lunedì 4 novembre 2019

GÉRARD DEPARDIEU DANS LA PEAU DU CÉLÈBRE COMMISSAIRE MAIGRET AU CINÉMA

Patrice Lecomte tournera dès février 2020 l'adaptation de "Maigret et la jeune morte". Et c'est Gérard Depardieu qui se glissera dans la peau du célèbre commissaire.


TeleStar - 29/10/2019 - Pauline Laforgue - Il est probablement avec Sherlock Holmes le personnage fictif le plus incarné à l'écran. Depuis sa création en 1931, le commissaire Jules Maigret a fait l'objet de nombreuses adaptations à la télévision et au cinéma, et a compté presque autant d'acteurs pour l'incarner. Mais après Pierre Renoir, Michel Simon ou encore Jean Gabin, c'est Gérard Depardieu qui reprendra prochainement l'imperméable et la pipe du commissaire. Comme le rapporte Le Parisien, l'acteur sera prochainement à l'affiche de Maigret et la jeune morte, un film réalisé par Patrice Lecomte, à qui l'on doit la trilogie des Bronzés. Le réalisateur a annoncé que le tournage commencerait "courant février-mars 2020", et serait l'adaptation du roman éponyme, publié en 1954. Si cette oeuvre a été adaptée pas moins de quatre fois, c'est la première fois qu'elle le sera au cinéma, marquant notamment la première collaboration entre Gérard Depardieu et Patrice Lecomte...>>>

domenica 3 novembre 2019

SIMENON SIMENON. 28 NUANCES DE MAIGRET - 28 SFUMATURE DI MAIGRET - 28 SHADES OF MAIGRET




16. Maigret et les jeunes femmes
« il comprit qu’il faisait figure du monsieur d’un certain âge amateur de fraîche jeunesse. […] Mlle Berthe […] apparaissait en blouse jaune à petites fleurs dont le tissu était tendu par la poitrine. […] Et Maigret, une fois de plus, était un peu gêné de se trouver là, dans cette atmosphère de féminité et de jeunesse, comme un homme marié qui fait des fredaines. » (Mademoiselle Berthe et son amant)


16. Maigret e le giovani donne
« comprese di fare la figura di un signore di una certa età amante della gioventù fresca. […] La signorina Berthe […] indossava una blusa gialla con dei piccoli fiori il cui tessuto era teso dal petto. […] E Maigret, ancora una volta, era un po’ imbarazzato a trovarsi là, in questa atmosfera tutta femminile e di giovinezza, come un uomo sposato che fa una scappatella». (L’amico della signorina Berthe)


16. Maigret and young women
“he understood that he looked like a middle-age gentleman amateur of fresh youth. […] Mlle Berthe appeared in a yellow blouse with small flowers whose fabric was stretched by the breast. […] And Maigret, once more, was a little embarrassed finding himself there, in this atmosphere of femininity and youth, like a married man who is making escapades.” (Mademoiselle Berthe and her Lover)


sabato 2 novembre 2019

MAIGRET SET 2 BY GEORGES SIMENON RELEASED BY THE FOLIO SOCIETY

Entertainement Focus -31/10/2019 -  Greg Jameson - The quintessential French detective returns with an irresistible three volume collection of classic crime novels, each carefully chosen by The Folio Society’s editors to represent the very best of Jules Maigret.
In Maigret in Society, Maigret Sets a Trap and Maigret’s Mistake, we see the detective wrestle with the upper echelons of the French aristocracy, attempt to foil a crazed murderer on the streets of Paris, and investigate the pervasive influence of a charismatic brain surgeon. Full of the psychological astuteness and elegant writing that made Simenon enormously popular with his fellow writers as well as readers, these three volumes are produced in series with The Folio Society’s first Maigret collection...>>>

venerdì 1 novembre 2019

SIMENON SIMENON. MAIGRET DALL'OLANDA SENZA FACCIA

Le copertine di Dick Bruna non mostrano mai il commissario, eppure...


