lunedì 10 settembre 2012

SIMENON: MA MAIGRET E' UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO O... GRANDE?

Simenon era abile. Assai abile. Ad esempio, nel costruire il personaggio più famoso della sua opera, ha scelto un borghese. Uno di quelli che, se non fosse stato per il tipo di mestiere che esercitava, sarebbe stato un uomo tutto casa e ufficio, accudito e pasciuto da una premurosa mogliettina. Un funzionario scrupoloso, onesto, ma non brillante, soprattutto se la sua occupazione fosse stato di tipo burocratico. Simenon lo ha detto chiaro e tondo: Maigret non è intelligente, è intuitivo.
E per un commissario di polizia giudiziaria può essere un dote straordinaria, ma per un impiegato, anche di buon livello, l'intuizione non serve.
La scelta del borghese può apparire di primo acchito un po' in contrapposizione con le idee che Simenon aveva della piccola borghesia, attacata alle tradizioni, alle loro piccole gratificazioni, con un'attitudine più ad apparire che ad essere.
E nei suoi romanzi non ha avuto remore nel raccontare di questi piccoli personaggi, gretti, un po' ristretti nelle loro vedute, nella loro vita piccola piccola invidiosi dei successi o delle ricchezze dei loro pari, dandone ovviamente un giudizio negativo per il comportamento che teneva conto delle convenienze sociali, che indossava una maschera che a volte li opprimeva a tal punto che poi bastava un nonnulla per compiere il passaggio della linea. Liberatisi dalle convenzioni e dai vincoli borghesi e ptevano darsi liberamente ad una vita sregolata, dominata solo da piacere e dal caso. Questo voleva dire essere ripudiati dal consesso sociale e non di rado imboccare prima o poi un cirrcolo vizioso che li avrebbe portati alle estreme conseguenze, spesso al carcere quando non addirittura alla alla morte.
Maigret allora è una mosca bianca. Infatti molte delle caratteristiche che abbiamo elencato sono ache le sue, ma... C'è un ma. Maigret stona in mezzo a questo grigiume borghese se non altro per una sua caratteristica, la sua famosa convinzione "meglio capire che giudicare". Questo gli fornisce un modo di vedere il mondo che va lontano, che non si ferma alle apparenze, che scava tra la psicologia e che si addentra tra le esperienze concrete della gente, che ne studia l'ambiente e le relazioni interpersonali, per coglierne l'essenza e quindi compredere il perchè di certi comportamenti e i motivi che potrebbero averlo spinto o mano a compire quel reato.
Questo basta per fare di Maigret, borghese con una statura e una caratura che nulla aveva a che fare con i borghesi piccoli piccoli dei romanzi di Simenon. Poi la sua giovinezza a contatto con i contadini, nel fondo amministrato dal padre, gli anni di università a medicina e soprattutto la carriera che lo aveva portato ad essere, non solo un commissario divisionale della polizia giudiziaria di Parigi, ma anche un personaggio noto alle cronache, dal momento che nei casi più clamorosi i quotidiani parlavano spesso e volentieri di lui.
E di qui anche le sue, forzate e sia pur esigue, relazioni con un mondo di personaggi che andavano dal giudice Comelieu, in su che forzavano la sua natura che rimaneva essenzialmente borghese. Potremmo dire il lato buono della borghesia? Forse Simenon pensava al padre Desiré, impegato d'assicurazioni, ma senza velleità di carriera? D'altronde anche Maigret, quando gli fu offerta, rifutò la Direzione Generale di tutta la polizia parigina. A lui bastava restare commissario.

domenica 9 settembre 2012

SIMENON, ANCORA NUMERI, NUMERI, NUMERI....


Le classifiche che dicono che all'ottavo posto dei primi 100 ebook più venduti su LibreriaRizzoli.it, il negozio online di Rcs Mediagroup abbiamo dell’ultimo cofanetto digitale (storie 30-35) della collana di Adelphi sulle inchieste di Maigret (19,99 il prezzo per i cinque ebook). Così però non è nella classifiche di altre piattaforme (Amazon, IBS Bol.it, BookRepublic...) che non vedono il cofanetto nemmeno tra i primi 100.
Su questo dato va comunque fatta una riflessione. Anche se é vero che si tratta di debutti assoluti (e nel recinto Rizzoli) per l'editoria elettronica (e che Adelphi é 100% del gruppo Rizzoli), va anche sottolineato che il prezzo di quelli che lo precedono è di 6,99, poi giù giù fino a 4,99 per arrivare addirittura, per il più venduto, a 1,99. Il cofanetto invece costa 19,99 che potremmo definire un prezzo da libreria.
E visto che siamo in tema di numeri, vi aggiorniamo sull'ultimo report dell'Index Translationum (dal 1979 al 2011, per tutte le lingue e le nazioni del mondo), l'indice delle opere letterarie tradotte nelle diverse lingue del mondo e aggiornato dall'Unesco tre volte l'anno.
Bene, l'ultimo report certifica Georges Simenon come 16° scrittore più tradotto al mondo, con oltre con quasi 2300 versioni delle sue opere.

