giovedì 31 gennaio 2013

SIMENON TRA BAAS E VAN HAMME, COME TRA BERLUSCONI E BERSANI?

Un intervento di una delle nostre attachée, Giovanna Ferraris, che ci fornisce una chiave di lettura particolare del Borgomastro di Furnes, in chiave con l'attuale atmosfera pre-elettorale


Roma - dalla nostra attaché Giovanna Ferraris - Ho appena letto il romanzo di Simenon che Adelphi ha ripubblicato. Nonosante ne abbia già letti diversi, qui ho avuto la netta sensazione di trovami di fronte ad uno scrittore in grande spolvero. Riesce infatti a parlarci di una storia che si svolge presumibilmente negli anni '30 in un piccola cittadina belga, facendoci entrare nella mentalità del posto e nella testa di uomini di circa cent'anni fà,  e al tempo stesso è in grado di annullare questa distanza e farci pecepire i temi da lui trattati come interessanti, perchè attuali.
Attuali sono i meccanismi del potere, di come questi poi interreagiscano con le situazioni personali e producano conseguenze sul piano sociale e umano.
Insomma in questa rivalità tra il "Baas" Terlink e il suo avversario Van Hamme ci sono ricatti e colpi bassi come succede ai giorni nostri. Ora poi che siamo in campagna elettorale sento parole e assisto a vicende che si possono parametrare a discorsi e fatti che Simenon racconta ne Il borgomastro di Furnes. Questo non è un romanzo sulla politica e sul potere come Il presidente, ma sull'intreccio tra la politica e la vita privata, con i compromessi, le vittorie, le sconfitte e la facciata da mostrare in pubblico.
E anche la natura, con quell'inverno impietoso, quel freddo quasi minaccioso che avvolge Furnes, sembra dimostrarsi non meno terribile di Terlink, altrettanto freddo e glaciale nel rapporto con i suoi sottoposti e con la sua famiglia.
La storia di Terlink potrebbe anche essere raccontata oggi? Simenon come avrebbe costruito una storia con protagonisti Berlusconi e Bersani? Forse oggi gli scontri politici sono più mediati, spesso non c'è il contatto personale con l'avversario l'era della televisione e di internet ha di fatto mediato e diluito certi rapporti. Ma, come si dice, i fondamentali ci sono tutti. L'Italia degli anni duemila e Furnes degli anni '30 non potrebbero essere più diverse, ma i meccanismi che muovono l'animo umano sono gli stessi.

mercoledì 30 gennaio 2013

SIMENON. SOSTEVA RABONI... DIECI ANNI FA'

Abbiamo pescato nel ricco e interessante blog di Giuseppe Genna, Centraal Station, un post di una decina di giorni fa', in cui viene riproposto un intervento di Giovanni Raboni apparso sul Corriere della Sera del luglio del 2002, dedicato all'eterno interrogativo sulla questione se Simenon appartenesse alla schiera degli scrittori di genere oppure se andasse considerato un classico. L'articolo è interessante (Raboni su Georges Simenon) Raboni tira in ballo diverse affermazioni e giudizi di Andrè Gide, ma cita anche Sciascia per concludere che lui era dalla parte di coloro che ritengono Simenon un classico "...Anch’ io, per quel che può valere, penso che Georges Simenon sia – «noir» o non «noir», Maigret o non Maigret – un grande scrittore: un grande scrittore e basta...". Raboni, che è stato un saggista ma anche un poeta dalla notevole sensibilità, coglie l'essenzialità e la profonidità delle opere simenoniane per quelle che sono, per quello che raccontano del quotidiano e per quello che simboleggiano nell'universale. Il fatto che Raboni dieci anni fa' sentisse il bisogno di "schierarsi" la dice lunga sulla fatica che l'ambiente accademico e della critica ancora faticasse a sdoganare Simenon come autore di Maigret (come se poi quest'ultimo non fosse anch'esso letteratura).
In proposito Pierre Assouline, francese, uno dei massimi biografi di Simenon, ebbe in quegli anni a dichiarare che  "...nell'università e nel mondo letterario le resistenze nei suoi confronti sono ancora molto forti. Simenon non è affatto considerato un classico, anche se, rispetto all'ostilità del passato, la situazione è migliorata...". Mentre in Italia Carlo Fruttero sottolineava "... Possiede un senso rigoroso della sintesi: è il suo dono. Il suo è stato l'ultimo occhio 'balzacchiano'. Solo chi crede nella realtà può riuscire a disegnarla con mezzi così strepitosamente succinta...".
Ma Assouline ha un background giornalistico. Fruttero era uno scrittore e un uomo di lettere atipico per il panorama letterario italiano. 
Dopo un decennio le cose sono cambiate?
Sì, alcune università si sono aperte non solo al genere (vedi le manifestazioni di "Roma Noir" dell'Università La Sapienza di Roma a cura della professoressa Elisabetta Mondello o "Grado Giallo" con quella di Trieste grazie al professor Elvio Guagnini) e talvolta le università hanno timidamente inserito alcuni titoli del romanziere nei programmi delle facoltà di letteratura.
Ma ormai non è più solo la critica paludata e quella accademica che traccia linee al di là delle quali non c'é arte e non esistono classici e al di qua si trovano gli autori classici e che meritano fama e rispetto imperituri.
E forse anche queste linee vanno facendosi sempre più sbiadite...

