lunedì 21 gennaio 2013

SIMENON, QUANDO LEGGO I SUOI ROMANZI...

Ed ecco, dopo il post di ieri, un bellissimo intervento della nostra carissma attachèe Murielle Wenger. Leggete, chi può in francese (chi non lo conosce purtroppo in una nostra traduzione) le sue emozioni quando entra nel mondo di Simenon.



Roma - dalla nostra attachée Murielle Wenger



 "Quand je relis Dumas, c'est pour courir à l'aventure, m'échapper à la fois dans le temps et dans l'espace, juste pour oublier pendant un instant le monde qui nous entoure… Quand je relis Proust, c'est pour le plaisir de savourer la poésie d'une langue… Et pourquoi je reviens à Simenon ? Pourquoi relire encore ces romans, où certes on est plongé dans un monde qui n'est ni très gai, ni très incitant à la bonne humeur… A part quelques-uns (je pense en particulier au très beau Il y a encore des noisetiers, un vrai roman de l'espoir), quand on referme un roman de Simenon, on n'est guère enclin à trouver que la vie est facile à vivre, on en arriverait à se dire: "à quoi bon…?" … Et pourtant…
Pourtant, on en ouvre un nouveau, car on y cherche sans doute à comprendre notre vie d'Homme, à comprendre comment chacun essaie de mener sa barque à travers sa propre histoire. Un roman de Simenon, c'est comme un miroir que l'auteur nous tend, en nous disant: "Dans telle situation, avec tel passé, regarde comment un être humain réagit, comment il a vécu cette situation, comment il l'a surmontée. Et toi, comment t'y prendrais-tu ?" C'est cette réflexion sur nous-mêmes à laquelle Simenon nous incite qui fait la force de son œuvre.
Et cependant, ce que je préfère encore, c'est ouvrir un "Maigret". Pourquoi ? Parce que dans ces romans-là, qui n'ont rien à envier aux romans "durs", ou "gris", comme on voudra, le personnage du commissaire nous fait voir les choses avec une certaine légèreté. Le thème peut en être aussi noir, aussi dramatique que dans un autre roman de Simenon, cependant à travers les yeux de Maigret on se prend à penser que la vie, malgré tout, vaut la peine d'être vécue. Comme le commissaire, qui ne se fait plus d'illusions sur la condition humaine, n'en garde pas moins l'espérance en la vie, de même on en vient à se dire que c'est dans les petits bonheurs quotidiens qu'il faut chercher la force de continuer, le plaisir d'être au monde et d'en savourer les couleurs…



"Quando rileggo Dumas è per tuffarmi nell'avventura, fuggire sia nel tempo che nello spazio, tanto per dimenticare, almeno per un istante, il mondo che mi circonda... Quando rileggo Proust è per il piacere di gustare la poesia di una lingua... Ma perchè rileggo Simenon? Perchè torno sui suoi romanzi dove si è immersi in un mondo che sicuramente non è allegro, né che invita al buon umore... A parte qualcuno (penso in particolare al bellissmo "Il y a encore des noisetiers", un vero romanzo della speranza"), quando si finisce e si chiude un romanzo di Simenon non si è certo portati a credere che la vita sia facile da vivere, ci si arriva a chiedere "ma perchè mai"... E comunque... Comunque se ne apre un'altro perchè, senza dubbio, vi si cerca il senso la nostra vita come Uomini, e si cerca di comprendere come ciascuno cerchi di governare la propria imbarcazione attraverso la propria storia. Un romanzo di Simenon è come uno specchio che l'autore ci porge dicendoci "Con una tale situazione e con un tale passato, osserva come un essere umano reagisce, come ha vissuto questa situazione e come l'ha superata. E tu come ti comporteresti?". E' questa riflessione su noi stessi alla quale Simenon ci invita e che costituisce la forza della sua opera. E, nello stesso tempo, quello che preferisco è iniziare un "Maigret". Perchè? Perchè in questi romanzi, che non hanno niente da invidiare ai "romans-durs" o "gris", come volete, il commissario ci mostra le cose con una certa lievità. Il romanzo può anche essere altrettanto noir e drammatico di altri romanzi di Simenon. Nonostante tutto, attraverso gli occhi di Maigret, si inizia a pensare che la vita valga la pena di essere vissuta. Come il commissario che non si fà più nessuna illusione sulla condizione umana, non conserva nemmeno speranza nella vita, ma ad ogni buon conto ci dice che è nel piacere d'essere al delle piccole felicità quotidiane che occorre cercare la forza di continuare, il piacere di essere al mondo e di gustarne i colori...

