martedì 22 aprile 2014

SIMENON SIMENON. CLASSIFICHE E SHARE: "MINACCE" SMORZATE DALL'UOVO DI PASQUA

La settimana prima di Pasqua ha visto l'ultima raccolta di racconti di Maigret, scendere di qualche posto dopo l'exploit della settimana precedente.
Iniziamo subito dalla classifica stilata da Nielsesn Bookscan (6-12 aprile) per l'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso dove Minacce di morte ha perso la prima posizine per occupare la seconda nella sezione "Tascabili". Per quanto riguarda RCult de La Repubblica di Pasqua, secondo Eurisko (7-13 aprile), invece staziona nella stessa sezione, la seconda posizione della settimana prima. Meno buone le stime fatte GFK per l'allegato La Lettura del Corriere della Sera di domenica: dal 6° al 9° posto della sezione "Narrativa straniera".
Se dalle librerie passiamo allepiattaforme che vendono i libri on-line, vediamo che nella Top 100 di Internet Book Shop la raccolta simenoniana perde un posto, dal 16° al 17° e nona è la posizione dove invece lo ritroviamo su Feltrinelli.it. Per gli ebook segnaliamo che l'ultimo Maigret in versione digitale occupa il 2° posto nella classifica della Rizzoli.it
Sempre numeri, ma dai libri alla televisione. Ecco telespettatori e share delle puntate del Maigret con Bruno Crémer trasmesso alla viglia di Pasqua da LA7:
511.000 spettatori (share 2.13%) e 302.000 (share 2.11%) rispettivamente per il primo e il secondo episodio che l'emittente manda in onda uno dopo l'altro. I dati consolidano i livelli delle settimane precedenti.

sabato 19 aprile 2014

SIMENON SIMENON. BUONA PASQUA E BUONE FESTE

Cosa faceva a Pasqua Simenon?
Non lo sappiamo. Certo con i bambini
uova e ciocolato non saranno mai macate.
Se poi il romanziere sentisse la festività...
beh questo non lo sappiamo: convinzione religiosa,
convenzione sociale...
Simenon-Simenon non mancherà
di rispetto a chi è convinto
e non criticherà chi rispetta
anche solo la tradizione.
Quest'anno Pasqua cade il 21 aprile,
e, almeno per quello che riguarda
questo giorno del 1969, sappiamo che
Simenon completava la stesura di  
Maigret et le tueur (ma quell'anno 
il 21 aprile non era Pasqua... 
era già stata il 6 dello stesso mese).
Buone feste quindi a tutti quelli
che ci seguono, perché è merito loro se,
mese per mese, Simenon-Simenon
cresce un po' di più...
Noi ci prendiamo un paio di giorni di vacanza,
arrivederci a martedi 22 aprile e auguri!


venerdì 18 aprile 2014

SIMENON SIMENON. LA CHAMBRE BLEUE ARRIVA IN CONCORSO A CANNES

Durante la conferenza stampa di ieri, sono stati resi noti i titoli dei film che parteciperanno all'edizione 2014 del Festival Internazionale del Cinema di Cannes, che si svolgerà dal 14 al 24 maggio.
L'adattamento per il grande schermo del romanzo simenoniano La chambre bleue, diretto e interpretato da Mathieu Amalric, è rientrato in Un certain regard, una delle due sezioni di cui sono divise le pellicole in concorso.
Un buon risultato per un film che era stato definito dallo stesso Amalric una realizzazione a basso costo. Lavorazione iniziata con le riprese a luglio scorso e uscita prevista per aprile 2014. Un film realizzato molto velocemente, tanto che lo stesso regista, scherzando ma non troppo, affermava di volersi attenere anche al ritmo lavorativo del romanziere che, come è a tutti noto, terminava i suoi libri in poco più di una settimana.
Vale la pena ricorda che La chambre bleue fu scritto da Simenon nel '63, nel periodo svizzero, alla vigilia del trasferimento dal castello di Echandens alla grande villa da lui fatta costruire ad Epalinges. Uscì poi nel gennaio del 1964 per i tipi di Presses de La Cité.
Il romanzo racconta la torbida passione di due amanti, Tony e Andrée, travolti dalla loro storia sensuale che inizia appunto nella camera blu dell'Hotel dei Viaggiatori. I coniugi dei due muoiono entrambe, prima il marito di lei in condizioni misteriose e poi la moglie di lui, avvelenata. La coppia di amanti terribili viene messa sotto accusa...
Un romanzo a tinite forti dove l'autore mette in mostra la sua capacità di creare personaggi di spessore, la sua abilità nella costruzione psicologica dei protagonisti e la sua bravura nel rendere realisticamente quelle atmosfere cupe e tragiche che qualcuno definirebbe noir.
Sullo schermo Tony è interpretato dallo stesso Amalric e Andrée da Lèa Drucker.
Questo, se non andiamo errati,  dovrebbe essere il sessantunesimo adattamento per il grande schermo dei romanzi di Simenon. Chi ne volesse un elenco può leggersi un nostro vecchio post: Film tratti dai romanzi di Georges Simenon