sabato 8 settembre 2012

SIMENON SIMENON, 750 POST E ADESSO ARRIVA IL "JOURNAL"

Ieri abbiamo messo on-line il nostro 750 post. E' un traguardo che abbiamo raggiunto in meno di un anno e nove mesi. Insomma un risultato che è stato possibile grazie all'interesse che tutti voi, appassionati simenoniani, avete dimostrato e continuate a dimostrare nei confronti di Simenon-Simenon. Ma questo è anche un punto di partenza per una serie di iniziative che prenderemo quando inizieremo il secondo anno di vita di questo blog quotidiano. Questa scommessa, che molti avevano giudicato azzardata, per ora regge: tutti i giorni un intervento su uno e un solo scrittore è una bella sfida alla quale, bene o male, fino ad oggi abbiamo retto anche grazie al contributo dei nostri attachès del cosiddetto Bureau Simenon-Simenon, tra i quali vogliamo ricordare l'esperta maigrettologa Murielle Wenger, l'onnipresente e informatissimo Andrea Franco, l'inspirata e sognante Paola Cerana, ma anche Giorgio Muvi, Antonio Carnicella, Cristina De Rossi... Insomma la partenza in solitaria si è trasformata in un cammino con una buona, anzi direi ottima compagnìa.
Ma se non potevano far passare sotto silenzio il raggiungimento de 750° post, non potevamo restare con le mani in mano. E così da oggi parte una nuova iniziativa: il Journal, una sezione dove raccoglieremo gli interventi, i commenti e le notizie più interessanti che troveremo sul web, sui giornali, sui libri, tutti rigorosamente non italiani. Questo per allargare il nostro sguardo a quello che succede (ma anche che è successo) nel mondo della saggistica e della informazione internazionale nell'ambito simenoniano. Troverete un piccolo assaggio e poi, se l'argomento vi è risultato nuovo o interessante, il link per leggere il testo intero.
Vi ricordiamo che se siete appassionati di Georges Simenon, se ne leggete i romanzi e/o i Maigret, se lo conoscete bene e se avete voglia di scrivere su di lui potrete diventare anche voi degli attachès del Bureau Simenon-Simenon, basta scrivere all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com o segnalarcelo nello spazio dedicato ai commenti.

venerdì 7 settembre 2012

SIMENON E L'ANNOSA QUESTIONE DEL SUO RAPPORTO CON I NAZISTI

E' sempre stata un'ombra che ha gravato sull'uomo Simenon, la sua presunta collaborazione con i nazisti durante l'occupazione della Francia. Ora ci torniamo su grazie ad un'intervista che il figlio John ha rilasciato quest'estate al quotidiano elvetico La Croix.
E' un lungo articolo dei gornalisti Sophie Laurant e Olivier Born (AFP), intitolato John Simenon : "Jamais mon père, Georges, n’a soutenu les idées fascistes",
in cui si toccano vari temi e tra gli altri anche quello delle idee politiche del pardre Georges.
Alla domanda di come abbia vissuto il periodo dell'occupazione John risponde:
"... ha vissuto momenti difficili: la paura di essere bombardato, il che lo spinse a lasciare La Rochelle a rifugiarsi nella regione di Marais Poitevin. Poi i momenti in cui dovette dimostrare che non era ebreo (il suo cognome Simenon derivava per inazisti dal ebraico Simon n.d.a.), e, infine, il problema dell'inchiesta aperta su di lui con la Liberazione. Ma fu presto chiusa perché il dossier era vuoto. Mio padre non ha mai sostenuto le idee fasciste...".
E poi continua "... quello che lo irritava è che gli si chiedeva di giustificarsi davanti a zelanti personaggi che non avevano partecipato alla Resistenza, ma ne chiedevano conto agli altri!...".
Certo c'erano dei precedenti, gli articoli che aveva scritto, ai tempi in cui faceva il giornalista al quotidiano di Liegi, sul pericolo giudaico e altri temi del genere. A questo proposito John Simenon aveva già avuto modo di dichiarare, in un suo intervento alla Fiera del Libro di Torino, nel 2009, come "...Il suo antisemitismo è messo nero su bianco negli articoli che scrisse sulla "Gazette de Liège". Ma aveva 16 anni. In seguito lo riconobbe. E se ne pentì amaramente. Per quanto riguarda il populismo, in Francia il “povero” era unicamente identificato con l’operaio. Lui invece si interessava alle tribolazioni di impiegatucci, piccoli commercianti, les petites gens. Si immergeva in quel mondo, perché lo riteneva più vero. E forse per rivincita sulla madre, che non lo lasciava giocare con i figli dei proletari..."

giovedì 6 settembre 2012

SIMENON. LA SOURIS, UN CLOCHARD CHE ARRIVA DAI MAIGRET?

