sabato 25 giugno 2011

SIMENON. VIAGGI E VACANZE DI MAIGRET. PIACERE O LAVORO?

Proprio vacanze no. Non capita quasi mai che Simenon ci racconti di un Maigret in villeggiatura e, visto che si trova lì, da una mano a risolvere un caso. Maigret non è la signora Fletcher. Quasi mai. Perché talvolta invece succede come nel caso di una delle più emblematiche a questo proposito inchieste del commissario Les vacances de Maigret (1948). Si tratta di un'inchiesta svolta durante le vacanze a Sables d'Olonne, per la verità neanche tanto fortunate, perché rimane bloccato lì per un'operazione di appendicite della moglie e nello stesso ospedale muore una giovane donna ricoverata dopo un incidente stradale, la cui casualità viene subito messo in dubbio. Maigret è fuori giurisdizione e non potrebbe indagare, ma a modo suo, dopo essere inciampato in un altro cadavere, riuscirà a venire a capo del caso.


Poi ci sono i viaggi oltreoceano, Maigret a New York (1947), ma certo non per divertimento. Anzi lui se ne stava tranquillo, ormai in pensione, nella sua casetta a Meung-sur-Loire quando viene raggiunto dal rampollo di una ricchissima famiglia americana. Il giovane teme per la vita del padre, ma una volta arrivati a New York, scompare, lasciando Maigret a risolvere il caso con un suo vecchio conoscente dell'Fbi, indagando nel Bronx.
Maigret voyage (1957) è una vicenda con due assassinati, e i viaggi del commissario tra Parigi, Nizza, Montecarlo e Losanna, nulla hanno di vacanziero. Si muove tra lussuosi alberghi e individui del jet-set internazionale, ma è il tipo di ambiente che Maigret non sopporta. Pure qui niente atmosfera vacanziera.
Anche in Maigret a Vichy (1967) è, come di dice "a passare le acque" e mettersi a dieta insieme alla moglie, e anche qui, lontano dal 36, Quai des Orfèvres, il commissario risolve un caso con il suo spirito d'osservazione, il suo acume psicologico e la sua capacità di mettersi nei panni dei protagonisti. Insomma o sono le indagini a portarlo in luoghi di villeggiatura o nelle rare volte che lo vediamo davvero in vacanza, trova sempre il modo di rimanere invischiato in un caso... che va assolutamente risolto.

venerdì 24 giugno 2011

SIMENON DALLE FESTE COMANDATE ALLE VACANZE A PORQUEROLLES


"...quando ero giovane questo (il giorno di domenica) significava: grandi messe cantate (dove io pure cantavo), poi rosbif con patate fritte e piselli in scatola, escursioni nei dintorni di Liegi o, dopo pranzo, pomeriggio da una delle mie zie...". Questa è il dì di festa del bambino Simenon al seguito degli immutabili riti della famiglia, soprattuto di quella della madre Henriette. Vacanze in senso vero del termine non si facevano, soprattutto dopo che per una malattia il padre dovette smettere di lavorare.
Facciamo un salto di poco più di una dozzina d'anni e ci ritroviamo davanti ad un Simenon che può decidere nel mese di aprile di lasciare Parigi e andare verso sud.
Destinazione Porquerolles, l'isola al largo di Tolone. Mezz'ora di traghetto e lui e Tigy, arrivano all'isola che avevano sempre sognato... "Sbarcammo sulla punta di Gien all'alba... L'acqua e il cielo facevano l'effetto di fuochi d'artificio le cui scintille mi enravano in testa attraverso gli occhi...".
Ma quell'sola assolata, e ancora in buona parte incontaminata, non significava solo vacanza, ma scrivere per lui e dipingere per lei.
Porquerolles segnerà un momento importante per la vita di Simenon, qui si integrerà perfettamente con la gente del posto per i cinque mesi che vi soggiornò, giocando a bocce con loro, invitandoli a mangiare la zuppa di pesce a casa sua, andando a pescare insieme ai marinai del posto...
Ma come racconta Tigy: "...passavamo i nostri pomeriggi alla spiagga d'argento, dove l'acqua era meravigiosamente limpida..." E poi il clima, il tipo di vita di quegli isolani del sud... tutto conquistava i coniugi Simenon e soprattutto lo scrittore che di quel soggiorno fece tesoro per i suoi sccessivi romanzi.
Ma i due tornarono a Porquerolles nel '36, questa volta soggiornando in una piccola casa di pescatori che vicino vedeva sorgere un minareto moresco, avevano sistemato amache nel giardino tutto intorno, grandi pescate anche questa volta e grandi mangiate di bouillabasse... insomma una vita che piaceva molto a tutti e due e tanto che li vide fare base lì fino al '38, quando si stabilirono definitaivamente a Nieul-sur-Mer.

