Corriere della Sera - 19/05/1985 - Giulio Nascimbeni - Simenon succhia la pipa e m’informa che sta leggendo le biografie di Beethoven e di Mozart. Ha da poco compiuto ottantadue anni. Lo scorso dicembre, è stato operato alla testa per un tumore benigno: sette ore d’intervento. Del mondo di Maigret, di quel perenne nord assediato dalle brume e quasi privo di luce, sembra essere rimasto soltanto il simbolo delle pipe: ne conto venti, allineate in ordine sulla mensola del caminetto. Per la verità, le cose non stanno così. Simenon ha deciso di chiudere con il commissario nel febbraio 1972: scrisse le ultime righe di Maigret e Monsieur Charles e da quel momento Maigret sparì. Ma i personaggi, come insegna la letteratura, hanno destini imprevedibili, durano oltre la volontà dei loro creatori, continuano il cammino anche dopo i rifiuti e le morti apparenti (...) Ma è Simenon stesso a dimostrarmi che non ha dimenticato. Si alza dalla poltrona e va a stappare una bottiglia di fresco vino bianco...>>>
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