
Questi stravizi da nottambulo, non impedivano a Simenon di rispettare il suo ruolino di marcia per quanto riguardava la scrittura. In quel periodo usava una ventina di pseudonimi con cui firmava romanzi brevi, racconti, feuilleton sui giornali o storie per libretti popolari. Era diventato famoso presso i vari editori con cui lavorava, per la velocità di scrittura e la precisione di consegna. Ma un'altro punto a suo favore era la versatilità. Scriveva racconti sentimentali, romanzi d'avventura, reportage di viaggi mai avvenuti, intricate storie poliziesche... Arrivava l'ordine: "... tot righe di un romanzo breve, di argomento amoroso, consegna tra una settimana...".
E il giovane Simenon, allora nemmeno venticinquenne, si buttava a capofitto e scriveva.... scriveva... Quelli erano i tempi in cui arrivava a redigere fino a ottanta pagine al giorno. Si dice che in certi momenti fosse arrivato a radunare nel suo studio tre segretarie dattilografe che battevano tre diverse storie che lui dettava praticamente in contemporanea, pur di rispettare i tempi.
E all'epoca in cui dava queste feste, nel suo salone dove troneggiava un modernissimo bar all'americana che era il suo vanto e la meraviglia dei suoi ospiti. Comunque Simenon, che faceva baldoria con gli invitati fino alle ore piccole, la mattina verso le sei era invece già sveglio. E mentre sui divani o sui tappeti alcuni ospiti smaltivano sbornie e stravizi della notte brava, lui era già lì a picchiettare sui tasti della sua macchina da scrivere immerso in un pericoloso viaggio nella Terra del Fuoco, o invischiato in qualche tormento amoroso oppure coinvolto in una selvaggia lotta contro il terribile criminale di turno.
Bell'articolo e bellissime le foto.
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