lunedì 5 settembre 2016

SIMENON SIMENON. MAIGRET, THE MAN, HIS FORMATIVE YEARS

On Simenon stacking up the building blocks for his Maigret 

SIMENON SIMENON. MAIGRET, L’HOMME, SES ANNEES FORMATRICES 
À propos de Simenon empilant les cubes de construction pour son Maigret 
SIMENON SIMENON. MAIGRET, L'UOMO E I SUOI ANNI DI FORMAZIONE
A proposito di Simenon che aggiunge tasselli per la costruzione del suo Maigret

Fayard accepted the first full-fledged Maigret novel, Pietr-le-Letton, in May 1930 and proposed changing the author’s signature to Georges Simenon at the same timeGiven the new character and its new author, Simenon went right to work fleshing out Maigret extensively. In fact, he provided Fayard a whopping total of ten Maigret novels for the first year of publication (1931). Simenon recognized he needed a “playmaker” for the forthcoming series. What is more, he conceived of Maigret as a “safeguard” while he, the creator, matured as an author. Thus, he began to develop a rather diffuse identity format” for his primary character, the result being the iconic figure so easily visualized by readers. Here are some interesting, contributory facts gleaned from the biography Simenonsupplemented at times with some finds by my good friend, Monsieur Google: 
1. Simenon invented Maigret’s birthplace, but he had a model. Assouline indicates Maigret “came into the world in Saint-Fiacre adjacent to Chevagnes, 15 miles from Moulins (Allier). In other words, in Paray-le-Frésil. Indeed, according to Maigret’s Little Joke (Maigret S’amuse), “As a kid, in Paray-le Frésilhe had felt sorry for some rabbits….” Notably, Simenon worked for the Marquis of Tracy in his chateau in Paray-le-Frésil. Conveniently, Jules Maigret was born almost smack dab in the middle of France. (There is debate about where the geographic center of France lies exactly. I’m going with Sauzais-le-Potier, which is only 45 miles from Paray-le-Frésil and close enough to make the point.) “Jules Maigret was always a man from deep within France and as such he can represent all Frenchmen symbolically. 
2. Multiple features from Simenon’s own life crop up frequently in his portrait of Jules Maigret. For example, Maigret’s father dies when he is 44 years old and Jules is 19. Simenon’s father died when he was 44 years old and Georges was 18. 
3. Maigret is primarily a beer drinker because “Simenon’s exceptional sensory memory reproduced the smell of cold beer from the Belgium of his youth, a country of cafés and bars.” 
4. Maigret is “rather devoted to the bottle,” but Assouline goes on to state he never gets drunk.” YetI recall a drunk Maigret more than once. Here, taken directly from his memoirs, is my best example: “I finally made it into the Special Brigade. …I ordered I don’t know how many Mandarin aperitifs …I felt completely drunk and was dumbfounded by it. The stairway was spinning around me. My wife’s silhouette lacked sharpness. I was seeing her with at least two mouths and three or four eyes.” 
5. Simenon “always had trouble recognizing the bridges he unconsciously built between himself and his hero.” To quote him: “I don’t identify myself with Maigret, I never envisioned that I resembled Maigret. 
6. In any case, for Simenon, “Maigret was living inside me, I saw him as a flesh and blood character, I was familiar with the sound of his voice, the smell of his old sweater, [everything right down] to the tips of his shoes. While I was slaving away, he was there, smoking his pipe, waitingWe had faith in each other.” 

David P Simmons

domenica 4 settembre 2016

SIMENON SIMENON. LO SCRITTORE:"NON HO MAI IMMAGINATO DI ASSOMIGLIARE A MAIGRET"

L'opinione del romanziere sui punti di contatto tra lui e il commissario
SIMENON SIMENON. L'ECRIVAIN: "JE N'AI JAMAIS IMAGINE RESSEMBLER A MAIGRET"
L'opinion du romancier sur les points de contact entre lui et le commissaire
SIMENON SIMENON. THE WRITER: “I NEVER ENVISIONED THAT I RESEMBLED MAIGRET”
The novelist’s opinion about the connecting dots between him and the Chief Inspector




