giovedì 1 settembre 2016

SIMENON SIMENON. ANTICIPATING MAIGRET

A Simenon fan finds out about Maigret’s birth. 

SIMENON SIMENON. EN ATTENDANT MAIGRET 
Un amateur de Simenon en apprend sur la naissance de Maigret 
SIMENON SIMENON, ASPETTANDO MAIGRET
Un appassionato di Simenon va imparando sulla nascita di Maigret

We’re reached chapter six in the biography Simenon, whose title Waiting for Maigret suggests the Chief Inspector and the first novel are about to surface. 
[Why am I excited to learn whatever Assouline has to say about Maigret? Here’s a brief explanation: a native-born American, I accidently studied French in high school, only to thoroughly ignore it after that. I was well into middle age when I spotted a short Zola novel on a take-it-or-leave-it shelf at our town dump. To my surprise, some understandable French phrases jumped out as I flipped through its pages. Soon thereafter, again from the same location, I took home a Maigret: The Yellow Dog. That’s how an interest in reading French literature got cooking again, but the icing on the cake came at a small town library book sale―coincidentally about 13 road miles from Simenon’s Shadow Rock Farm in Lakeville, ConnecticutI found five Maigrets for five cents a piece, a mere 25¢ being a great bargain for a thrifty Yankee like me. And so, I shifted into high gear and traveled over the years with Maigret and Simenon throughout Paris, France, and beyondNow, with 103 Maigret works and 45 romans durs under my belt, one could classify me as a Simenon fan. The near insanity of writing a Maigret pastiche in French and then translating it to English is sufficient proof of that.] 
In 1928, Simenon decided “to set sail both literally and figuratively from Paris, for he “was persuaded the most favorable place for creative work was where one spent just two weeks.” So, he picked up a 13-foot motorboat and a canoe to tow behind it with the necessary camping equipment for himself, Tigy, Boule, and Olaf, his Great Dane(“It was out of the question to go to a hotel except to visit a brothel.”) Simenon planned to learn about boating “on the job while navigating France’s extensive canals and rivers. Six months later, he upgraded to a 33-foot boat, voyaging for two years on the seas north of France as far as the top of Norway. 
While travelingthe boater never stopped writing, producing as many as 80 pages a day. According to Simenon, this was when, in September 1929, he wrote his first Maigret story, Pietr the Latvian (first published in 1931). “One sunny morning… I began to see the powerful, impassive mass of a man take shape who, it seemed to me, would make an acceptablinspector…. However, according to Assouline, this “official version of the birth of the myth” was “not completely in accordance with fact.” Indeed, in the summer of 1928, while writing a novel featuring a different protagonist, Simenon referenced a “vague Maigret character.” In 1929, in The House of Anxiety, “the most complete prefiguration” of Maigret showed up, “inaugurating the adventures and investigation of Chief Inspector Maigret.” In 1930, in Night Train, Chief Inspector Maigret appeared in his own right. Thus, Assouline asks: “Why did Simenon hold on to Pietr the Latvian as his first Maigret at all costs although that didn’t correspond with the truth?” The answer: “His determination, very early, very young, to want to construct a work and protect it with a legend.” Interesting? Yes. But after all, does it matter precisely when Maigret was born? 

David P Simmons

mercoledì 31 agosto 2016

SIMENON SIMENON- MAIGRET E MONTALBANO MA COSA C'E' IN COMUNE?

Quello che viene spesso chiamato il Maigret italiano somiglia davvero al commissario di Simenon? E Camilleri quanto conta?
SIMENON SIMENON. MAIGRET ET MONTALBANO: QU'ONT-ILS EN COMMUN ?
Celui qu'on appelle souvent le Maigret italien ressemble-t-il vraiment au commissaire de
Simenon ? Quelle importance Camilleri attache-t-il à cette ressemblance ?

SIMENON SIMENON. MAIGRET AND MONTALBANO: WHAT DO THEY HAVE IN COMMON? 

