venerdì 22 marzo 2019

SIMENON SIMENON. I ROMANZI DURI E I GIALLI ATIPICI

Uno scrittore diverso dagli altri che scriveva in modo diverso dagli altri

SIMENON SIMENON. LES ROMANS DURS ET LES ROMANS POLICIERS ATYPIQUES
Un écrivain différent des autres, qui écrivait d'une façon différente des autres
SIMENON SIMENON. ATYPICAL “ROMANS DURS”AND DETECTIVE NOVELS
A writer different than others who wrote in a different way than others



Quanti romanzieri abbiamo amato?  Per quali motivi? Quali sono le caratteristiche per cui ognuno di noi si ritrova nelle pagine compilate da uno scrittore, ne trae piacere e ne diventa un seguace o, per dirla in gergo poliziesco, si tramuta in un suo “lettore seriale” ?
La domanda è effettivamente da un milione di dollari. Infatti non esiste una risposta semplice né univoca. Gli elementi che legano uno scrittore ai suoi lettori sono molteplici, si sviluppano su più livelli di comunicazione, sono pervasi da un’empatia difficile da spiegare razionalmente, si attivano secondo codici sempre diversi a seconda dell’età, dello stato d’animo del lettore, ma anche del la situazione in cui lo scrittore ha compilato il libro.
Certo perché anche i grandi scrittori sono uomini, non proprio come tutti gli altri, ma comunque sono uomini soggetti alle depressioni, alle euforie, agli entusiasmi e alle tristezze che in qualche modo finiscono per incidere sulle opere che scrivono.
Detto doverosamente questo (che a qualcuno potrà anche sembrare un’ovvietà), veniamo al nostro romanziere che, a nostro avviso, è un‘esempio molto atipico di scrittore. Non tanto per le cose che si dicono sempre di lui: la velocità nello scrivere, la composizione dei romans durs in état de roman,  i rituali che accompagnavano le sedute di scrittura, etc...
La “atipicità” di Simenon di cui ci vogliamo occupare oggi riguarda più la sua capacità di  dedicarsi alla letteratura “alta” e a quella “bassa” (se questi attributi ancor oggi hanno motivo di esistere… noi, in realtà, preferiremmo parlare di buona letteratura e di cattiva letteratura…)  in una sorta di quadratura del cerchio che non è facile riscontrare in molti grandi scrittori
Simenon veniva da una considerevole esperienza di letteratura popolare, e ci piace sottolineare che quella narrativa era, come affermava lo scrittore stesso, “commissionata”. E’ come quando si commissiona un vestito ad un sarto, occorre specificare se desideriamo un abito sportivo o elegante, il  tipo di stoffa, il colore, il modello cui più o meno ci ispiriamo, etc…. Poi il sarto ci mette la sua conoscenza tecnica su misure, imbottiture, tagli, cuciture, impunture, fodere…
Il giovane Simenon veniva ragguagliato dagli editori che gli commissionavano i romanzi, i racconti o i romanzi brevi, non solo sul genere (sentimentale, avventuroso, poliziesco, licenzioso…) ma anche su come doveva svolgersi il finale, tragicamente o con un happy end, sulla tipologia dei protagonisti, e su alcune situazioni standard che i lettori amavano particolarmente e che dovevano necessariamente essere presenti (la gelosia femminile, la vendetta tra acerrimi nemici, le nozze tra lui e lei, il deus ex-machina che risolve tutti i problemi dei personaggi…).
Queste indicazioni così precise e stringenti, se da una parte limitavano alquanto la libertà dello scrittore, dall’altra immaginiamo che lo sottoponevano ad uno stimolo di fantasia per poter dare forme e contenuti diversi a quegli schemi stereotipati. Nella fattispecie la fantasia di Simenon si nutriva molto delle vicende della vita, ma non sempre aveva esperienza diretta di quel che scriveva e quindi il supporto della fantasia era indispensabile.
Ma tutto questo che influenza avrà avuto sulle opere successive? I Maigret e i romans durs sarebbero stati diversi senza questa gavetta?
Questo “popolino” che leggeva i suoi scritti aveva dei connotati che Simenon doveva conoscere decisamente bene e vorremmo azzardare la tesi che proprio questo popolino diventerà uno dei protagonisti prima delle indagini del commissario e poi dei romanzi.
E infatti la buona conoscenza di quei lettori non molto colti un po’ “grossier”, permetteva a Simenon di mettersi nei loro panni e di scrivere per loro le storie più adatte. E forse questa era un’altra caratteristica, oltre alla velocità e alla fantasia, del successo dello scrittore tra gli editori di quella letteratura.
E forse questo doversi mettere al livello dei più umili consumatori di letteratura, fu un particolare allenamento per come rivolgersi ai suoi lettori scegliendo il tono più adeguato. Non si trattava di scrivere per compiacere il lettore, Simenon non l’avrebbe mai fatto. Ma conoscere il grande pubblico, le persone comuni, gli conferiva la capacità di  essere vicino a loro, di creare personaggi in cui loro potessero identificarsi.
E questa, probabilmente, è la strada attraverso cui passa questo concetto di osmosi tra protagonisti e lettori che dona vita ad una letteratura che con i Maigret sembra più popolare e facile e con i romans durs  più sofisticata e psicologica.
In realtà c’è una sorta di continuità tra quelle che non ci sentiamo di definire due letterature diverse. Per di più è ormai assodato che, dal periodo americano in poi, tematiche, stile, personaggi, approfondimento psicologico portarono i Maigret praticamente sui binari dei romans durs.
Prima abbiamo parlato di quadratura del cerchio.  A nostro avviso Simenon ha inscritto gli spigolosi angoli della lettura popolare nella perfetta curvatura dei romanzi psicologici. Così è riuscito con la sua prosa asciutta, essenziale e concisa a raccontare in modo semplice e con parole concrete, vicende e situazioni psicologicamente complesse, facendo leva sui sentimenti, sulle paure, sulle aspirazioni che albergano nell’animo di ogni uomo.  Ed è questo che fa dei suoi personaggi un simbolo di valori universali che, proprio perché tali, dopo quasi cento anni rivelano ancora una loro stringente attualità. (m.t.)