La questione è lunga e forse anche un po' datata. Ma riscuote sempre un certo interesse, almeno a stare alla quantità e a quello che dicevano commenti e riflessioni che ci avete inviato in vari modi in occasione del post su Camilleri e Montalbano. E lì, tra le altre cose si è rivelato un interesse specifico sull'argomento di quanto dell'autore si ritrovasse in un protagonista di un letteratura seriale.
Già, perché questo della serialità è una componente di un certo rilievo. Mentre ci possono essere delle tipologie di personaggi che, per esempio nei romans-durs di Simenon, in un certo senso, si ripetono e dove certo qualcosa dell'autore si traspone, il protagonista di un serial letterario  (soprattutto di uno come Maigret durato quarant'anni) ha uno status diverso e tra lui e il suo autore si instaurano dei rapporti del tutto particolari.
Ma allora perché in un intervista a Roger Stéphane, alla domanda: 
- Nei romanzi che voi scrivete, normalmente vi identificate con il protagonista?
- Si, nei romanzi non polizieschi - risponde Simenon - Nei Maigret non mi identifico con nessuno.
- Salvo che con Maigret stesso - aggiunge l'intervistatore.
- No. Questa è un leggenda, io non mi identifico con Maigret. Non ho mai immaginato di somigliare a Maigret.
Queste cose Simenon le affermava in un'intervista televisiva della RTF andata in onda nel 1963 ed erano già trent'anni che lo scrittore continuava la saga dei Maigret.
Stéphane cerca di scavare in questa direzione e insiste:
- Intendevo dire che vi mette nella pelle di...
-  Certo le sue reazioni sono le mie e io stesso le sento...Ma quando Maigret esprime un'idea  qualsiasi ... non è necessariamente la mia...
Insomma il nostro non si identifica con Maigret, ma quando scrive finisce per entrare nel personaggio solo ad uso letterario.
Insomma quanto Maigret c'è in Simenon e quanto Simenon c'è in Maigret?
Beh, non è facile dirlo, certo scorrendo la biografia del romanziere e le inchieste del commissario si colgono qua e la dei punti in comune. Ad esempio l'interesse per la medicina (Maigret ha fatto qualche anno d'università a medicina e il suo più caro amico è un medico) e anche un certo modo di procedere, per le investigazioni dell'uno e per la scrittura dell'altro, ricordano il percorso necessario a formulare una diagnosi. 
Poi c'è l'ormai conosciutissimo "comprendere e non giudicare" che fa parte del bagaglio culturale di Simenon, ma che ritroviamo nelle convinzioni del commissario.
Il fatto di provenire entrambe da una famiglia umile, cosa che condiziona fin da bambini la percezione che si ha degli altri e soprattutto delle classi più agiate, anche quando si arriva al proprio apice (fama e successo per Simenon e l'offerta, respinta, a Maigret di diventare vice Direttore della Polizia Giudiziaria). Ed anche in questo caso abbiamo diversi esempi nei romans-durs e nelle inchieste di Maigret.
Insomma non vogliano forzare la mano andando avanti ad elencare analogie più o meno profonde, né assolutamente vogliamo contraddire le affermazioni di Simenon, però...
Però invitiamo tutti a riflettere alle conseguenze di una convivenza con Maigret di quarant'anni, un tipo di presenza rispetto alla quale è difficile rimanere impermeabili per tutto quel tempo. In una direzione o nell'altra qualcosa deve essere passato. E crediamo che una simile convivenza tra autore e personaggio per tanto tempo e per un numero così alto di titoli, sia molto difficile da ritrovare in letteratura, almeno in quella poliziesca. (m.t.)

SIMENON SIMENON DOMENICA - SIMENON SIMENON DIMANCHE - SIMENON SIMENON ON SUNDAY





Le Carrefour des Trois Veuves dans Maigret et la nuit du carrefour 

Il Crocevia delle Tre Vedove dal romanzo con lo stesso titolo

The Crossroad of the Three Widows in The Night at the Crossroads

sabato 3 settembre 2016

SIMENON SIMENON. LA STATUE DE MAIGRET A 5O ANS !