giovedì 17 aprile 2014

SIMENON SIMENON. INCONTRARE SIMENON

Pubblichiamo oggi un post tratto da un commento di ieri. Lo abbiamo ritenuto molto interessante e ben scritto tale da evidenziarlo in questo spazio. Si tratta di un punto di vista e di una visione personale di Simenon, delle sue opere e del suo mondo e di una voce che rende "Simenon-Simenon" più ricco, più vario e sempre più in sintonia con i propri lettori.
Questo come altri che, speriamo, andremo a pubblicare, riporteranno magari opinione molto diverse e, ci auguriamo provocheranno altri commenti e susciteranno dibattiti.  E' per questo che ringraziamo L'Anonimo (ma non sarebbe meglio un bel "nom de plume"?... se non altro per non confondersi poi con altri che scrivono firmandosi: "anonimi"), lo ringraziamo quindi e vi invitiamo a leggere il suo intervento. 
 

Forse sono un paio d'anni che ho scoperto o mi sono imbattuto, come accade a Cappuccetto Rosso nel bosco, in George Simenon. Ricordo Maigret in bianco e nero. Ma non badavo troppo chi fosse lo scrittore che aveva creato il commissario. Questa disattenzione era di certo data dall'età e della poca importanza che quelle indagini avevano a che fare con il presente che si vive. E poi la mia città piena di contraddizioni, canzoni in dialetto, l'idea romantica dell'amore e quella del sesso delle prostitute dei Quartieri Spagnoli e giù alla Ferrovia e lungo la Marina verso la zona industriale dei quartieri operai la disoccupazione e la delinquenza grande e piccola o la camorra che si spartiva e si spartisce i quartieri del centro come della periferia e intorno al porto e a l'aeroporto. Le brave famiglie che attraverso la crescita dei propri figli venivano al contatto con la droga di ogni genere e la devastazione individuale e la morte collettiva di molte generazioni. E i ragazzi che lottavano e cercavano di lottare per una società e un mondo migliore o comunque vicino alle esigenze e bisogni e sofferenze materiali di intere popolazioni. E comunque ognuno, maschi e femmine, a fare i conti con la propria esistenza individuale specie quando non ci si aggrega e il disfacimento del tessuto sociale va in frantumi e cade a pezzi. E qualche pratica di scrittura e lettura per cercare di capire e riflettere, attraverso, i romanzi, la propria vita e quelle altrui. E in quali letture tuffarsi, ognuno con i propri tempi, per afferrare attraverso le storie la realtà tangibile di personaggi inesistenti ma in cui potersi riflettere e guardare gli altri da sè? Chiaramente i classici proposti da tutte le scuole, gli insegnanti e gli amanti della letteratura. Certo. In tutto questo si adagia e si insinuano i primi romanzi di uno scrittore fotografato sempre in compagnia della sua pipa. Un immagine più classica dei contenuti stessi dei romanzi dello stesso scrittore di origine belga e francese di adozione. Come è stato e chi a farmi avvicinare a Georges Simenon. Più che delle persone in carne ed ossa, credo delle recensioni o sui giornali, inserti e settimanali e riviste. Dopo quattro cinque romanzi, (le inchieste di Maigret non ne ho letto nemmeno una) mi sono sentito lentamente avviluppato ... in fondo in quale ragnatela? E' notorio che leggere seduti in poltrona accanto a un lume o stesi a letto nel silenzio delle notte le disgrazie degli inferni altrui ci fa sentire esclusi e nello stesso tempo(inclusi)nella tragedia nella soppressione di uno o più esseri umani. Insomma viaggiamo nella mente e nei gesti di un assassino o un'assassina ma ne siamo distanti e questo ci rassicura. Mi sono chiesto perché i romanzi di Georges Simenon mi prendono e mi affascinano così tanto e piano piano e poi in maniera totale come il veleno di un serpente. E sapere o scoprire da me che Georges Simenon era un conservatore, un reazionario o addirittura un fascista e nazista alla Celine, a detta di molti il grande Celine, m'inquieta ancor più. Eppure non m'interessa ora disputare se Simenon fosse un fascista o un comunista, ma mi disturba di certo la capacità di scendere nell'animo umano e poterne vedere il percorso nello specchio della scrittura, anzi di una storia. E non m'interessa nemmeno capire la psicologia dei personaggi di Simenon. Penso a Simenon come a uno che sa raccontarci una storia. 
redo che sia fondamentale saper raccontare una storia. Al momento non so dire se tutti i romanzi di Simenon abbiano una sorta di canovaccio scaletta, il successo della forma, che lui userà in tutte le altre storie. Forse siamo accanto a un camino, una stufa o in un appartamento riscaldato e Simenon ci fa vedere ed entrare in una una stanza(corpi e anime e per anime intendo le sensibilità o le sensibilità che con una improvvisa o meditata capriola diventano efferatezza, in nome delle corde allo stato brado dell'amore, della passione o del sesso. Forse Simenon attraverso le storie dei personaggi dei suoi romanzi, personaggi che sembrano nascere e crescere in carne e ossa mentre si prosegue nella lettura, vuol dire o suggerirci che gli uomini per quanto aspirino e lottino per la piena e consapevole libertà, praticamente sono incatenati e prigionieri delle propri passioni umane che inevitabilmente quando vivono o sono punte dalla lava della vita, portano al disastro e alla distruzione di sè e degli altri. Gli esseri umani perduti, sempre e comunque. Eppure i personaggi dei romanzi di Simenon sono mossi dall'amore. L'assassino pare sia proprio l'amore. Forse è questo che ci affascina in Simenon, cioè tenere nascosti i nostri "tradimenti". Il tradimento come legge sottostante e suprema dell'attuale (e futura...) società. Simenon così lontano così vicino dalla realtà in cui siamo immersi. (Anonimo)