SIMENON SIMENON. DE LA HOLLANDE, UN MAIGRET SANS VISAGE
Les couvertures de Dick Bruna ne montrent jamais le commissaire, et pourtant…
SIMENON SIMENON. MAIGRET FROM HOLLAND WITHOUT A FACE
The covers by Dick Bruna never show the Chief Inspector, and yet…







Sarà un caso? Già, come'è che gli illustratori che hanno legato il loro nome a Maigret, e meglio alle copertine delle inchieste del commissario, sono spesso stati artisti assai particolari? Per quanto riguarda l'Italia, c'è prima di tutto Ferenc Pinter, che direi é una delle componenti essenziali del nostro Simenon-Simenon e su cui, chi ci segue, sa praticamente tutto. Poi c'è il francese Loustal che ha legato al commissario simenoniano non solo copertine, ma intere storie anche dei romans durs. Ma, come più singolare di tutte, vogliamo sottolineare l'opera di Dick Bruna, un illustratore olandese che ci ha regalato una serie di copertine maigrettiane che a mio parere sono davvero notevoli, per la loro modernità.
La caratteristica che più ci ha colpito è stata la capacità di utilizzare una parte per il tutto, di usare degli oggetti, a volte stranamente combinati tra loro, per trasmettere non solo il senso del titolo, ma anche il "mood" e l'atmosfera dell'inchiesta di turno. E tutto questo utilizzando una tecnica figurativa estremamente elementare, essenziale, con colori piatti e contorni netti e precisi. Questo ci porta a due considerazioni. La prima è che Bruna essendo stato un grande illustratore per bambini, inventando addirittura dei personaggi per loro è portato alla semplicità del tratto. La seconda riguarda l'essenzialità così spinta e l'utilizzo di oggetti semplici, che non può non farci pensare alla teoria di Simenon sulla scrittura. Già, quando affermava di usare solo duemila vocaboli e che la sua predilezione andava per le cosiddette "mot-matière", cioè le parole che indicavano cose concrete, oggetti con una forma, un peso, una materialità dunque che si rifletteva nella sua scrittura essenziale e asciutta. 
Bruna nelle sue copertine usa spesso una pipa e sembrerebbe ovvio, ma spesso questo oggetto, così connaturato a Maigret, viene utilizzato come elemento per indicare altro....Siamo al "ceci n'est pas un pipe"...famosa frase del pittore surrealista Magritte (tra l'altro belga) che ci viene in mente per l'illustratore di Maigret, nato dalla penna di uno scrittore belga...
Ma torniamo alla pipa di Bruna. Una volta la troviamo come semplice supporto di una targhetta come quella che si usa per le valige, la quale, posizionata in verticale, riporta il titolo del libro. In altre copertine o è ripetuta tre volte, o diventa quasi un'ombra davanti ad un finestrino di un treno, oppure è abbinata con un disco telefonico, o con degli abeti stilizzati, ma anche con un cartello stradale di "Bergerac" o abbinata ad un'etichetta dell'acqua di Vichy. 
Ma non c'è solo la pipa.
A volte ci sono dei cappelli colorati volanti, evidentemente di Maigret, un'altra volta un tavolo apparecchiato con bottiglia, bicchieri e giornali, oppure sempre molto stilizzato una costa marina con case e palme o i tavolini di un café. E ancora come soggetto principale, un porto stilizzato, un posacenere, delle scarpe gialle, un'insegna del metrò. Insomma mai una scena completa, ma solo oggetti, mai una faccia o una sagoma del commissario. Potremmo quasi dire che le copertine di Bruna sono nature morte, ma così non renderemmo l'idea, perché i suoi vividi colori piatti danno sempre una sensazione di vivacità e movimento, e poi, come abbiamo accennato prima, sono un rimando a qualche altra cosa, proprio grazie a  quelle connessioni così poco ovvie  tra un oggetto e un'altro.
Fa eccezione la copertina di Maigret in het wespennest (Maigret a peur) dove invece c'è una scena completa. E' un notturno della porta d'ingresso a vetri dell'Hotel de France, con tanto di due belle palme verdi ai lati. Attraverso la i vetri si distingue, nell'interno illuminato, una sagoma nera con un cappello, sicuramente di Maigret, e con una borsa in mano. Il tutto come visto da un oblò ovale. Una copertina fuori dal suo simbolismo degli oggetti, ma di grande impatto. 
Tornando a questa "parte per il tutto" e all'abbinamento apparentemente fuori contesto di vari elementi, affermando che sono i suoi segni maggiormente distintivi, non possiamo non pensare alle influenze di quell'arte figurativa moderna e di conseguenza a nomi come Matisse, Picasso... (m.t.) 

giovedì 31 ottobre 2019

SIMENON SIMENON. THE RHYTHM OF STYLE

About the novelist’s way of writing


SIMENON SIMENON. IL RITMO DELLO STILE
Sul modo di scrivere del romanziere
SIMENON SIMENON. LE RYTHME DU STYLE
A propos de la façon d’écrire du romancier