Le 3 septembre 1966, Simenon dévoile la statue de Maigret à Delfzijl 

SIMENON SIMENON. LA STATUA DI MAIGRET HA 5O ANNI ! 
Il 3 settembre 1966, Simenon svela la statua di Maigret a Delfzijl 
SIMENON SIMENON. THE MAIGRET STATUE IS 50 YEARS OLD ! On September 3, 1966, Simenon unveils the Maigret statue at Delfzijl 

En 1966, Abs Bruna, l'éditeur néerlandais de Simenon, voulait marquer par un événement festif la parution du no 1000 de la collection Zwarte Beertjesqui publiait les romans de Simenon, mais aussi ceux de nombreux auteurs de polars (Leslie Charteris, Jean Bruce, Raymond Chandler, Ian Fleming, etc.…); ce 1000ème volume regroupait, en format tête-bêche, Le château des Sables rouges (une enquête de l'inspecteur Sancette) et Maigret et l'affaire Nahour; à cette occasion, Bruna demanda à Simenon d'écrire une préface, et celui-ci rédigea, le 24 mars 1966, le texte "La naissance de Maigret", qui fut traduit pour le volume en néerlandais, et qui servit aussi de préface au premier volume de la collection "Maigret" des éditions Rencontre 
A l'initiative de Bruna, on décida d'ériger une statue de Maigret à Delfzijl, berceau mythique du commissaire à la pipe. La statue fut commandée au sculpteur Pieter d'Hont, et la cérémonie d'inauguration eut lieu le 3 septembre 1966Simenon y fut invité, avec quatre des interprètes du commissaire: l'Anglais Rupert Davies (pour la série en 52 épisodes de la BBC, diffusée entre 1960 et 1963 au Royaume-Uni, puis, dès 1965, en Allemagne, avec un grand succès), l'Allemand Heinz Rühman (pour le film "Maigret und sein grösster Fall", qui n'était d'ailleurs pas encore sorti à ce moment-là…), l'Italien Gino Cervi (déjà 8 épisodes diffusés depuis 1964, puis en 1967 un film sur grand écran, avant la reprise de la série télévisée, pour 8 nouveaux épisodes), et le Néerlandais Jan Teulings, dont la série télévisée, en 17 épisodes, allait démarrer en novembre 1966.  
Simenon arriva d'abord à Amsterdam, où il fut accueilli par Abs Bruna, qui le conduisit à l'hôtel Amstel, où il retrouva ses éditeurs: Mondadori, Helen Wolff pour Harcourt Brace l'éditeur américain, Hamish Hamilton pour l'Angleterre, Sven Nielsen, mais aussi ceux d'autres paysLsurlendemain, on partit dans un train spécial pour Delfzijl, d'où on embarqua sur un bateau qui traversa l'estuaire, puis, après le retour au port, on se rendit au bord du canal, où, sur une pelouse, se dressait un socle de pierre, supportant une statue cachée sous une toile blanche. Fanfare, discours, puis on demanda à Simenon de tirer sur une corde, pour dévoiler la statue: "Je tire en vain. Des rires. Je ris aussi. J'essaie à nouveau. Quelqu'un s'approche, refait une boucle mal accrochée et, quand je tire à nouveau, le voile tombe enfin, découvrant un Maigret qui […] ressemble autant que possible à celui que j'ai imaginé […]. C'est mon tour de prononcer quelques mots, mon émotion n'est pas feinte." (Simenon dans ses Mémoires intimes). Puis on se rendit au restaurant Pavillon, là où, selon sa légende, Simenon, après avoir bu quelques verres de genièvre, aurait vu surgir une silhouette, une "masse puissante et impassible d'un monsieur qui, me sembla-t-il, ferait un commissaire acceptable", comme il le raconte dans le texte "La naissance de Maigret".   
De nombreux journalistes étaient présents à cet événement, ainsi que la télévision, ce qui nous permet aujourd'hui de voir des archives de la cérémonie: voir ici: 
https://www.youtube.com/watch?v=_k1adXEnx54 et ici: http://www.ina.fr/video/CAF97037762.