martedì 15 aprile 2014

SIMENON SIMENON. ALLORA... ECCO COME L'ABBIAMO CONOSCIUTO...

Abbiamo scelto una decina di testimonianze di come lettori, amici e collboratori, sono venuti in contatto con i romanzi di Simenon o con le inchieste del commissario Maigret.
Se volete raccontare il "vostro incontro", scrivete o nei commenti di questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com


Enrico - Anche se farà sorridere gli assidui frequentatori del sito, voglio ugualmente raccontare la mia scoperta, letteralmente folgorante, di Simenon.
La mia passione simenoniana è arrivata nel corso della mia maturità (che fortuna!). Da un’amica ho sentito parlare in maniera entusiastica de La camera azzurra. Simenon era da tempo un autore che avevo in mente di “aggredire” e poi ero impaziente di leggere un bel libro, mi fidavo del giudizio, che avrebbe riacceso in me quella curiosità di bambino quando, insieme a tutta la famiglia, si guardava il grande Gino Cervi interpretare quel burbero commissario francese.
Vengo subito preso dal racconto e aspetto con impazienza che il commissario si faccia vivo; vado avanti e, con l’aumentare del piacere della lettura, comincia a farsi strada un piacevolissimo dubbio … Altre poche pagine e al dubbio si sostituisce una certezza: ho scoperto un tesoro! I libri di questo signore belga mi faranno una grande compagnia e non solo con Maigret. Termino La camera azzurra e corro nella mia libreria a comprare un'Adelphi dove questa volta il nome del commissario è ben chiaro in copertina.
Il tempo di divorarlo, ma finiscono tutti così presto? e subito devo prendere la terribile decisione: e ora? Romanzo o Maigret? Sono ormai più di dieci anni che adoro crogiolarmi nel dubbio e ancora non ho trovato una risposta.
L’unica certezza è che dei libri di Simenon, e di pochissimi altri, non si può fare a meno.
Sapere che ci sono mi da una sensazione molto simile alla felicità.


