venerdì 1 novembre 2019

SIMENON SIMENON. MAIGRET DALL'OLANDA SENZA FACCIA

Le copertine di Dick Bruna non mostrano mai il commissario, eppure...


SIMENON SIMENON. DE LA HOLLANDE, UN MAIGRET SANS VISAGE
Les couvertures de Dick Bruna ne montrent jamais le commissaire, et pourtant…
SIMENON SIMENON. MAIGRET FROM HOLLAND WITHOUT A FACE
The covers by Dick Bruna never show the Chief Inspector, and yet…







Sarà un caso? Già, come'è che gli illustratori che hanno legato il loro nome a Maigret, e meglio alle copertine delle inchieste del commissario, sono spesso stati artisti assai particolari? Per quanto riguarda l'Italia, c'è prima di tutto Ferenc Pinter, che direi é una delle componenti essenziali del nostro Simenon-Simenon e su cui, chi ci segue, sa praticamente tutto. Poi c'è il francese Loustal che ha legato al commissario simenoniano non solo copertine, ma intere storie anche dei romans durs. Ma, come più singolare di tutte, vogliamo sottolineare l'opera di Dick Bruna, un illustratore olandese che ci ha regalato una serie di copertine maigrettiane che a mio parere sono davvero notevoli, per la loro modernità.
La caratteristica che più ci ha colpito è stata la capacità di utilizzare una parte per il tutto, di usare degli oggetti, a volte stranamente combinati tra loro, per trasmettere non solo il senso del titolo, ma anche il "mood" e l'atmosfera dell'inchiesta di turno. E tutto questo utilizzando una tecnica figurativa estremamente elementare, essenziale, con colori piatti e contorni netti e precisi. Questo ci porta a due considerazioni. La prima è che Bruna essendo stato un grande illustratore per bambini, inventando addirittura dei personaggi per loro è portato alla semplicità del tratto. La seconda riguarda l'essenzialità così spinta e l'utilizzo di oggetti semplici, che non può non farci pensare alla teoria di Simenon sulla scrittura. Già, quando affermava di usare solo duemila vocaboli e che la sua predilezione andava per le cosiddette "mot-matière", cioè le parole che indicavano cose concrete, oggetti con una forma, un peso, una materialità dunque che si rifletteva nella sua scrittura essenziale e asciutta. 
Bruna nelle sue copertine usa spesso una pipa e sembrerebbe ovvio, ma spesso questo oggetto, così connaturato a Maigret, viene utilizzato come elemento per indicare altro....Siamo al "ceci n'est pas un pipe"...famosa frase del pittore surrealista Magritte (tra l'altro belga) che ci viene in mente per l'illustratore di Maigret, nato dalla penna di uno scrittore belga...
Ma torniamo alla pipa di Bruna. Una volta la troviamo come semplice supporto di una targhetta come quella che si usa per le valige, la quale, posizionata in verticale, riporta il titolo del libro. In altre copertine o è ripetuta tre volte, o diventa quasi un'ombra davanti ad un finestrino di un treno, oppure è abbinata con un disco telefonico, o con degli abeti stilizzati, ma anche con un cartello stradale di "Bergerac" o abbinata ad un'etichetta dell'acqua di Vichy. 
Ma non c'è solo la pipa.
A volte ci sono dei cappelli colorati volanti, evidentemente di Maigret, un'altra volta un tavolo apparecchiato con bottiglia, bicchieri e giornali, oppure sempre molto stilizzato una costa marina con case e palme o i tavolini di un café. E ancora come soggetto principale, un porto stilizzato, un posacenere, delle scarpe gialle, un'insegna del metrò. Insomma mai una scena completa, ma solo oggetti, mai una faccia o una sagoma del commissario. Potremmo quasi dire che le copertine di Bruna sono nature morte, ma così non renderemmo l'idea, perché i suoi vividi colori piatti danno sempre una sensazione di vivacità e movimento, e poi, come abbiamo accennato prima, sono un rimando a qualche altra cosa, proprio grazie a  quelle connessioni così poco ovvie  tra un oggetto e un'altro.
Fa eccezione la copertina di Maigret in het wespennest (Maigret a peur) dove invece c'è una scena completa. E' un notturno della porta d'ingresso a vetri dell'Hotel de France, con tanto di due belle palme verdi ai lati. Attraverso la i vetri si distingue, nell'interno illuminato, una sagoma nera con un cappello, sicuramente di Maigret, e con una borsa in mano. Il tutto come visto da un oblò ovale. Una copertina fuori dal suo simbolismo degli oggetti, ma di grande impatto. 
Tornando a questa "parte per il tutto" e all'abbinamento apparentemente fuori contesto di vari elementi, affermando che sono i suoi segni maggiormente distintivi, non possiamo non pensare alle influenze di quell'arte figurativa moderna e di conseguenza a nomi come Matisse, Picasso... (m.t.) 

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