lunedì 4 aprile 2016

SIMENON SIMENON. PASSARE LE FRONTIERE, SENZA BARRIERE, SENZA DOCUMENTI...

Alcune riflessioni del romanziere stranamente molto attuali
SIMENON SIMENON. PASS THE FRONTIERS WITHOUT BARRIERS, WITHOUT DOCUMENTS ...
The reflections very contemporary of the novelist
SIMENON SIMENON. PASSER LES FRONTIÈRES SANS OBSTACLES, SANS DOCUMENTS ...
Quelques réflexions du romancier vraiment très actuelles
Oggi se ne parla tutti i giorni. Servizi e speciali ai telegiornali, articoli sui giornali, e poi ancora radio, internet, le discussioni della gente. La guerra, le persecuzioni religiose, le crudeltà disumane dell'Isis, la fame, le malattie hanno tutte provocato una gran massa di profughi, ripetendo tra l'altro un fenomeno, come quello delle migrazioni, che ciclicamente nel corso dei secoli si è ripetuto più volte e in varie direzioni.
Adesso siamo di fronte alla reazione di paesi europei, civilizzati, democratici, qualcuno anche ricco, e sicuramente più agiato di quella fiumana di migranti che traversa il nostro continente, la nostra vecchia Europa che, con i suoi cinquecento milioni di abitanti a volte fa le bizze per accogliere un'ondata di migrazione che è stimata per ora in un milione di sfollati.
E Simenon cosa ne avrebbe pensato? Anzi possiamo anche domadarci cosa ne pensasse in merito. Nel 1975 quando aveva iniziato i suoi Dictées, nel Vent du Nord, vent du sud, si dichiarava anarchico, ma di un'anarchia tutta personale... "...Anarchia per me  è vivere a modo mio, in un mondo che non dovrebbe appartenere a nessuno, ma a tutti. Vorrei attraversare le frontiere senza documenti (sembra parli del trattato di Schengen), come succedeva nella mia infanzia. Allora non esisteva né passaporto né carta d'dentità. Solo in un paese, quello degli zar, esisteva l'obbligo di un passaporto per passare la frontiera..."
Insomma una concezione del mondo abbastanza evoluta, anche per oggi, rispetto alle politiche di certi governi, una visione avanzata dove le divisioni e le frontiere non dovrebbero esistere.
Ma non finiscono qui i riferimenti (ovviamente non intenzionali) al mondo attuale. Stavolta è la volta del terrorismo.
"... io non costruisco bombe artigianali. Non faccio deragliare i treni, cosa che mi parrebbe davvero stupida. Non faccio ostaggi per ottenere la liberazione di questo o quell'individuo - scriveva Simenon sempre nel '75 in un altro Dictée "De la cave au grenier" - Non ho mai ucciso nessuno e spero di non essere mai costretto a farlo..."
Un quadro del mondo molto simile a quello degli attentati che viviamo di questi tempi e che tra gli altri colpisce proprio quel Belgio dove lui era nato e la Parigi che ci ha narrato moltissime volte nelle inchieste del suo celeberrimo commissario.
Insomma un aspetto molto particolare di un Simenon ultra settantenne, che ormai aveva rinunciato alla letteratura, ma ancora molto lucido e in alcuni casi addirittura, in un certo senso, preveggente. (m.t.)

domenica 3 aprile 2016

SIMENON SIMENON. MAIGRET A TAVOLA

Il commissario Maigret è da sempre un buongustaio. Scopriamo quale pietanza, tra quelle che gli prepara sua moglie Louise, preferisce di più.
SIMENON SIMENON AT THE TABLE
Inspector Maigret is always a gourmet. We find out which dish he prefers, among those that his wife Louise who prepares
SIMENON SIMENON A LA TABLE
Maigret est toujours un gourmet. Nous découvrons quel plat, parmi ceux que lui prépare sa femme Louise