Paolo Bernardini - Avevo 16 anni, per la morte dell'autore nel 1989. Comprai i miei primi 4 oscar Maigret alla Standa, con lo sconto. Subito dopo conobbi le repliche notturne su Raitre di Maigret Cervi Poi arrivarono i romanzi.

Andrea Franco - Era il luglio 1998, andavo per i 16 anni, eravamo attorno al 20 luglio ed ero in vacanza con i miei genitori in un agruturismo della Liguria.
Mi annoiavo e mi misi a guardare gli scaffali di una polverosa libreria... ad un tratto mi salta all'occhio un titolo: Maigret in Olanda. Ero fissato con l'Olanda in quel periodo. La copertina colorata poi mi piacque subito ed anche il fatto che c'era un bel riassunto dei contenuti in ultima pagina. Il libro che lessi in due giorni mi conquistò, avevo letto pochissimi libri fino a quell età (a parte Jack London). Tornato a casa cercai tra una libreria di libri usati altri Maigret,ne avevo una marea tra cui scegliere...poi scoprii che l'Adelphi pubblicava i romanzi di Simenon in cui non c'era Maigret e comprai Gli sconosciuti in casa, un po' per volta sceglievo tra i volumi gia pubblicati i titoli che piu mi ispiravano e cosi,
col passare degli anni, divenni un simenoniano di ferro.

Claudia Vignolo I got my first book in a train station. It was "Maigret se amuse".

Anna Rita Romano - L'ho conosciuto nell'estate del 1993... i suoi Maigret erano abbinati a un quotidiano, la Repubblica se non sbaglio... non l'ho più lasciato...

Cinzia Ciampolini - I miei nonni materni, mia madre, mio zio, tutti simenonisti... Ho dei suoi romanzi in edizione italiana dei primi anni '30, una raccolta Mondadori del 1934, un Tre camere a Manhattan del 1951 , i romanzi pubblicati nella Medusa anni '60 , più qualche altro in lingua originale . Tra l'altro ascoltavo tempo fa su Radio Rai 3 la lettura de Il grande Bob. Il commentatore diceva che non si trova in edizione italiana, ma io l'ho trovato tra i miei: fa parte di volumi-raccolta (romanzi di confessione morale, autobiografici, esotici, parigini, ecc..) del 1967. Quando andai ad abitare a Parigi , passavo le giornate, calepino alla mano, sulle tracce dei luoghi maigrettiani e degli altri ancora. Credo proprio di poter dire che il mio amore, quasi maniacale, per la letteratura francese tutta abbia proprio origine da Simenon.
 
Nicoletta della Corte - Folgorata da Lettera al mio giudice! E da allora è diventato una mia magnifica ossessione

Alma De Donato - figlia di libraria, prima libreria, ho quindi tutto Simenon e....l'adoro, Aspetto con ansia sempre le nuove ristampe

Giulio Masera - Ho visto Maigret alla televisione, ma non nel '64, ma in una delle varie repliche che la Rai ha poi trasmesso. Quella che ho visto io era, mi pare, a metà degli anni '80. Mi sono ricordata che mio cugino, più rande di me, leggeva Simenon, e mi sono fatto prestare una raccolta di cinque-sei romanzi I romanzi della provincia francese, che non erano dei Maigret. Letti quelli, ho alternato, e alterno tutt'ora le inchieste del Commissario ai romanzi.

Murielle Wenger - Dividevo il mio tempo libero tra le letture e la televisione... Un giorno trasmisero un telefilm poliziesco e il segugio si chiamava Maigret. Non ricordo più dopo tanti anni (forse il '75 o il '76 poteva essere "La pazza di Maigret")...A contrario ricordo benissimo che quel commissario aveva uno strano modo di parlare, con la pipa tra i denti, e il suo sorriso gentile... Il mio Maigret si chiamava Jean Richard la cui rotondità bonaria si integrava bene con le mie fantasie di bambina di dieci, dodici anni... Maigret sarebbe rimasto alla stregua di tanti miei eroi televisivi, se non avessi scoperto nella biblioteca di famiglia un piccolo romanzo in edizione tascabile, copertina sobria, con una pipa disegnata, e che raccontava - indovinate un po' - un'inchiesta del commissario... di colpo il piacere della scoperta fu decuplicato ... In effetti le trasmissioni sporadiche della serie, mi impedivano di vedere il mio eroe tanto quanto avrei voluto... Pensate  ritrovarlo a volontà nei libri, quale felicità... Il primo, mi ricordo, fu Maigret et l'indicateur... Poi ho letto il mio primo roman-dur di Simenon...non ma non rcordo esattamente quale...
(La versione completa e integrale del post di Murielle la trovate qui).