giovedì 23 giugno 2011

SIMENON E LE DONNE: UNO SPECIALE PER LA PROSSIMA SETTIMANA

Da lunedì 27 giugno a domenica 3 luglio, Simenon Simenon presenta un Speciale dedicato alle donne del romanziere. Le donne della sua vita. Le diecimila donne di cui raccontava a Fellini e le innumerevoli donne dei suoi romanzi, delle inchieste del commissario Maigret. I rapporti, le relazioni e i suoi sentimenti verso l'altro sesso da quando giovane reporter a La Gazette de Liége scorrazzava in moto per la città alla ricerca di notizie e di belle donne, a quando settant'enne si era ormai ritirato conla sua Teresa in una piccola casa rosa. L'arco di una vita che lo porta dalle passionali e focose storie della sua gioventù, come quella con Josephine Baker, alla pace dei sensi dopo una vità di intensa attività sessuale, ma con pochi e specifici rapporti affettivi. Le donne così importanti, nel bene e nel male nella sua vita, ad iniziare dalla madre Henriette, a quelle che erano delle indimenticabili protagoniste dei suoi libri. Un percorso che durerà un'intera settimana e che alla fine c farà conoscre un po'meglio e scrittore e magari apprezzare o almeno capire di più i suoi romanzi.

mercoledì 22 giugno 2011

SIMENON E "L'AFFAIRE PENSIONE"

"Al giorno d'oggi il mondo cambia ... Non c'è quasi più niente di sicuro, è tutto uno scombussolamento ... Ma una cosa non cambia, una sola: la pubblica amministrazione!... E alla fine c'è sempre la pensione, vale a dire la certezza che, qualunque cosa succeda, si potrà concludere decentemente la propria esistenza ...".Questa frase non è stata pronunciata oggi, e non è uscita dalla bocca di qualche compiaciuto impiegato statale alla vigilia della sospirata pensione, oppure da qualche politico in vena di promesse per cercare di aumentare il suo bacino di elettori.
L'ha scritta Simenon nella Francia dell'anteguerra, settantatre anni fa', in un suo romanzo "Touriste de bananes" (Gallimard 1938). Ovviamente Simenon in pensione non ci andò mai... l'ingente patrimonio accumulato, sin da quando aveva circa trent'anni, lo teneva...  al riparo da qualsiasi problema, anche se manteneva, almeno fino ad un certo punto, un tenore di vista decisamente molto sostenuto.
La pensione, quella che in francese si dice retraite (che letteralmente significherebbe ritirata) lo scrittore la intendeva proprio come una ritirata dalla vita che aveva condotto fino a settant'anni, quando iniziò a non trovare più l'état de roman che lo mettva in condizione di creare le sue opere, quando iniziò a non sopportare più le lussuose e principesche abitazioni che aveva sempre abitato (l'ultima faraonica ad Epalinges che si era fatta costruire a misura precisa delle sue esigenze), le diverse macchine costose, tutti i quadri di pittori famosi... Da quel momento ebbe bisogno di semplicità, di essenzialità. E in questo l'assecondava la sua compagnia della tarda età, Teresa, che con lui andò a vivere a Losanna in un appartamento di un gran palazzone, con pochi mobili e lo stretto indispensabile.
"Je suis à la retraite", amava rispondere. sì, insomma si era ritirato dal suo mondo ed ora viveva "A l'abrie de notre arbre" (cioè "al riparo del nostro albero" che poi era un titolo di uno dei suoi Dictées), riferendsi al grande cedro del Libano che troneggiava nel piccolo giardino dell'ultima casa della sua vita, una costruzione piccola, dai muri rosa, su un solo piano, non lontana dal lago di Losanna. Lì si era davvero ritirato Simenon e i titoli dei suoi Dicteès sono eblematici di questo suo stato Tant que je serais vivant (1978), La main dans la main (1979), Au delà de ma porte-fenetre (1978).
E altrettanto significativo è un passo di un'intervista rilasciata a Le Monde nell'81: "...Ormai passa tutto per il mio ufficio, qui non conservo nulla. Neanche una copia di un mio libro. Non ne sopporto nemmeno più la vista. Ho regalato i miei vestiti, i miei cappelli, tutta la mia roba ad una troupe teatrale di Losanna. I miei quadri (Cézanne, Picasso, De Vlamink...) sono ormai in un magazzino..."
Simenon era davvero in pensione.

