumentare la stazza.
Ma non ci fermiamo all'aspetto esteriore (anche se un pesante cappotto con il collo di velluto e un chapeau melon potrebbero aiutare).
Consigliamo, ad Atkinson, di non ridere troppo... anzi di non ridere per niente. Lo sottolineiamo perchè invece nelle sue performance passate rideva, sotto i baffi, a crepapelle, a singhiozzo, con un ghigno di scherno... sorrideva a ragione e a sproposito. Ma questa era la sua parte, il personaggio che doveva professionalmente interpretare.
Ecco ora è bene che faccia tabula rasa di queste passate esperienze. Maigret non ride e diremmo che neanche sorride. Forse qualche fugace sorriso di compassione gli scappa nei casi più pietosi e ridicoli che gli passano per le mani.
E poi Atkinson deve essere ansioso. L'ansia di qualcosa da fare. Maigret mentre indaga o mangia sandwich, o beve birra, o fuma la pipa, o ingurgita calvados, o riaccende la pipa, oppure ordina un  bianco... E sta zitto. Pensa, osserva, riflette, cerca di mettersi nei panni degli altri e tace, a volte anche a casa, mentre cena con la moglie. Non parla, annusa l'ambiente, percepisce un'atmosfera, si rende conto dell'aria che tira, ma sta zitto e spesso anche fermo. Magari ruota lentamente gli occhi, forse percepisce quello che vede come un effetto rallenty cinematografico.
Atkinson è stato abituato, recitativamente parlando, a saltare, correre, cadere, sbattere di qua o di là, a rimbalzare, ad agitarsi, ad allungarsi e ad appallottolarsi come fosse di gomma. E altrettanto plastiche sono le sue espressioni che arrivano a trasformare i suoi connotati.
Maigret non muove un muscolo. Tranne quelle delle mandibole quando mangia  o quelli del viso che si rilassano quando aspira lunghe boccate dalla sua pipa... a proposito, Atkinson è un fumatore di pipa? Se non lo è, speriamo abbia fatto un corso... di quelli buoni, come fece Gino Cervi pure lui a digiuno, da questo punto di vista, eppure sullo schermo era un fumatore credibile, da cui anzi traspariva il gusto di fumare. Atkinson deve far percepire questo gusto, con pochi gesti, con avarizia di espressioni, ma con tutta la voluttà del caso.
E poi sempre in mano... Sì, una pipa in mano, una in tasca, qualcuna sulla scrivania...
Il fisico snello e di tonico di Atkinson fa pensare  ad un salutista... mangiare poco e leggero. Bere appena o ancor meglio niente. Non fumare. Alcol... vietato! C'è il rischio che i telespettatori si chiedano: ma dove vanno a finire tutto quel cibo e quegli alcolici ingurgitati e che effetto faranno tutte quelle pipate che fin dal mattino il commissario Maigret quotidianamente si fuma...
L'altro rischio è che non lo riconoscano come il commissario simenoniano.
Siamo comunque certi che i titoli di testa degli episodi, gli ispettori che lo chiamano "Maigret", i sospettati che gli danno del "lei, signor commissario", fugheranno ogni dubbio. Sì è vero. Rowald Atkinson sta proprio interpretando Maigret.
(m.t.)