Ne parlano tutti. Si tratta dell'ambitissimo Nobel per la letteratura assegnato pochi giorni fa' a Patrick Modiano, romanziere francese di origini italiane. Gli vogliamo qui renedere omaggio, non solo per il suo valore letterario, ma anche per il suo impegno nel descrivere e nell'analizzare il terribile periodo dell'occupazione dei nazisti, con implicazioni familiari davvero non facili (il padre ebbe all'epoca traffici loschi e relazioni con i tedeschi). Ma qui vogliamo parlare del romanziere che è un efficace testimone della sua epoca ma anche uno scrittore che scava nella psicologia e nella memoria collettiva e individuale. Non per niente uno dei suoi romanzi s'intitola Un Pedigree, proprio in omaggio all'autobiografico Pedigree di Simenon. Già, perché come capita non di rado tra letterati e intellettuali, Modiano è un ammiratore di Simenon "... ho letto molto Simenon. Questa precisione (quella della sua scrittura n.d.r) mi aiuta ad esprimere delle cose delle atmosfere in cui tutto si diluisce..." ha affermato in un intervista a Pierre Maury.
E in occasione della morte del padre di Maigret scriveva su Le Figaro "... da
qualche anno il passaporto di Georges Simenon riportava la seguente
dicitura - senza professione -. Simenon in precedenza aveva tenuto
particolarmente a che ci fosse scritto - romanziere -. Non - uomo di
lettere - né - scrittore -. Ma - romanziere -. E' stato senza dubbio
l'ultimo ad incarnare quel tipo d'uomo che si chiama romanziere, così
diverso dai poeti, dai saggisti e dagli uomini di lettere...".
Ma c'è di più. Uno che conosce molto bene Simenon, Pierre Assouline, nel 2007 scrisse che "...se Georges Simenon ha un erede di lingua francese, questo è sicuramente Modiano - salvo credere che Simenon sia stato un autore di romanzi polizieschi, ma chi lo crede ancora? - L'uno e l'altro esaminano degli elenchi ed ebbri di nomi, assaporano il gusto di allinearne un certo numero come fossero una cornice del loro prossimo romanzo, felici di sottomettersi alla magia dei patronimi e confidando nella loro capacità di rovesciare l'ordine delle cose; l'uno e l'altro possiedono la genialità di evocare tutto un mondo, con una economia di mezzi che spingerebbe al suicidio tanti dei nostri romanzieri invischiati delle chiacchiere dei loro eroi...".
Modiano è stato insignito del Nobel. Simenon no. Ci è andato vicino un paio di volte. E lui che non amava medaglie, nomination e riconoscimenti, il Nobel era l'unico premio che avrebbe voluto.
Congratulazioni a Patrick Modiano.
sabato 11 ottobre 2014
venerdì 10 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET: IMITAZIONI, PARODIE, CARICATURE...
E' probabilmente tipico dei grandi personaggi suscitare la voglia di imitarli, replicarli sia in un rispettoso pastiche, che in un'irriverente caricatura... E Simenon non scappa certo a questa regola e tanto meno il suo simbolo - sto parlando del commissario Maigret - non può non suscitare nei suoi appassionati ammiratori il desiderio di inventare delle sue nuove avventure... Se ci sono degli scrittori in erba - e io modestamente mi metto tra loro - che hanno pubblicato qualche "imitazione" di buona qualità con l'intento di omaggiare il grande romaziere, ce ne sono altri che hanno pubblicato alcuni testi in varie contesti.
Per trovare qualche informazione a tale proposito ho cercato nella mia biblioteca simenoniana, trovando essenzialmente tre fonti:
• Pour copie conforme - Bibliografie des pastiches, caricatures e parodies de Simenon - Claude Menguy - Chaiers Simenon n°8 - 1994
• Le nombreuses vies de Maigret - Jacques Badou - edizione Les moutons électriques - 2007
• Simenon Pastiches - Paul Aron in Chaier de L'Herne - 2013
Ho scelto in queste tre fonti alcuni elementi che trattano di Maigret, e per chi volesse approfondire il tema, rinvio ai testi suddetti. E spero inoltre che altri simenoniani e maigrettofili possano arricchire queste informazioni...