Does the one often called the Italian Maigret really resemble Simenon’s Chief Inspector
What importance does Camilleri attach to this resemblance?
Per illustrare questo post abbiamo utilizzato un'immagine già pubblicata nel 2013 scrivendo dei due romanzieri












Ritorniamo a discutere sul rapporto Simenon- Camilleri e di conseguenza su quello Maigret-Montalbano
L'occasione ci è data dalla pubblicazione in edicola di una collana del Corriere della Sera 
la cui prima uscita è  "Camilleri racconta Simenon".
Al di là dell'interesse che suscita l'iniziativa (ricordiamo che lo scrittore siciliano fu il delegato Rai alla produzione dello sceneggiato "Le inchieste del commissario Maigret" interpretato da Gino Cervi, per la sceneggiatura di Diego Fabbri e la regia di Mario Landi), questo spunto fa tornare d'attualità una domanda ormai posta più volte: quanto somiglia Montalbano a Maigret?
Qui di seguito riportiamo una serie di opinioni di scrittori, letterati, saggisti e anche dello stesso Camilleri.
Sarà bene premettere che quello che non si può metter in dubbio è la passione che Camilleri nutre per Simenon. Quanto questo abbia influito sulla creazione del suo commissario, non lo sappiamo, siamo nel campo delle opinioni e più di una delle testimonianze che riportiamo, riscontrano questo filo che lega Maigret a Camilleri e quindi a Montalbano.
Vale la pena di ricordare che Camilleri conobbe il vero successo come scrittore a settanta anni circa, la stessa età in cui Simenon smise di scrivere i suoi romanzi. Questo non è un giudizio di valore, ma la pura e semplice constatazione che, mentre il belga creava il suo personaggio più famoso a poco più di venticinque anni, il siciliano ha dato forma al suo eroe sulla soglia dei settanta. Questo aldilà delle capacità, dello stile e del livello d'ispirazione, presuppone una genesi assi diversa dei due protagonisti.
Alcune delle somiglianze che nei testi più sotto vengono sottolineate, non sono esclusive. Nel senso che non è solo Montalbano ad aver mutuato alcune delle caratteristiche del commissario Maigret. Questo dipende dal fatto che fino al suo debutto la letteratura poliziesca mondiale non conosceva romanzi il cui protagonista fosse un funzionario di polizia con quelle specifiche caratteristiche. Quello di Simenon era un poliziesco che rompeva tutti gli schemi, come d'altronde erano assolutamente inedite per un investigatore le qualità e i comportamenti che contraddistinguevano Maigret.
Insomma un giallo di rottura, potremmo chiamarlo quello di Simenon. Mentre quello di Camilleri viene dopo un secolo di investigatori, detective, ispettori, tenenti, commissari... Tutto ciò ovviamente rendeva la creazione di un commissario "originale" molto difficile. In questo, e nella passione per Simenon, forse vanno cercate le analogie quelle volute e quelle involontarie, ma anche quelle percepite dai lettori (forse anche quelli che magari avevano già letto Maigret). 
Intanto questa domanda  Simenon Simenon se l'è già posta in un post del 16 agosto del 2013 "Simenon e Camilleri. Ma Montalbno è davvero nitpote di Maigret?", giungendo ad un conclusione negativa. Leggete e giudicate.
Diremmo che la grande stampa sposa la teoria di Camilleri discepolo di Simenon: Montalbano ha imparato da Maigret titolava il Corriere della Sera del 12 luglio in un articolo sull'incontro tra lo scrittore siciliano e John, il figlio di Simenon.