Murielle Wenger

SIMENON SIMENON. UNE FETE POUR MAIGRET À DELFZIJL

Petite revue de presse des articles de journaux sur l'événement du 3 septembre 1966

SIMENON SIMENON. UNA FESTA PER MAIGRET A DELFZIJL
Piccola rassegna stampa dei articoli di giornali sull'evento del 3 settembre 1966
SIMENON SIMENON. A FEAST DAY FOR MAIGRET AT DELFZIJL
Little press review of the newspaper articles on the September 3, 1966 event
  
L'inauguration de la statue de Maigret, outre qu'elle avait été filmée par les actualités, avait évidemment aussi fait l'objet d'articles dans des journaux d'un peu partout. Nous vous proposons un petit tour dans la presse de l'époque.

Copertina del settimanale italiano dedicata all'inaugurazione della statua dedicata a Maigret

Un journal suisse:  
"Devant Georges Simenon ému aux larmes, Maigret vient de recevoir l'immortalité dans la ville où il vit le jour. […] En fait, il s'agissait de l'inauguration d'un monument. Un monument dédié à Maigret, ce héros de romans policiers créé par Georges Simenon. Ce dernier était présent, accompagné de… quatre «Maigret»."; "Parmi les acteurs qui campèrent Maigret à l'écran, on remarque l'absence du plus célèbre d'entre eux: Jean Gabin n'avait pu s'associer à la cérémonie." (Notons que Gabin avait été invité à la fête, mais qu'il fut empêché d'y participer, étant malade à ce moment-là. ndlr); "C'est à Delfzijl qu'un beau jour de 1929, Georges Simenon échoua à bord de son bateau de plaisance [sic!]. […] Et c'est dans cette localité que […] Simenon imagina et créa la figure devenue légendaire de Maigret, personnage-vedette du roman «Crime en Hollande». Du même coup, Maigret était né, le premier Maigret." (L'Illustré, 8 septembre). (On notera que l'auteur de l'article est plus ou moins bien renseigné, lui qui affirme que le premier roman de la saga est Un crime en Hollande… à sa décharge, on dira que ce roman se passe effectivement à Delfzijl…)

Un journal français:
" La Haye, 5 septembre. - Un Français célèbre dans le monde entier a désormais sa statue en Hollande. Ce monument vient d'être inauguré dans le petit port de Delfzijl, où il vit le jour en 1929, sous la plume de Georges Simenon. Cette année-là, en effet, l'écrivain fut obligé de séjourner dans cette localité de la province de Groningue pour y faire réparer le bateau sur lequel il effectuait une croisière. C'est ainsi qu'est né, d'un père de vingt-cinq ans, le fameux commissaire Maigret, qui apparut pour la première fois dans Pietr le Letton, avant d'être le héros sans rival de nombreux autres romans policiers. Sa statue a été offerte par la maison d'édition Bruna, d'Utrecht, qui publie les traductions en néerlandais des ouvrages de Simenon, et le port de Delfzijl choisi parce qu'il inspira également à cet auteur Un crime en Hollande. Des interprètes hollandais, anglais et italiens du Sherlock Holmes français étaient présents à ces festivités, où manquait le plus célèbre d'entre eux : Jean Gabin. La maison Bruna, qui fêtait de la sorte le millième livre édité par ses soins - une œuvre de Simenon, - avait réuni d'autres auteurs de romans policiers étrangers, parmi lesquels Leslie Charteris." (Le Monde, 6 septembre)


Un journal hollandais (notre traduction):

"L'éditeur Bruna avait réussi à attirer à l'extrême nord toute une série de personnalités connues pour assister au dévoilement de la statue. Quatre presque-vrais Maigret étaient présents, [revêtus] d'un imperméable et d'un chapeau mou, on leur avait demandé de fumer une pipe, et ils faisaient des Maigret très vraisemblables."; "[Dans son discours] le maire de la ville accueillit, au nom de la municipalité, Maigret comme le fils prodigue"; "Bruna avait invité pour la fête une équipe d'éditeurs hétéroclite: Bulgares, Danois, Allemands, Anglais, Finnois, Français, Italiens, Yougoslaves, Américains et Suédois, démonstration du multilinguisme."; "on avait apporté un grand stock d'exemplaires du no 1000 de Zwarte Beertjes, et chacune des personnes présentes en reçut un exemplaire. Au début, monsieur Simenon refusa de donner des autographes, mais plus tard il accepta et il passa une heure fort chargée." (Leeuwarder courant, 5 septembre)