Nell'ottobre del 1934 Yves Gandon scrisse La page arrachée … à la "Guinguette à deux sous" (si può leggere cercando in Google Books, "Usage de Faux" di Pierre Benoît).
Nel dicembre del 1964 il grande chef Robert Courtine pubblica un pastiche, Le Réveillon de Maigret, in Cuisine et vins de France . Lo stesso autore scrive nel 1984 Maigret au Fouquet's che si può leggere sul sito di Steve Trussel (http://www.trussel.com/maig/fouquetf.htm).
Maggio 1968, stavolta si tratta di un italiano che pubblica L'affare Simenon - ovvero le contro-imprese del commissario Maigret. Una parodia poliziesca dell'attuale serie televisiva, che apparve sul quotidiano di Palermo, L'Ora.
Julyan Simons ha scritto nel 1981 About Maigret and the Stolen papers, che è possibile leggere anch'esso sul sito di Steve Trussel (http://www.trussel.com/maig/stolen.htm).
Lo scrittore belga René Henoumont ha pubblicato tra il 1985 e il 1991 diverse inchieste del commissario Fluet.
L'autore di romanzi polizieschi Thomas Narcejac (autore dell'ottimo studio "Le Cas Simenon") ha scritto nel 1946 L'avant-dernière enquête de Maigret.
Nel 2007 Pierre Veys e Christophe Alvès hanno pubblicato delle strips Malgret e l'affaire Saint-Pouacre, di cui potete trovare qualche disegno su questo sito
http://www.actuabd.com/Malgret-et-l-affaire-Saint-Pouacre-par-Veys-et-Alves-Robert-Laffont.html
Murielle Wenger
giovedì 9 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. BLUE ROOM IN FEST... OVVERO "LA CHAMBRE BLEUE" SU TUTTI GLI SCHERMI
Il film tratto dal romanzo di Simenon La chambre bleue, diretto e interpretato da Mathieu Amalric, dopo essere stato presentato allo scorso Festival di Cannes, ha iniziato a girare per altre manifestazioni cinematografiche. Ma è soprattutto dopo l'estate che va, per così dire, rimbalzando tra diversi festival in verie parti del mondo.
Vediamo un po' tra queste partecipazioni già passate e quelle in arrivo. Il 21 settembre è stato proiettato al 62° Festival San Sebastian. Dalla penisola iberica, passato l'Atlantico, sempre a fine settembre, il 29, è sbarcato a New York per l'importante "prima" americana in occasione del 52° New York Film Festival. Altro spsotamento intercontinentale ed ecco che pochi giorni fà, il 5 ottobre, è stato invece proiettato al 14° Beirut International Film Festival. Dal Medio-Oriente si torna in Europa dove il 15 ottobre sarà presente al London Film Festival, nella sezione "Love". Salta invece l'immminente Festival internazionale del film di Roma, ma intanto si prepara ad un'altra prestigiosa passerella americana a fine gennaio 2015, quella del Sundance Film Festival a Park City nell' Utah.
Come si vede, l'accoppiata Simenon-Amalric va forte anche nei festival cinematografici. Ci dispiace che a Roma non sia presente, ma soprattutto che non ci siano previsioni per la distribuzione della pellicola nel nostro paese.
Dovremo aspettare che esca il solito dvd e ordinarlo magari con Amazon?
mercoledì 8 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET, ADIEU O... AU REVOIR?

Gli appassionati per ora rimangono a secco. Le voci che annunciavano l'uscita del prossimo Maigret nella prima decina di ottobre, si sono rivelate infondate. E tutti che l'aspettavano sono rimasti delusi. E noi con loro, visto che avevamo avuto da varie fonti questa data, confortati anche dalle informazioni del nostro sempre aggiornato Andrea Franco. Già, infatti ad oggi La pipa di Maigret non risulta in uscita a breve, ma nemmeno inserito nelle anteprime.
Ci sarebbe da dire, come il nostro illustratore Giancarlo Malagutti, nella sua vignetta faceva dire a Maigret, "Signora Maigret, prova a fare uno squillo all'Adelphi...è da marzo che non usciamo!".
Già da marzo... o aprile? Beh...sei o sette mesi che differenza fà? Mezzo anno a digiuno, se non contiamo le raccolte di romanzi. Ma come abbiamo già detto, questo potrebbe essere il penultimo Maigret. Forse il terzultimo visto che uno dei racconti rimasti è piuttosto lungo e potrebbe addirittura far volume a sé.
