venerdì 15 marzo 2019

SIMENON SIMENON. "IL SOSPETTATO" DI GEORGES SIMENON

Simenon, Maigret e l'anarchismo 

SIMENON SIMENON. "LE SUSPECT" DE GEORGES SIMENON 
Simenon, Maigret et l'anarchisme 
SIMENON SIMENON. "THE SUSPECT" BY GEORGES SIMENON 
Simenon, Maigret and anarchism 


I fedeli lettori adelphiani, che avevano lasciato Simenon sulle tavole di un prestigioso palcoscenico pariginolo ritrovano dietro le quinte di uno scalcinato teatro belga in quelle che probabilmente restano le pagine migliori di un romanzo che non credo possa essere collocato fra i maggiori della sua sterminata produzione. Un romanzo, semmai, addirittura più vicino ai modi ed ai toni di quella letteratura popolare-alimentare che aveva costituito il suo apprendistato alla Letteratura. Lontano dalla profondità dell'analisi psicologica, dai chiaroscuri, dalla rappresentazione di quelle umane contraddizioni che del Simenon maggiore restano uno dei tratti più certi, anche a detta del suo grande amico Fellini, e che il Maugin de "Le persiane verdi" avevano reso un protagonista di straordinaria potenza, ma che risultano assenti in personaggi definiti una volta per tutte, nel bene e nel male, a tratti francamente stereotipati. Un Simenon che anche nell'ambientazione pare privilegiare colori espressionisti della descrizione dei bassifondi. Un Simenon, per certi versi, più vicino ai Maigret che ai romanzi-duri, negli estenuanti appostamenti sotto la pioggia, nella determinazione a voler raddrizzare un destino.  
Un Simenon che in qualche modo, e credo sia l'aspetto più interessante, ancora una volta deve fare i conti con quegli ambienti anarchici che aveva conosciuto, o quantomeno sfiorato, diciottenne, a Liegi. Con quel circolo bohémien, La Caque, (al cui interno, fra parentesi, aveva conosciuto la prima moglie, Régine "Tigy" Renchon) probabilmente inoffensivo dal punto di vista sociale, ma che una pagina tragica aveva conosciuto con il suicidio, o presunto tale, di uno dei suoi membri, Joseph Kleine. Episodio non a caso al centro di uno dei primissimi Maigret, "L'impiccato di Saint-Pholien", in cui il "raddrizzatore dei destini" aveva avuto modo di focalizzare precocemente la propria vocazione. Due anarchici in fuga, a causa di un omicidio, erano stati i giovanissimi protagonisti di "Cargo". Un anarchico, a proprio modo, sarà il Frank de "La neve era sporca", anch'egli un ragazzo, che con lucida freddezza si propone di sfidare il destino compiendo una serie di crimini gratuiti, che decide di “passare dall’altra parte”, di varcare Il limite che separa dalle esistenze comuni. Ma con quest'opera si entra pienamente nell'altro versante dell'opera di Simenon, quello dei capolavori. 

Ma, soprattutto, al di là di riferimenti più o meno puntuali, una traccia profonda il sogno anarchico ha lasciato nell'idiosincrasia di Simenon, e del suo alter ego, Maigret, nei confronti del perbenismo borghese, della ferocia tribunali e del pregiudizio, nei confronti dell'Autorità, in tutte le sue forme, sotto tutte le latitudini, dalla Russia sovietica alla democraticissima America, dall'Africa coloniale alla nostra vecchia Europa. Simenon un anarchico? Potrà sorprendere tale definizione, chi conosce il suo amore per la bella vita, il lusso, i piaceri che il vil denaro può concedere. Sicuramente un uomo dalle profonde, e fertili, contraddizioni.


Luca Bavassano 

giovedì 14 marzo 2019

SIMENON SIMENON. A SIMPLIFIED YET EVOCATIVE SILHOUETTE

Why it's hard to find the right actor to interpret Maigret 

SIMENON SIMENON. UNA SAGOMA SEMPLIFICATA MA EVOCATIVA 
Perché è difficile trovare l'attore giusto per interpretare Maigret 
SIMENON SIMENON. UNE SILHOUETTE SIMPLIFIEE MAIS EVOCATRICE 
Pourquoi il est difficile de trouver le bon acteur pour interpréter Maigret 