martedì 29 gennaio 2013

SIMENON. MA QUAL E' IL MAIGRET PIU' TRADOTTO E CON PIU' RIEDIZIONI? VE LO DICE MURIELLE WENGER

Non potete perdervi assolutamente lo studio statistico realizzato da Murielle Wenger (che i nostri lettori conoscono bene) sulla quantità di traduzioni e delle riedizioni dei titoli delle inchieste del commissario Maigret in tutto il mondo.
Ad esempio potrete leggere che grazie all'incrocio di una serie di dati (andate a leggere perchè è davvero interessante) ha stabilito che il titolo piu tradotto e che ha avuto il maggior numero di riedizioni è Le chien jaune. Ma lo studio statistico porta anche a considerazioni molto più interessanti e approfondite. Non vi resta che andare a visitare il sito di Murielle, www.enquetes-de-maigret.com e fermarvi sulla pagina di Maigret en traduction. E buona lettura!

SIMENON E CERVI. 1972, L'ANNO DEGLI ADDII


12 febbraio 1972. Simenon scrive quello che ancora non sa essere l'ultimo suo romanzo, Maigret et M.Charles.
17 settembre 1972. Gino Cervi interpreta l'ultima puntata della quarta serie degli sceneggiati Rai di Maigret: Maigret in pensione.
Lo scrittore chiude una serie di oltre cento indagini del commissario.
L'attore veste i panni di Maigret per la sedicesima volta (quattro serie - sedici sceneggiati alcuni in due puntate, a certi in tre e addirittura in quattro puntate).
Insomma un anno non felice per gli appassionati maigrettiani.
Simenon non scriverà più un libro sul commissario e Cervi non lo interpreterà mai più.
Un punto in comune è la prolifica produzione dei due (nati per di più a due anni di distanza uno dall'altro). Di Simenon sappiamo che ha scritto in tutto oltre quattrocento  tra romanzi, racconti, saggi, etc... tradotti in una cinquantina di lingue, vendendo ad oggi una cifra che oscilla intorno a mezzo miliardo di libri in tutto il mondo.
Non si pensi che Gino Cervi sia stato da meno. Nel suo bagaglio dobbiamo considerare 300 commedie, 120 film, oltre a numerosi lavori in radio e in televisione.
Eppure.
Eppure tutti e due sono stati ricordati dal grande pubblico soprattutto per Maigret. Il primo per averlo inventato e scritto. Il secondo, almeno in Italia, per aver interpretato quegli sceneggiati.
Eppure alcuni dei romanzi di Simenon sono dei capolavori e a volte è stato ad un passo anche dall'essere candidato al Nobel per la Letteratura.
Eppure Cervi in fatto di popolarità aveva intepretato per il grande schermo la popolarissima serie (tra l'altro di produzione italo-francese), Don Camillo e l'onorevole Peppone tratta dai romanzi di Giovannino Guareschi.
Eppure... eppure Maigret ha avuto la meglio su tutto. Ancora oggi si acquistano i libri di Maigret, i rari e vecchi Mondadori sulle bancarelle, gli Adelphi in libreria e addirittura in formato ebook su internet.
E ancora oggi vari gruppi editoriali ripropongono in edicola in dvd l'intera serie o parte degli sceneggiati Rai o li utilizzano come promozione di quotidiani o periodici. Insomma quegli sceneggiati di quasi cinquant'anni fa' ancora funzionano anche come traino editoriale.
1972, l'anno degli addii ma non la fine di un personaggio, che è vivo e vegeto e oggi, come abbiamo visto, di proprietà di una società britannica che ne preannuncia un rilancio a livello mondiale.

