Centro Studi Psicologia e Letteratura - Giorgio Antonelli - Adler ha incontrato un certo favore in quell’onirocritico molto sui generis che risponde al nome di Simenon. Nella saga maigrettiana Simenon usa le concezioni di Adler come plurima chiave di volta interpretativa, sia per quanto riguarda il modo di condurre le proprie inchieste da parte del commissario Maigret, sia per quanto riguarda la complessualità di quest’ultimo. Come direbbe Jung, l’inferiorità è il modo attraverso cui gli uomini incontrano gli uomini. Questo vale per Maigret e vale per i sogni. I sogni c’incontrano là dove siamo meno forti, là dove, insomma, abbiamo veramente bisogno di essere incontrati. I sogni sono inferi, dunque, anche per questo motivo, perché l’incontro è funzionale alla nostra inferiorità, al nostro andare a occupare una geografia diversa da quella, diciamo così, arrogante dell’ideale dell’Io.
Adler è senza dubbio uno dei teorici della psicologia del profondo che attraggono di più Maigret. La teoria secondo cui il punto di partenza della nevrosi rinverrebbe la sua radice in un sentimento di inferiorità è qualcosa che Maigret tiene particolarmente presente nel corso delle sue inchieste...>>>
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