“Style is rhythm, the character’s rhythm...”, “style is first of all movement”. These are two assertions made by Simenon, the first in a 1955 interview, the second in Quand j’étais vieux. It has often been spoken of Simenon’s ability in creating atmospheres and outlining characters with a few strokes. Much has been said about the novelist’s style and in this post we’ll try to take a few steps forward in understanding how the concept of style, which is the distinguishing feature of a writer, is also valid for Simenon.
In his writing, style has nothing to do with refinement of terms or with a beautiful construction of the sentence. His prose, bare and essential, makes use of those mots-matière which, as the novelist explained, “have the same meaning in at least twenty-five cities of a dozen different nations ...” The “mots-matière” are simple, concrete, univocal, and understandable by everyone. They give poetry to his prose. In Le Romancier (1945), Simenon said that the “mots-matière” are “words that have the weight of matter, that have three dimensions… a piece of paper, a glimpse of the sky, any object, often the most elementary in our life, take thus a mysterious importance….” And he explained that an apple painted by a true painter, like Cézanne, had a weight and that he tried with his words to achieve the same result.
Thus Simenon’s main concern was not in making a beautiful writing, but in writing in a language understandable by the most part of the readers. In the 60’s, when rereading the articles he had written in the beginning of the 30’s, Simenon commented: “I was surprised to note that my style of that time was full of facets, much more brilliant that my style of today, and I’m pleased with that because during all these years my main effort has been to simplify, to condense, to make my style the most neutral possible, so that to adhere more adequately to the thoughts of my characters...”
In an interview published in the 60’s in the newspaper Le Monde about his novel The Little Saint, Simenon told that “in fact I’m not a writer. If I were one, I would have built sentences and I would not have managed to describe the life of this man who aspired to put colours on canvas, on paper, on anything. […] He wanted pure colours. I also try to make sentences as simple as possible with the simplest words. I write with “mots-matière”, the word “wind”, the word “warm”, the word “cold”. The “mots-matière” are the equivalent of pure colours. […] I’m searching for a more simple and natural truth.”
Of course over time his prose changed with experience, in relation with age and with various states of mind typical to the considered period. For example the style used in his 30’s writings is richer with adjectives, and then Simenon always tried to dry up his style, to cut down, to be more essential. In a 1963 interview, Simenon explained: “I’m searching for a style not only neutral, but also adapted to the conceptions of my characters at the time. Style has to follow them in every moment and to be modified when my protagonists’ thoughts are changing.”
Thus we can go back to Simenon’s first statement: “style is the character’s rhythm”. In fact, he often claimed that only a neutral style could afford him to better enter his character’s mind, to express and think like him. Simenon had dried up his language, reduced his terminology and economized adjectives, adverbs. And nevertheless this writing, accredited for having no more than two thousand words, succeeded in perfectly describing the most profound moods, atmospheres, thoughts and anxieties… This is, in our opinion, what his style is.


by Simenon-Simenon

mercoledì 30 ottobre 2019

SIMENON SIMENON. 30 ANS APRÈS… - 30 ANNI DOPO… - 30 YEARS LATER…



Aucun simenonien ne peut dorénavant l’ignorer: cette année, nous commémorons les 30 ans de la disparition du romancier. Notre blog lui rend hommage, à sa façon, en proposant cette rubrique à quinzaine.


Nessun simenoniano potrà d’ora in poi ignorarlo: quest’anno ricordiamo i 30 anni dalla scomparsa del romanziere. Il nostro blog gli renderà omaggio, a modo suo, proponendo questa rubrica ogni quindici giorni.


No Simenonian can ignore it now: this year, we commemorate the 30th anniversary of the disappearance of the novelist. Our blog pays tribute, in its own way, by offering this fortnight column.



7) le 30ème roman de Simenon

Les Suicidés est le trentième roman que Simenon a écrit sous patronyme. L’intrigue raconte, comme l’écrivent Michel Lemoine et Maurice Piron dans L’Univers de Simenon, une « tragédie du couple incapable de conjurer un destin que l’immaturité du héros emprisonne dans une fatalité sans issue. » C’est le deuxième roman de Simenon publié par Gallimard. A noter que dans ce roman apparaît brièvement l’inspecteur Lucas
.

7) il 30esimo romanzo di Simenon

La Fuga è il trentesimo romanzo che Simenon ha scritto con il suo nome. La trama racconta, come scrivono Michel Lemoine e Maurice Piron ne L’Univers de Simenon «la tragedia di una coppia incapace di evitare un destino che l’immaturità del protagonista imprigiona in una fatalità senza uscita». E’ il secondo romanzo che Simenon pubblica per Gallimard. Da notare come in questo romanzo appaia brevemente l’ispettore Lucas.