Il 6 settembre del 1938, per i tipi delle edizioni Gallimard, veniva pubblicato il romanzo "Monsieur La Souris", finito di scrivere da Simenon l'anno precedente durante un suo soggiorno nella tanto amata isola di Porquerolles.
Perchè parliamo di questo libro? Beh, intanto oggi è il 6 settembre e sono 74 anni che questo libro è stato scritto. Ed è a nostro avviso uno degli esempi  di come le opere i Simenon siano particolarmente attuali, non solo nel linguaggio, ma anche nel meccanismo narrativo, nelle tematiche e nelle motivazioni psicologiche, anche se stiamo parlando di una storia scritta quasi un secolo fa'.
Inoltre va sottolineata una curiosità. Allora Simenon era ormai un romanziere lanciato, scriveva per una casa editrice molto prestigiosa, eppure, pur essendo questo uno di quelli che lui chiamava romans-durs, non solo c'è un omicidio, un intrigo, delle indagini e quindi un ritmo da... Maigret, ma tra i nomi dei personaggi ritroviamo un certo commissario Lucas e due ispettori Lognon e Janvier, figure di casa nelle inchieste del commissario Maigret.
Dei nomi non vogliono dir nulla, si potrebbe obiettare. Giusto. Ma perchè tra tanti nomi a disposizione (e ricordiamo le pile di elenchi del telefono che Simenon teneva a portata di mano per trovare il nome gusto per ogni personaggio), ha scelto proprio questi  che sembrano, insieme ad un certo taglio narrativo, sembrano voler creare una sorta di ponte tra i romanzi e i Maigret?
Intanto l'ambientazione, Parigi, la brasserie Dauphine, l'incipit dedicato al lamentoso ispettore Lognon, poi père La Souris, questo speciale chlochard che assomiglia molto a quelli con cui ha spesso a che fare Maigret. E quando si scopre che l'assassinato è un alto esponente della finanza svizzera, entra in scena il commissario Lucas di Quai des Orfèvres. Un capitolo intero (almeno nella vecchia edizione Mondadori del "telati verdi" del '59) intitolato Un interrogatorio a canzonetta, un classico delle inchieste di Maigret.
Insomma i punti di contatto non sono pochi e anche se la storia è popolata da altri personaggi e altri temi come il confronto della vita del clochard e di questi signori dell'alta finanza internazionale, il tema del destino fino alle sue estereme conseguenze, rimane un opera che, come abbiamo più volte sostenuto, dimostra come la distanza tra i romans-durs e i Maigret non sia poi così ampia.
Vale la pena rileggerlo anche se per ora, a quanto pare, non risulta disponibile sul catalogo Adelphi.... provate a cercarlo on-line.
A proprosito di questo libro, va aggiunto per completezza che ne furono tratti ben due film, il primo francese, Monsieur la Souris, nel 1942, per la regia di Georges Lacombe, con Raimù nella parte de La Souris. Il secondo è una produzione inglese del 1950, Midnight Episod, di Gordon Perry, con Stanley Holloway nella parte del clochard.

mercoledì 5 settembre 2012

SIMENON. ANCORA SUL NUOVO MAIGRET "RUE PIGALLE"

Raccolta originale dei racconti
La notizia non è nuova, le avevamo già dedicato un post un paio di settimane fa' (Simenon. Maigret continua a... Pigalle con i racconti) e, su segnalazione del nostro attachè Andrea Franco, vediamo che anche Wuz conferma la notizia, specificando che il volume uscirà in ottobre, che l'Adelphi ha fissato il prezzo a 10 euro, che consterà di 144 pagine. Non si fa cenno invece ad un'eventuale versione ebook. Fa un po' sorridere la classificazione: "gialli-horror-noir". Crediamo che se non fosse stato cremato, Simenon, come si dice, si rivolterebbe nella tomba ad essere codificato in questo modo.
Siamo tornati a dire più o meno le stesse cose, anche perchè abbiamo visto dai commenti, dalle note e dai messaggi che l'interesse dei nostri lettori su questa nuova serie di Maigret (i racconti, visto che i romanzi sono esauriti) è notevole. E quindi una conferma di quanto avevamo anticipato ci pareva doverosa.
Si parla di nove racconti, anche se poi Wuz ne elenca solo sette.
Il nostro Andrea Franco, come al solito, nella sua nota del 23 agosto, ne aveva azzeccati 7 sui 7 presentati. Ne aveva citati altri due, di cui però non abbiamo una conferma ufficiale.
L'antologia riunisce alcuni dei racconti scritti a La Rochelle, dove si trovava Simenon nel luglio del 1938, poi raccolti in un antologia edita da Gallimard nel marzo del '44 sotto il titolo Les nouvelles Enquête de Maigret.
Ecco la previsione che il nostro Andrea faceva nella sua nota del 23 agosto: "...secondo me "Rue Pigalle e altri racconti" conterrà i primi racconti in ordine cronologico quindi La péniche aux deux pendus, L'affaire du boulevard Beaumarchais, La fenêtre ouverte, Monsieur Lundi, Jeumont, 51 minutes d'arrêt!, Peine de mort, Les larmes de bougie, Rue Pigalle , Une erreur de Maigret. Di questi ne sono quasi certo, poi non so se il volume ne conterrà altri....".
Rimangono non ufficializzati La fenêtre ouverte e Monsieur Lundi, ma vedrete che anche su quelli avrà avuto ragione.