lunedì 14 aprile 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET: MEGLIO IN LIBRERIA CHE IN TV

Non era difficie prevederlo. L'ultima raccolta dei racconti di Maigret, Minacce di morte, è entrata nelle classifiche di vendita balzando subito nelle poszioni più in vista. Clamorosa la rilevazione di Nielsen Bookscan (periodo 30 marzo- 5 aprile), riportata dall'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso. Nella sezione "Tascabili" esordisce infatti al primo posto e, dal commnto di Luciano Genta, apprendiamo che si tratta del 13°  libro più venduto in assoluto in questo periodo. Minacce di morte appare nche sulla classifica dell'allegato La Lettura del Corriere della Sera di domenica, dove la GFK (31 marzo - 6 aprile) lo posiziona alla sesta posizione della "Narrativa Straniera". E ancora primo lo ritrovamo nella classifica dei "Tascabili" stilata dall'Eurisko (31 marzo- 6 aprile) commissionata dall'inserto domenicale RCult de La Reubblica.
Insomma un esordio alla grande ma, come dicevamo all'inizio, non del tutto a sorpresa, tenendo conto che era un bel po' (da ottobre 2013) che non usciva nulla di nuovo per quanto riguarda Maigret, ma soprattutto perché ben tre dei cinque  racconti (L’enigmatico signor Owen, Quelli del Gran Café e Minacce di morte) erano inediti in Italia, dopo oltre settant'anni che erano stati scritti.
Anche se andiamo a vedere i lbri venduti su web la musica non cambia. Nella classifica Top 100 di Internet Book Shop l'ultima raccolta di Maigret si piazza al 7° posto, mentre tra i primi cento della Feltrinelli.it la sua posizione é l'ottava.
Il titolo si affaccia anche alla classifica di Amazon, un piattaforma ostica per i Simenon che generalmente non vi entrano mai, nemmeno con i Maigret. Ma questa volta i commissario si affaccia anche qui, sia pure all'84° posto.
E per quanto riguarda la versione digitale, l'ebook maigrettiano si piazza alla 13a posizione sulla piattaforma Internet Book Shop.
Visto che stiamo parlando di cifre, di posizioni e  successi, andiamo a vedere quello che succede per Maigret sul versante televisivo.
LA7 continua il sabato in prima serata a trasmettere gli episodi del Maigret francese con Bruno Crémer, che oramai raddoppiano, cioè vengono mandati in onda in coppia in modo da coprire prima e seconda serata. La puntata di sabato scorso ha totalizzato 453.000 spettatori (share 1.87%) nel primo episodio, e 333.000 spettatori (share 2.34%) nel secondo episodio.
Rispetto al sabato precedente (media di 538.000 spettatori e share 2,19%) la situazione si è sostanzialmente stabilizzata. Iniziato il primo marzo, possiamo ormai dire che la misura della serie è intorno ai 500.000 spettatori e ad uno share che viaggia intorno a poco più del 2%.

domenica 13 aprile 2014

SIMENON SIMENON. IL MISTERO DEL PRIMO MAIGRET DELLA TV, NON FU CERVI, MA...

