venerdì 26 marzo 2021

SIMENON SIMENON. IL GRANDE TAVERNIER INZIÓ CON UN FILM TRATTO DA "L'OROLOGIAIO D'EVERTON"


LE GRAND TAVERNIER A COMMENCÉ AVEC UN FILM 
TIRÉ DE L'HORLOGER D'EVERTON

Le grand réalisateur français, décédé hier, a fait ses débuts en 1972 avec un film basé sur le roman de Simenon "L'Horloger de Saint-Paul"


Ieri ci ha lasciato un grande regista francese, Bertrand Tavernier e ne parliamo perché è un grande perdita per la cinematografia in generale. Non possiamo ascriverlo a quel ristretto gruppo di registi simenoniani, che ha realizzato più di una pellicola nel dai romanzi dello scrittore. Però dobbiamo ricordare che, dopo un'inizio come critico cinematografico, Tavernier debuttò trentaduenne a pieno titolo nella regia nel '74 con il film L'orologiaio di Everton, un romanzo del periodo americano di Georges Simenon scritto nel 1954.
Il titolo del film cambiò in L'orologiaio di Saint-Paul perché il regista aveva ambientato la vicenda non più nello stato Connecticut degli Usa, ma in Francia a Lione.
L'ingresso nel cinema dalla porta della regia fu per Tavernier trionfale. La pellicola presentata al Festival del Cinema di Berlino si aggiudicò L'Orso d'Argento e in Francia vinse il Premo Louis-Delluc. Ma anche la critica fu favorevolmente colpita da quel debutto parlando di opera sorprendente e pronosticando un gran successo.
E infatti così fu, il film, tratto dal romanzo di Simenon, ottenne effettivamente un gran successo (300.000 biglietti venduti) e fu del tutto meritato perché la gestazione del film non era stata facile. Prima per la difficoltà di Tavernier nell'ottenere da Simenon i diritti cinematografici del romanzo. Dovette infatti fargli la posta per mesi davanti casa per ottenerli. Alla fine lo scrittore gli concesse l'opzione di sfruttamento, a titolo del tutto eccezionale, nel marzo del 1972.
Quello certo non sarebbe stato un bell'anno per il romanziere, proprio quello in cui decise di dare l'addio alla scrittura e farsi cancellare dai documenti la dicitura romanziere.
Poi anche la sceneggiatura dette dei grattacapi a Tavernier, tanto che impiegò ben quattordici mesi per la sua stesura, nonostante l'aiuto che aveva chiesto a diversi sceneggiatori.
Ma tutta questa fatica fu ricompensata da un debutto con un successo di critica e di pubblico, grazie anche alla notevole interpretazione dell'orologiaio da parte di Philippe Noiret e la partecipazione di Jean Rochefort nella parte del commissario Guilboud.
Figlio di un poeta (René Tavernier), uomo di grande cultura, appassionato di storia e amante del jazz, ci lascia oltre una trentina di titoli tra cortometraggi, documentari e film di cui non pochi indimenticabili, tra i quali vogliamo citare soltanto Una domenica in campagna e Round Midnight, che portiamo nel cuore per motivi del tutto personali.

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