domenica 20 gennaio 2013

SIMENON SIMENON, RIFLESSIONI DI UN POMERIGGIO DOMENICALE

Pomeriggio. Una domenica di gennaio. Fuori della finestra piove fitto, a mulinelli. Il ticchettìo della pioggia sul tetto si mischia al crepitìo del fuoco nel camino. Il grigio della luce del giorno che svanisce lì, fuori dei vetri, si fonde con la luce calda dell'abat-jour qui, vicino alla poltrona. L'odore della legna che brucia si mischia con l'aspro aroma del latakia, il tabacco bruciato invece nella pipa dal lungo cannello ricurvo che sto fumando tra un un sorso di rum e l'altro. Gli occhi fissi su pagina 64.
"... Maigret but trois verres d'un vin blanc, qui avait des reflet verdâtres, puis les mains dan le poche de son veston, descendit lentement la rue comme s'il était déjà du quartier. Un petit veillard, devant lui, et le salua ainsi qu'à la campagne on salue le gens qu'on ne connaît pas. Peut-étre parce qu'il avait tellement l'air d'étre chez lui? Il rendit le salut en souiriant et quelques minutes plus tard il évoulait dans l'étroit rue Mouffettard, encombreé des petites charrettes qui répandaient un fort odeur des légumes et des fruits...".
"... Maigret bevve tre bicchieri di un vino bianco, che aveva dei riflessi verdastri poi, con le mani nelle tasche del paltò, discese lentamente la strada come fosse  già uno del quartiere. Un vecchio minuto, davanti a lui, lo salutò come in campagna si salutano le persone che non si conoscono. Forse perché aveva così tanto l'aria di essere nel suo ambiente? Rispose al saluto sorridendo e qualche minuto dopo si trovava nella stretta rue Moffettard, ingombra di piccoli carretti da cui si spandeva un forte odore di legumi e di frutta....".
Sto leggendo Maigret en meublé in un'edizione francese pocket di Presses de La Cité del '73. L'inchiesta era stata scritta da Simenon nel 1951 a Rock Shadow Farm (Connecticut - USA). Perchè Maigret è in affitto? Sua moglie era partita ed era solo a casa. Così aveva lasciato Boulevard Richard Lenoir e si era stabilito in un appartamento ammobilito in rue Lhomond per seguire un caso in cui il suo ispettore Janvier era stato gravemente ferito, a Montparnasse...
Ho alzato gli occhi dal libro. Quella descrizione mi aveva fatto pensare alla centrale via di Parigi... forse negli anni cinquanta.
Chissà mi sono chiesto quanti a quest'ora in Italia, e non solo, se ne stanno con un libro di Simenon in mano, seduti in poltrona, sdraiati a letto o al loro tavolino preferito, immersi nel suo mondo? Chi sorseggiando un te, chi sbocconcellando una fetta di torta, chi fumando... Il clima, ci dicono, non è buono in tutta Europa. Chissà quanti al tepore della loro casa aggiungono il calore che trasmette un libro di Simenon.
Forse è il freddo che mi ha suggerito questa idea. I libri di Simenon trasmettono calore. Certo il nostro è un punto di vista un po' di parte (ma siamo d'altronde convinti che anche altri autori siano in grado di trasmettere questo calore). Ma le pagine di Simenon, almeno a me, fanno l'effetto di entrare in un ambiente confortevole, invitante, avvolgente. E non è solo un fatto di storie o di personaggi, ma è più la scrittura del romanziere che ha il potere di farmi entrare in un ambito accogliente, dal quale non mi vorrei più allontanare. E' come se i rumori della casa, il chiacchiericcio della gente, il gracidare della televisione o della radio sparissero. Io sono di là. Mutuando un'espressione di Simenon, potremmo dire che abbiamo "passato la linea" e mentre gli altri sono rimasti di là nel freddo del mondo della realtà, io sono nel confortevole mondo simenoniano dove mi immedesimo in storie realistiche, a volte drammatiche, in personaggi a volte inguaiati e magari in situazioni niente affatto divertenti. Eppure questo piacere di far parte di quel mondo ci riscalda, come dicevamo prima, forse perché ci fa vivere una seconda vita. E voi? A voi che effetto fà leggere Simenon? Aspetto che mandiate a Simenon Simenon le vostre sensazioni, le vostre emozioni quando siete immersi nella lettura di un suo romanzo.