E' come sapere che un nostro caro amico, che ci ha accompagnato per anni, adesso se va... é il guaio dei seriali. Di quelli ben fatti. Ti fanno entrare in un ambiente, ti fanno conoscere i personaggi i protagonisti, riescono a farti sentire uno di loro. Quando ognuno di noi apre le pagine di un nuovo Maigret gli pare di aprire la propria porta di casa e ritrovarsi... chez soi. Ma poi ad un certo punto anche i seriali finiscono ed è un po' come trovarsi senza casa...
Chi ha un bel po' di capelli bianchi (e noi ce li abbiamo) si ricorda di un altro distacco. Quando finì l'avventura del Simenon della Mondadori. Ma lì le cose andarono diversamente. L'editore di Segrate non aveva pubblicato nè l'intera serie dei romanzi, e nemmeno tutto dei Maigret. Ma era già in atto il passaggio ad Adelphi che aveva iniziato a pubblicare i romans-durs e addirittura, per un periodo, sia Adelphi che Mondadori pubblicarono entrambe i Maigret, il primo iniziando dai titoli dell'esordio, l'altro partendo a ritroso dall'ultimo per più di una decina di titoli. Poi tutto passò nelle mani di Adelphi.
Invece adesso sappiamo che ci sono ancora molti romanzi da pubblicare, mentre Maigret è stato "spremuto" tutto e mancano solo alcuni racconti. E non si sa se Adlphi abbia o non i diritti per ricominciare dal primo... Potremmo ritrovarci tra qualche anno che i Maigret non si trovino più... e allora tutti a cercare su Ebay o sui siti di mercatini on-line di libri usati... Come succedeva anni fa', ma allora si andava a spulciare sulle bancarelle dei vecchi libri, o da qualche rigattiere. Ma anche allora di Simenon non se ne trovavano. Perchè? Semplice, chi ce l'aveva se li teneva stretti... e i pochi in circolazione sparivano subito. Non vediamo perchè non dovrebbe erssere ancora così...
Insomma quando, con il contagocce saranno finiti i Maigret dovremo dirgli adieu o potrebbe bastare un au revoir?
martedì 7 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. SIGNORE E SIGNORI, ECCO A VOI... IL COMMISSARIO "GRASSET"!
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Il commissario Grasset |
Giancarlo Malagutti
lunedì 6 ottobre 2014
SIMENON SIMENON...MA ALFRED E GEORGES CI RACCONTANO LA STESSA STORIA?
Ieri su uno dei blog de La Repubblica, viene riportata la famosa e ormai po' trita storiella di Alfred Hitchcock che avrebbe telefonato a Simenon, dal momento che aveva in mente di trarre un film da un suo romanzo. Al telefono la segretaria gli risponde che non sarà possibile passarglielo perchè il romanziere sta scrivendo e non può essere disturbato. Imperturbabile Hitchcock risponde che aspetterà al telefono dal momento che già sa che l'attesa sarà breve.
Ancora una storiella che ha trovato il suo successo nel fatto che mette a nudo particolari caratteristiche di due uomini eccezionali: la rapidità di scrittura di Simenon e l'imperturbabilità di Hitchcock anche nei confronti delle cose più terrificanti o noiose.
Ma se andiamo ad esaminare la vita e l'opera dei due, i punti di contatto non sono poi così rari, anzi... Facciamo allora una rapida e sommaria carrellata.
Intanto stiamo parlando di due contemporanei, Simenon nasce quattro anni dopo Hitchcock, il regista muore sei anni prima dello scrittore. Come il belga di Liegi, Simenon, avrà successo in Francia, sir Alfred nasce ed inizia a lavorare a Londra, ma poi si trasferirà negli Stati Uniti dove esploderà la sua carriera e la sua popolarità. Entrambe persero il padre molto presto, Hitchcock a 15 anni, Simenon a 17. Ma aldilà delle coincidenze biografiche, un aspetto importante che li contraddistingue entrambe è la capacità di realizzare delle opere che sono stimate dalla critica (anche se con un certo ritardo per entrambe), ma che godono di un notevole successo presso il grande pubblico. E mentre nel '29 Hitchcock (a trent'anni) arrivava alla piena popolarità con Blackmail, nel '31 Simenon (a ventott'anni anni) otteneva il suo primo grande successo con la serie dei Maigret.
