mercoledì 17 marzo 2021

SIMENON SIMENON. ASCOLTIAMO IL BATTIBECCO TRA L'ASTUTA FELICIE E IL COMMISSARIO MAIGRET

L'ultima uscita maigrettiana degli audiolibri della Emons è "Felicie". Un romanzo che mette a nudo la tenerezza nei confronti di una ragazza terribile, ma indifesa, anche se il commissario non può far a meno di scontrarsi.

SIMENON SIMENON. ÉCOUTONS LES PRISES DE BEC ENTRE LA RUSÉE FÉLICIE ET ​​LE COMMISSAIRE MAIGRET
Le dernier numéro maigretien des livres audio Emons est "Felicie". Un roman qui révèle la tendresse de Maigret envers une fille terrible mais sans défense, même si le commissaire ne peut s'empêcher de se confronter à elle.


Siamo al numero 22 dei romanzi di Maigret da ascoltare, così come li produce la Emons per la quale, tra i tanti scrittori cui da voce, Simenon è tra i preferiti. E non solo per i cosiddetti romans durs, ma anche i Maigret che hanno tutti la voce di Giuseppe Battiston. Ed è ormai un classico, perché l'attore friulano è l'interprete di tutte le inchieste del commissario simenoniano che la Emons ha pubblicato. Una simbiosi che si consolida ad ogni nuovo audiolibro che viene editato.
Ma veniamo al romanzo che Simenon vede pubblicato da Gallimard nel 1944. Si svolge in una fantomatica Jeanneville, un paesino inventato e collocato nella campagna a nord di Parigi. Maigret è qui per indagare sulla morte di un certo Lepie, assassinato da un colpo di pistola nella sua casa. Il caso non sembra particolarmente complicato, ma ci si mette di mezzo la giovane cameriera del morto, appunto Felicie, burbera, piena di contraddizioni e che, nonostante gli scontri che dovrà sostenere con lei, il commissario trova fragile e tenera. E quel atteggiamento le viene soprattutto dalla volontà di voler difendere a tutti costi il suo innamorato, che invece  alla fine sarà solo un falso sospettato.
"Il commissario sbuffava. - racconta Simenon - Lo sapevano tutti che Maigret si metteva a sbuffare come un orso quando qualcuno gli ricordava Félicie, quella ragazza gli aveva dato più filo da torcere di tutti i «duri» che aveva spedito in galera." 
Insomma la mano di Simenon traccia un ritratto femminile di un certo spessore. Questa ventiquattrenne che sembra avere una scorza dura, lascia invece trapelare un'insicurezza che la rende un po indifesa, nonostante le alzate dì testa e il suo atteggiamento scostante. La sensibilità dello scrittore trasfusa nell'empatia del commissario, mette in luce la Felicie nascosta e più vera, in ambiente povero, dove l'essenziale è lo scopo del lavoro e dove l'amore è una sogno che quando si concreta da alla vita tutto un altro senso.

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