giovedì 21 marzo 2019

SIMENON SIMENON. THE ATTRACTION OF AN ATYPICALLY NORMAL CHARACTER...

Which are the reasons for Maigret's continued success? 

SIMENON SIMENON. L'ATTRAZIONE DI UN PERSONAGGIO ATIPICAMENTE NORMALE... 
Quali sono le cause del continuo successo di Maigret? 
SIMENON SIMENON.L'ATTRAIT D'UN PERSONNAGE ATYPIQUEMENT NORMAL... 
Quelles sont les causes du succès pérenne de Maigret ? 


Poe's Auguste Dupin, Hammet's Sam Spade, Chandler's Philip Marlowe in the USA. Doyle's Sherlock Holmes, Christie's Hercule Poirot and Miss Marple in Great Britain. All these had a common denominator: they were private investigators. Then Simenon arrived with his Maigret, somewhat shuffling cards in the genre. First his character was a civil servant. As Chief Inspector of the Homicide Brigade, he was an employee of the French public administration, with all regulations, paperwork and hierarchies he had to deal with, whether he liked it or not, whereas the Anglo-American "private-eyes" depended only from themselves and they hatheir hands free. In the novels where these detectives appeared, the police characters never made a good impression… The private investigator was always a step ahead, had insights, knowledge, ability to observe and find evidence that escaped the various official policemen. 
Maigret would also take some shortcuts with law, but the main point is that he's a "normal" character, much closer to the reader than Sherlock Holmes or Philip Marlowe. Maigret goes home for dinner and he has a wife who takes care of him. Sometimes he falls ill, argues with his superiors, goes to cinema with his wife on Sunday afternoon. In short he lives a life much closer to ordinary people, these people who would buy the books that tell the story of his investigations, and those who could be protagonists in these investigations.  
Simenon created a unique character in the detective novel; Maigret is indeed "un homme comme les autres", a man like others, to whom the reader can identify. Yet Maigret is also a character very different from the characters the readers used to know in the '30s. It's fascinating to see the success Maigret had since his beginnings, and not only in France. How can we explain that this "banal", very Frenchy policeman had immediately found an echo across borders? Why did the first translations of the Maigret novels appear so soon? What was the reason why this character was immediately evocative to the readers, whether Italian, Anglophone or Scandinavian?  
When you read a novel with Hercule Poirot or Sherlock Holmes, you can find these characters amusing, even brilliant in their logical deductions, yet you don't really feel sympathy for them, or at least you would not come to the idea of identifying with them… With Maigret, on the contrary, we would think and feel with him or even like he does. If we feel so close to Maigret, it's because his author approaches him from another point of view: we feel sympathy for Maigret, because of the infinite number of small notations about his feelings, his way of sniffling odours, of undergoing rain or welcoming sunshine, and his way of living a life which, by its very banality, makes him very human 
What made Maigret's success since his beginnings was not only that he was very different from the literary "super-heroes" of that time, but also because, in his banal appearance, the Chief Inspector had a way of agreeing with his feelings, of "breathing life through every pore", and of giving the impression to every reader that all life, as ordinary as it seems, contains its own poetry and its own value…  

by Simenon-Simenon 

mercoledì 20 marzo 2019

SIMENON SIMENON. STAVOLTA MAIGRET SARA' FRANCESE E LO VEDREMO AL CINEMA

Daniel Auteuil sarà il nuovo commissario, diretto da un regista "simenoniano", Patrice Leconte.