martedì 21 giugno 2011

SIMENON. A SCUOLA DI POLIZIA

Il commissario Xavier-Guichard
- A proposito, mio piccolo Sim, potreste scrivermi una serie di articoli sulla polizia scientifica?
- Sì, ma con quale taglio?
- Ebbene, ascoltate...servirà a spiegare ai lettori del "Ric et Rac" i complessi ingranaggi della macchina giudiziaria...
- Per quando vi servono?
- Vi dò due-tre settimane, che ne dite? Ma attenzione, mi servono una decina di capitoli, e solidamente documentati!
- Perfetto, perfetto... Sono io il vostro uomo!
Questo breve colloquio ebbe luogo per telefono tra place des Vosges, l'abitazione di Simenon, e lo studio dell'editore Fayard nel febbraio del 1929.
L'abbiamo riportato perché questo è un passaggio nodale in quanto, da lì a un paio d'anni, Simenon  i sarebbe ritrovato a strutturare le inchieste del commissario Maigret.
E' vero che nella sua precedente produzione di romanzi popolari aveva scritto anche dei polizieschi, ma senza il rigore e la esatta conoscenza della macchina investigativa della polizia. Addirittura alcuni protagonisti erano degli investigatori privati o addirittura occasionali, per i quali certo non valevano gli schemi e i rituali della gendarmeria di stato.
Intanto non va scordato che nella sua esperienza giornalistica a La Gazette de Liége,  giovane redattore diciottenne, Simenon aveva pubblicato una serie di articoli proprio intitolati "Polizia scientifica" e che aveva anche seguito tutto il ciclo di conferenze del famoso dottor Locard, direttore del celebre laboratorio di Lione.
Tra le sue fonti di documentazione ci furono poi le memorie dell'allora popolare commissario Macé, ma anche le informazioni la sua amica giornalista, Claire Gonon, di cui lo stesso Simenon aveva sottolineato sulla rivista Détective "... la sola donna che scriva quotidianamente di cronaca giudiziaria e per di più in un grande giornale del mattino".
Tuttavia gli mancava ancora la conoscenza diretta. Tanto che, dopo l'uscita dei primi Maigret, l'allora direttore della Polizia Giudiziaria, il famoso Xavier-Guichard consigliò a Simenon, al fine di non scrivere cose inesatte, di fare un "tour de la Police Judiciaire". E in effetti il segretario del direttore gli fece visitare il grande palazzo, spiegandogli come realmente si svolgevano le inchieste, con quali procedure e quali strumenti venivano utilizzati.
Tutto questo finirà in una delle inchieste di Maigret, Le mémoires de Maigret (1951)
"... Vorrei parlare di Xavier-Guichard, dagli occhi maliziosi e dai lunghi capelli bianchi da poeta.
- Entrate Maigret.
La giornata era nuvolosa e buia e l'abat-jour verde sulla sua scrivania era acceso. Accanto a lui, in una poltrona  vidi un uomo che si alzò per stringermi la mano quando fummo presentati l'un l'altro.
- Il commissario Maigret. Monsieur Georges Sim, giornalista...
- No, non giornalista, romanziere, protestò il giovane uomo sorridendo...".
E così Siemenon a 47 anni fà incontrare un sè stesso giovane con il già maturo commissario Maigret. Magie della letteratura.

lunedì 20 giugno 2011

SIMENON. I TITOLI DA UN ROMANZO ALL'ALTRO

Chi ha letto buona parte (o tutta!) l'opera di Simenon, si sarà accorto che non sono solo certi temi ad essere ricorrenti. Questo è normale in moltissimi scrittori. Anzi spesso si dice (ma capita anche con i film per i registi) che scrivano sempre lo stesso libro. Anche in Simenon abbiano temi come il passaggio della famosa linea, le estreme conseguenze del destino, la paura della miseria, la comprensione senza il giudizio, etc. che si ripetono abbastanza spesso.
Qui invece pensiamo a quei soggetti che, in parte trasformati, poi in altri romanzi vengono ripresi appunto les reprises come le chiamava Simenon.
"...Parlo di un tema qualsiasi, ad esempio di un tema sulla medicina che non arrivo a capire del tutto... Mi capita di trattarlo in modo accennato in un Maigret e poi due mesi o due anni dopo di riprenderlo in un altro mio romanzo... - quindi Simenon chiarisce un'altro legame tra i romanzi e i Maigret che non é lo stile o il taglio narrativo, ma i temi - In fondo in Maigret vengono trattate le stesse disgrazie o le stesse tragedie degli altri romanzi, ma in modo più leggero...".
Se volessimo fare un'esempio quello che ci viene subito in mente è Cour d'Assises (1937) e Maigret aux assises (1959).
E questo poi capita, e anche abbastanza spesso, per i titoli, basta pensare alla Folle d'Itteville (1930) e La folle de Maigret (1970), le Crime du Malgracieux (1939) e Maigret et L'Inspecteur Malgracieux (1947)... ma anche le finestre vanno forte: La fenêtre ouverte (1939), La fenêtre des Rouet (1945), Les volets verts (1950), Au delà de ma porte-fenêtre (1977). Non male anche i fantasmi: Maigret et les fantômes (1963), Les Fantômes de Monsieur Marbre (1943), Les fantômes du chapelier (1949), come pure le chiuse sui canali: L'Ecluse n°14 (1932), L'Ecluse n°1 (1933), Le baron de l'ecluse (1954), e poi i fiamminghi con  Les Flamands (1931) e Chez les Flamands (1932). Terminiano questa specie di gioco con i titoli dove compaiono i vecchi: La vieille dame de Bayeux (1944), Maigret et la Vieille Dame (1950), Maigret et les Vieillards (1960), Le Vieillard au port-mine (1943) e Le club des vieilles dames (1943).