Quanche anno fa' in un'intervista sull'Arena di Verona del 4 settembre 2011, in occasione del premio consegnato a Camilleri della Fondazione Campiello, lo scrittore ammise di essere debitore nei confronti delle inchieste di Maigret scritte da Simenon e addirittura definì "la propria tecnica di scrittore la stessa di Simenon". 
E d'altrondo stesso Camilleri ha da sempre dichiarato apertamente" il proprio debito con Simenon". 
Corrado Augias, giornalista e scrittore che ha seguito molto Simenon, in un articolo su La Repubblica del gennaio del 2003 aveva detto "Se ci si pensa solo un momento si vede subito che non certo per calcolo ma solo per istinto, la fortuna del commissario Montalbano creato da Camilleri si basa su una struttura equivalente, con in più la variante del dialetto che aggiunge alle vicende narrate un ulteriore e rassicurante connotato casalingo. Maigret è un grosso, solido borghese, che combatte la delinquenza e scopre gli autori dei delitti né per amore dell’avventura né per sfida intellettuale. Agisce come agisce solo perché si trascina fin dall’infanzia “una specie di senso del dovere” e anche perché cova “il timore di non aver mai fatto abbastanza per guadagnarsi il pane”. 
E di questo  Camilleri ne è ben consapevole, al punto che nella genesi di Montalbano dovrà sforzarsi di diversificare il proprio personaggio da quello di Simenon che gli era ormai entrato sotto pelle. Sarà uno sforzo “vano” perché del commissario parigino di Simenon e della stessa prosa simenoniana rimarranno ampie tracce in Camilleri stando almeno alle dichiarazione dello stesso Camilleri a Giovanni Capecchi nei primi anni 2000
In un saggio di Katarzyna Piekarz del 2014 si sottolinea che "Montalbano non prende mai gli appunti, osserva attentamente l’interlocutore e coglie tutto all’istante. Come il commissario parigino di Simenon usa la psicologia, cerca di immedesimarsi con la vittima nel tentativo di conoscerla. A questo scopo cerca anche di conoscere il suo ambiente,
Come si è già menzionato, il commissario cerca di preparare una trappola contro l’interlocutore, come fa anche Maigret, e a volte, a questo scopo ricorre ad un trucco, ad una specie di bluff".
Alla domanda "A chi si ispira, Camilleri? il blog ToWriteDown nel settembre del 2013 rispondeva  "Sicuramente allo scrittore francese (belga in realtà n.d.r.) che in tanti hanno definito la più grande macchina per scrivere della storia della letteratura, Georges Simenon. E chi consiglia di leggere, Camilleri?....si tratta ovviamente sempre di Simenon,...." 
Insomma l'spirazione dello scrittore siciliano al romanziere belga, sembra un dato scontato, ma i risultati a nostro avviso (e siamo puntuali lettori anche di Montalbano) non sono comparabili, sono due personaggi diversi almeno per indole, cultura e atteggiamento. Poi, certo qualche punto di somiglianza c'è, ma esiste un'altra fondamentale differenza.
Infatti mentre Camilleri dichiara, ed è riscontrabile, che di lui in Montalbano c'è ben poco, in quarant'anni di convivenza, i punti di coincidenza tra Simenon e Maigret sono andati sempre aumentando, non arrivando certo alla sovrapposizione, ma ad unaacorrispondenza davvero speciale. (m.t)  