7) Simenon’s 30th novel

Les Suicidés (One Way Out) is the thirtieth novel written by Simenon under patronymic. The plot tells, as Michel Lemoine and Maurice Piron wrote in their book L’Univers de Simenon, a “tragedy of a couple unable to conjure a destiny that the hero’s immaturity imprisons in a deadly fatality”. It is the second novel by Simenon that Gallimard published. We can note that inspector Lucas appears briefly in this novel.


martedì 29 ottobre 2019

SIMENON SIMENON. PETITES CROIX SUR UN CALENDRIER

A propos de la durée d’écriture des romans

SIMENON SIMENON. PICCOLA CROCE SU UN CALENDARIO
Sulla durata di scrittura dei romanzi
SIMENON SIMENON. LITTLE CROSSES ON A CALENDAR
About the writing time of the novels





Les enveloppes jaunes, les calendriers de rédaction, le rituel d’écriture… Autant de sujets que nous avons abordés plus d’une fois sur ce blog. Ce qui n’empêche pas d’y revenir de temps en temps, pour apporter quelques compléments d’information.
Simenon s’est expliqué souvent sur sa manière de travailler, en particulier sur les aspects « techniques » (déclic, mise en train, mise en transe, rituels préparatoires, rédaction concentrée sur quelques heures dans la journée, et sur une courte durée). Il en a parlé dans ses interviews, et aussi dans ses écrits autobiographiques. « À chaud » dans Quand j’étais vieux, puis a posteriori dans les Dictées et dans les Mémoires intimes.
Dans l’interview Simenon sur le gril qu’il donne en 1968 pour la revue Médecine et Hygiène, il explique qu’il doit concentrer la rédaction d’un roman sur un nombre limité de jours : « je peux rester ainsi en roman pendant quatre ou cinq jours, mais je ne peux le retenir plus de quinze jours. Ce travail doit être constant, et je ne peux sauter un jour dans sa rédaction car le fil est alors coupé. […] pendant l’écriture du livre, il s’agit que j’écrive aussi rapidement que possible en y pensant le moins possible, de façon à laisser travailler au maximum l’inconscient. » Cette explication « psychologique » s’est souvent doublée d’une explication « physiologique » : Simenon racontait que la tension dans laquelle il écrivait son roman avait des répercussions physiques : il perdait du poids et terminait la rédaction dans un état d’épuisement. C’est pourquoi, disait-il, plus il avançait en âge, plus il avait de la difficulté à soutenir et supporter cette tension. Et donc il avait de plus en plus tendance à raccourcir le temps de la rédaction.
Dans ses Mémoires intimes, il ajoute encore une autre raison, liée cette fois plus directement à son mode d’écriture : « A mes débuts […] un roman me prenait douze jours, Maigret et non-Maigret. Comme je m’efforçais de condenser davantage, de débarrasser mon style de toute fioriture ou accessoire, je suis passé peu à peu de douze jours à onze, à dix, à neuf. Or, voilà que […] j’en arrivais au chiffre sept […], qui va devenir comme le moule définitif dans lequel seront coulés désormais mes romans. »
Cette réduction du nombre de jours d’écriture peut se vérifier, notamment grâce aux calendriers sur lesquels le romancier traçait des petites croix rouges et bleues pour chaque journée d’écriture puis de révision d’un roman. Simenon a fait don de beaucoup de son matériel d’écriture au Fonds Simenon : enveloppes jaunes, dossiers préparatoires, et une petite soixantaine des calendriers de rédaction. Les informations que je possède font état de calendriers dont les plus vieux datent du milieu des années 1950. On peut imaginer que c’est en Amérique que le romancier a pris cette habitude d’annoter ces calendriers édités par Pan American World Airways.
Avec l’aide de ces calendriers et d’autres documents, on peut constater qu’on passe progressivement, depuis le milieu des années 1945 jusqu’au début des années 1970, d’une durée de rédaction moyenne de 10-11 jours à une durée de 7 jours. Les romans Maigret prennent en général un peu moins de temps que les romans durs, les premiers ne dépassant jamais 10 jours, tandis que pour les seconds, on peut avoir une rédaction qui s’étend de 7 jours pour les plus courts jusqu’à 19 jours (La neige était sale) et 24 jours (Les Anneaux de Bicêtre) ; mais en général, les romans durs s’écrivent en une dizaine ou douzaine de jours, parfois un peu plus. Les romans Maigret oscillent toujours entre 7 et 10 jours, le nombre allant decrescendo au fil des années. Il faut encore noter que dès 1966, Simenon a écrit tous ses romans, Maigret et romans durs, en 7 jours. Ce qui renforce bien cette thèse que nous avons mise en avant plus d’une fois sur ce blog, à savoir que les romans Maigret et les romans durs se sont rapprochés de plus en plus au fil du temps, et qu’il y avait de moins en moins de différence dans leur approche thématique…


