giovedì 20 marzo 2014

SIMENON SIMENON... QUEL GIORNO "LE MONDE" LO DEFINÍ SCONCERTANTE

Ancora un'altra tappa della nostra  iniziativa
"25 anni senza Simenon, ma...". 
Riportiamo un'altra delle testimonianze 
di quanto la stampa italiana e quella francese andarono scrivendo, venticinque anni fa', 
all'indomani della morte di Georges Simenon.
Questa volta si tratta di quello che pubblicò 
il prestigioso quotidiano parigino "Le Monde", 
che con la sua aria compassata e autorevole 
dette la notizia sia in prima pagina che all'interno, dedicandogli l'intera pagina solitamente riservata alla letteratura.


Lo sguardo su questo secolo "...il suo primo posto, Simenon lo deve a un destino singolare e ad un grande talento che l'hanno portato a posare il suo sguardo su questo secolo...". Così scriveva Bertrand Poirot-Delpech nel suo articolo sulla prima pagina de Le Monde, il 7 settembre 1989, intitolato La morte di Georges Simenon - L'alone dei lampioni. Una breve carrellata di considerazioni e flash sul posto che l'opera del romanziere, ormai scomparso, andava ad occupare nella letteratura di lingua francese. Ma con un occhio vigile, alla sua vita, ai suoi numeri, al suo Maigret, Poirot-Delpech disegna un agile ritratto che prelude agli articoli all'interno, che vengono evidenziati in un box.
"... dietro la facciata, al riparo delle luminarie industriali, scruta il mondo dei pavé luccicanti, degli aloni dei lampioni, dei piccoli crimini dell'impotenza, delle cucine dove si cuoce a fuoco lento una delle poche consolazioni della vita...".
Un particolare che colpisce. Neanche una foto del romanziere. Ma Le Monde di allora era così, nessuna foto per nessuna notizia sulla prima pagina, unica illustrazione una vignetta sulle misure che il presidente Usa di allora, George Bush, aveva annunciato contro il traffico della droga.
Certo non va scordato che, fino alla morte, Simenon aveva mantenuto la cittadinanza belga e benchè la Francia lo avesse adottato, lui era rimasto fedele alla sua piccola Liegi, ma i giornali francesi lo celebravano come se fosse stato loro patrimonio.


Un'opera sconcertante "... oggi che la morte l'ha fermato per sempre, l'opera di Georges Simenon, appare chiaramente, nel dominio della letteratura francese, come la più sconcertante del ventesimo secolo..." Così attacca lapidario Jacques Cellard nel suo articolo d'apertura nella pagina 11, dove si ritrovano un articolo di spalla, che parla degli oltre mezzo miliardo di copie vendute in tutto il mondo; un box dedicato a Maigret e ad una colonnina con un biografia sintetica, ma abbastanza completa. Cellard spiega tra l'altro perchè Simenon non è uno "scrittore come tanti" e ne analizza le tappe con i suoi cambiamenti, le particolarità,  la sua inesauribile vitalità che si è realizzata nelle sue opere e ella sua vita.
Nel titolo del pezzo dedicato a Maigret, il commissario simenoniano viene definito "immortale": "Dio può morire, ma Maigret rimarrà". E' Gabrielle Rolin che si getta in questo parallelo spericolato, passando poi a quello tra autore e personaggio. Va ricordato che tutto questo fu scritto 25 anni fa', all'indomani della morte dello scritttore. Potevano sapere che Maigret fosse davvero immortale? Quanti autori e personaggi letterari sono ben presto caduti nell'oblio dopo pochi anni? Oggi sappiamo che romanzi scritti negli anni '30 (quasi ottant'anni fa'), vengono tutt'ora rieditati e entrano nelle classifiche dei libri più venduti... e non solo in Italia. Possiamo riconoscere alla Rolin un certo fiuto e una buona preveggenza. I numeri di romanzi, racconti, romanzi popolari, dei Maigret, delle autobiografie, di articoli, di film e serie televisive tratte dalle sue opere, costituiscono un quantità di numeri che stordivano. Oggi forse ci abbiamo fatto l'abitudine, ma allora, alla fine della sua vita e a conti fatti, probabilmente proiettavano sul suo corpus letterario una luce davvero sconcertante.
Ultima notazione, anche in questa pagina, interamente dedicata a Simenon, non una sola foto del romanziere. Anche qui un'unica immagine, un'illustrazione che raffiugura un Simenon che fuma in un pipa un Simenon, che fuma in una pipa un Simenon, che fuma..... Simenon non finisce mai?