martedì 30 agosto 2016

SIMENON SIMENON. "J'AI LE MAL DE PARIS"… HEUREUSEMENT MAIGRET EST LÀ…

Les lieux de rédaction et d'action des romans américains de Simenon 

SIMENON SIMENON. "HOMESICK FOR PARIS"… FORTUNATELY, MAIGRET IS THERE  
Writing and setting spots for Simenon's American novels 
SIMENON SIMENON. "HO IL MAL DE PARIS"… FORTUNATAMENTE MAIGRET È LÀ… 
I luoghi di scrittura e dell'azione dei romanzi americani di Simenon

Simenon a vécu une dizaine d'années en Amérique, où il a habité huit domiciles différents, dans chacun desquels il a exercé son métier de romancier. On peut faire une liste des textes écrits à chaque endroit: en 1946, Sainte-Marguerite-du-Lac-Masson au Québec (2 romans, 3 nouvelles), puis Saint Andrews dans le Nouveau-Brunswick (2 romans, 3 nouvelles); 1946-1947, Bradenton Beach en Floride  (3 romans, 3 nouvelles); 1947-1948, premier séjour à Tucson (4 romans, 1 nouvelle); 1946-1949, Tumacacori en Arizona (4 romans); 1949, deuxième séjour à Tucson (3 romans); 1949-1950, Carmel-by-the-Sea en Floride (4 romans, 2 nouvelles); 1950-1955, Lakeville dans le Connecticut (26 romans, 3 nouvelles).  
En notant le lieu de l'action de l'intrigue de chacun de ces textes, on se rend compte que environ la moitié se déroule à Paris, l'autre moitié dans divers lieux d'Europe et des USA (New York, La Rochelle, Côte d'Azur, Liège, etc.). En poussant l'analyse encore un peu plus loin, on remarque que souvent, le premier texte écrit dans un nouvel endroit a pour cadre un lieu autre que parisien: à Sainte-Marguerite, c'est Trois chambres à Manhattan (New York); à Saint Andrews, c'est Au bout du rouleau (Chantournais); en Floride, la nouvelle Sous peine de mort (Porquerolles); à Tucson, La Jument-Perdue (Tucson); à Tumacacori, Le fond de la bouteille (Tumacacori); pour le second séjour à Tucson, pour une fois c'est à Paris que se déroule l'intrigue de Les quatre jours du pauvre homme; à Carmel, l'action de Maigret et la vieille dame se déroule pour l'essentiel à Etretat; à Lakeville, Tante Jeanne se passe dans les environs de Poitiers. Mais on constate aussi que, passé les premiers romans, que Simenon situe dans divers lieux qu'il a parcourus jadis et naguère, il en revient à une action se déroulant à Paris, comme si la ville restait une référence dont il ne peut se défaire. Il a beau "décentraliser" ses romans, il vient toujours un moment où il peut s'empêcher de se replonger dans le décor des péniches sur la Seine et des petites rues bordées de bistrots. Et il se trouve que la plupart de ses textes où il revient à Paris sont ceux où il narre une enquête de Maigret, comme si son personnage l'aidait à retrouver une ambiance qui va lui permettre d'évoquer, mieux que jamais, la distance "sublimant" ses souvenirs, l'époque et les lieux qu'il a connus pendant l'entre-deux-guerres, Montmartre et Montparnasse formant les deux rives qui encadrent le "centre historique" de la ville, le Marais de la place des Vosges, et l'île de la Cité plantée du Palais de Justice, de la Préfecture de Police et de la Brasserie Dauphine…  
Ainsi à Sainte-Marguerite, la première intrigue parisienne est-elle celle de Le client le plus obstiné du monde, baignée d'un lumineux printemps parisien; tandis qu'à Saint Andrews, c'est la touffeur de l'été de On ne tue pas les pauvres types. En Floride, pas de Maigret, mais une nouvelle qui aurait presque pu faire partie de la saga du commissaire: Les petits cochons sans queue. A Tucson, après Le petit restaurant des Ternes, une nouvelle sans Maigret mais avec Lognon, Simenon écrit Maigret et son mort, un roman qui marque le retour définitif du héros à la PJ. A Tumacacori, le deuxième roman écrit par Simenon est La première enquête de Maigret, situé dans un décor parisien encore plus nostalgique, celui de la fin de la Belle Epoque, avec ses fiacres, ses messieurs en canotier, et ses dames aux chapeaux fleuris de tricolore, marguerites, coquelicots et bleuets. A Carmel, ce sera L'amie de Madame Maigret, un des plus parisiens des romans, qui nous emmène du square d'Anvers à la rue de Turenne, en sillonnant presque toute la capitale. A Lakeville, le deuxième roman écrit par Simenon est Les mémoires de Maigret, qui évoque, bien entendu, les décors familiers du policier à la pipe… 
Enfin, on ne manquera pas de relever que si le tout premier texte écrit par le romancier sur le sol du Nouveau Monde nous plonge au cœur de Manhattan, le dernier, une dizaine d'années plus tard, nous plonge dans un coin de Paris on ne peut plus simenonien, celui des alentours du canal Saint-Martin. Jamais peut-être le romancier n'a si bien évoqué la poésie nostalgique d'un petit matin de mars autour de l'eau des péniches que dans son dernier roman écrit en Amérique, et on peut y voir le signe que l'aventure américaine, pendant laquelle Simenon a cru pouvoir trouver de nouvelles racines sur un autre continent, va prendre fin par un retour aux sources de l'inspiration… 

Murielle Wenger