E' il 1960 e la Rai mette in onda Liberty bar. Già proprio un Maigret. Quattro anni prima della famosa serie con Gino Cervi.
Ma di che si tratta? Chi è questo Maigret ante-Cervi?
In realtà non si tratta di una produzione originale Rai, ma solo della ripresa di un'allestimento teatrale dell'omonima opera simenoniana, il diciassettesimo titolo della serie dei Maigret. Ben poche notizie si hanno su questa rappresentazione teatrale. Dal Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale si sa che è un'opera in tre atti (e otto quadri) andata in scena al teatro Ridotto dell'Eliseo a Roma, nel 1959, i cui interpreti fanno parte dell'omonima Compagnia, per la regia di Giorgio Bandini, con il testo tradotto da Carla Faraglia.
Grazie alla ripresa della commedia effettuata dalla Rai e poi messa in onda (a quel tempo la Rai trasmetteva spesso pièce teatrali, senza adattamenti, così come andavano in scenapotremmo dire che si dovrebbe trattare in assoluto del primo Maigret televisivo italiano, ma... ma purtroppo non si trovano i nomi degli attori (e men che meno ruoli) della Compagia del Ridotto dell'Eliseo di quell'anno, di conseguenza non possiamo sapere chi è stato l'attore che ha interpretato la parte del commissario...
Chi ci aiuta in questa indagine?
Qualche indizio l'abbiamo fornito. Certo, non è molto, ma é già qualcosa. Qualche altra indicazione? Ad esempio i giornali dell'epoca, che potrebbero aver pubblicato nel '59 una recensione della commedia, oppure nel '60 una critica della sua trasmissione da parte della Rai...
Esisterà un archivio carataceo di quel periodo del Teatro Eliseo, di cui il "Ridotto" faceva parte?
E questa Compagnia del Ridotto dell'Eliseo... ci sarà qualche parente, figlio o nipote di qualche attore che nel '59 calcò le sue scene e che magari faceva parte del cast di Liberty Bar?
Ma il bello deve venire. Cerca cerca, due nomi sarebbero saltati fuori: Camillo Pilotto, nato e deceduto a Roma - 1889/1963) un attore cche già nel 1945 aveva lavorato al Teatro Eliseo (nella foto).
L'altro nome è quello di Franco Marturano, scarne indicazioni e solo su alcune sue performance cinematografiche (vedi I.M.D.B)
Entrabe sembra che abbiano recitato nella commedia, ma tra i due ci sono maggiori probabilità che sia stato Camillo Pillotto ad aver interpretato il ruolo di Maigret, ma servono, prove, riscontri oggettivi, documenti e testimonianze.
L'inchiesta è partita... e noi non ci fermeremo, ma chi avesse informazioni non se le tenga per sé... le scriva sui commenti oppure ci mandi una mail all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
A caccia dunque!    

venerdì 11 aprile 2014

SIMENON SIMENON....E VOI COME AVETE CONOSCIUTO MAIGRET O SIMENON ?

Avevo dieci anni, quando nel 1964 incrociai per la prima volta quel poliziotto chiamato Maigret. Lo ricordo perchè eravamo a casa, dopo Natale e Santo Stefano, con parenti, regali, tavolate, panettoni, abeti addobbati, torroni, presepi, santemesse... Era il 27 dicembre, un giorno di riposo, di smaltimento delle libagioni, in più era domenica (questo non me lo ricordo, ma lo dice il calendario).
La sera, dopo il telegiornale, sul canale nazionale andava in onda uno sceneggiato in cui il protagonista mi rimase impresso perché, a dieci anni, un commissario corpulento che chiamavano "magré", o una cosa del genere, mi faceva ridere. Poi tutte quelle pipe, la sua e quelle degli altri poliziotti, mi facevano un effetto strano.
Dopo la prima puntata, seguirono quelle del venerdì successivo e quella conclusiva della domenica 3 gennaio. Eravamo quindi nel 1965, e quel Maigret aveva già conquistato tutta la famiglia (salvo mio fratello che aveva appena quattro anni). Io un po' affascinato da quel nuovo tipo di trasmissione, che non era un film ma nemmeno "teatro in tv" (allora ce n'era), e un po' trascinato  dall'entusiasmo dei miei genitori, cominciai a non perderne un episodio. Quando le quattro serie finirono, stavo per compiere 18 anni. A quel punto Maigret  era uno dei miei punti di riferimento. Già avevo iniziato a leggere qualche giallo. Avevo cominciato con Edgard Allan Poe, soprattutto con I racconti del mistero e con quel fantastico Monsieur C. Auguste Dupin, capostipite di tutti gli investigatori. Il fascino dei gialli mi prese all'età universitaria. A diciannove anni presi a leggere Sherlock Holmes, Nero Wolfe (altro personaggio trainato dal piccolo schermo), poi gli americani Hammett e Chandler... Per arrivare a Maigret ci volle ancora un po'. Infatti un giorno la ragazza che sarebbe diventata mia moglie mi passò durante una vacanza uno dei gialli che leggeva. Erano dei Maigret. Il cortocircuito con i ricordi televisivi accese la mia curiosità. Devo dire che letto il primo (non ricordo onestamente quale fosse) rimasi non male, ma un po' spiazzato. Il libro mi era piaciuto, ma non tanto per l'intreccio giallo, che pure era ben descritto, ma che non era il lato preponderante. Poi niente o quasi azione, sparatorie, inseguimenti, scazzottate... e invece ritrovavo la letteratura, l'analisi psicologica, l'attenzione al destino dell'individuo, il colpevole o presunto tale che non era un cattivo a tutto tondo, ma il risultato della società e il quale, poveretto, non riusciva a sottrarsi al ruolo che questa gli aveva imposto. Figuratevi, per un studente univesitario iscritto a Sociologia negli anni '70, erano musica per le sue orecchie. A quel punto mi venne la curiosità di sapere se questo Simenon avesse scritto altro che i Maigret. Immaginate la mia sorpresa quando venni a sapere che aveva scritto un centinaio di romanzi! Tra Maigret e i romans-durs mi buttai a capofitto in questo oceano simenoniano in cui mi ritrovo ancora a nuotare.
E voi come avete conosciuto Maigret o Simenon? Raccontatelo a Simenon-Simenon, scrivendo un commento a questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com