mercoledì 19 marzo 2014

SIMENON SIMENON. IL VIDEO "LE SIECLE DE SIMENON"... ALMENO UN ASSAGGIO

Lo abbiamo presentato, lo abbiamo visto, ne abbiamo parlato il giorno dopo (vedi Il "Secolo Simenon" tutto in una notte). Ci riferiamo a "Le siècle de Simenon", documentario di Pierre Assouline, trasmesso il 23 febbraio da Arte, (la televisione cuturale franco-tedesca). Un vera chicca per tutti gli appassionati, che è andata in onda in una serata tutta dedicata a romanziere, in cui è stato trasmesso anche il film L'horologer de Saint-Paul di Bertrand Tavernier (1974) interpretato da Philppe Noiret e Jean Rochefort, tratto dal romanzo L'horloger d'Everton (1954). Serata eccezionale, dunque, che però non tutti hanno potuto vedere. Adesso, grazie all'I.N.A. - Institut National de l'Audiovisuel della Francia, siamo in grado di proporne un brano ai nostri lettori. Circa cinque minuti (degli oltre cinquanta in totale) di un programma in cui si documenta magistralmente l'uomo, lo scrittore, la sua opera, la vita... il suo secolo, dietro cui si intuisce subito la mano di Assouline, uno dei massimi esperti simenonologi e si riconosce lo standard di Arte, un'emittente televisiva che in Italia ci sogniamo ad occhi aperti.

martedì 18 marzo 2014

SIMENON SIMENON. MA C'E' DAVVERO UN "DOTTOR MAIGRET" ?


Il 5 giugno del 1968 Simenon partecipa ad un incontro divenuto famoso: si sottopone ad una specie di seduta psicoanalitica da parte di cinque medici, tra cui dei psicanalisti, i quali avevano intenzione di sondare le regioni più profonde dell'animo creativo dello scrittore e di analizzare molti sui comportamenti connessi appunto alla sua attività di romanziere. Di questo incontro Simenon-Simenon si è ovviamente già occupato (vedi ad esempio il post Simenon e Maigret in mano agli psichiatri). Ma questa volta quello che ci interessa è ciò che in questa inconsueta sede Simenon dice sulla sua creatura.
La discussione verteva sul romanzo Anneaux de Bicêtre in cui secondo gli specialisti di Médicine et Hygiène (una rivista medica svizzera che in quei giorni voleva festeggiare con questa "intervista" i suoi 25 anni di uscita), il romanziere descrive spendidamente il rapporto tra medico e paziente e sottolinea l'importanza dell'intesa morale anche per la guarigione da una malattia organica.
Nel corso della sua risposta Simenon ricorda cha già da adolescente si chiedeva: ...perchè non esiste un dottore che sia allo stesso tempo medico del corpo e medico della mente? Insomma un medico che conosca l'individuo, la sua età, il suo fisico, le sue possibilità e che possa consigliarlo se deve indirizzarsi in un verso piuttsto che in un altro? Insomma gà prefiguravo una sorta di medicina psicosomatica... ed è con questo spirito che ho creato il personaggio di Maigret. Perchè è quello che fà Maigret, e perciò è stato necessario che Maigret abbia fatto due o tre anni di medicina (all'università). Bisognava che albergasse in lui anche un po' di sensibilità medica. E Maigret per me è un accomodatore di destini. E' l'equivalente di quelli che passano per la strada  e aggiustano sedie e suppellettili..."
E poi si arriva alla questione del "comprendere e non giudicare".
"...e' per questo che non volevo che avesse una parte di medico e una di confessore. Perchè credo che sia il medico stesso a dover essere nel medesimo tempo sia medico che confessore...".

lunedì 17 marzo 2014

SIMENON SIMENON. CHEZ GEORGES E TIGY: PARTY, NOTTI BRAVE E... SCRITTURA

Chez Simenon. Nel  1927 Georges e Tigy si erano appena trasferiti nell'appartamento al 21 di Places des Vosges. Iniziavano a girare i primi soldi e i coniugi Simenon avevano arredato la loro casa all'ultima moda e davano feste e party cui partecipavano artisti, pittori amici di Tigy, scrittori agli inizi come Georges e gente del mondo dello spettacolo. L'appuntamento di prassi era quindi chez Simenon che organizzavano feste che duravano fino all'alba. Queste foto documentano alcuni momenti  di queste riunioni. Le fotografie, che sono tratte dal libro Simenon-Album de Famille (Presses de la Cité - 1989), erano di proprietà di Tigy. Si tratta di scatti assai rari, che documentano gli anni giovanili dei due.