lunedì 28 gennaio 2013

SIMENON. UNA CONFERMA DELLA VENDITA DEI DIRITTI

City A.M. Questo è il nome di un giornale che si definisce first free daily business newspaper (il primo quotidiano free-press dedicato al mondo finanziario ed edito a Londra) che oggi in uno scarno articolo conferma quanto ieri pubblicato dal The Telegraph, in merito alla vendita alla The Right House di tutti i diritti di Simenon. Per altro non ci è giunta notizia di nessun commento da parte di John il figlio che stava lavorando sinergicamente a due progetti: riunire tutti i "diritti Simenon" in una sola società con sede a Liegi e realizzare un museo permanente dedicato al romanziere anche questo a Liegi. Era il progetto di riunire nella città natale del padre tutto ciò che lo riguardava (e ricordate che presso l'Università di Liegi c'è già da anni una Fondazione a lui dedicata).
Per altro proprio qualche giorno fa', il quotididano belga La Derniére Heure aveva pubblicato la notizia che per una iniziativa della locale associazione dei commercianti, erano state raccolte e consegnate al sindaco di Liegi più di tremila firme di cittadini a favore della realizazione del futuro Musée Simenon da edificarsi sulla place de l'Yser.
Forse il museo si realizzera. Adesso però i diritti sono quasi tutti (il 90%) in mano alla società britannica che avrà forse molte più possibilità di dare maggiore visibilità all'opera simenoniana e a quelle collegate, anche se si perderanno le radici con la città natale di Simenon.
Ma anche Simenon in fondo era un uomo senza radici. In quella città trascorse solo i suoi primi diciotto anni. Per quasi settant'anni visse altrove, pur non volendo mai abbandonare la nazionalità belga.

domenica 27 gennaio 2013

SIMENON, I SUOI DIRITTI ALLA "THE RIGHT HOUSE"?

La notizia è apparsa ieri sul quotidiano britannico The Telegraph. L'agenzia inglese The Rights House, riporta il giornale, ha acquistato dalla Chorion (agenzia ormai dall'anno scorso in amministrazione controllata) il 90% della proprietà di tutti i diritti di Georges Simenon, letterari, cinematografici, televisivi, mandando in fumo le intenzioni del figlio dello scrittore, John, che, come abbiamo già scritto, stava cercando di raggrupparli tutti con una società belga. Alla famiglia Simenon (quindi i figli John e Pierre) rimane così solo il restante 10%.
Alla base di questa operazione ci sarebbe l'intenzione della The Rights House, tramite la sua sezione che si occupa dei diritti letterari, la Peters Fraser Dunlop, di rilanciare il marchio Simenon in tutto il mondo partendo dall'Inghilterra. Infatti mentre  Simenon è uno scrittore di successo in tutta Europa, in Gran Bretagna le vendite dei suoi libri sono trascurabili. A questo proposito si starebbe perfezionando un accordo con la casa editrice internazionale Penguin per ripubblicare tutte le opere di Simenon, addirittura a partire già dal prossimo autunno.
Ma le novità non finirebbero qui. Infatti The Right House avrebbe intenzione anche di rilanciare una nuova serie televisiva (accordi in vista con la BBC... Per replicare quello che è stato realizzato con la serie "Sherlock"?), ma anche audiolibri (in partnership con Amazon), ebook e altre iniziative.
Per ora la fonte è solo il The Telegraph e non siamo riusciti a trovare conferma altrove. Comunque seguiremo l'evolversi della situazione, cercando di appurare l'esattezza di quanto pubblicato oppure eventuali smentite o correzioni.