Un'altra costante importante nei film e nei romanzi dei due è il caso. E' comune ai due la narrazione di storie dove una vita tranquilla viene sconvolta da un elemento accidentale, elemento che possiamo chiamare caso implacabile oppure destino ineluttabile, ma che indefinitiva sono la stessa cosa.
Ed nfatti entrambe scrivevano storie non certo consolatorie, ed entrambe si rivolgevano all'uomo comune, spettatore o lettore che fosse, e il personaggio della vicenda era anche lui un uomo comune. Analogo processo di identificazione, quindi, sia nei film di Hitchcock che nei romanzi di Simenon.
E ancora, il sottilissimo confine che separa in Hitchcock il bene dal male, la normalità dalla follia, è in qualche modo l'altra faccia della medaglia della convinzione simenoniana per cui "occorre comprendere piuttosto che giudicare". Insomma per tutti e due quello che appare non è quasi mai la verità e dietro agli individui si nascondono storie e avvenimenti che vanno conosciuti e soprattutto compresi.
Di conseguenza anche l'analisi psicologica dell'uomo (e quindi anche dei personaggi delle loro opere) è un'altro interesse forte che lega i due. Patologica o normale, la psiche umana è quindi uno degli elementi primari sia del regista sia del romanziere, attorno alla quale si sviluppa una parte fondamentale delle rispettive opere.
In ultimo, sia pur nella loro differenza, la capacità e del regista e dello scrittore di creare un'atmosfera assolutamente originale, che non è solo uno sfondo della vicenda, ma un elemento sinergico con la storia. Stiamo parlando di quelle atmosfere che rendono immediatamente ricoconoscibile un film di Hichcock e un romanzo di Simenon, due pilastri della narrazione del '900, che ancora oggi sono punti di riferimento imprescindibili.
sabato 4 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. PERCHE' FINI' L'ISPIRAZIONE? LA VERSIONE DI MURIELLE
Siamo particolarmente contenti di poter offrire ai nostri lettori questa analisi sugli ultimi anni della vita di Simenon e sul motivo della sua decisione di smettere di scrivere. E' un periodo cruciale della vita del romanziere che getta una luce sulla sua vita e sulla sua opera. E l'analisi di Murielle Wenger è particolarmente interessante, documentata e profonda. Un'analisi che non s'improvvisa e che dimostra lo spessore di Murielle, come conoscitrice e studiosa di Maigret e di Simenon... di lungo corso. (m.t.)
Qualsiasi
lettore pratico della saga maigrettiana non può provare un certo
stupore, direi un certo malessere, quando s'immerge nella lettura di Maigret
et
l'homme tout seul (1971). In effetti questo romanzo è costruito in modo
singolare e diverso dagli altri della serie, al punto che il lettore vi
ritrova con difficoltà i punti di riferimento abituali: innanzitutto
questo utilizzo che l'autore fà delle date, con una specifica citazione
del fatto che l'indagine si svolga nel 1965; estremamente rari sono i
romanzi di Maigret in cui Simenon cita le date: si possono fare gli
esempi di Monsieur Gallet, décédé (ambientato nel 1930) e La première enquête de Maigret (ambientato
nel 1913). Si noterà che questo riferimento cronologico in questo caso
fà risalire l'indagine al 1945 e permette all'autore di tornare su una
vicenda che, fino a quel momento, non era stata chiarita nella serie
(siamo al terzultimo titolo della serie Maigret - n.d.t). Stiamo parlando
dell'allontamento di Maigret a Luçon (vedi La
maison du juge), e quasi si può ravvisare una sorta di
parallelo tra l'allontamento del commissario dal suo abituale luogo di
lavoro e "l'esilio" vissuto dall'autore nel brutto periodo dopo la
guerra...