venerdì 18 gennaio 2013

SIMENON, IN OGNI POSTO... MA MAI TRA GLI SCRITTORI

Foto tatta dall'Illustrè pubblicata da Trussel.com
Chi segue questo blog (e non solo), ormai sa che Simenon non amava la vita del letterato con congresi, cene, associazioni... E in effetti nel corso della sua vita lo troviamo spesso nei posti più disparati, a far di tutto meno che lo scrittore e non certo con gli scrittori. Vediamo un po'
Tra il '28 e il '29 lo troviamo a fare il marinaio, prima sulla piccola Ginette e poi sul più attrezzato Ostrogoth, a scorazzare per dei mesi in lungo e il largo per i canali della Francia e del nord-Europa.
Nel '40 è a La Rochelle che fa il Commissario straordinario per circa diciottomila rifugiati in Vandea, fuoriusciti  dopo l'invasione del Belgio da parte di Hitler.
Due volte lo ritroviamo impegnato in due festival cinematografici. Nel '58 come direttore del Festival del Cinema di Bruxelles e poi, ma questo lo sanno tutti, nel maggio del '60 a Cannes come Presidente della giuria del Festival internazionale del Film. 
Riservato e schivo com'era sarà invece relatore in due congressi. La prima volta si tratta di una conferenza nel novembre del '45 a New York, presso l'Istituto francese, tema Il Romanziere (intervento poi pubblicato l'anno successivo ne "The French Review"). Nel '62 invece è a Montreux, in occasione del Congresso della federazione internazionale di letteratura medica. Titolo del suo intervento: Si jétais médecin. Va aggiunto che nell'ottobre del '60 partecipò a Lione al congresso della Societé  Internationale de Criminologie di cui era membro.
Nell'aprile del '52, dopo sette anni negli Usa, lo vediamo a Parigi festeggiare con dirigenti e poliziotti al Quai des Orfévres la consegna della plaquette da commissario n° 0000 a nome Jules Maigret, nel corso di un ricevimento ufficiale. Fosse stato un premio letterario ne sarebbe stato alla larga.
A fine marzo del 1962 Simenon è a Londra che partecipa addirittura al ballo annuale organizzato dai fabbricanti di pipe!
Non a caso quindi Simenon affermava "...io non sono un uomo di lettere,  ma un romanziere, cosa molto diversa...". E ancora "...Non ho mai partecipato alla vita letteraria. Non faccio parte della Società dei personaggi della letteratura. D'altronde (quella di letterato) è un'etichetta che io ripudio...".

giovedì 17 gennaio 2013

SIMENON E INEDITI ASSOLUTI... IN ITALIA.

Oggi uno dei nostri primi attachés, Andrea Franco, ci fornisce un elenco assai ghiotto per collezionisti e appassionati. Ricordiamo che, tutti coloro che hanno una buona conoscenza di Simenon e Maigret possono scrivere a simenon.simenon@temateam.com per diventare attaché del Bureau Simenon-Simenon.


Roma - dal nostro attaché Andrea Franco - Questo è l'elenco dei romanzi di Georges Simenon che non sono stati mai pubblicati in italiano. Nell'elenco ho indicato la data della stesura (non di rado vennero pubblicati anni dopo) e il luogo di ambientazione per ogni titolo. In tutto si tratta di diciassette titoli.