Un journal italien
Quanto a Maigret, la leggenda si intreccia alla cronaca fedele. è stato lo stesso Simenon a raccontare di aver inventato il commissario proprio in quei giorni, mentre aspettava che l' Ostrogoth venisse rimesso in sesto. Troppo forti i rumori prodotti dalle riparazioni per rimanere a vivere a bordo; aveva traslocato su una chiatta abbandonata e, sistemata la macchina da scrivere su una cassetta da frutta vuota, seduto su un' altra cassetta, aveva scritto per cinque giorni senza sosta, fino a completare il primo romanzo con Maigret protagonista e firmato con il suo vero nome, "Pietr le letton", "Pietro il lettone". I biografi ufficiali non hanno mai preso sul serio i ricordi di Simenon. Chissà se fu proprio il freddo precoce di quel settembre a Delfzijl a far sì che a Maigret venisse messo addosso quel pesante cappotto con il collo di velluto e la bombetta che sarebbero diventati per sempre la sua divisa... (La Repubblica, 24 luglio 2005)
(m.w - m.t)

venerdì 2 settembre 2016

SIMENON SIMENON. LO SCRITTORE E I SUOI EDITORI

Da quelli del periodo popolare, a Fayard, a Gallimard, a Presses de la Cité

SIMENON SIMENON. L'ECRIVAIN ET SES EDITEURS
Depuis ceux de la période populaire, jusqu'à Fayard, Gallimard et les Presses de la Cité
SIMENON SIMENON. THE WRITER AND HIS EDITORS
From those in the popular period (or From those in the popular works period) all the way through Fayard and Gallimard to Les Presses de la Cité