Questi stravizi da nottambulo, non impedivano a Simenon di rispettare il suo ruolino di marcia per quanto riguardava la scrittura. In quel periodo usava una ventina di pseudonimi con cui firmava romanzi brevi, racconti, feuilleton sui giornali o storie per libretti popolari. Era diventato famoso presso i vari editori con cui lavorava, per la velocità di scrittura e la precisione di consegna. Ma un'altro punto a suo favore era la versatilità. Scriveva racconti sentimentali, romanzi d'avventura, reportage di viaggi mai avvenuti, intricate storie poliziesche... Arrivava l'ordine: "... tot righe di un romanzo breve, di argomento amoroso, consegna tra una settimana...".
E il giovane Simenon, allora nemmeno  venticinquenne,  si buttava a capofitto e scriveva.... scriveva... Quelli erano i tempi in cui arrivava a redigere fino a ottanta pagine al giorno. Si dice che in certi momenti fosse arrivato a radunare nel suo studio tre segretarie dattilografe che battevano tre diverse storie che lui dettava praticamente in contemporanea, pur di rispettare i tempi.
E all'epoca in cui dava queste feste, nel suo salone dove troneggiava un modernissimo bar all'americana che era il suo vanto e la meraviglia dei suoi ospiti. Comunque Simenon, che faceva baldoria con gli invitati fino alle ore piccole, la mattina verso le sei era invece già sveglio. E mentre sui divani o sui tappeti alcuni ospiti smaltivano sbornie e stravizi della notte brava, lui era già lì a picchiettare sui tasti della sua macchina da scrivere immerso in un pericoloso viaggio nella Terra del Fuoco, o invischiato in qualche tormento amoroso oppure coinvolto in una selvaggia lotta contro il terribile criminale di turno.


domenica 16 marzo 2014

SIMENON SIMENON. IL MAIGRET FRANCESE NON BUCA LO SCHERMO DE LA7


Non sembri accanimento e neppure un sorta di attesa al varco. E' che nel panorama delle tanti emittenti televisive nostrane, quella de LA7 è l'unica tv dove gli italiani possono guardare Maigret in prima serata del sabato.
Qualcuno dirà che è frettoloso dare giudizi dopo solo tre puntate, altri  potrebbero dire che il buongiorno si vede dal mattino e se una serie parte male...
Intendiamo, non vogliamo qui entrare nel merito di un prodotto televisivo francese che conta più di 50 episodi e che in patria è durato oltre dieci anni. E non è un giudizio di merito nei confronti dell'attore Bruno Crémer, che può vantare un curriculum recitativo di tutto rispetto.
La nostra è una semplice e obiettiva registrazione delle performance di questo Maigret che ieri sera, al terzo appuntamento, si è fermato a 494.000 spettatori e ha segnato l'1,99% di share. I risultati della seconda puntata erano stati di 563.000 spettatori e del 2.41% di share e quindi in lieve aumento rispetto a quelli dell'esordio con 514.000 spettatori e il 1,98% di share.
Insomma siamo al disotto del debutto e la ripresina della seconda puntata sembre essersi subito spenta.
Conclusioni?  Staremo a vedere. Queste cifre sembrano indicare che questo Maigret non ha un sufficiente appeal per sedurre i telespettatori. Ma d'altronde anche noi italiani abbiamo avuto un Maigret fallimentare, quello del 2004 di Mediaset, interpretato dal pur bravissimo Sergio Castellitto, affiancato da Margherita Buy, (durò solo un paio di puntate). Ma non c'era feeling, ma lì c'era una scelta del protagonista che, fatta salva la professionalità dell'attore, non rispettava alcuni fondamentali tratti del personaggio.
Crémer è stato un Maigret molto amato dai francesi e la serie ebbe un certo successo (non sarebbe altrimenti durata per 54 episodi), ma sembra che la scintilla con il pubblico italiano (che pure lo conosceva per averlo già visto sul Rai 3 e Rete 4), non riesce, almeno per ora, a scoccare. 

sabato 15 marzo 2014

SIMENON SIMENON. DI NUOVO A CANNES... CON "LA CHAMBRE BLEUE" DI AMALRIC?


La voce è apparsa ieri sul quotidiano ingese The Guardian. Il film che l'attore regista Mathieu Amalric sta preparando da luglio dello scorso anno, sembra che possa essere una delle pellicole invitate a rappresentare i colori francesi alla prossima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Cannes.
Il realizzatore ha sempre dichiarato, che si sarebbe trattato di un film low-budget, girato in tempi serrati e in distribuzione ad aprile. Quindi arrivare a  sfilare sulla Croisette, sarebbe una meta forse inattesa e sorprendente.
La scelta di Amalric (di cui abbiamo già parlato in un precedente post) è caduta su uno dei romanzi più intensi di Simenon, scritto esattamente cinquant'anni fa, e che racconta in modo molto particolare la storia struggente di un adulterio.
Anche secondo il quotidiano francese Paris Match, il film di Amalric potrebbe essere inserito tra i titoli francesi nella selezione per il 67° Festival di Cannes. La notizia ha poi attraversato l'oceano Atlantico ed è approdata sui siti specializzati in cinematografia del sud America dove si riprende e si commenta questa, che per ora, rimane però solo una voce.