Le cheval blanc - 1938 (Pouilly, Nevers)
Oncle Charles s'est enfermè - 1939 (Rouen Parigi)
Une vie comme neuve - 1951 Parigi  (flashback a Sancerre)
Strip Tease - 1957 - (Cannes)
Dimanche - 1958 - (entroterra nei dintorni di Cannes)
La Vieille  -1959 - (Parigi)
Le Veuf - 1959 - (Parigi)
La Porte -1961 (Parigi)
Les Autres -1961 (città francese non precisata)
Le Train de Venise - 1965 - (percorso del treno Venezia-Losanna-Parigi)
Le Confessional -1965 - (Nizza, Cannes)
La mort d'Auguste - 1966 - (Parigi)
La Main - 1968 - Connecticut (Stati Uniti)
Novembre 1969 - (banlieu parigina)
La disparition d'Odile - 1970 - (Losanna, Parigi)
La Cage de verre -1971-  (Parigi)
Les Innocents - 1972 - (Parigi, con riferimenti  a Caen)
Nel risultato della mie ricerche sono compresi, a mio avviso, alcuni capolavori come Le train de Venise o La cage de verre o anche Une vie comme neuve. 
Insomma ci sono ancora delle ghiottonerie da gustarsi. Non è male pensare che abbiano ancora dei Simenon da scorprire...no?

martedì 15 gennaio 2013

SIMENON E IL... "MISTERIOSO" RACCONTO MAI ARRIVATO IN LIBRERIA

Succedeva spesso. I racconti che venivano scritti, prima di essere pubblicati in volume, godevano spesso di un'anteprima su quotidiani o periodici. Capitava anche per i romanzi che spesso uscivano sulla stampa a puntate prima di diventare un libro. Questo accadde molte volte anche a Simenon. Ma nel '63 scrisse un racconto Les nolépitois (datato gennaio) che apparse in due puntate sul periodico femminile Elle.
Fu forse l'unico racconto che non fu pubblicato da nessun editore. La motivazione va ricercata proprio nella volontà dell'autore di non farlo comparire in nessuna raccolta.
Ma perchè Simenon non volle mai farlo pubblicare?
L'unica spiegazione che ci viene in mente riguarda il tema del racconto.
Si tratta di una storia di fantascienza.... Già, vera e propria fantascienza con degli esseri strani, non extra-terrestri, ma terrestri che abitavano il nostro pianeta prima dela comparsa dell'uomo i nolépitois, appunto. Fanno la loro apparazione a Londra durante una giornata d'inverno in cui è calata una nebbia che sembra essere la più fitta del secolo. In questo surreale scenario spuntano questi "proto-terrestri" che affermano di venire dall'acqua o meglio da un un imprecisato lago, dove sono rimasti per milioni di anni...
Il primo Simenon, quello dei romanzi popolari, spaziò un po' tra tutti i generi che erano poi quelli che andavano per la maggiore e che i vari editori gli commissionavano. E così scrisse veri western, sdolcinati racconti d'amore ma anche erotici, polizieschi d'azione, romanzi d'avventura in luoghi esotici, ma fantascienza mai. Almeno non ci risulta. Non era d'altronde un genere popolare, ma piuttosto una nicchia per appassionati. Un tipo di letteratura quindi che non faceva grandi numeri.
E così potrebbe essere che a sessant'anni suonati Simenon abbia voluto provare a cimentarsi in questo genere. Può darsi che il risultato non lo abbia soddisfatto e, dopo la pubblicazione sul giornale abbia deciso che non era materiale da divulgare, nemmeno come un racconto tra gli altri.

lunedì 14 gennaio 2013

SIMENON. MAIGRET... MA IL CALDO NON FA' PER LUI?

Oggi l'intervento del nostro attaché Giorgio Muvi è dedicato ad una delle inchieste di Maigret che si svolgono al sud. Nel sud della Francia e su un'isola... caldo, sole mare... che ci pone una domanda: il commissario è uomo di terra e del nord? Non va d'accordo con solleone e l'aria di mare?