Tutti sanno che il commissario Maigret è un accanito fumatore di pipa, un discreto bevitore (specialmente di birra, beaujoulais e calvados) e un eccellente buongustaio. Quanto a quest’ultima caratteristica, predilige varie pietanze, tra cui il cassoulet (fagioli bianchi e carne d’oca o maiale o agnello, cotti in casseruola), la tripes à la mode de Caen (la trippa alla moda di Caen), la soupe à l’oignon (la zuppa di cipolle) e, in modo particolare, il coq au vin, ovvero il gallo al vino.
Tipico dell’Alsazia, regione originaria della signora Maigret, il coq au vin è ben noto e amato dal commissario perché sua moglie, ogni volta, glielo prepara secondo l’antica ricetta campagnola, dal momento che Louise adora i piatti della cucina tradizionale francese, piuttosto che quelli moderni e sofisticati.
Nelle preferenze culinarie di Maigret, il gallo al vino occupa, dunque, uno dei primi posti, e Louise sa cucinarlo molto bene (e non quello soltanto, essendo in assoluto un’ottima cuoca).
Ma quale procedimento, soprattutto quali ingredienti usa per renderlo tanto squisito?
Prima di tutto sceglie con cura, dal suo macellaio di fiducia, un bel gallo di almeno due chili.
Tagliatolo a pezzi e passate le zampe sulla fiamma del fornello, in modo da toglierne tutte le scaglie che le ricoprono, lo lascia marinare per un paio di giorni nel vino bianco oppure nel rosso.
In seguito, la cottura, preferibilmente a fuoco lento (per una o due ore, a seconda che le carni dell’animale siano tenere o meno), avviene aggiungendo al gallo, immerso nell’acqua, lardo o pancetta, aglio (due spicchi al massimo), cipolline, carote, porro, prezzemolo, scalogno, alloro, funghi champignon, limone, tuorlo d’uovo e panna (in momenti diversi, ovviamente, e secondo una precisa, quasi scientifica, procedura): il tutto annaffiato, rigorosamente, con due cucchiai di ottimo cognac o armagnac, oppure (secondo le preferenze della signora Maigret) con della squisita prunella alsaziana.
Mentre la pietanza cuoce sul fornello, il suo profumo si spande per tutto l’appartamento in boulevard Richard-Renoir, sicché, quando all’ora di pranzo il commissario rincasa, egli gusta il coq au vin dapprima con le narici, in seguito con il palato, comodamente seduto a tavola. E fa onore alla pietanza mangiandone, con appetito, almeno tre porzioni.

Paolo Secondini

sabato 2 aprile 2016

SIMENON SIMENON. THERE ARE MORE YELLOW SHOES

More on faithful translations in the Maigret stories.

SIMENON SIMENON. IL Y A D'AUTRES SOULIERS JAUNES 
Davantage sur des traductions fidèles dans les histoires de Maigret.
SIMENON SIMENON. CI SONO ALTRE SCARPE GIALLE
Ancora sulla fedeltà delle traduzioni nei romanzi di Maigret