mercoledì 9 aprile 2014

SIMENON SIMENON. ADDIO AL LUCAS ITALIANO, MARIO MARANZANA

E' scomparso a Roma l’attore Mario Maranzana all'età di 82 anni. Originario di Trieste, classe  1930, recitò per il cinema, per il teatro, per la tv e fece il doppiatore. Ma noi vogliamo ricordarlo qui come grande interprete di uno dei famosi aiutanti del commissario Maigret: l'ispettore Lucas nello sceneggiato televisivo che dette anche a lui grande popolarità. Maranzana, nel ruolo dell’ispettore Lucas, fu infatti protagonista di molti episodi delle serie Rai a metà degli anni '60, “Le Inchieste del Commissario Maigret”, recitando a fianco di Cervi. Corpulento, con pipa e cappottone, Lucas, nelle pagine dei romanzi, come nell'interpretazione televisiva di Maranzana, era tra gli ispettori, Janvier, Torrence, Lapointe, quello che più cercava di somigliare al suo capo. E lui rendeva benissimo questo ruolo, con quel pizzico di autoironia che gli veniva dal suo talento recitativo. Ciao Mario.

SIMENON SIMENON. ROMA: L'ADDIO DE "IL MESSAGGERO"

Altro quotidiano. Sempre 
del 7 settembre 1989. 
Ancora un omaggio 
alla scomparsa di Georges Simenon. 
Questa volta viene da Roma 
e dal quotidiano storico 
della capitale "Il Messaggero".
Un'altra pagina della cultura 
dedicata a ripercorrere la vita 
e a rinvedire le icone dello scrittore 
a iniziare ovviamente da Maigret. 


E si parte dalle tre foto che campeggiano su tutta la pagina. Simenon e due grandi attori interpreti, uno cinematografico e francese, l'altro televisivo e italiano, del famosissimo commissario uscito dalla penna del romanziere: Jean Gabin e Gino Cervi.
Tutti e tre con la pipa ben stretta tra i denti, tanto per iniziare dalle icone.
Bello a nostro giudizio il titolo dell'articolo centrale di Giampaolo Rugarli: Storie di anime in pena. Fà un po' a pugni con l'occhiello in cui Simenon viene definito "...grande scrittore. Non solo di gialli". Ma forse si voleva intendere che la grandissima fama era venuta dai Maigret ad uno scrittore che era già allora considerato un classico del '900. Ma di questo si parla e della "semplicità" di Simenon, della sua scelta del genere giallo, che non era e non è un genere letterario di serie B. "...in quattro parole cattura un'immagine o un'emozione - scrive Rugarli di Simenon - e alla fantasia del lettore arriva immancabilmente un'onda d'urto che mette in movimento altre onde. Quella che una volta si chiamava realà romanzesca acquista la consistenza dell'ectoplasma e prende a galleggiare verso l'epilogo atteso con ansia divorante...". A sinistra, due colonne a firma Renato Minore che parano dell'opera dello scrittore andando dalla letteratura alla cinematografia, dal grande schermo a quello piccolo, per tornare quindi alle pagine dei suoi libri.
A destra, invece, una colonna dedicata al Simenon fonte inesauribile per gli adattamenti cinematografici (oltre 60 film dalle sue opere). In basso conclude un box con un'anticipzione di un incipit di un suo romanzo (Hotel del ritorno alla natura) che Adelphi avrebbe pubblicato da lì a poco.