Roma - dal nostro attaché Giorgio Muvi - Questa volta niente bancarelle e niente colpi di fortuna. E' stato un regalo di Natale di una cara amica che conosce la mia passione per Maigret... e anche i "buchi" della mia collezione. La fortuna l'ha avuta lei che ha trovato Il mio amico Maigret (Mon ami Maigret - 1949 - Presses de La Cité) nell'edizione di un vecchio Oscar Mondadori del 1978, con una tipica copertina di Ferenc Pinter. Il disegno raffigura una persiana mezza aperta da cui si intravede la figura del commissario su una spiaggia deserta, più avanti un tipico gozzo da pesacatori, poi il mare di un celeste trasparente ed un cielo azzurro e terso.
Già dalla copertina mi è sorta una domanda. Ma come, la storia si svolge nella bella stagione a Porquerolles, un'isola quasi davanti alla costa Azzurra, e il nostro Maigret è abbigliato di tutto punto? Vestito beige, scarpe nere e cappello bianco. Tutto fa pensare che abbia anche la cravatta ben annodata. Non ho citato la pipa in bocca, ma era sottinteso.
Leggendo poi il romanzo ho avuto conferma di tutto. Nella storia Maigret è accompagnato da un ispettore inglese di Scotland Yard, in missione per imparare i metodi del famoso commissario parigino. Bene, in tutto il suo aplomb, Mr. Pyke, come lo chiama Maigret, lo vediamo in camicia, con il collo sbottonato... addirittura in costume da bagno per tuffarsi nelle onde. Maigret no. Al massimo un paio di volte a colzione la mattina lo si vede con la camicia da notte sotto la giacca, ma è un'usanza del luogo, soprattuto nei giorni di festa. Ma altrimenti è sempre in "giacca e cravatta" come si dice. E' un po' come se il caldo e il mare non lo facessero sentire a suo agio. E infatti se penso a Maigret, lo vedo a Parigi con la pioggerellina, un vento teso e il cielo plumbeo. In ufficio traffica con la stufa e quando entra in bistrot o un café è per l'immancabile calvados o un cognac per scaldarsi. D'estate certo preferisce la birra fresca, ma Maigret, se non sbaglio, lo vediamo più d'inverno. Il cappotto pesante con il collo di velluto e talvolta alle prese con raffreddori e influenze. Insomma Jules Maigret è nato a Sant-Fiacre, nell'Allier, un dipartimento dell'Auvergne, una regione continentale della Francia, non certo dal clima mediterraneo. E poi passa a Parigi, dove fà i suoi inizi come agente ciclista di ronda a tutte le ore, anche notturne e con qualsiasi tempo: pioggia o gelo. Insomma si può dire che tutta la sua vità l'abbia preparato a sopportare il freddo. Il caldo ha su di lui un effetto soporifero. Anche in altri romanzi ambientati nel sud della Francia, lo vediamo come impigrito, un po' rallentato, soprattutto nei famosi dopo-pranzo. Però è sempre vesito a puntino senza concedere nulla al caldo. Mai visto in maglietta, o con una camicia con le maniche corte.
Ma in fondo mi piace così, con quella specie di fornello portatile sempre acceso che è la sua pipa, ben infagottato, quando esce la mattina, come gli raccomanda sempre madame Maigret.
Il romanzo che mi ha dato questo spunto è delizioso (il mio è però un giudizio di parte), con un Maigret che cerca di immedesimarsi nella vita e nella mentalità della gente che vive nell'isola di Porquerolles e che ci è arrivata per le ragioni più disparate. Una fauna di personaggi, particolari, molto diversi tra loro, francesi e stranieri, tra cui il commissario deve trovare il reponsabile dell'omicidio di Marcellino, un povero marinaio che una sera, all'osteria dell'isola, si proclamava essere amico del famoso commissario Maigret e la mattina dopo veniva trovato cadavere, in un capanna di pescatori, con il cranio crivellato di pallottole...

domenica 13 gennaio 2013

SIMENON. NUOVE USCITE, MA COSA C'E' ALL'ORIZZONTE?

Abbiamo già accennato alla pubblicazione del prossimo Simenon. Abbiamo detto che sarà un romanzo Il borgomastro di Furnes (Le Bourgmastre de Furnes - 1939 - Gallimard). Ma in giro ci sono voci e previsioni sulle altre uscite simenoniane da parte di Adelphi. Come ci ricordavano nei commenti di ieri i nostri più attivi attachés al Bureau Simenon, Murielle Wenger e Andrea Franco, sul sito ufficiale di Simenon, quello tenuto dal figlio John, c'è titolo, nome e copertina (che vi presentiamo qui in anteprima) del prossimo volume di racconti di Maigret: La Locanda degli annegati, che prende il titolo di una novella scritta a La Rochelle (L'Auberge aux noyés) nel luglio del 1938, apparsa subito su Police-Film e poi con altri racconti in un antologia di Gallimard del 1944. L'appuntamento per gli appassionati italiani dovrebbe essere quasi sicuramente per il prossimo aprile.
Ma i ruomors non finiscono qui. Infatti si fà addirittura il titolo del prossimo romanzo di Simenon. Dovrebbe essere Le signorine di Concarneau (Les Demoiselles de Concarneau - 1936 - Gallimard). Uscita? Forse a fine giugno, primi di luglio, secondo la tradizionale cadenza delle uscite dei Simenon di Adelphi.

