SIMENON SIMENON. ALBERTO SAVINIO SUR GEORGES SIMENON
Grande admiration de Savinio, le frère de Giorgio De Chirico, pour Simenon, qu'il considérait, dans l'absolu, comme un grand lettré
SIMENON SIMENON. ALBERTO SAVINIO ABOUT GEORGES SIMENON
Great admiration Savinio, brother of Giorgio De Chirico, for Simenon, he considered, in absolute terms, as a great scholar
1928 - Alberto Savinio "La cité des promesses" |
Pittore,
scrittore, nonché musicista, Alberto Savinio (Atene, 25 agosto 1891 –
Roma, 5 maggio 1952), al secolo Andrea Francesco Alberto de Chirico,
fratello minore del più celebre Giorgio, fu un grande estimatore di
Simenon, del quale ebbe modo di leggere, in Francia e in lingua
originale (Savinio dimorò a Parigi in due periodi distinti: dal 1911 al
1914; dal 1927 al 1932), diverse opere.
Occorre qui ricordare
che la pubblicazione delle inchieste di Maigret ebbe inizio - proprio in
Francia e grazie all’editore Fayard – nel 1931, e che solo nel corso di
quest’anno apparvero ben undici romanzi (con copertina fotografica e
dal costo di sei franchi), almeno quelli imperniati sul famoso
commissario di Quai des Orfèvres.
In un breve saggio critico,
composto a Parigi il 23 agosto 1932, Savinio riconosce a Georges Simenon
il merito di aver scritto romanzi polizieschi d’indubbia qualità
letteraria, poiché denotanti uno stile per nulla “asmatico”, né
“stenografico”, né “deplorevolmente asintattico”, come di solito è lo
stile di quanti (e sono purtroppo numerosi!), frettolosamente o in modo
alquanto epidermico, attendono alla composizione di gialli o
polizieschi.
Savinio si mostra soprattutto ammirato della
velocità di scrittura di Simenon, in grado di terminare in breve tempo –
in un mese o poco più, ma a volte anche meno – romanzi decisamente
lunghi, che hanno il pregio di non apparire come “libercoli
scribacchiati alla svelta… ma pagine tirate a pulimento.”
Per
Alberto Savinio, insomma, Georges Simenon è una sorta di “Dostojewski
minore”, un autore cioè non affatto improvvisato, mai banale o
ripetitivo, ma sempre interessante per quello che scrive, per le trame
che inventa e sviluppa con intelligenza e vivace fantasia.
Con
il proprio giudizio positivo,Savinio non si discosta affatto da quelli, non
meno lusinghieri, di altri famosi letterati, tra cui Jean Cocteau, André
Gide, Henry Miller, William Faulkner ecc.
“Dietro il meccanismo
poliziesco dei suoi libri,” – egli scrive ancora nel breve saggio
succitato – “par di sentire”, costantemente, la “voce più intima” di
Simenon, “che con insistenza dolce avverte: maiora canamus.”
Paolo Secondini
Devo dire, Maurizio, che l'immagine da te composta, raffigurante Simenon e Savinio con sullo sfondo un simbolo della pittura metafisica - che ebbe, oltreché in Giorgio, anche nel fratello un interprete colto e raffinato - è davvero straordinaria. E un po’ metafisico, se vogliamo, è anche il nostro Simenon, soprattutto quando proietta Maigret a indagare, al di là della realtà sensibile, l’essenza più intima, misteriosa e, a volte, astrusa dell’uomo.
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