Yellow shoes appear elsewhere in the Maigrets.
Yellow goose dung shoes (souliers jaunes caca d’oie in French) help a bad guy stand out in La Première Enquête de Maigret. Fortunately, in Maigret’s First Case, translated by Robert Brain and published by a British publisher, these shoes remain yellow, unlike the bizarre change to brown seen in The Man on the Bench. Brain chooses goose-dirt over goose dung, but dung or dirt, both are yellow, so he got that part right.
In contrast, some yellow shoes crucial to the plot in Au Rendez-Vous des Terre-Neuvas don’t survive. In the recent English translation, The Grand Banks Cafe by David Coward in 2014, they become tan! For example, The Tan-Coloured Shoes entitles an introductory chapter whereas Les souliers jaunes, whose literal translation is The Yellow Shoes, heads the original. While these shoes remain unequivocally tan throughout the book, notably in The Sailors' Rendezvous, the earlier translation by Margaret Ludwig, mon ami M Google found yellow shoes 12 times. Ludwig stayed faithful to Simenon, but Coward pulled a switcheroo. Was his reasoning similar to that behind the odd brown to yellow conversion in The Man on the Bench?
These changes are what they are, for better or worse. The important thing, once again, is not the color itself, but the distinctiveness of the color. The knowledgeable Maigretphile Murielle Wenger points out that translators can choose concrete or symbolic expression, depending upon what they wish to evoke for their readers. To my mind, in the yellow shoe matter, the shock (le choc) should override.
For a good example of this effect, I shift out of the Simenon/Maigret genre to a contemporaneous work: the 1954 Les Mandarins by Simone de Beauvoir. A couple celebrates the end of WWII in France with a shopping spree. Both buy “aggressive yellow shoes” (souliers d’un jaune aggressif) and parade in front of some bare-footed street urchins. In French, when aggressive qualifies a color, it means a color that ‘offends good taste by being provocative.’ I suspect Simenon in the same way opted for yellow in his three books cited above.
And by the way, I’m not sure if it’s worthwhile to harp on why fantôme becomes Apparition rather than Phantom in Maigret’s Apparition (Maiget et le fantôme), but I may yet.

David P Simmons

venerdì 1 aprile 2016

SIMENON SIMENON. IL MAIGRET DI MR. BEAN... MA NON DI UN PO' QUELLO DI CASTELLITTO?

L'ispettore Maigret dell'attore inglese e il commissario Maigret dell'attore italiano
SIMENON SIMENON. THE MAIGRET OF MR. BEAN ...  DOESN'T HE BUT REMEMBER A LTTLE BIT OF CASTELLITTO?
The inspector Maigret of the britannic actor and the commissaire Maigret of the italian actor
SIMENON SIMENON. LE MAIGRET DE MR.BEAN... NE RAPPELLE IL PASUN PEU CELUI DE CASTELLITTO?
L'inspecteur Maigret de l'acteur anglais et le commissarie Maigret de l'acteur italian




«Maigret Sets a Trap» («Maigret tend un piège»), con Rowan Atkinson nel ruolo del celebre commissario, è andato in onda lunedì sera sul canale britannico ITV.
Sei milioni di spettatori hanno assistito a questo primo episodio di un'ora e mezza adattato dagli inglesi dall'opera di Georges Simenon, e il vedetto della critica è stato unanime: l'attore è altrettanto brillante nel ruolo del comico dalla faccia di gomma Mr. Bean, come in quello del poliziotto bevitore e taciturno".
Questa è l'estratto di un articolo di un quotidiano, non inglese ma francese, Le Figaro di oggi.
Per la precisione in Francia non è stato ancora visto (andrà in onda tra qualche mese), comunque la valutazione fatta dal quotidiano francese ci far venire qualche domanda.
Se è vero, come sembra, che i telespettatori siano stati sei milioni, non ci pare possa essere definito un gran successo. Allora cosa dovremmo dire del nostro Montalbano che, nelle nuove puntate, raggiunge picchi di dieci/dodici milioni di spettatori?
Per altro andando a spulciare nei dati audience di altre serie della tv inglese troviamo dei numeri superiori: Call the Midwife ne ha totalizzati otto milioni, Sherlock: the Abominable Bride è arrivato ad otto milioni e mezzo, Happy Walley ha oltrepassato i 9 milioni, tanto per fare qualche esempio.
Qualcuno potrà dire che il risultato del primo episodio di questa serie della ITV, non può essere  significativo... magari non tutti sapevano del debutto (anche se c'è stato un battage mediatico non indifferente e Rowan Atkinson da solo bastava a far notizia). Altri potranno invece obiettare che l'attesa di questo Maigret televisivo era notevole, undici anni, visto che in Europa dai tempi della serie francese con Bruno Crémer (ultima puntata nel 2005) non si vedeva un nuovo Maigret alla tv...
Non va dimenticato l'esperimento italiano del 2004, purtoppo non di successo, interrotto alla seconda puntata, con l'attore Sergio Castellitto nei panni del commissario simenoniano.
E tra la interpretazioni di Atkinson e di Castellitto abbiamo individuato diverse analogie.
Intanto entrambi hanno debuttato con un espisodio tratto da Maigret tend une piège. Poi tutti e due vantano un fisico asciutto e nervoso, contro quello imponente e pesante del commissario. Esperienza considerevole per i due attori, anche se più sul versante comico per l'inglese e invece performance a 360 gradi per l'italiano. Tutti e due hanno girato nei paesi dell'Est europeo. La Parigi di Castellitto era in realtà Praga, mentre quella di Atkinson é Budapest. Anche gli ascolti non sono dissimili. L'attore italiano attirò circa mediamente cinque milioni e mezzo di spettatori, quello inglese è arrivato, nel primo episodio, a sei milioni.
Certo non vogliamo fare paralleli, ne tantomeno assimilare la sorte delle due serie. Intanto andrà valutata l'audince della seconda puntata prevista. E poi se l'  finirà qui o la produttrice televisiva ITV deciderà di continuare o di fermarsi a due soli episodi. Certo andrà valutat l'accoglienza che avrà negli altri paesi che hanno per ora acquistato le due puntate (ci sono la Danimarca, la Francia, la Germania, la Svezia). Ma questa è solo una rassegna di quello che si dice in giro. Noi Maigret Sets a Trap non siamo ancora riusciti a vederlo e quindi la nostra opinione non possiamo esprimerla.( m.t.)

