Simenon, Maigret e l'anarchismo
SIMENON SIMENON. "LE SUSPECT" DE GEORGES SIMENON
Simenon, Maigret et l'anarchisme
SIMENON SIMENON. "THE SUSPECT" BY GEORGES SIMENON
I fedeli lettori adelphiani, che avevano lasciato Simenon sulle tavole di un prestigioso palcoscenico parigino, lo ritrovano dietro le quinte di uno scalcinato teatro belga in quelle che probabilmente restano le pagine migliori di un romanzo che non credo possa essere collocato fra i maggiori della sua sterminata produzione. Un romanzo, semmai, addirittura più vicino ai modi ed ai toni di quella letteratura popolare-alimentare che aveva costituito il suo apprendistato alla Letteratura. Lontano dalla profondità dell'analisi psicologica, dai chiaroscuri, dalla rappresentazione di quelle umane contraddizioni che del Simenon maggiore restano uno dei tratti più certi, anche a detta del suo grande amico Fellini, e che il Maugin de "Le persiane verdi" avevano reso un protagonista di straordinaria potenza, ma che risultano assenti in personaggi definiti una volta per tutte, nel bene e nel male, a tratti francamente stereotipati. Un Simenon che anche nell'ambientazione pare privilegiare i colori espressionisti della descrizione dei bassifondi. Un Simenon, per certi versi, più vicino ai Maigret che ai romanzi-duri, negli estenuanti appostamenti sotto la pioggia, nella determinazione a voler raddrizzare un destino.
Un Simenon che in qualche modo, e credo sia l'aspetto più interessante, ancora una volta deve fare i conti con quegli ambienti anarchici che aveva conosciuto, o quantomeno sfiorato, diciottenne, a Liegi. Con quel circolo bohémien, La Caque, (al cui interno, fra parentesi, aveva conosciuto la prima moglie, Régine "Tigy" Renchon) probabilmente inoffensivo dal punto di vista sociale, ma che una pagina tragica aveva conosciuto con il suicidio, o presunto tale, di uno dei suoi membri, Joseph Kleine. Episodio non a caso al centro di uno dei primissimi Maigret, "L'impiccato di Saint-Pholien", in cui il "raddrizzatore dei destini" aveva avuto modo di focalizzare precocemente la propria vocazione. Due anarchici in fuga, a causa di un omicidio, erano stati i giovanissimi protagonisti di "Cargo". Un anarchico, a proprio modo, sarà il Frank de "La neve era sporca", anch'egli un ragazzo, che con lucida freddezza si propone di sfidare il destino compiendo una serie di crimini gratuiti, che decide di “passare dall’altra parte”, di varcare Il limite che separa dalle esistenze comuni. Ma con quest'opera si entra pienamente nell'altro versante dell'opera di Simenon, quello dei capolavori.
Ma, soprattutto, al di là di riferimenti più o meno puntuali, una traccia profonda il sogno anarchico ha lasciato nell'idiosincrasia di Simenon, e del suo alter ego, Maigret, nei confronti del perbenismo borghese, della ferocia tribunali e del pregiudizio, nei confronti dell'Autorità, in tutte le sue forme, sotto tutte le latitudini, dalla Russia sovietica alla democraticissima America, dall'Africa coloniale alla nostra vecchia Europa. Simenon un anarchico? Potrà sorprendere tale definizione, chi conosce il suo amore per la bella vita, il lusso, i piaceri che il vil denaro può concedere. Sicuramente un uomo dalle profonde, e fertili, contraddizioni.
Luca Bavassano
Nessun commento:
Posta un commento
LASCIATE QUI I VOSTRI COMMENTI, LE VOSTRE IMPRESSIONI LE PRECISAZIONI ANCHE LE CRITICHE E I VOSTRI CONTRIBUTI.