sabato 12 gennaio 2013

SIMENON, PROLIFICO ROMANZIERE... MA SE IL ROMANZO LO GENERA UN ALGORITMO, QUANTI NE USCIRANNO?

Aggiungi didascalia
La velocità e il ritmo con cui Simenon scriveva i romanzi e i racconti sono ormai proverbiali e anzi rischiano di diventare un luogo comune e c'è il pericolo di stereotipare l'immagine dello scrittore che invece può vantare ben altri meriti oltre a quelli di aver creato un tale numero di storie che tra scrittori affermati e conosciuti non è certo usuale. Come d'altra parte rischia di diventare stucchevole il dilemma: qualità o quantità? Anche qui Simenon non ha più nulla da dimostrare, i suoi libri sono stati tradotti in una cinquantina di lingue, viene pubblicato ancora oggi in paesi come il nostro (ma non è l'unico) e ad ogni uscita i suoi titoli, romanzi o Maigret, finiscono nella classifica dei più venduti, ancora oggi, a cinquanta, sessanta e adirittura settanta anni da quando furono scritti.
Ma queste cose ormai sono dominio comune e le abbiamo citate solo per introdurre il tema di oggi che ha a che vedere con la prolificità della produzione romanzesca. E non ci riferiamo a quegli scrittori che regolarmente, prima di Natale o prima delle vacanze estive, escono ogni anno con un nuovo romanzo, con la precisione che può scaturire solo dalle richieste del business editoriale.
No. Stavolta ci riferiamo a qualcosa che un po' ci spaventa. E si tratta di libri che nascono non dalla mente di uno scrittore, ma da un algoritmo gestito da una serie di computer.
E se pensate che questo sia qualcosa che si stia sperimentando per il futuro vi sbagliate non poco. Siete già nel futuro. Merito (ma sarà vero merito?) di Philip M. Parker, professore di marketing presso l'INSEAD (l'Istituto europeo di Business Administration). Questo signore che ha evidentemente grandissima confidenza con la matematica e l'informatica ha tirato giù un programmino che gli consente, a suo dire, in 13 minuti (avete letto bene: tredici) di tirar fuori un libro. Ma la notizia non è questa. L'attività di Parker è iniziata non da poco. Chi vuole saperne di più può leggersi un istruttivo articolo del New York Times di cinque anni fa'. Già perchè questa storia va avanti da un bel po' di tempo. I titoli del professor Parker, si tratta di duecentomila titoli (!), li trovate già da un po' in vendita su Amazon (occupano un centinaio di pagine). Questo non è il luogo e Simenon-Simenon non é il soggetto più adatto a spiegare i meccanismi con cui da un algoritmo si arriva ad un libro. Quello che per ora ci consola è che innanzitutto non li possiamo definire libri del signor Parker, ma libri generati dal suo sistema. E soprattutto si tratta di titoli specialistici, spesso professionali, che come ammette il professore sono così specializzati che a volte vengono realizzati in copia unica (con il sistema on-demand, stampa digitale e vendita on-line) e comunque la tiratura per titolo è mediamente bassa se tutti i titoli hanno realizzato "solo" una vendita complessiva di 900.000 copie circa.
Quello che invece ci ha messo un po' in allarme lo abbiamo appreso da un articolo apparso a fine 2012 su GizMag, un magazine on-line americano che si occupa di scienza, innovazione e tecnologie. Infatti si apprende che il sistema di algoritmi si sta evolvendo e Philip M. Parker non è lontano da poter generare romanzi e addirittura poesie.
Ci sarà qualcuno di voi che sarà caduto dalla sedia... Ma come... abbiamo appena digerito gli ebook!... E adesso dobbiamo già (pre)occuparci dei libri che si fanno da soli, generati da un programma e da un computer?
Certo anche noi non abbiamo affatto le idee chiare in proposito... aspettiamo al varco questi primi romanzi... (ma li potremo chiamare ancora così?) e nel frattempo ci godiamo quelli "vecchi" di Simenon... Ma sì...anche in ebook!