SIMENON SIMENON. J'AI MAIGRET DANS LA PEAU...

Le texte raconte ma relation passionnée à Maigret, rendu si vivant par son créateur.

SIMENON SIMENON. I'VE GOT MAIGRET UNDER MY SKIN... 
The text describes how passionately I relate to Maigret, who has been made so alive by his creator.
SIMENON SIMENON. MAIGRET CE L'HO DENTRO DI ME... 
Si tratta delle mia appassionata storia con Maigret, reso così viva grazie al suo creatore.
Il est fort rare que je boive un verre d'alcool (les plus de 50 ans au compteur de mon corps féminin m'incitent à la modération…), et je n'aime pas le goût de la bière, et très peu celui des alcools forts (quoiqu'un petit chocolat à la liqueur… pourquoi pas, de temps en temps…)… et pourtant… quand je lis une enquête de Maigret, l'eau me vient à la bouche rien que de le voir se désaltérer d'un bon demi mousseux, d'un petit vin blanc au goût de terroir ou d'un vieil armagnac de derrière les fagots…
Je ne fume pas… et surtout pas la pipe, instrument masculin par excellence !… et pourtant… quand je lis que le bureau de Maigret est plein de fumée, il me semble sentir l'odeur poivrée d'un bon tabac envahir mes narines et parfumer l'atmosphère de volutes rêveuses…
Mes envies culinaires me poussent plutôt vers les menus légers que vers les plats plantureux… et pourtant… quand je lis que Maigret fait monter des sandwiches de la Brasserie Dauphine, je crois sentir sur ma langue le craquant de la croûte d'un bon jambon beurre; et quand je lis que Mme Maigret régale son mari d'une blanquette de veau, je crois humer le parfum des herbes de la Saint-Jean; et ces choucroutes au petit salé, et ces coqs au vin déglacés à la mirabelle, et… on en viendrait presque à faire une indigestion de caprices calorifiques…
Je vis en Suisse, entre campagne et montagne, et je m'imaginerais difficilement quitter mes forêts de sapins pour vivre en ville… et pourtant… mon âme est parisienne quand je lis que Maigret quitte le boulevard Richard-Lenoir, rejoint la place des Vosges et longe les quais jusqu'à son bureau, et il me vient la nostalgie des grandes artères, de la Seine et des petits bistrots…
Côté météo, je préfère une promenade au doux soleil de l'automne, ou sous les frondaisons verdoyantes du printemps… et pourtant… quand je lis que Maigret longe des trottoirs mouillés de pluie, ou qu'il traîne son pardessus sous une averse glacée de novembre, il me vient comme une envie de l'accompagner – bien emmitouflée, tout de même ! – le long d'un canal brumeux, et, à sa suite, entrer dans un petit café enfumé et savourer un grog bien tassé ou un petit verre de genièvre…
Oui, j'ai Maigret dans la peau, et depuis l'aube de mes douze ans où j'ai ouvert mon premier roman de Simenon, et surtout depuis que j'ai retrouvé mon commissaire la quarantaine arrivée, il ne me quitte plus, grâce surtout au talent de son créateur, qui l'a rendu tellement présent qu'on aurait envie de vivre, ne serait-ce que quelques heures, à ses côtés "pour de vrai"… Heureusement qu'il suffit, pour cela, d'ouvrir n'importe lequel des romans de la saga, pour se retrouver plongée au cœur d'une enquête, et sentir vibrer le personnage d'une authentique réalité…
Murielle Wenger