Ma
quello che è più strano in questo romanzo è il numero dei piccoli
dettagli, dei "difetti di costruzione", si potrebbe dire anche
le incongruenze e la poca verosimiglianza che sono state rilevate da Andé
Vanoncini nel suo libro Simenon
et
l'affaire Maigret. Si possono citare due elementi che permettono di
risolvere l'intrigo e far avanzare l'inchiesta, ma che sembrano un po'
"tirati per i capelli": il primo lo troviamo nel terzo capitolo quando
Maigret si reca al Cyrano per interrogare un garzone del caffé
a proposito di Nina e Vivien; l'autore allora fà spuntare un personaggio,
che ci dice " ha sentito la conversazione" e come per caso si ricorda
della coppia che ha incontrato vent'anni prima; Il secondo si trova alla
fine del quarto capitolo: fino a quel momento l'indagine sembra
impantanata, Maigret pare non saper più da che parte dirigere le sue
ricerche e in quel momento riceve una misteriosa telefonata anonima di
cui non ci verrà mai svelata la provenienza. In nessuna parte del
romanzo si fa riferimento al suo contenuto e al lettore rimane la
curiosità... (va notato, ad esempio, che nell'adattamento televisivo di
questo romanzo della serie con Jean Richard, lo sceneggiatore sceglie
di far vedere che la telefonata è fatta da M.me Vivien stessa)... Ed
ecco Maigret che, sulla base di una semplice telefonata, si lancia sulla
pista di Mahossier,
decidendo anche, in spregio a qualsiasi verosimiglianza, di prendere
subito l'aereo per La Baule per poter interrogare l'uomo, che si rivelerà
davvero il colpevole...
Si
ha l'impressione che l'autore diverse volte sia rimasto in panne con
l'ispirazione, che gli non abbia saputo condurre la trama in modo
realistico, come abitualmente faceva negli altri Maigret, dove i
coups de théâtre sono in verità piuttosto rari e l'inchiesta sembra sempre filare
liscia, e invece abbia dovuto ricorrere a trucchi grossolani, tirando fuori
dal cappello da illusionista sia un testimone che una telefonata anonima, entrambe provvidenziali...
Più
che l'intrigo, il lettore rivolge alora la propria attenzione alla data di
scrittura, pensando di trovarvi qualche indizio che gli permetta di
capire cosa è successo. E
così si scopre che questo Maigret è stato scritto nel febbraio del
1971, cioè due mesi dopo la morte di Henriette Simenon, la madre di
Georges. E ci torna in mente quello che ha scritto Pierre Assouline a
proposito della relazione tra romanziere e la madre, la sua continua
domanda di riconoscenza. Assouline spiega in sostanza che è come se Simenon abbia cercato tutta la vita di provare a sua madre che lui era
qualcuno e il biografo sottolinea questa strana coincidenza, Simenon
smette di scrivere dopo poco la morte della madre, come se d'allora in poi
non fosse più necessario provarlo a chicchessìa...
E si può dire che sia (quasi) vero: Henriette muore nel dicembre del 1970; Simenon scriverà ancora tre Maigret e due romans dur (La cage de Verre et Les innocents)
che raccontano entrambe una storia di solitudine , quella di un uomo
isolato dagli altri, la cui solitudine gli impedisce di allacciare
rapporti con coloro che lo circondano, anche con i più vicini... Due storie
di uomini soli, in qualche modo... E si capisce meglio allora questo
Maigret et L'homme tout seul, dal titolo chiaramente evocatoroio, il
primo testo redatto dallo scrittore dopo la morte della madre...
E si ha l'impressione che l'autore abbia perso i suoi riferimenti,
che non sappia più come costruire un intrigo verosimile, come fare per
dimostrare come sia un buon romanziere, che esercita il suo mestiere con
arte e talento... Certamente ci riprova, scrive ancora tra i due
romans durs suddetti Maigret
et l'indicateur un buon romanzo della serie; ma è l'ultima
debole fiammata del fuoco d'artificio: il suo utlimo romanzo sarà
Maigret et Monsieur Charles nel quale si percepiscono, sottotraccia,
alcuni indizi che fanno sospettare come l'autore, sia pur ancora del tutto
inconscio, sia arrivato alla fine della sua serie. E quando Simenon
tenta di attaccare un nuovo roman dur arriva la panne definitiva: appunta
sulla busta gialla, dei nomi, alcune informazioni, ma l'ispirazione non
c'è più: perché scrivere ancora se non c'è più nulla da provare?
Ma
siccome sente lo stesso il bisogno di esprimersi, si mette a dettare
pensier su tutto e su niente, su di lui e sugli altri e occorrerrà il
tragico suicidio della figlia perchè riprenda la penna e tenti, in
Mèmoires intimes di capirsi e di comprendere quello che è successo. E
comunque... si può non notare che in Mèmoires intimes la morte della madre non è mai citata?