domenica 19 giugno 2011

SIMENON. DUE MOGLI E UNA COMPAGNA

Simenon con la prima moglia Régine Renchon, detta Tigy (belga), con la seconda Denyse Ouimet (canadese) e con la compagna Teresa Sburelin (italiana)

sabato 18 giugno 2011

SIMENON. DONNE? MEGLIO SENZA TRUCCO

L'attrice Keira Knightley prima e dopo il trucco, dalla rivista Cosmoplitan
Donne e Simenon. Il pensiero corre alle famose diecimila donne vantate dallo scrittore nella famosa intervista al suo amico Federco Fellini. Ma in realtà cosa piaceva delle donne allo scrittore?
Intanto iniziamo a dire che non apprezzava la bellezza delle attrici o delle dive dello schermo televisivo, che a suo modo di vedere avevano l'handicap di essere artificiali, troppo truccate, con acconciature affatto naturali e un tipo di vestiti  che le trasformavano in una sorta di bambole. Il tipo di donna insomma che gli uomini si girano a guardare sulla spiaggia o ai bar.
Certo queste sono considerazioni che Simenon faceva a settant'anni suonati. Quand'era giovane invece aveva perso la testa per una certa Josephine Baker che quanto ad acconciature, paillettes, lustrini e stravaganti vestiti (come il famoso gonnellino di banane), per quanto ridotti e a volte addirittura invisibili, non lesinava certo in trucco ed altri accessori appositamente pensati per far colpo sugli uomini.
Ma quelli, si dirà, erano costumi di scena, ma nella vita Josephine in che modo si truccava, come vestiva ?
D'altra parte va detto che la scelta delle sue donne, ad esempio delle mogli o delle compagne, da Tigy a Denyse a Teresa, è andata a figure femminili che non erano belle nel senso tradizionale del termine. Evidentemente ognuna di loro aveva qualcosa che colpiva Simenon, ma certo non si può dire che lo scrittore sia mai andato in giro a sfoggiare delle "bellone".
Lo scrittore in uno dei suoi Dictées parlava della bellezza della donna quando dormiva, o appena sveglia al mattino, perchè era naturale e tutte le imperfezioni e le semplicità di quei momenti lo emozionavano.
Ma leggiamo le sue parole:
"....Il viso di una donna addormentata... Ma non di quelle donne addormentate che si vedono sullo schermo del cinema o della televisone, con gli occhi carichi di mascara, con le labbra troppo lucide, la pelle senza imperfezioni grazie al trucco. No, io parlo di un viso reale di un donna com'è quando dorme profondamente. In quel momento è davvero lei stessa...".
Insomma questa propensione alla donna "nature" sembra per altro confermata dal fatto che quando incontrò Denyse, che diventerà la sua seconda moglie, lei si truccava. Simenon però ad un certo punto le impose di non truccarsi più. La voleva più naturale, meno artefatta possibile.
E continua nel suo Dictée:
"...La vera donna senza ritocchi, che magari la rendono più fotogenica, è più attraente ai miei occhi e questo spettacolo, ad esempio la mattina presto, non smette mai di stupirmi....anche se la sua pelle è un po' lucida per il sudore, se i suoi occhi sono turbati, io la trovo più bella così, i caplli arruffati e spettinati, liberi dalle ondulazione articiali del suo parrucchiere... Una donna felice che si sveglia con il viso che la natura le ha donato e che ancora non cerca di far colpo sugli altri, è uno spettacolo inestimabile che mi emozionerà sempre...

