lunedì 21 gennaio 2013

SIMENON, QUANDO LEGGO I SUOI ROMANZI...

Ed ecco, dopo il post di ieri, un bellissimo intervento della nostra carissma attachèe Murielle Wenger. Leggete, chi può in francese (chi non lo conosce purtroppo in una nostra traduzione) le sue emozioni quando entra nel mondo di Simenon.



Roma - dalla nostra attachée Murielle Wenger



 "Quand je relis Dumas, c'est pour courir à l'aventure, m'échapper à la fois dans le temps et dans l'espace, juste pour oublier pendant un instant le monde qui nous entoure… Quand je relis Proust, c'est pour le plaisir de savourer la poésie d'une langue… Et pourquoi je reviens à Simenon ? Pourquoi relire encore ces romans, où certes on est plongé dans un monde qui n'est ni très gai, ni très incitant à la bonne humeur… A part quelques-uns (je pense en particulier au très beau Il y a encore des noisetiers, un vrai roman de l'espoir), quand on referme un roman de Simenon, on n'est guère enclin à trouver que la vie est facile à vivre, on en arriverait à se dire: "à quoi bon…?" … Et pourtant…
Pourtant, on en ouvre un nouveau, car on y cherche sans doute à comprendre notre vie d'Homme, à comprendre comment chacun essaie de mener sa barque à travers sa propre histoire. Un roman de Simenon, c'est comme un miroir que l'auteur nous tend, en nous disant: "Dans telle situation, avec tel passé, regarde comment un être humain réagit, comment il a vécu cette situation, comment il l'a surmontée. Et toi, comment t'y prendrais-tu ?" C'est cette réflexion sur nous-mêmes à laquelle Simenon nous incite qui fait la force de son œuvre.
Et cependant, ce que je préfère encore, c'est ouvrir un "Maigret". Pourquoi ? Parce que dans ces romans-là, qui n'ont rien à envier aux romans "durs", ou "gris", comme on voudra, le personnage du commissaire nous fait voir les choses avec une certaine légèreté. Le thème peut en être aussi noir, aussi dramatique que dans un autre roman de Simenon, cependant à travers les yeux de Maigret on se prend à penser que la vie, malgré tout, vaut la peine d'être vécue. Comme le commissaire, qui ne se fait plus d'illusions sur la condition humaine, n'en garde pas moins l'espérance en la vie, de même on en vient à se dire que c'est dans les petits bonheurs quotidiens qu'il faut chercher la force de continuer, le plaisir d'être au monde et d'en savourer les couleurs…



"Quando rileggo Dumas è per tuffarmi nell'avventura, fuggire sia nel tempo che nello spazio, tanto per dimenticare, almeno per un istante, il mondo che mi circonda... Quando rileggo Proust è per il piacere di gustare la poesia di una lingua... Ma perchè rileggo Simenon? Perchè torno sui suoi romanzi dove si è immersi in un mondo che sicuramente non è allegro, né che invita al buon umore... A parte qualcuno (penso in particolare al bellissmo "Il y a encore des noisetiers", un vero romanzo della speranza"), quando si finisce e si chiude un romanzo di Simenon non si è certo portati a credere che la vita sia facile da vivere, ci si arriva a chiedere "ma perchè mai"... E comunque... Comunque se ne apre un'altro perchè, senza dubbio, vi si cerca il senso la nostra vita come Uomini, e si cerca di comprendere come ciascuno cerchi di governare la propria imbarcazione attraverso la propria storia. Un romanzo di Simenon è come uno specchio che l'autore ci porge dicendoci "Con una tale situazione e con un tale passato, osserva come un essere umano reagisce, come ha vissuto questa situazione e come l'ha superata. E tu come ti comporteresti?". E' questa riflessione su noi stessi alla quale Simenon ci invita e che costituisce la forza della sua opera. E, nello stesso tempo, quello che preferisco è iniziare un "Maigret". Perchè? Perchè in questi romanzi, che non hanno niente da invidiare ai "romans-durs" o "gris", come volete, il commissario ci mostra le cose con una certa lievità. Il romanzo può anche essere altrettanto noir e drammatico di altri romanzi di Simenon. Nonostante tutto, attraverso gli occhi di Maigret, si inizia a pensare che la vita valga la pena di essere vissuta. Come il commissario che non si fà più nessuna illusione sulla condizione umana, non conserva nemmeno speranza nella vita, ma ad ogni buon conto ci dice che è nel piacere d'essere al delle piccole felicità quotidiane che occorre cercare la forza di continuare, il piacere di essere al mondo e di gustarne i colori...

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