A pipe, a hat, an overcoat… Here, in three strokes, the character of Maigret such as his creator drew him. The novelist wanted a sketched and rough silhouette and this simplification is what gives his strength to the character, in which each reader can project his own fantasies. This simplified silhouette also allows any actor to embody him with his own flesh, his own look, and his own ticsBut that's also what makes him difficult to interpret, because Maigret needs to remain credible for the spectator, and the actor needs to find a canal through which he can capture attention, so that the spectator will say: "Yes, that's Maigret indeed!" 
Some actors tried to emphasize physical resemblance (a thick silhouette), others emphasized moral resemblance (empathy, understanding of human beings), and best actors succeeded in combining both. That's why each reader, having made his own picture of the character, will find in the actor a remembrance of this picture, or, one the contrary, will consider that the interpretation does not correspond at all to what he imagined. And the reader, as spectator, once he has found the accordance between this picture and the actor, will keep this accordance as a reference, as a benchmark for every new interpretation. Sometimes he will accept this new interpretation as a new way to see the character, and sometimes he will reject it as being too far from his own model.  
The character as sketched by the novelist is a big and stout man, who is one meter eighty and weighs two hundred pounds, and who moves heavily. And correspondingly he has large, broad hands and a thick face. So if we want to stick to these few indications, we have to choose an actor with a rather comfortable silhouette, at least not tinny or too small. And moreover the actor should be of a certain age, because on one hand the character as he arose from the imagination of the novelist was about 45, and on the other hand Maigret must have some life experience, which allows him to have his whole moral strength.  
Of course the Chief Inspector also led investigations when he was 20 or 30, yet his figure in his forties or fifties is the reference point for the reader. Maigret is not an attractive juvenile lead, he's the man in the prime of life, the incarnation of reassuring virility, that of a husband or a father 
All this gives a portrait for which it's never easy to find the good actor, so you can well understand why controversy arises with each new film or television adaptation 

by Simenon-Simenon 

mercoledì 13 marzo 2019

SIMENON SIMENON. QUANTI TELEFILM CON MAIGRET!

Confronto tra le serie tv tratte dalle opere dell’autore

SIMENON SIMENON. COMBIEN DE TELEFILMS AVEC MAIGRET! 
Comparaison entre les séries télévisées inspirées par les oeuvres de l‘auteur 
SIMENON SIMENONHOW MANY TV FILMS WITH MAIGRET! 
Comparison between the TV series inspired by the author’s works 




Se in Italia Maigret, televisivamente parlando, ha, senza discussione, il volto di Gino Cervi, in Francia questo ruolo viene equamente diviso tra Bruno Crémer  e Jean Richard. 
Ma quali sono le differenze tra queste serie interpretate dai due attori? 
Innanzitutto la durata: 88 episodi per quella con Richard e 54 per quella con Crémer; la serie con interprete principale Jean Richard ha come ambientazione gli anni in cui viene girata (tra il 1967 e il 1990) mentre quella con Bruno Crémer nelle vesti del commissario (episodi girati tra il 1991 e il 2004) riproduce fedelmente le scenografie e gli ambienti degli anni in cui furono scritte le inchieste da parte di Simenon. 
Più “casereccia” la serie con Richard con scene girate nell’esagono francese mentre decisamente più “esotica” quella con Crémer (alcuni episodi furono girati anche all’estero, come in Finlandia e Repubblica Ceca arrivando a portare le riprese sino a Cuba). La serie, tra l’altro, è una co-produzione franco-belga-svizzera. Conseguenza di ciò sono anche le trame delle puntate: se nel caso di Richard queste sono decisamente fedeli alle opere di Simenon quelle della serie con Crémer ci sono più “licenze” da parte degli sceneggiatori che in alcuni casi hanno cambiato lo svolgersi della vicenda, in altri hanno inserito Maigret in episodi tratti da brevi racconti dell’autore in cui il commissario non è presente. Ne sono esempio Madame Quatre et ses enfants, Les petit cochons sans queue e Meurtre dans un jardin potager (tratto da Le deuil de Fonsine). 

Sul piano recitativo è difficile azzardare un confronto tra i due; possiamo dire che Richard interpreta un commissario più lento nei movimenti, forse in alcuni casi emerge il suo passato da attore teatrale, Cremer sembra dare un’interpretazione più moderna del ruolo, forse aiutato dalle trame che più lasciano spazio alla sua interpretazione. Crémer ebbe dalla sua la fortuna di poter girare una serie in cui il budget era più elevato (le stesse ricostruzioni ambientali sono molto più curate che nell’altra serie, cosi come i costumi) e, forse, la sua capacità espressiva veniva maggiormente evidenziata dal fatto di essere diretto e lavorare con colleghi dal palmares superiore rispetto a quelli del collega. (Claude Goretta, Pierre Granier-Deferre, Michael Lonsdale , Agnès Soral, etc..) 
Ricordiamo che il primo Maigret televisivo francese in assoluto fa Louis Arbessier che interpretò Liberty Bar nel 1960. L’episodio non ebbe seguiti. 
Concludendo, non sappiamo quale sia il Maigret televisivo migliore ma possiamo affermare che Simenon, con le sue trame sempre attuali, ha lasciato un’ottima base per gli sceneggiatori di serial. 

Andrea Franco