venerdì 17 giugno 2011

SIMENON. INCROCIO PERVERSO TRA ROMANZO E FILM

A giugno di ottant'anni fa' veniva pubblicata la settima puntata delle inchieste del commissario Maigret, La Nuit de carrefour (edizioni Fayard). Gli altri sei erano stati pubblicati, a ripetizione, tra febbraio e maggio del '31.
Simenon era lanciato in questa sua nuova avventura letteraria e stavolta porta il suo commissario in una landa sperduta, a contatto con un caso non semplice, che parte dall'omicido di un trafficante di diamanti e porterà ad un realtà criminale molto più complessa.
Lo sfondo come abbiamo accennato é di degrado e i personaggi, criminali o tipi oscuri, individui che sembrano essere in un modo e si rivelano tutt'altro. E poi la notte, il momento in cui succedono fatti importanti, in cui si sviluppano torbide relazioni in un'atmosfera da vero noir.
Il romanzo piace soprattutto a Jean Renoir, il regista e infatti non ci pensa due volte tanto che nell'aprile del '32 esce il film. Il primo attore che interpreta il commissario Maigret sul grande schermo è Pierre Renoir, fratello del regista.
Ma a dispetto del successo del  libro il film sembra nascere sotto cattivi auspici. Alla prima visione privata i produttori si dicono sconcertati, il film è confusionario e quasi incomprensibile, insomma tutt'altra cosa rispetto al copione. La verità che le scene da pagina 73 a pagina 90, per un inspiegabile mistero, non sono state girate e nessuno se n'é accorto. L'accaduto ha del grottesco.
Per Simenon e Renoir, la riproduzione della particolare atmosfera del romanzo era così predominante da causare un incidente così grave? Renoir abbozzò una difesa accampando la teoria che la mancanza di un paio di bobine del film avrebbe accresciuto il mistero e il fascino della pellicola.
C'è un terza versione. Che è quella di Simenon, il quale raccontò in seguito che Renoir stava separandosi dalla moglie Catherine Hessling ed era particolarmente depresso, beveva moltissmo ed era quasi sempre ubriaco. Ma probabilmente, disse anche lo scrittore, c'erano anche dei problemi di budget e quindi si era cercato di risparmiare in qualche modo. Ad ogni modo il film usci lo stesso e il pubblico fu conquistato soprattutto dalla sua atmosfera.
A distanza di quarant'anni Simenon commentava tutta la vicenda: "..."La Nuit de carrefour" resta un'esperienza completamente folle, alla quale però non posso che pensare con nostalgia. Ai giorni nostri quando tutto è organizzato nei minimi particolari, non si sarebbe mai potuto lavorare in quel modo...".

giovedì 16 giugno 2011

SIMENON. "LE MONDE" DE SIMENON IN SESSANTA ROMANZI

L'agenzia d'informazione France Press in una nota odierna ci informa di un'iniziativa molto interessante. Il quotidiano parigino Le Monde, infatti, da domani fino al 27 ottobre proporrà, ogni giovedì, ai suoi lettori una collana di venti volumi, che conterranno complessivamente sessanta romanzi di Georges Simenon.
L'iniziativa chiamata fin troppo facilmente "Le Monde de Simenon" è stata data nelle mani di Pierre Assouline, per quanto riguarda la selezione dei titoli, il loro commento, ma anche per la compilazione di una sezione biografica sul romanziere in ogni volume. Scelta più appropriata non poteva essere fatta, dal momento che Assouline é oggi riconosciuto il più autorevole e accreditato studioso/biografo di Simenon. Il primo volume proporrà i romanzi La fuite de Monsieur Monde (1944)  Maigret s'amuse (1956) e Strip tease (1958).
L'abbinamento quotidiano-libro inizierà quindi domani ad un prezzo di lancio che è quello del giornale più 4,90 euro, per poi stabilirsi sul prezzo normale di 9,90 euro. Il libro potrà essere acquistato anche disgiunto dal quotidiano. Particolare strano, mentre ci saranno una dozzina di siti telelvisivi, di giornali e agenzie di stampa francesi che danno questa notizia, sul sito LeMonde.fr, in homepage non abbiamo trovato né una notizia né uno spazio pubblicitario dedicato all'iniziativa che parte domani. Per trovare qualcosa siamo dovuti arrivare alla sezione Le Monde Boutique, all'interno di un box. Qui abbiamo appreso che per i non abbonati è possibile ordinare tutta la serie per 199 euro (185 se foste abbonati). L'indirizzo, per chi fosse intenzionato all'acquisto via internet è:
http://boutique.lemonde.fr/#xtor=AD-9