giovedì 31 marzo 2016

SIMENON SIMENON. DIALOGO TRA IL PERSONAGGIO E IL SUO “CREATORE”

Se dovessero realmente incontrarsi, da qualche parte, Maigret e Simenon avrebbero, l'uno per l'altro e viceversa, parole di elogio.

SIMENON SIMENON. DIALOGUE ENTRE LE PERSONNAGE ET SON CREATEUR
S'ils devaient vraiment se rencontrer quelque part, Maigret et Simenon auraient, l'un pour l'autre et vice-versa, des paroles élogieuses.
SIMENON SIMENON. A DIALOGUE BETWEEN THE CHARACTER AND HIS CREATOR
If they were actually bound to meet up somewhere, Maigret and Simenon would have words of praise one for the other and vice versa.
MAIGRET: Ha visto, signor Simenon, con quanto entusiasmo gli editori continuino, in vari paesi del mondo, a pubblicare i suoi romanzi? Si sentirà soddisfatto, immagino.
SIMENON: Certamente, mio caro Maigret.
MAIGRET: Credo che possa andar fiero delle sue doti letterarie, grazie alle quali è conosciuto e apprezzato da schiere di ammiratori…
SIMENON: Oh, la prego! Non esageri, ora.
MAIGRET: Esagerare? Dico davvero. Penso che pochi scrittori possano vantare, come lei, un numero tanto elevato di lettori, di critici, di biografi, di collezionisti delle sue opere, di curatori di blog letterari a lei dedicati, di…
SIMENON: Ne sono oltremodo felice e affermo che è merito suo, commissario Maigret.
MAIGRET: Mio?
SIMENON: Si capisce! Se non l’avessi – come dire? – creata, suppongo che pochi conoscerebbero Georges Simenon.
MAIGRET: Ma oltre a me ha creato diversi altri personaggi, ha scritto numerose storie non meno avvincenti di quelle incentrate sulle mie inchieste. Non crede, dunque, che il merito vada anche a loro?
SIMENON: Sì, è vero, ho scritto numerose altre storie e creato diversi personaggi, ma sicuramente è a lei che devo il mio successo. E posso dire, in tutta sincerità, che lei, Maigret, mi è molto più caro di qualsiasi altro personaggio da me inventato, perché in lei mi sono immedesimato di più, con lei ho vissuto momenti emozionanti, attraverso di lei mi sono commosso, ho trepidato, ho sofferto, ho sognato, ho investigato, ho lottato per la giustizia e la legalità… Insomma, Maigret, io mi sono sentito, scrivendo le sue inchieste, un po’ commissario del Quai des Orfèvres (e chissà che non fosse, questa, la mia vera aspirazione). Confesso che mi è molto piaciuto: è stato bello e, anche… avventuroso.


Paolo Secondini