Certo questoa biografia è stata scritta in funzione degli avvenimenti legati
ai figli del romanziere, ma nonostante ciò l'anno 1970 non è ricordato con
tutto quello che lo concerne e si passa direttamente dall'allusione alla
redazione de La disparition d'Odile (conclusa il 4 ottobre) al ricordo
del Natale. Nel frattempo ci sarebbe stato, in novembre, l'entrata della
madre in ospedale e la sua morte all'inizio di dicembre. Ma nessuna
traccia dell'avvenimento nelle Mémoires... Forse, dopo tutto, Georges
credeva di aver regolato i conti, sei anni prima, dettando la
toccante Lettre à ma mère...
Murielle Wenger
venerdì 3 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. ECCO DOVE TROVARE "GEORGES SIMENON, LE PATRON"
Grazie ad una segnalazione della nostra collaboratrice, sempre informatissima, Murielle Wenger, oggi siamo in grado di indicarvi dove poter acquistare "Georges Simenon - Le Patron" il libro scritto da Pierre Assouline, che è stato recentemente messo in edicola in Francia dal quotidiano Le Monde (collana Hors-Série) di cui abbiamo vi abbiamo riferito qui su proprio su Simenon-Simenon qualche giorno fa'.
Quindi tutti coloro che non si spaventano a leggere in francese possono andare ad acquistarlo su questa pagina:
http://boutique.lemonde.fr/le-monde-hors-serie-georges-simenon.html
Quindi tutti coloro che non si spaventano a leggere in francese possono andare ad acquistarlo su questa pagina:
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SIMENON SIMENON. MAIGRET E LA VISITA INASPETTATA
Questa volta Paolo Secondini ci presenta una delle sue short-stories, che sono quasi un quadro, un'istantanea che replica tante scene che abbiamo nella nostra memoria collettiva e che ci tornano vivide e chiare quando pensiamo al commissario simenoniano.
E indicò suo marito il quale, in
effetti, dormiva sulla sedia a sdraio, all’ombra di un ciliegio, le mani
intrecciate sull’addome, il cappello sul viso.
Oggi si tratta di un incontro.
Maigret pensionato fa' la siesta. Location: il giardino della casa di Meung-sur-Loire. La signora Maigret introduce un ospite inaspettato...
• Ricordiamo a tutti i nostri appassionati lettori che ognuno può inviare una breve racconto che riguardi Maigret o alla Simenon (auguri!), all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
Buona Lettura.
Oh, ispettore Lucas!» esclamò la
signora Maigret aprendo la porta della piccola casa di Meung-sur-Loire. «Che
piacere rivederla dopo tanto tempo. Ma prego, si accomodi
«Grazie! Spero di non disturbare.
Passavo da queste parti e ho pensato di fare una visita al capo.»
La signora Maigret sorrise
cordialmente.
«Al suo ex capo, vorrà dire… Da quando è in pensione non fa che poltrire
tutto il giorno, come in questo momento. È in giardino, sicuramente sulla sedia
a sdraio, il cappello di paglia sugli occhi… Credo che la sua visita lo
scuoterà dal torpore nel quale è caduto. Ma venga, Lucas, andiamo a
svegliarlo.»
Attraversarono il corridoio, poi
l’ampia cucina, accogliente più di un salotto, e furono infine sul retro della
casa.
«Eccolo là,» esclamò la signora
Maigret. «Che le dicevo?»

Si avvicinarono.
«Maigret?... Indovina chi è venuto
a trovarti?... Mi senti?... C’è una visita per te… Su, sveglia, dormiglione!»
«Chiunque esso sia, ti autorizzo a
dirgli che non ci sono,» borbottò Maigret da sotto il cappello.
«Prova almeno a vedere di chi si
tratta. Poi mi dirai se è il caso di riceverlo o no. È qui con me.»
Lentamente l’ex commissario si
tolse il cappello dal viso. Guardò, gli occhi assonnati, il nuovo arrivato.
«Lucas!... Lucas!... Sei proprio
tu?» esclamò raggiante di gioia. «Caro, vecchio Lucas!... Ti trovo bene, sai?»