venerdì 11 gennaio 2013

SIMENON: DUE CASI DEL 2012

Se dovessimo passando in rassegna il 2012, e chiederci quale fatto per il mondo simenoniano, abbia contraddistinto l'anno scorso, ci viene da pensare subito a due avventimenti. Il primo riguarda da vicino noi italiani. E' la pubblicazione dell'ultimo romanzo di Maigret da parte di Adelphi. L'editore ha continuato con dei Maigret, per ora uno (Rue Pigalle), che saranno costitutiti dalla raccolta di racconti scritti in vari periodi. Quanto andrà avanti ancora? Tre, quattro volumi... E poi? Ripenderà a pubblicare i romanzi a partire da Pietr-le-Letton? Oppure andrà avanti con ristampe delle edizioni di titoli più venduti? Oppure per Adelphi il ciclo Maigret si concluderà?  Queste sono le domande che ci poniamo noi tutti appassionati di Maigret.
Ma se guardiamo un po' oltre i nostri confini, dobbiamo registrare un rinnovato interesse degli editori di lingua spagnola soprattutto in Spagna e in Messico che negli ultimi mesi del 2012 hanno iniziato a pubblicare l'opera completa del romanziere. Questo è un fatto molto importante in quanto lo spagnolo è una delle lingue più parlate al mondo e un mercato editoriale molto vasto e interessante. Il 2013 ci dirà come il pubblico più "caliente" risponderà alle opere di uno scrittore che noi tutto sommato consideriamo nordico, anche se poi ha ambientato spesso le sue storie in paesi tropicali, isole e in climi torridi. E inoltre non va scordato che traduzioni ed edizioni in spagnolo sono succedute dai primi anni '30 fino praticamente ai giorni nostri.  

mercoledì 9 gennaio 2013

SIMENON. CHEZ KRULL, L'INTOLLERANZA VIENE DA LONTANO


Questa volta il nostro attachè Andrea Franco interviene con un post, già pubblicato tra i commenti, ma forse sfuggito ai più. Oggi lo riproponiamo nella sede e nel modo più adeguato.



Roma - dal nostro attaché Andrea Franco - Scritto nel '39, Chez Krull (1938 Gallimard - pubblicato in Italia nel '65 dalla Mondadori con l'appropriato e letterale titolo di "Casa Krull") è, a mio modo di vedere, uno dei migliori romanzi di Simenon in assoluto
L'azione si svolge in una città non precisata del nord della Francia, attorno ad un canale, con le chiatte e le chiuse...
Molti riferimenti però ci fanno pensare che, senza volerla nominare, Simenon si sia ispirato alla sua Liegi
Per altro in questo romanzo troviamo molte analogie con quello che considero  il Maigret migliore di sempre Chez les Flamands (1932 - Fayard).
In Chez Krull, una tranquilla famiglia di origine tedesca dirige una drogheria-bistrot quando arriva dalla Germania il cugino Hans, che avrà un modo di fare così sfrontato che causerà non pochi problemi ai Krull. Quando nel canale davanti a casa Krull viene trovato il corpo senza vita di una giovane ragazza violentata, i sospetti inevitabilmente cadono sugli stranieri.
In una crescente tensione, Simenon ci accompagna in un viaggio alla scoperta di una disgregazione di quella che sembrava una famiglia perfetta e nell'ostilità della gente del luogo verso gli stranieri che ricorda quella di un romanzo del periodo ("L'assassin", ambientazione simile, sempre nordica). Tutto ciò si riallaccia al post del 24 novembre sulla xenofobia denunciata piu volte da Simenon, come nel reportage Cargaison Humaines in cui si parla della povera gente armena e turca che viaggiava sui battelli in quarta classe ammucchiata.
Tornando a Chez Krull non posso far altro che consigliarvene la lettura. Non rimarrete delusi, le atmosfere sono quelle  classiche simenoniane e si può leggere qualche pagina in più rispetto alla lunghezza canonica dei romanzi del maestro belga.