Murielle Wenger

lunedì 28 ottobre 2019

LES CLICHÉS À PROPOS DE MAIGRET: «C'EST MISOGYNE»

A force de décrire ses héroïnes comme «appétissantes», Simenon, notoire homme à femmes, semble faire de son commissaire un macho majeur. Pourtant, certains des plus grands personnages de la saga sont des femmes






Le Temps - 27/10/2019 - Nicolas Dufour - J'ai dû faire une pause dans mon exploration de Maigret, et maintenant, la reprise se fait crescendo, depuis le plaisant Maigret et le clochard. Après avoir raconté mon expérience d’immersion Maigret, discuté avec des amis et connaissances, je prends la mesure des clichés qui collent à la saga du commissaire à la pire. Prenons l’un d’eux: la misogynie. Univers masculin s’il en est, les romans policier de Georges Simenon, l’homme qui s’était vanté d’avoir «eu» 10 000 femmes (tout est dans le verbe) seraient foncièrement macho.
Il est vrai que l’auteur prête le flanc. Quand il décrit une femme que rencontre Maigret dont la robe laisse deviner «un corps appétissant», ça sent assez le bouc...>>>

domenica 27 ottobre 2019

SIMENON SIMENON. 28 NUANCES DE MAIGRET - 28 SFUMATURE DI MAIGRET - 28 SHADES OF MAIGRET





15. Maigret à la retraite
« C’était une étrange impression, pour Maigret, d’être là et de n’avoir rien à faire. Il n’était pas encore habitué à n’être plus qu’un citoyen comme les autres. Il entendait une autre voix que la sienne poser les questions et il lui fallait un effort pour ne pas intervenir, approuver ou désapprouver. Parfois, une question lui brûlait les lèvres et c’était un véritable supplice de se taire. » (Tempête sur la Manche)


15. Maigret in pensione
« Era una strana impressione, per Maigret, essere là e non aver niente da fare. Non era ancora abituato a non essere altro che un cittadino come gli altri. Sentiva una altra voce al posto della sua porre le domande e doveva fare un sforzo per non intervenire, approvare o disapprovare. A volte una domanda gli bruciava le labbra ed era un autentico supplizio quello di tacere.» (Tempesta sulla Manica)


15. Maigret in retirement
“It was a strange impression, for Maigret, to be there and to have nothing to do. He still was not used to being a citizen like the others. He heard another voice than his asking questions and he needed an effort not to interfere, approve or disapprove. Sometimes a question was on the tip of his tongue and it was a true torture to keep quiet.” (Storm over the Channel)




sabato 26 ottobre 2019

SIMENON SIMENON "REPORT" - IL PRIMO MAIGRET COMPIE 90 ANNI: ECCO COME NACQUE IL COMMISSARIO DI SIMENON

Nel 1929 lo scrittore creava il celebre personaggio. "Di ossatura robusta" e con l'immancabile pipa: appare così nel primo romanzo, Pietr il Lettone

SkyTg24 - 25/10/2019 - Filippo Maria Battaglia - Ho consultato i librai: così non va. O meglio, si va incontro alla catastrofe, non avreste più di mille lettori, andremmo sicuramente a perdere soldi": con queste parole il primo editore di Georges Simenon, Arthème Fayard, commentò il romanzo d'esordio con protagonista il commissario Jules Maigret. Ma poi disse al suo autore: “Scrivetene uno al mese, ci proveremo lo stesso..."[...] "Maigret era enorme e di ossatura robusta": così Simenon presenta, nel secondo capitolo di "Pietr il Lettone", il suo commissario. "Non che somigliasse ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. Portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate". "Pietr il Lettone" è uno dei cinque romanzi raccolti ora nel primo volume della nuova edizione Adelphi, intitolata semplicemente "Maigret". Molti anni dopo quel fortunato debutto, Simenon avrebbe raccontato che il personaggio del commissario Jules Maigret fu inventato di getto. Tuttavia alcuni critici, a cominciare da Francis Lacassin, sostengono che in realtà la nascita del personaggio sia stato il frutto di un lungo studio...>>>