«Anche voi, capo, state
magnificamente. Si vede che l’aria di Meung-sur-Loire vi giova moltissimo.»
Maigret si rivolse a sua moglie:
«Louise, ti prego, porta qualcosa
di fresco da bere… Quel vinello bianco della nostra vigna.»
«Ma certo, subito!»
«Caro, vecchio Lucas!» disse ancora
Maigret, per il quale la visita dell’ispettore era senz’altro una bella
sorpresa. «Che si dice a Parigi?... E i miei ragazzi?... Lapointe, Janvier,
Torrence… Che fanno?... Eh, sempre impegnati, immagino! Sempre attivi, in
gamba… Sempre dietro a qualche furfante da pedinare o da arrestare. Non è
così?»
Lucas si schiarì leggermente la
voce.
«Sentono molto la vostra mancanza,
capo, come del resto la sento io. E parecchio, anche! Il Quai des Orfèvres non
è più lo stesso da quando siete in pensione. È decisamente cambiato. Diversa
atmosfera, altre facce, altri rapporti col nuovo commissario. Un pignolo che
non vi dico!… Tutto sembra avere un aspetto insolito, strano, al quale,
credetemi, è difficile abituarsi.» Emise un sospiro. «Eh, capo! Quando eravate in
servizio voi, il Quai era quasi una casa per noialtri, perfino accogliente. E
tutti, si può dire, formavamo una sola, grande famiglia. Le cose sono profondamente
cambiate, sì. Non è più come un tempo,» ribadì crollando la testa. «No davvero!...
Ci mancate, capo; ci mancate molto, anzi moltissimo. Specialmente quando…»
S’interruppe, come se un nodo alla
gola gli precludesse di continuare.
Maigret reclinò la testa sul petto,
strinse le mascelle, e a stento riuscì a trattenere una lacrima. Non aveva mai
pianto al cospetto di un suo ispettore ma, in quel momento… sentiva una gran
voglia di farlo.
Paolo Secondini
mercoledì 1 ottobre 2014
SIMENON SIMENON... LE ULTIME "PIPATE" DI MAIGRET ?
Dovrebbe
mancare una settimana, massimo dieci giorni. L'uscità è infatti attesa da mesi,
come ben sanno tutti i maigrettofili. Stiamo parlando de La pipa di Maigret (120 pp.)
che, a dar retta alle voci sui programmi delle uscite Adelphi, dovrebbe essere
in libreria nella prima decina di ottobre al prezzo di dieci euro circa. E',
ancora una volta, una raccolta in cui si troveranno tre racconti:
• La pipa di Maigret
• La testimonianza del
chierichetto
• Maigret e l'ispettore Malgracieux.
Si tratterà con ogni
probabilità della penultima raccolta di inediti, pubblicata da Adelphi (chissà quanto dovremo penare per l'ultima...)
che chiuderà così tutto il ciclo del commissario simenoniano sia per i romanzi
che per i racconti.
Per ora il titolo non è
stato ancora inserito tra le anteprime Adelphi, nè sulle piattaforme di vendita
on-line più diffuse (noi l'abbiamo
trovato solo su Alphalibri),
ma sarà questione di giorni.
Il primo racconto tratta di
un'idagine che inizia male. Dopo aver ascoltato M.me Leroy e suo figlio,
su una strana storia di un'effrazione della loro casa, che però non ha
comportato nessun furto, il commissario si accorge che gli è stata rubata una
pipa tra quelle che erano lì sulla sua scrivania... Da chi?... Perché?
Nel secondo racconto un
chierichetto di una cittadina di provincia rivela alla polizia un omicidio che
però di primo acchitto sembra non essere avvenuto...
A Maigret tutto ciò
ricorda quando lui stesso era piccolo e serviva messa, ma questo non lo
distoglie certo dal cercare di capire se il ragazzo menta o dica la verità...
Nel terzo, Maigret, che è a
Parigi a trovare il nipote poliziotto, assiste ad un allarme sul tabellone
luminoso di Paris-Secours. Qualcuno
ha infranto il vetro di una colonnina di soccorso, dato l'allarme all'incrocio
tra rue Caulaincourt e rue Lamack... Poi si sente una sparo e un'imprecazione,
proprio come era successo sei mesi prima. Maigret si precipita sul posto....
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