Per quel riguarda gli editori che pubblicarono i suoi romanzi, possiamo dividere grosso modo la vita letteraria di Simenon in tre momenti.
Quello della scrittura popolare caratterizzata da un notevole numero di editori,  tra i quali Fayard che troviamo a cavallo tra quella fase e il lancio e la prima serie dei Maigret. Poi Gallimard che coincide grosso modo con il passaggio dello scrittore ai romans-durs (in realtà i primi uscirono con Fayard) e poi il periodo Presses de La Cité, che duro fino alla scomparsa del romanziere e oltre.
Questa schematica divisione ci serve per orientarci non solo nella sterminata produzione dello scrittore, ma anche in quali tipi di rapporto fossero e la loro evoluzione con il crescere della sua fama.
Dobbiamo considerare che all'inizio degli anni '20 Simenon non esisteva. Nel senso che firmava con una ventina pseudonimi ogni tipo di scritto: racconti, romanzi brevi e a puntate, spaziando nel vari generi dall'avventuroso a quello licenzioso, da quelli di viaggi a quelli polizieschi. Era molto richiesto per la sua fantasia, la sua versatilità e soprattutto per la sua velocità. Con questi editori il rapporto di Simenon era quello dell'artigiano e del committente. Lo ha raccontato lui stesso in più d'un'occasione.
Gli venivano commissionati il tipo di scritto, il genere, la lunghezza, il tempo a disposizione. Il compensi erano un tot a riga. E lui si sentiva un artigiano, aspetto del lavoro che gli sarebbe sempre piaciuto, quello di realizzare un manufatto e a sera fare il giro dei clienti (gli editori) che aspettavano la "merce". Alcuni nomi di questi "clienti"? Ferenczy, Rouff, Tallandier, Prima, Fayard. 
Ma con quest'ultimo, con cui pubblicava fin da 1927, scrisse una quarantina di titoli per la letteratura popolare. E quando Simenon si sentì pronto butto sul tavolo l'idea di interrompere gli scritti popolari e debuttare con un romanzo poliziesco seriale, protagonista Maigret, firmato questa volta con il proprio nome.
Fayard disse no.
Un po' perché  Simenon era una buona fonte di guadagno nella letteratura popolare e gli dispiaceva perderla, un po' perché l'idea presentata era fuori da tutti gli schemi della letteratura gialla dell'epoca e soprattutto il protagonista mancava di tutte quelle caratteristiche che avevano fatto la fortuna di diversi investigatori letterari. Fayard prevedeva un bagno di sangue.
Litigarono, Simenon dovette cedere su alcune clausole contrattuali, insomma perse qualche battaglia, ma vinse la  guerra: un contratto per diciannove titoli, un lancio alla grande con il Bal Anthropmétrique e il suo nome in copertina.
Altro litigio con Fayard alla fine dei dodici  titoli, questa volta a parti invertite.Visto il successo dei Maigret, l'editore avrebbe voluto continuare, ma lo scrittore aveva deciso che quella sarebbe stata solo una parentesi, un trampolino che lo avrebbe portato a scrivere i rommas-durs. (cosa che aveva iniziato proprio con Fayard).
Fu uno dei motivi che spinse a rompere e grazie ai buoni uffici di André Gide, che lo ammirava e lo aveva preso sotto la sua ala protettrice, Simenon fece il suo ingresso in Gallimard come romanziere. Ora Gaston Gallimard era un editore che aveva a che fare con i maggiori nomi della letteratura della Francia e non solo. Aveva fatto della sua casa editrice una sorta di sancta sanctorum dei migliori romanzieri dell'epoca.
Ogni scrittore, appena affacciatosi nel mondo letterario com'era il trentenne Simenon, avrebbe dovuto avere una certa soggezione dell'imponente padre de la Nouvelle Revue Française. Ma Simenon aveva imparato a trattare con gli editori.
Gallimard, nell'incontro per firmare il contratto, propose a Simenon di andare a pranzo, farsi una bella chiacchierata e poi con tutta calma tornare in ufficio e pensare al contratto.
Simenon impose la sua scelta. Avrebbero chiuso a chiave l'ufficio così da non essere disturbati. Gallimard avrebbe chiesto alla segretaria di non passargli telefonate. In questo modo in un paio d'ore avrebbero scritto il contratto e dopo ognuno di loro sarebbe stato libero. Un'altra battaglia vinta. 
Questo saper trattare con gli editori si esplicava anche sul lato economico. Quando si trattava di anticipi o di percentuali sulle vendite Simenon aveva di solito la meglio. Un po' perché gli editori sapevano che i suoi titoli si vendevano bene (soprattutto i Maigret) e d'altra parte perché il nostro aveva uno spiccato senso della trattativa che lo portava a primeggiare.
E così siamo arrivati al periodo Presses de La Cité. Simenon non era molto a suo agio in Gallimard, con tutti quei nomi altisonanti e con un'organizzazione così complessa. A lui piaceva metter bocca un po' su tutto: sulla copertina, sulle strategie di vendita e in genere anche su alcune scelte editoriali. Dunque Sven Nielsen, un distributore di giornali, che si era appena affacciato nel mondo dell'editoria, era l'ideale per Simenon. Nel loro accordo, nella sostanza, Simenon ne faceva l'editore in esclusiva di tutti i suoi scritti in Francia  (i diritti per l'estero, per il cinema e per la tv rimanevano a lui) in compenso avrebbe avuto mano libera se non su tutto, almeno su quello che gli interessava. Per Nielsen era un affare d'oro, al debutto in editoria poter pubblicare in esclusiva per la Francia tutto Simenon non era cosa da poco.
Simenon e Nielsen diventarono buoni amici e la cosa andò avanti fino a dopo la morte di Simenon, Anche nei dieci anni americani, Nielsen curò le edizioni di tutti i romanzi e di tutti i Maigret in Francia, E se, nel 1955, al ritorno in Europa Simenon trovò sia la sua fama che la stima per la sua opera molto accresciute, in parte il merito andava riconsociuto anche alla cura e al buon lavoro di Presses de La Cité.(m.t.