SIMENON SIMENON. CETTE FOIS, MAIGRET SERA FRANÇAIS ET NOUS LE VERRONS AU CINEMA
Daniel Auteuil sera le nouveau commissaire, dirigé par un réalisateur "simenonien", Patrice Leconte
SIMENON SIMENON. THIS TIME, MAIGRET WILL BE FRENCH AND WE WILL SEE HIM IN MOVIES
Daniel Auteuil will be the new Chief Inspector directed by a “Simenonian” filmmaker, Patrice Leconte




Ennesima produzione cinematografica del commissario inventato da Simenon. Se ne parla già da qualche giorno mai noi abbiamo voluto aspettare un po'. Abbiamo preferito far sedimentare le reazioni che una notizia del genere ci ha suscitato e adesso siamo pronti a dire la nostra.
Già perché è ormai ampiamente dimostrato che ogni volta che un Maigret viene portato sul grande o sul piccolo schermo si creano subito tifoserie contrapposte. Ad esempio ci viene alla mente il caso più recente, quello del commissario messo in scena da Rowan Atkinson (l’ex-mister Bean per la produzione televisiva britannica della ITV) che ha suscitato i giudizi più contrastanti. I lettori di Simenon-Simenon sanno che non abbiamo mai nascosto le nostre riserve sia sulla scelta dell’attore che sulla realizzazione della serie.
E infatti gli episodi si sono fermati al quarto (ad esempio il francese Jean Richard ne interpretò ben 88 nell’arco di 23 anni per la tv francese).
Adesso ritorniamo in Francia con il protagonista, Daniel Auteil, il regista Patrice Leconte e una produzione di casa nell’adattamento de “Maigret et la jeune morte”.
Diciamo subito, che con Auteil siamo su un altro pianeta rispetto a Atkinson, almeno a nostra opinione. Si tratta di un attore di livello, estremamente versatile, sia per la sua esperienza teatrale che cinematografica, ma anche per la diversa tipologia di ruoli che si è trovato ad interpretare (tra cui curiosamente la parte di un ispettore del Quai des Orfèvres nell’omonimo “36, Quai des Orfèvres” insieme a Gérard Depardieu, diretto da Olivier Marchal).
Ma la domanda è: Auteil potrebbe essere un buon Maigret?
Lasciamo da parte l’aspetto fisico, che sembra contare sempre meno, per le ultime trasposizioni cine-televisive, come dimostrano gli smilzi Castellitto (italiano) e Atkinson (inglese). Ma l’Auteil di oggi, sessant’anni ben portati, si è un po’ arrotondato per così dire, e, anche se non sfiora l’imponenza  del commissario letterario, ha un fisico che non dovrebbe sfigurare nella parte. Ma la sua versatilità recitativa, secondo noi è quello che può davvero fare la differenza. Nelle sue corde ci pare di intravedere un Maigret credibile, negli atteggiamenti e nel modo di essere. 
Un’altra garanzia per questo film la fornisce la presenza di un regista affermato come Patrice Leconte, che tra l’altro già ha portato un Simenon sullo schermo, “Monsieur Hire” 1989 - roman dur, mentre ora si cimenta con un Maigret.  Se ci mettiamo che la colonna sonora è stata affidata ad un maestro come Michael Nyman, le aspettative non possono che crescere. 
Vogliamo essere chiari. A noi l’idea di un Daniel Auteil che riporterà nel 2020 sullo schermo il commissario Maigret ci piace. Certo non vogliamo ipotecare nessun giudizio, ma crediamo che i presupposti per un buon lavoro ci siano tutti e che le possibilità di rimanere delusi siano assai scarse.
I francesi hanno messo su uno staff di prim’ordine e i risultati non dovrebbero mancare.
Ancora una volta il commissario non attira solo dalle pagine dei libri, ma anche dagli schermi cinematografici. E siamo curiosi nel vedere come il pubblico più giovane, anche quello che non lo conosce anche dai romanzi, reagirà. Il personaggio del poliziotto che quest’anno compie novant’anni dalla sua creazione, sarà in grado di attirare ancora il pubblico? Non sappiamo ancora se la pellicola conserverà l’ambientazione dei romanzi o se attualizzerà ai giorni nostri l’azione dell’indagine. Se sarà ligio alla lettera del romanzo o strizzerà l’occhio al pubblico d’oggi… Non avremo molto da aspettare se la data d’uscita sarà mantenuta. E pensiamo che le sorprese, se ci saranno, saranno in gran parte positive. (m.t.)